Sette decreti da convertire in legge entro Natale, legge di bilancio e ddl concorrenza da approvare entro il 31 dicembre. Mancano due mesi alla fine del 2024 ma, prima della chiusura natalizia, maggioranza e Governo dovranno passare attraverso un ingorgo parlamentare che richiederà compattezza e assidua presenza nelle Commissioni e in Aula. Non è la prima volta che accade in questa legislatura: prima della pausa estiva dei lavori parlamentari, infatti, i decreti da convertire avevano raggiunto quota otto, impegnando senatori e deputati fino alla prima settimana di agosto. E anche per la pausa natalizia 2024 le previsioni non sono buone: come già avvenuto per le prime due manovre economiche del governo Meloni, c’è chi è pronto a scommettere che, anche quest’anno, il Parlamento sarà costretto a riaprire tra Natale e Capodanno.
Il calendario è fittissimo. In ordine di approvazione il primo decreto che va convertito in legge è il salva-infrazioni (scade il 15 novembre). Il provvedimento è in prima lettura all’esame delle commissioni Giustizia e Finanze di Montecitorio che hanno concluso l’esame degli emendamenti accantonando però quelli all’articolo 1 che contiene le norme sui balneari; le votazioni dovrebbero riprendere oggi ma non è escluso che l’approdo in aula previsto per lunedì 28 ottobre possa slittare di uno o più giorni. C’è più tempo per la conversione in legge del decreto voluto dal ministro Orazio Schillaci per la sicurezza del personale sanitario; in prima lettura in Commissione Giustizia al Senato, il provvedimento va convertito entro il 30 novembre: devono ancora iniziare le votazioni sui 60 emendamenti presentati; il testo è atteso in aula nella settimana del 5 novembre. In alto mare nella Affari Costituzionali alla Camera il decreto flussi: la Commissione sta svolgendo le audizioni e l’ipotesi è di fissare per martedì 29 ottobre il termine per la presentazione degli emendamenti. Il decreto va convertito entro il 10 dicembre ma fonti di Governo non escludono un’accelerazione per poter lasciare spazio e speranza a un’eventuale approvazione in prima lettura del ddl di riforma costituzionale caro a FI che prevede la separazione delle carriere nella magistratura.
Annunciati ieri al Senato il decreto ambiente che scade il 17 dicembre e il decreto in materia economica e fiscale e in favore degli Enti territoriali che scade il 18 dicembre e sarà assegnato alla Commissione Bilancio. All’elenco corposo di decreti già all’esame delle Camere vanno aggiunti i due approvati lunedì dal Cdm di cui ancora non si conoscono i testi nel dettaglio: uno introduce disposizioni urgenti in materia di lavoro, università e ricerca per la migliore attuazione del PNRR, l’altro riguarda i rimpatri dei migranti non aventi diritto all’asilo e allarga la lista dei Paesi di origine cosiddetti sicuri dopo la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento dei dodici migranti soccorsi in acque italiane e portati nel Centro di detenzione in Albania.
In questo calendario fittissimo dovrà trovare necessariamente spazio la legge di bilancio 2025: approvata il 15 ottobre in Cdm e presentata dal ministro Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa il giorno successivo, è ancora attesa dell’invio alla Camera che la esaminerà in prima lettura. Entro il 31 dicembre va approvato anche il ddl concorrenza, collegato alla manovra dello scorso anno, e l’intenzione del Governo è di approvare definitivamente anche un altro collegato alla manovra 2024 ovvero il ddl lavoro che ha avuto il via libera dalla Camera e ora attende l’ok del Senato. (Nomos)
LEGGE CONCORRENZA
Le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno proseguito il 23 ottobre l’esame del ddl recante Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 (AC.2022 Governo). Il confronto si è concentrato sugli emendamenti riammessi.
Nel corso dell’esame e del programma di audizioni, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e Banca d’Italia hanno evidenziato criticità e dubbi che necessitano di ulteriori chiarimenti e modifiche.
Il Disegno di Legge Concorrenza 2023 è attualmente al centro del dibattito parlamentare, con diverse posizioni espresse da Autorità e istituzioni. In particolare, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) e la Banca d’Italia hanno presentato memorie ufficiali contenenti osservazioni critiche riguardo ad alcuni aspetti del provvedimento, specialmente in relazione al settore delle concessioni autostradali.
LA POSIZIONE DELL’ANTITRUST
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, attraverso il suo presidente Roberto Rustichelli, ha espresso preoccupazioni in merito alla gestione degli affidamenti diretti o ‘in house’ per le concessioni autostradali. Nella memoria inviata alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, Rustichelli ha evidenziato che il Ddl Concorrenza 2023 tiene conto solo parzialmente delle analisi effettuate dall’Antitrust.
Pur apprezzando l’introduzione della gara pubblica come regola generale per l’aggiudicazione delle concessioni autostradali, l’Antitrust ha sottolineato che non è chiaro il ruolo che gli affidamenti diretti avranno nel nuovo assetto. Rustichelli ha anche evidenziato l’indeterminatezza della norma, che non definisce con chiarezza i limiti degli affidamenti in house, lasciando aperta la possibilità che attività oggi gestite da privati possano essere assegnate direttamente a società pubbliche. In particolare, è stata citata la creazione della società Autostrade per lo Stato, completamente pubblica e dedicata alla gestione delle autostrade statali a pedaggio.
LA POSIZIONE DI BANCA D’ITALIA
Banca d’Italia, nella sua memoria, ha presentato una posizione più favorevole, riconoscendo che il Ddl Concorrenza 2023 è in linea con le richieste del Pnrr. Tuttavia, ha evidenziato che il provvedimento presenta effetti limitati in alcuni settori e non affronta pienamente le raccomandazioni della Commissione Europea. In particolare, si richiede un ulteriore sforzo nell’apertura dei mercati, andando oltre quanto previsto dal Piano stesso.
Bankitalia ha menzionato alcuni settori in cui le barriere alla concorrenza rimangono significative, come i servizi postali, le farmacie, le camere di commercio e il trasporto pubblico non di linea. Anche nel settore delle concessioni autostradali, sebbene si punti a promuovere la concorrenza attraverso gare pubbliche e a limitare il rinnovo automatico delle concessioni, gli effetti potrebbero essere limitati dal ricorso agli affidamenti diretti a società statali o in house.
Bankitalia ha inoltre sottolineato che, nonostante il Ddl miri a promuovere la concorrenza nelle concessioni autostradali, il ricorso agli affidamenti diretti e la lunga durata delle concessioni attuali potrebbero rallentare i reali effetti di apertura del mercato. Anche le norme relative alle start-up, che intendono selezionare imprese ad alto potenziale per accedere a misure di sostegno pubblico, sono considerate troppo restrittive, rischiando di non raggiungere l’obiettivo prefissato. (Policy Maker).
QUESTION TIME
CIRIANI: NEL 2024 DA MASE 1 MLD A REGIONI E PROVINCE PER PREVENZIONE
“Il tema della prevenzione del dissesto idrogeologico è già nelle massime attenzioni del Governo. Il nostro Paese è infatti tra quelli maggiormente esposti agli effetti di cambiamenti climatici e alla crisi idrica con periodi di siccità ed eventi meteorologici estremi sempre più frequenti negli ultimi anni. La questione della gestione della risorsa idrica deve perciò essere affrontata attraverso un approccio integrato che consideri il ciclo dell’acqua nella sua interezza e che sia rivolto al futuro in un’ottica di economia circolare nel rispetto del principio della sostenibilità ambientale, economica e sociale”. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, rispondendo durante il question time alla Camera a un’interrogazione del deputato del Pd, Andrea De Maria, rivolta al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. In questo contesto, ha spiegato Ciriani, “al fine di fornire un quadro nazionale per l’individuazione e l’attuazione di misure finalizzate a ridurre al minimo gli impatti dei cambiamenti climatici e migliorare la capacità di adattamento ai sistemi naturali e sociali, nonché trarre eventuali vantaggi delle nuove opportunità che il mutato contesto climatico fornirà, è stato definito il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, approvato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica nel dicembre 2023”.
Tale Piano, ha sottolineato il ministro, “oltre ad offrire una panoramica sullo stato delle risorse idriche valutando gli impatti e vulnerabilità fornisce anche un elenco di azioni da intraprendere a livello di governance e di sviluppo dei servizi ecosistemici, in merito ad esempio alla riqualificazione fluviale, e di potenziamento infrastrutturale, come per le opere di difesa o i sistemi di accumulo. Considerati i rilevanti obiettivi del Piano, le azioni da esso definite non possono prescindere da un’accurata conoscenza della disponibilità spazio-temporale della risorsa idrica”. Come ha aggiunto Ciriani, “il Piano costituisce pertanto il quadro strategico già presente e realistico all’interno del quale sono previste e verranno sviluppate anche le azioni di prevenzione del dissesto idrogeologico. In merito ai finanziamenti, si rappresenta inoltre che il Mase nell’anno 2024 ha avviato l’attività di programmazione e finanziamento degli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico mettendo a disposizione di Regioni e Province autonome risorse complessive pari a oltre un miliardo di euro, interamente a valere sul bilancio del Ministero stesso”, ha concluso il ministro per i Rapporti con il Parlamento. (Agenzia Dire)
DE MARIA (PD) A GOVERNO: BASTA PROPAGANDA ANTI EMILIA-R
Per il Governo il “piano Marshall” c’è già: è il il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, approvato dal ministero dell’Ambiente nel dicembre 2023. Lo ha ricordato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca CIRIANI, rispondendo oggi al question time della Camera ad una interrogazione del Pd. La prevenzione del dissesto idrogeologico “è già nelle massime attenzioni del Governo”, assicura CIRIANI. “Il nostro paese è, infatti, tra quelli maggiormente esposti agli effetti dei cambiamenti climatici e dalla crisi idrica, con periodi di siccità ed eventi meteorologici estremi sempre più frequenti negli ultimi anni”. Il Piano costituisce secondo il ministro il “quadro strategico già presente e realistico, all’interno del quale sono previste e verranno sviluppate anche le azioni di prevenzione del dissesto idrogeologico”. Per quanto riguarda i finanziamenti, CIRIANI ricorda che il Mase nell’anno 2024 “ha avviato l’attività di programmazione e finanziamento degli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico, mettendo a disposizione di regioni e province autonome risorse complessive pari a oltre un miliardo di euro interamente a valere sul bilancio del ministero stesso”. Al Governo, replica allora de Maria, “chiediamo di essere all’altezza della sfida e che cessi con la propaganda contro la Regione Emilia-Romagna e i suoi amministratori che sono in prima fila per affrontare una situazione difficilissima. Le istituzioni devono lavorare insieme e sostenere l’impegno di chi, dalle forze dell’ordine ai volontari, sono impegnati sul campo”. (Agenzia Dire)
DE MARIA (PD): BASTA PROPAGANDA SERVE PIANO MARSHALL PER DIFESA SUOLO
“Al governo chiediamo di essere all’altezza della sfida e che cessi con la propaganda contro la Regione Emilia-Romagna e i suoi amministratori che sono in prima fila per affrontare una situazione difficilissima. Le Istituzioni devono lavorare insieme e sostenere l’impegno di chi, dalle forze dell’ordine ai volontari, sono impegnati sul campo”. Così il deputato bolognese Andrea De Maria in replica al ministro Ciriani nel question time sulle criticità delle alluvioni in Emilia-Romagna. “Siamo di fronte a eventi di portata straordinaria – continua il parlamentare – e serve un intervento straordinario di manutenzione del territorio, come dice la presidente Priolo, un Piano Marshall di difesa del suolo, di investimenti e di modalità normative ed operative adeguate alle criticità”. “Non serve certo una nuova inutile commissione parlamentare, ma serietà, concretezza e consapevolezza del cambiamento climatico che abbiamo di fronte e di una sfida che va affrontata con determinazione e senza ambiguità”, conclude De Maria. (Agenzia Dire)
MALAVASI (PD): BASTA NEGARE CAMBIAMENTO CLIMA, SERVE PIANO STRAORDINARIO
“Le conseguenze del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti e siamo di fronte ad un escalation impressionante di eventi estremi che provocano danni rilevanti. Parliamo di piogge che in poco più di 24 mesi hanno colpito Marche, Ischia, Emilia-Romagna e Toscana con frane, smottamenti, alluvioni, fenomeni che rappresentano uno spartiacque tra passato e futuro nel settore della difesa idraulica e idrogeologica del territorio”. Così la deputata dem Ilenia Malavasi durante il Question time al ministro Ciriani sulle criticità legate al maltempo in Italia. “Di fronte ad un governo che nega il cambiamento climatico- continua la deputata emiliana- e che azzera le risorse del PNRR destinate a tale scopo, è evidente che non servono manutenzioni ordinarie ma serva un piano nazionale straordinario che intervenga sul sistema idraulico dei territori legato al processo di tropicalizzazione che ha raggiunto l’Italia”. (Agenzia Dire)
Rassegna parlamentare a cura di MF