Rinnovabili, arriva il testo unico

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 TESTO UNICO RINNOVABILI

Via libera dal Consiglio dei ministri  dello scorso 7 agosto al Testo unico delle rinnovabili che, in attuazione della delega prevista della legge sul mercato e la concorrenza 2022, definisce “i regimi amministrativi per la costruzione ovvero l’esercizio degli impianti di produzione e dei sistemi di accumulo di energia da fonti rinnovabili, per gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale degli stessi impianti, nonché per le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio dei medesimi impianti”.

Nella versione finale – varata dal Cdm – rimarrebbero, in base a quanto confermato, i paletti introdotti dall’ultima bozza del decreto circolata negli ultimi giorni per quanto riguarda il regime di attività libera. Paletti che hanno spinto alcune associazioni di settore come Elettricità Futura a rivolgere un appello al Governo, sottolineando come “la normativa nazionale attualmente in vigore consente di ammodernare e potenziare gli impianti rinnovabili già installati senza ulteriori autorizzazioni anche in presenza di vincoli paesaggistici, proprio perché si tratta di impianti esistenti e che quindi avevano già ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni. Mentre la bozza di decreto prevede che anche per questi progetti si debba chiedere una nuova autorizzazione, introducendo inutili costi e lungaggini burocratiche”.

Per il ministro Gilberto Pichetto Fratin che, da parte sua, ha confermato l’impianto del decreto legislativo, si tratta invece di una soluzione di “mediazione” per “compensare quello che per alcuni può essere visto come un eccesso di liberalizzazione”. Secondo quanto si apprende inoltre, potrebbero inoltre essere presenti piccoli ritocchi sul fronte delle scadenze connesse alle sanzioni amministrative che vengono introdotte in caso di attività di istallazione senza autorizzazione. (Public Policy)


INDAGINE CONOSCITIVA RAPPRESENTANZA DI INTERESSI

Nel corso dell’indagine conoscitiva è “stata molto discussa la questione di quale dovrebbe essere l’autorità chiamata alla tenuta del registro e alla vigilanza sulla corretta applicazione della nuova disciplina (mantenendo inalterate le competenze spettanti all’autorità giudiziaria e alle singole amministrazioni). Fermo restando che tutte le posizioni sostenute sono meritevoli di considerazione e attenzione, la soluzione del Consiglio nazionale dell’economia e del avoro (Cnel) sembra essere coerente con l’idea che del Cnel avevano i Costituenti, i quali lo immaginarono (anche) come sede di moderazione del conflitto sociale”.

Lo si legge nella proposta di documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sulla rappresentanza di interessi, depositata il 7 agosto in commissione Affari costituzionali alla Camera. La proposta dovrà poi essere valutata dai gruppi e sarà votata presumibilmente dopo la fine dell’estate.

La legge potrebbe quindi prevedere che presso il Cnel sia istituito il registro dei portatori di interessi; anche in questo caso, la Camere dovrebbero poi valutare, nella loro autonomia, l’opportunità di aggiornamenti della propria disciplina interna, apportando eventualmente, con riferimento ad esempio alla Camera dei deputati, gli adeguamenti e i coordinamenti che si riterranno opportuni alla disciplina già esistente in materia a partire dal 2017. Snello, è stato osservato da molti, dovrebbe essere infine l’eventuale apparato sanzionatorio, che potrebbe essere utilmente affiancato, ancorché non interamente sostituito, da adeguati incentivi”, si legge ancora nella proposta di documento conclusivo. (Public Policy)


DECRETO MATERIE CRITICHE

Con 98 voti favorevoli e 54 contrari, l’Aula del Senato ha approvato il 6 agosto, definitivamente il ddl di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2024, n. 84, recante disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico (AS. 1207, approvato dalla Camera) (in scadenza il 24 agosto), ora pubblicato in G.U.


DAL GOVERNO: PIANO MATTEI

E’ stato approvato il dpcm che istituisce il comitato tecnico per il Piano Mattei definendone la composizione e le funzioni, come previsto dal dl Infrastrutture, Sono sette i membri del comitato, di cui quattro rappresentati della presidenza del Consiglio dei ministri.

Si tratta di: Fabrizio Saggio che assumerà le funzioni di presidente del comitato, Lorenzo Ortona, Simonetta Saporito e Angelandrea Falcone. A questi aggiungono: Alessandro Guerri (quale rappresentante del Mase), Riccardo Ercoli (in rappresentanza del Mef) e Massimo Riccardo (in rappresentanza del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale).

“Il Comitato tecnico opera presso la presidenza del Consiglio dei ministri, nell’ambito della Struttura di missione del Piano Mattei”, si legge nel dpcm composto da soli due articoli. All’articolo 1 si precisa che “ai componenti del comitato tecnico non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spesa o altri emolumenti comunque denominati”. All’articolo 2, invece, vengono definite le funzioni stabilendo che il Comitato tecnico ha il “compito di deliberare, previa verifica della coerenza degli interventi con le finalità e i settori la procedibilità degli interventi approvati da Cassa depositi e prestiti S.p.A”. Inoltre, il comitato tecnico svolge anche le “funzioni del comitato di indirizzo e del comitato direttivo ai fini della definizione dell’orientamento strategico e delle priorità d’investimento delle risorse del Fondo italiano per li clima”.

Rassegna parlamentare a cura di MF