La frequenza e l’intensità delle catastrofi naturali in Europa è in aumento. In parte a causa del cambiamento climatico e dell’urbanizzazione, negli ultimi anni gli europei hanno dovuto affrontare un maggior numero di fenomeni meteorologici estremi, tra cui ondate di calore, siccità, incendi, inondazioni e tempeste.
Disastri naturali in Europa
Come sottolinea l’Agenzia europea dell’ambiente, le temperature globali sono in aumento e il 2023 è stato l’anno più caldo degli ultimi 100.000 anni. Inoltre, l’Europa è il continente che si riscalda più velocemente e si prevede che le temperature continueranno a salire ulteriormente. Questo spesso comporta condizioni meteorologiche estreme, come siccità e incendi boschivi.
Ad esempio, la siccità record del 2022 è stata aggravata dagli incendi che hanno consumato 900.000 ettari nell’Europa meridionale, un’area grande quanto la Corsica. Nel 2023, gli incendi hanno bruciato 500.000 ettari di terreno, principalmente in Grecia, Italia, Spagna e Portogallo.
Tuttavia, l’impatto del cambiamento climatico non si limita al caldo estremo ma ha anche portato a gravi inondazioni in tutta Europa. Negli ultimi 30 anni, le inondazioni hanno colpito 5,5 milioni di persone nell’UE, causando 3.000 morti e oltre 170 miliardi di euro di danni economici.
Nel 2021, le inondazioni in Germania e Belgio hanno causato danni per 44 miliardi di euro e più di 200 morti. Nel 2023, i danni in Slovenia sono stati stimati al 16% del PIL nazionale, e le perdite finanziarie causate dalla tempesta Daniel in Grecia sono state stimate in miliardi di euro. Inondazioni devastanti hanno colpito Austria, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia nel settembre 2024.
Questi disastri naturali non causano solo danni materiali e perdite di vite umane, ma incidono anche sugli ecosistemi, l’agricoltura, le risorse idriche, la salute, la sicurezza energetica, la sicurezza alimentare, le infrastrutture, il turismo e possono rappresentare minacce per l’economia e i mercati finanziari.
Cosa può fare l’UE per affrontare i disastri naturali?
Meccanismo di protezione civile
Quando si verifica un’emergenza, l’UE può attivare in primo luogo il suo Meccanismo di protezione civile. È un meccanismo per organizzare e coordinare una risposta d’emergenza tra gli stati partecipanti, che includono tutti i paesi dell’UE oltre a 10 paesi extra-europei (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia, Turchia e Ucraina).Il Meccanismo di protezione civile offre supporto logistico e operativo sul campo per migliorare la prevenzione, la preparazione e la risposta ai disastri.
Riserva di solidarietà e aiuti di emergenza (SEAR)
Dal 2021, la Riserva di solidarietà e aiuti di emergenza (SEAR) fonde due meccanismi per semplificare il processo di aiuto, consentendo sia sforzi di emergenza più rapidi e flessibili sia sforzi di recupero a lungo termine: l’ex Riserva di aiuti di emergenza europea e il Fondo di solidarietà dell’UE.
Durante la revisione del bilancio a lungo termine dell’UE per il 2021-2027, approvata nel 2024, il budget massimo per la SEAR è stato aumentato da 1,2 miliardi di euro a 1,5 miliardi.
La SEAR fornisce una risposta finanziaria rapida a tutti i tipi di emergenze, come disastri naturali o crisi umanitarie nei paesi dell’UE o nei suoi vicini. Ad esempio, ha fornito supporto alla Turchia dopo due terremoti nel 2020 e nel 2023. Può servire ad erogare rapidamente fondi per assistere con aiuti umanitari immediati come la fornitura di cibo, assistenza medica e trasporti, nonché supportare la ricostruzione.
All’interno della SEAR, il Fondo di solidarietà dell’UE (FSUE) offre un supporto finanziario più a lungo termine ai paesi dell’UE o ai paesi candidati principalmente in caso di gravi disastri naturali, come inondazioni, incendi boschivi, terremoti, tempeste o siccità. Dal 2020 anche per grandi emergenze sanitarie pubbliche, come il Covid-19.
Da quando è stato istituito nel 2002, sono stati erogati oltre 8,2 miliardi di euro per vari sforzi di recupero. Le inondazioni sono state l’evento finanziato più frequentemente, mentre le somme più grandi sono state allocate per interventi di recupero a seguito di terremoti.
Politica di coesione dell’UE
Un altro strumento per il recupero e la ricostruzione a lungo termine sono i fondi della politica di coesione dell’UE per ricostruire le infrastrutture, riparare i servizi pubblici danneggiati e migliorare la preparazione ai disastri per le emergenze future.
All’interno della politica di coesione, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) può fornire supporto per le infrastrutture, e il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) sostiene gli sforzi di recupero sociale, come la formazione o il supporto psicologico.
Aumentare la prevenzione
Sebbene i disastri naturali possano verificarsi ovunque e in qualsiasi momento, il livello di preparazione dei vari paesi e delle diverse società può giocare un ruolo chiave nel mitigare il loro impatto.
L’UE ha messo in campo molte politiche e iniziative volte a costruire la resilienza. Attraverso il Green Deal europeo, l’UE mira a diventare climaticamente neutra entro il 2050 e ad affrontare il riscaldamento globale che causa molti dei disastri naturali. Con strumenti come la Strategia di adattamento dell’UE, si punta a incrementare la capacità di resilienza ai cambiamenti climatici.
Gli eurodeputati chiedono maggiori finanziamenti e una risposta più rapida ai disastri naturali
Nell’ottobre 2024, il Parlamento ha approvato la proposta della Commissione che chiedeva di mobilitare il Fondo di solidarietà dell’Unione europea per aiutare Italia, Slovenia, Austria, Grecia e Francia a riparare i danni causati dalle inondazioni estreme e dai cicloni nel 2023.
Gli eurodeputati hanno chiesto maggiori finanziamenti per rafforzare la preparazione dell’UE a rispondere ai disastri naturali e hanno sottolineato la necessità di investimenti urgenti nella gestione delle inondazioni e nelle misure di prevenzione del rischio di inondazioni.
Il Parlamento ha chiesto una più rapida allocazione dei fondi dal Fondo di solidarietà dell’UE. Inoltre, gli eurodeputati hanno suggerito che la futura politica di coesione dell’UE dovrebbe concentrarsi ancora di più sulla mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici e che la Commissione dovrebbe presentare un Piano europeo di adattamento climatico.
Fonte: Parlamento UE