TESTO UNICO RINNOVABILI
La Commissione Ambiente ed Energia del Senato ha proseguito l’11 novembre l’esame, in sede consultiva, dello schema di decreto legislativo recante disciplina in materia di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili (Atto n. 187). Il relatore ha presentato uno schema di parere. Tra i temi attenzionati, la questione dell’inquadramento di alcuni interventi tra edilizia libera e Pas (Procedura libera semplificata) e quello degli espropri. Il gruppo del Pd ha presentato uno schema di parere alternativo. La Conferenza unificata ha però rinviato l’esame dell’atto del Governo, pertanto, non essendo sciolta la riserva, il seguito dell’esame dovrà essere rinviato ad altra seduta per poter procedere con le votazioni.
DDL CONCORRENZA
Le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno proseguito il 13 novembre l’esame del ddl recante legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 (AC. 2022 Governo). Iniziate le votazioni sugli emendamenti.
DLGS. CORRETTIVO CODICE CONTRATTI PUBBLICI
È stata annunciata l’11 novembre la trasmissione in Parlamento dello schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36 (Atto n. 226).
MANOVRA DI BILANCIO
Scaduto lunedì scorso il termine per la presentazione degli emendamenti alla legge di bilancio lo scorso lunedì 11 novembre, in Commissione Bilancio della Camera ecco il calendario delle prossime scadenze.
Venerdì 15 novembre ore 11:
– comunicazione in ordine all’ammissibilità delle proposte emendative;
– riunione dell’Ufficio di presidenza per la definizione del numero dei segnalati e per la programmazione del prosieguo dei lavori in Commissione;
Venerdì 15 novembre ore 14: termine per i ricorsi avverso le dichiarazioni di inammissibilità;
Sabato 16 novembre ore 10: comunicazione in ordine all’esito dei ricorsi;
Martedì 20 novembre, ore 9: termine per le segnalazioni.
Nella Legge di Bilancio arriva anche l’aumento dell’Iva sui rifiuti in discarica 2/11
LE ALTRE NOTIZIE
La Consulta rende illegittime alcune disposizioni dell’Autonomia differenziata
Stop della Consulta a sette profili della legge sull’Autonomia, dai Livelli essenziali di prestazione (Lep) alle aliquote sui tributi. Al secondo giorno di Camera di consiglio arriva la decisione della Corte che accoglie parzialmente i ricorsi delle quattro Regioni guidate dal centrosinistra (Campania, Puglia, Sardegna e Toscana) che hanno impugnato la legge Calderoli. I giudici hanno ritenuto “non fondata” la questione di costituzionalità dell’intera legge considerando invece “illegittime” alcune specifiche disposizioni. Da qui l’invito al Parlamento a “colmare i vuoti”. Tra i sette profili della legge ritenuti incostituzionali c’è la previsione che sia un Dpcm a determinare l’aggiornamento dei Lep; bocciato anche il conferimento di una delega legislativa per la determinazione dei Lep sui diritti civili e sociali senza idonei criteri direttivi con la “conseguenza che la decisione sostanziale viene rimessa nelle mani del Governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento”.
Stop, inoltre, alla possibilità di modificare, con decreto interministeriale, le aliquote della compartecipazione al gettito dei tributi erariali, prevista per finanziare le funzioni trasferite in caso di scostamento tra il fabbisogno di spesa e l’andamento dello stesso gettito perché “potrebbero essere premiate proprio le Regioni inefficienti che non sono in grado di assicurare con quelle risorse il compiuto adempimento delle stesse funzioni”. Ma al di là delle bocciature, comunque importanti, la Corte rimette al centro il principio di sussidiarietà. E sottolinea che la distribuzione delle funzioni legislativa e amministrative tra Stato e Regioni “non” deve “corrispondere all’esigenza di un riparto di poteri tra i diversi segmenti del sistema politico” ma deve avvenire “in funzione del bene comune della società e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione”. È, dunque, “il principio costituzionale di sussidiarietà che regola la distribuzione delle funzioni tra Stato e regioni”, e per questo l’Autonomia “deve essere funzionale a migliorare l’efficienza degli apparati pubblici, ad assicurare una maggiore responsabilità politica e a meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini”.
“Sono esattamente gli obiettivi che vogliamo realizzare e che realizzeremo”, osserva il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli sottolineando che la Consulta “ha chiarito in maniera inequivocabile che la legge sull’autonomia differenziata nel suo insieme è conforme alla Costituzione. Su singoli profili della legge attenderemo le motivazioni della sentenza, per valutare gli eventuali correttivi da apportare”. La sentenza verrà depositata nelle prossime settimane e peserà inevitabilmente anche sui quesiti referendari, non tanto su quello abrogativo della legge ma sugli altri che la Cassazione stessa potrebbe riformulare oppure dichiarare superati.
La sentenza ha scatenato le reazioni della politica. Le opposizioni in blocco esultano sostenendo che la riforma è stata “demolita” e che la “secessione non ci sarà”. “Bastava leggere meglio la Costituzione per evitare questo ennesimo flop con una legge che ha dei profili d’incostituzionalità” commenta la segretaria del Pd Elly Schlein. Per il leader M5S Giuseppe Conte “la Corte Costituzionale frena il progetto di autonomia con cui Meloni, Salvini e Tajani volevano fare a pezzi il tricolore e la nostra unità”. Da Forza Italia, invece, sostengono che “il rilievo della Consulta va nella direzione già indicata” dal partito che ha “sempre sottolineato l’importanza di mettere in sicurezza e definire i Lep. Il percorso della riforma non si arresta”. (Nomos).