Testo unico rinnovabili, il Consiglio di Stato segnala varie lacune

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TESTO UNICO RINNOVABILI

Le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera e la Commissione Ambiente ed Energia del Senato hanno proseguito il 24 settembre l’esame, in sede consultiva, dello schema di decreto legislativo recante disciplina in materia di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili (Atto n. 187).  

L’espressione del parere di competenza è previsto entro il 15 ottobre.

Intanto, nel suo parere, il Consiglio di Stato preliminarmente stigmatizza “la prassi di redazione postuma delle relazioni AIR e ATN rispetto all’esame preliminare da parte del Consiglio dei Ministri dello schema di decreto e alla trasmissione dello stesso atto a questo Consiglio. La redazione della relazione AIR costituisce infatti un elemento imprescindibile ai fini della completezza dell’istruttoria degli atti normativi secondo la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 26 febbraio 2009. Una tale prassi è foriera di inspiegabili difformità di contenuti dei documenti, come ad esempio, nella fattispecie, la mancanza di riferimento, nell’art. 3, comma 1, all’interesse “della salute e della sicurezza pubblica”, di cui all’art. 16-septies introdotto dalla direttiva 2024/2413, che è invece richiamato nel paragrafo 1.1 della relazione AIR”.

Secondo Palazzo Spada “traspare dall’esame dell’atto una tecnica normativa lacunosa, non solo non puntualmente correlata alle specifiche previsioni delle fonti dell’Unione europea, ma anche sostanzialmente antitetica, laddove adotta il metodo delle abrogazioni aspecifiche, all’obiettivo della semplificazione del quadro normativo nazionale”.
Tra le lacune rilevate rispetto al procedimento previsto dalla disposizione di delega, il Consiglio di Stato segnala “la mancanza, nella documentazione in atti, dell’intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, che, secondo la formulazione del citato art. 26, comma 7, deve essere acquisita previamente anche rispetto al parere del Consiglio di Stato.
In proposito, la nota in data 9 settembre 2024 del Capo dell’ufficio legislativo del Ministro per la pubblica amministrazione rappresenta che “la seduta da parte della Conferenza unificata non risulta allo stato calendarizzata”, riservandosi la trasmissione del verbale “al fine di consentire l’espressione del parere”.
Anche la mancanza dell’intesa attiene ad un elemento di rilievo sul piano sostanziale alla luce dell’assetto costituzionale delle competenze dello Stato e delle regioni e dell’obiettivo di intervenire anche sulla disomogeneità territoriale nei tempi di conseguimento dei titoli necessari alla realizzazione degli impianti”, osserva Palazzo Spada.

Nella riunione del 7 agosto 2024, il Consiglio dei ministri aveva approvato in via preliminare lo schema di Testo Unico Rinnovabili, cioè lo schema di decreto legislativo recante “disciplina dei regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, in attuazione dell’art. 26, commi 4 e 5, lett. b) e d), legge n. 118/2022”.
Il provvedimento reca la firma del Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, del Ministro per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati e del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto.

Lo schema individua i regimi amministrativi per la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, dei sistemi di accumulo, delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla realizzazione degli impianti stessi.

Il provvedimento risponde agli obiettivi di semplificazione individuati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Sono tre i “binari” individuati dallo schema, a seconda della tipologia, della dimensione e della localizzazione degli impianti: l’attività libera, la procedura abilitativa semplificata o l’Autorizzazione unica.
Il nuovo provvedimento dispone che l’attività libera non richieda atti di assenso o dichiarazioni, tranne in caso di vincoli paesaggistici, nel quale l’autorità dovrà esprimersi entro trenta giorni (oggi il termine è di almeno 45 giorni).

La “PAS”, procedura abilitativa semplificata, riguarda invece progetti che non richiedono procedimento di “permitting” e non sono assoggettati a valutazioni ambientali: a seconda delle casistiche, con l’eventuale coinvolgimento di più amministrazioni, si va da un minimo di 30 giorni ad un massimo di 75 per terminare la procedura. Oggi quest’ultimo termine può essere sospeso senza fissare alcun limite massimo per tale sospensione potendo, dunque, la procedura, durare anche due anni.

L’istanza di Autorizzazione Unica va invece presentata alla Regione per impianti sotto i 300 megawatt e oltre quella soglia al MASE: rientrano in quest’ultima casistica gli impianti off-shore. Il procedimento, a seconda della complessità può durare 175 giorni, nel caso di progetti non sottoposti a valutazioni ambientali, fino a 420 giorni, nella più complessa delle ipotesi, dovendo prevedere in quest’ultima anche la Verifica di assoggettabilità a VIA e la Valutazione d’Impatto Ambientale. Finora la legge ha previsto un termine di 60 o 90 giorni per la durata del procedimento di autorizzazione, senza, tuttavia, chiarire il tempo occorrente per la verifica di completezza della documentazione e comunque al netto dei tempi per le valutazioni ambientali. (Fonte: Ali Autonomie)

Rinnovabili cds_n.-01131_2024-affare parere ag187

T.U. Rinnovabili – nota di lettura del Senato


DDL SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA

La Commissione Affari costituzionali del Senato ha iniziato il 18 settembre l’esame del ddl recante misure per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione e deleghe al Governo per la semplificazione, il riordino e il riassetto in determinate materie (AS. 1192 Governo) (collegato alla manovra di finanza pubblica).   Previsto un ciclo di audizioni.


DDL CONCORRENZA

Le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno iniziato il 26 settembre l’esame del ddl recante Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 (AC. 2022 Governo). I relatori Elisa Montemagni (Lega) e Fabio Pietrella (Fdi) nel corso della seduta hanno illustrato l’articolato del provvedimento. Sono previste audizioni.


QUESTION TIME E INTERROGAZIONI

Maltempo. Pichetto Fratin: Stop polemiche e interventi più rapidi

L’emergenza dissesto “dovrebbe restare fuori dalle polemiche politiche e vedere piena unità di intenti e coesione a tutti i livelli istituzionali”. Lo dice il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin rispondendo alla Camera sulla nuova alluvione in Emilia-Romagna, evento per cui “voglio testimoniare la mia vicinanza alle popolazioni colpite“, afferma il ministro forzista, chiamato in causa da un’interrogazione dei 5 stelle.

I ministeri interessati, ha detto Pichetto Fratin, “stanno lavorando per semplificare ogni procedura utile a mettere in sicurezza il nostro paese dagli eventi estremi causati anche dal cambiamento climatico. La rilevanza del tema e la necessità di garantire una corretta programmazione degli interventi ha portato il ministero a richiedere per la prossima legge di bilancio una dotazione di 2,5 miliardi di euro per l’attuazione dei programmi triennali delle autorità di bacino, in aggiunta alle risorse della nuova programmazione degli Fsc e alle dotazioni già iscritte in bilancio”.

In ogni caso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica “concorda con l’esigenza di un approccio nuovo che consenta interventi più solleciti per l’emergenza dissesto”, sottolinea Pichetto Fratin fornendo alcune delucidazioni sul piano degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. “Per quanto concerne il piano 2024- afferma- si segnala che il Mase ha reso disponibili risorse che ammontano a circa un miliardo e 84 milioni di euro. Questa somma è ripartita tra Regioni e Province autonome secondo quanto stabilito dalle norme è “non c’è nessun piano alternativo fermo al Mase né può definirsi tale una serie di proposte normative che, impatterebbero sulle competenze del ministero, depotenzierebbero la fase programmatoria, ma soprattutto complicherebbero l’attuazione dei piani da parte delle autorità di bacino”. 

In fase di replica, il deputato M5s Agostino Santillo rivolge un invito al ministro, a proposito delle discusse (e per ora ipotetiche) polizze anti-alluvione: “faccia capire al ministro Musumeci che non è soltanto una questione di ristoro del danno, ma anche di vite umane, di infrastrutture e anche di beni storico-monumentali”. Inoltre, sottolinea in 5 stelle, “è vero come dice Salvini che il disssto si combatte con le infrastrutture, ma con quelle che servono, non con una infrasttuttura non pioritaria come il ponte sullo Stretto”. (Agenzia Dire).


AUDIZIONI

Alleanza per il fotovoltaico: riordino rinnovabili complica le procedure

“Apprezziamo lo sforzo di codificazione normativa portato avanti dal testo unico autorizzazioni, ciononostante è importante sottolineare come il settore si aspettasse un ulteriore intervento anche sulla semplificazione degli iter autorizzativi”. Lo ha detto il portavoce dell’Alleanza per il Fotovoltaico in Italia, Filippo Fontana, intervenendo in audizione dinanzi alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, in merito allo schema di decreto legislativo recante disciplina in materia di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili (Testo Unico Autorizzazioni).

È necessario chiarire la portata retroattiva delle nuove norme e stabilire espressamente che le modifiche introdotte nel Testo Unico Autorizzazioni si applicheranno solo ai progetti presentati successivamente all’entrata in vigore della legge. Manca una precisazione del regime autorizzativo applicabile alle modifiche eseguite sui progetti già in possesso dei titoli abilitativi ma non ancora realizzati- ha proseguito Fontana- e riteniamo opportuno chiarire questo aspetto con una clausola di portata generale. La delega legislativa era orientata a semplificare i regimi autorizzativi vigenti”.

Inoltre, non condividiamo l’aggravamento delle procedure relative agli interventi sugli impianti esistenti, nel punto in cui stabilisce che la potenza complessiva risultante dai lavori non può mai superare le soglie di potenza previste per ciascuna tipologia di impianto oggetto di intervento. Bisogna considerare che dal momento in cui si presenta un progetto fino al giorno in cui questo viene finalmente autorizzato possono passare anche molti anni; nel frattempo, la tecnologia va avanti e si presentano nuove soluzioni tecnologiche che, spesso con minor impatto ambientale e paesaggistico, risultano più performanti. Il Testo Unico Autorizzazioni, così come concepito, commette quindi un errore strategico laddove costringe gli operatori ad installare impianti già obsoleti, visto che se volessero adeguare i progetti gli viene imposto l’onere insostenibile di dover presentare una nuova domanda di autorizzazione“.

Infine, con riferimento agli interventi e alle procedure autorizzative che riguardano elettrolizzatori e impianti di accumulo, “auspichiamo che vengano meglio definite le soglie fissate, specificando che le stesse soglie siano riferite sia ad impianti stand alone che ad impianti combinati oppure ad entrambe le tipologie. E’ importante, inoltre, che il Ministero dell’Ambiente affronti il tema dell’eccessivo carico di lavoro pendente sugli uffici che dovranno autorizzare gli impianti di accumulo, prevedendo anche per tali ipotesi dei criteri di priorità al pari di quanto  già fatto per gli impianti FER” conclude Fontana. ( Agenzia Dire)


DAL GOVERNO

In arrivo il DL Ambiente

Si compone di 13 articoli la bozza del dl Ambiente e che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri entro fine settembre.

Il provvedimento, nel dettaglio, introduce novità in materia di: valutazioni e autorizzazioni ambientali; salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza degli approvvigionamenti; crisi idrica; responsabilità estesa del produttore per il commercio elettronico.

Il dl introduce anche nuove disposizioni in materia di: economia circolare; recupero materie prime critiche da Raee; ritiro apparecchiature elettriche secondo i sistemi ‘Uno contro Uno’ e’ Uno contro zero’; bonifica; monitoraggio degli interventi in difesa del suolo e programmazione degli interventi relativi al dissesto idrogeologico. Arriva, poi, una struttura di supporto al Commissario straordinario per il sito di interesse nazionale di Crotone – Cassano e Cerchiara.

Infine, interventi diretti alla amministrazioni operanti nei settori dell’ambiente e della sicurezza energetica e per la funzionalità del Mase.

In particolare, si prevede di Istituire, a decorrere dal 1° gennaio 2026, un Nucleo end of Waste (New), posto alle dipendenze funzionali del Mase, che assicuri un supporto qualificato allo svolgimento delle attività istruttorie riguardanti l’adozione dei decreti relativi ai criteri per le operazioni di recupero dei rifiuti.

Il Nucleo, che integra competenze tecniche e giuridiche, sarà composto da cinque membri scelti tra professori o ricercatori universitari, tra il personale delle pubbliche amministrazioni e in regime di diritto pubblico, compreso quello appartenente a enti di ricerca, al Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente, all’Istituto superiore di sanità, all’Enea, a esclusione del personale docente, educativo e amministrativo tecnico e ausiliario delle istituzioni scolastiche, ovvero tra soggetti, anche estranei alla pubblica amministrazione, in possesso di diploma di laurea o laurea magistrale, con almeno cinque anni di esperienza professionale in materia ambientale, con particolare riferimento al settore dell’economia circolare. I membri saranno nominati con decreto del Mase, senza procedura congressuale, per quattro anni e rinnovabili una sola volta. (Public Policy)

 

Rassegna politico parlamentare a cura di MF