Per analizzare l’andamento dei Pnrr non basta fermarsi alla prospettiva europea. È necessario scendere nel dettaglio dei singoli paesi, ognuno dei quali pubblica o non pubblica dati e informazioni diverse. Solo approfondendo a tale livello di analisi è possibile provare a capire l’impatto dei singoli piani nazionali sulla transizione ecologica degli stati membri.
Pubblichiamo in merito l’approfondimento realizzato da Openpolis.
La spesa per le misure ambientali
La transizione ecologica ricopre un ruolo importante nel Pnrr italiano, che dedica a obiettivi climatici e ambientali il 39% dei fondi a disposizione.
Un primo modo per capire a che punto della loro implementazione si trovano questi investimenti è considerare le relative risorse già spese. Nella quarta relazione del governo al parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr, sono riportati i dati su spesa effettuata e ancora da effettuare per tutte le misure del piano. Tenendo presente che – per ammissione dello stesso esecutivo – si tratta di dati non del tutto affidabili, sono comunque utili per inquadrare, almeno a livello economico, l’impatto che il Pnrr italiano ha avuto finora sul percorso di transizione ecologica del paese.
Il 92% dei fondi già spesi per investimenti Pnrr sono per l’ecobonus
I primi 10 investimenti del Pnrr italiano, per spesa effettuata
DA SAPERE
I dati sono riportati dal governo nella quarta relazione al parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr. Nel documento si legge che si tratta di sottostime e che, nel trasmetterli, alcuni ministeri hanno fatto riferimento alla nuova versione del piano italiano approvata lo scorso dicembre, altri no.
FONTE: elaborazione openpolis su dati governo (ultimo aggiornamento: domenica 31 Dicembre 2023)
Degli oltre 41 miliardi di euro totali da spendere per le 31 misure, alla fine del 2023 ne risultavano spesi circa 15, cioè il 37%. Quasi tutti sono confluiti nell’ecobonus, che risulta aver erogato il totale delle risorse a sua disposizione. Parliamo di 14 miliardi di euro per rimborsare, con un sistema di crediti di imposte, i privati che abbiano effettuato lavori di ristrutturazione sugli edifici di loro proprietà, per migliorarne l’efficienza energetica.
Se da un lato questa spesa sicuramente contribuisce all’obiettivo di accrescere l’efficienza energetica, dall’altro si limita a un ambito privato di intervento e parliamo comunque di un solo investimento. Mentre tutte le altre misure – non solo le prime 10 mostrate nel grafico – risultano avere almeno il 75% di fondi ancora da spendere. Comprese quelle, la gran parte, che operano a livello pubblico con grandi investimenti e infrastrutture.
Si tratta di quasi la metà delle misure, per le quali la spesa è praticamente ferma. Anche considerando la componente di sottostima e di poca affidabilità dei dati, possiamo dire che il quadro che ne emerge è comunque quello di un ritardo.
I progetti per la transizione verde
Un’altra prospettiva da cui osservare l’andamento del piano italiano in tema di transizione ecologica è quella dei progetti. Cioè gli interventi e le opere concrete finanziate dalle misure del Pnrr. A riguardo il governo italiano condivide, con cadenza trimestrale, dati e informazioni come le risorse destinate ai lavori, le organizzazioni coinvolte, il territorio di riferimento. L’ultimo aggiornamento disponibile è del 18 aprile 2024.
Purtroppo non è possibile sapere, per singolo progetto, quante risorse siano già state spese, ma ne conosciamo solo l’importo complessivo. Questo costituisce un forte limite nel cercare di comprendere lo stato di avanzamento dei lavori. Può tuttavia essere utile osservare le misure che hanno portato alla selezione del maggior numero di interventi e all’allocazione degli importi più elevati.
Misure Pnrr per la transizione verde che hanno portato alla selezione del maggior numero di progetti
FONTE: elaborazione openpolis su dati Italia domani (ultimo aggiornamento: giovedì 18 Aprile 2024)
In linea con quanto visto in precedenza, anche considerando il numero di progetti la misura più incisiva risulta quella dell’ecobonus. Seguono parco agrisolare, con 10.505 interventi nelle strutture produttive del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale e le misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico (1.708).
Anche gli importi assegnati – intesi come totale di risorse spese e non spese sui progetti – sono in linea con i dati analizzati sopra. Oltre all’ecobonus, che ha concluso l’erogazione del 100% delle risorse a esso affidato (14 miliardi), le misure per il rafforzamento smart grid e per lo sviluppo del trasporto rapido di massa hanno destinato ai propri progetti più risorse rispetto agli altri investimenti. Con un totale dei fondi affidati (spesi e non spesi) di circa 3,6 miliardi di euro in entrambi i casi.
La distribuzione tra territori
Per approfondire ulteriormente l’analisi, abbiamo anche osservato la ripartizione dei fondi a livello territoriale, in particolare regionale. Abbiamo analizzato solo i progetti che impatteranno sulle singole regioni, escludendo quindi gli interventi interregionali e quelli ad ambito nazionale.
Ne emerge un quadro piuttosto lineare da nord a sud, dove le risorse maggiori sono allocate nelle regioni più popolose: al primo posto la Lombardia (5,4 miliardi di euro), seguita da Emilia Romagna (3,8), Lazio (3) e Sicilia (2,9).
In merito ai singoli progetti invece, abbiamo isolato quelli con importi superiori ai 200 milioni. Sono perlopiù inclusi nelle misure mirate allo sviluppo del trasporto rapido di massa e delle smart grid, cioè il rafforzamento delle infrastrutture di distribuzione dell’energia elettrica.
I dati e le informazioni a disposizione analizzati fin qui confermano che l’Italia mira principalmente agli obiettivi di efficienza energetica (a cui contribuisce enormemente l’ecobonus), di energia rinnovabile e reti (in particolare le reti, con la misura per il rafforzamento smart grid) e di mobilità sostenibile (con l’investimento sul trasporto rapido di massa).
Tuttavia, in merito all’attuazione, la spesa sembra ancora bloccata, soprattutto sulle misure che richiedono procedure più complesse. Al contrario quelle per cui l’erogazione delle risorse avviene tramite crediti d’imposta, in primis l’ecobonus, procedono più rapidamente.
Fonte: Openpolis