Dal Senato, via libera al decreto Ambiente

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DL AMBIENTE

La Commissione Ambiente della Camera ha concluso il 5 dicembre l’esame del disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, recante disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico (AC.2164, approvato dal Senato) (scade il 16 dicembre). La Commissione ha conferito il mandato al relatore Gianni Lampis (FdI) a riferire favorevolmente all’Assemblea. L’Aula ha iniziato l’esame del provvedimento alle 10 di oggi, è in corso la discussione generale.  Attesa la fiducia che verrà votata martedì 10 dicembre.

Intanto il testo è stato approvato in prima lettura al Senato.

Principali novità introdotte dal Decreto Ambiente:

  • Accelerazione delle procedure ambientali: Il decreto prevede una corsia preferenziale per i progetti considerati strategici per il Paese, semplificando le procedure di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione ambientale strategica (VAS).
  • Allungamento dei tempi per la restituzione del prestito per il gas: Viene prolungato il periodo entro cui il Gestore dei Servizi Elettrici deve restituire allo Stato il prestito utilizzato per riempire gli stoccaggi di gas.
  • Maggiore controllo sullo Stato: Il Governo avrà maggiore potere di nomina nelle società strategiche, come Acquedotto Pugliese.
  • Rafforzamento delle autorità di bacino: Viene aumentato il finanziamento destinato alle autorità di bacino per la tutela del territorio, la gestione delle acque e la mitigazione del dissesto idrogeologico.
  • Stop ai nuovi permessi per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi: Viene confermata la moratoria sui nuovi permessi, con alcune eccezioni legate a progetti già autorizzati o al meccanismo del “gas release”.

Reazioni politiche:

  • Maggioranza: Soddisfazione per l’approvazione del decreto, considerato fondamentale per la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile del Paese.
  • Opposizione: Critiche severe, definendo il decreto “pura propaganda” e “greenwashing”, accusando il Governo di accelerare le procedure a discapito dell’ambiente e della democrazia.

Punti di contesa:

  • Partecipazione del privato nelle gestione delle risorse idriche: Proposta di emendamento, poi ritirata, che prevedeva l’ingresso di capitali privati nelle società in house che gestiscono le risorse idriche.
  • Trasparenza e partecipazione: L’opposizione ha sollevato preoccupazioni sulla limitata possibilità di partecipazione e dibattito pubblico durante l’iter parlamentare.

In particolare dunque, il dibattito sul DL Ambiente di questi giorni ha acceso i riflettori sulla questione della gestione dell’acqua pubblica, con posizioni contrastanti tra maggioranza e opposizione.

Posizione della maggioranza (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega):

  • Apertura alla privatizzazione: Forza Italia ha presentato un emendamento che prevedeva l’ingresso di capitali privati nella gestione del servizio idrico, suscitando forti reazioni.
  • Approfondimenti e ritiro temporaneo: Di fronte alle critiche, la maggioranza ha deciso di ritirare temporaneamente l’emendamento per approfondire la questione e valutare la possibilità di reintrodurlo nella Legge di Bilancio.
  • Argomentazioni: I sostenitori di questa posizione sostengono la necessità di maggiore efficienza e investimenti nel settore idrico, che potrebbero essere favoriti dalla partecipazione di capitali privati.

Posizione dell’opposizione (PD, M5S, Alleanza Verdi e Sinistra):

  • Difesa dell’acqua pubblica: L’opposizione si è schierata in modo compatto contro qualsiasi tentativo di privatizzazione dell’acqua, ribadendo il principio che l’acqua è un bene comune e un diritto inalienabile.
  • Rischio di speculazione: Temono che l’ingresso dei privati possa portare alla speculazione sull’acqua e alla riduzione dei servizi per i cittadini.
  • Richiamo al referendum: Hanno sottolineato l’importanza del referendum popolare che ha sancito la volontà dei cittadini di mantenere l’acqua pubblica.

Punti chiave emersi dal dibattito:

  • Tensione tra pubblico e privato: Al centro del dibattito c’è la contrapposizione tra la gestione pubblica e quella privata del servizio idrico.
  • Necessità di investimenti: Entrambe le parti riconoscono la necessità di investimenti nel settore idrico, ma divergono sulle modalità per raggiungerli.
  • Impatto sulla vita dei cittadini: Le decisioni prese in questo ambito avranno un impatto diretto sulla vita dei cittadini, in termini di accesso all’acqua, qualità del servizio e tariffe.
  • Ruolo della politica: Il dibattito ha evidenziato il ruolo centrale della politica nel definire le politiche in materia di acqua, con implicazioni di lungo termine per il Paese.

La questione dell’acqua pubblica rimane aperta e sarà oggetto di ulteriori discussioni nel prossimo futuro. La decisione di ritirare temporaneamente l’emendamento sulla privatizzazione rappresenta una vittoria per le forze politiche che si oppongono a questa soluzione, ma non chiude definitivamente il dibattito.


DDL CONCORRENZA

Le Commissioni riunite Ambiente ed Energia e Industria e Agricoltura del Senato hanno iniziato il 5 dicembre l’esame del ddl recante legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 (AS.1318 Governo, approvato dalla Camera). Il termine per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno è stato fissato alle 14.00 di lunedì 9 dicembre.

Il testo è stato approvato in prima lettura alla Camera il 3 dicembre.  Varato a fine luglio dal Cdm, interviene sulla regolamentazione di vari ambiti economici. A partire dalle concessioni autostradali (a cui viene dedicato un ampio pacchetto di norme per l’attuazione di una riforma legata al Pnrr), passando per l’apparato sanzionatorio di Taxi e Ncc abusivi, fino ad arrivare alle novità in materia di start-up.

Il DDL Concorrenza in esame dall’articolo mira a introdurre diverse novità legislative per favorire la competitività nei mercati italiani. Ecco alcuni punti chiave:

  • Concessioni pubbliche: il disegno di legge punta a snellire le procedure di affidamento e garantire maggiore trasparenza. Prevede inoltre limiti più stringenti al rinnovo automatico delle concessioni già esistenti.
  • Mercati regolamentati: l’obiettivo è quello di introdurre meccanismi che favoriscano l’ingresso di nuovi operatori in settori chiave come l’energia e le telecomunicazioni.
  • Servizi professionali: il DDL Concorrenza mira a ridurre le restrizioni all’esercizio di alcune professioni regolamentate, come quelle degli architetti e degli ingegneri.
  • Pubblicità e commercio: sono previste misure per contrastare le barriere all’ingresso di nuove imprese nel settore della distribuzione commerciale.
  • Aiuti di Stato: il disegno di legge introduce limiti più rigidi agli aiuti di Stato concessi alle imprese, a meno che non siano finalizzati a specifici obiettivi di interesse pubblico.
  • Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM): viene rafforzato il potere dell’AGCM di sanzionare le pratiche anticoncorrenziali.

Nel passaggio a Montecitorio il testo si è arricchito di un intervento normativo, voluto dal leghista Gusmeroli, per consentire ai clienti elettrici vulnerabili di passare al più conveniente Servizio a tutele graduali entro il 30 giugno 2025. Arera avrà il compito di stabilire le modalità attuative, incluse quelle riguardanti l’attestazione circa la sussistenza dei requisiti di debolezza, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge. Aggiunto inoltre un articolo, il 19, volto ad assicurare la trasparenza delle informazioni fornite ai clienti finali delle società di vendita di energia al dettaglio, che prevede che questi ultimi mettano a disposizione dei clienti, oltre alle informazioni sulla fatturazione e le bollette, anche quelle sull’identità dell’intermediario con cui è stata sottoscritta l’offerta. Tra le novità introdotte in prima lettura anche modifiche alle norme in materia di sistemi autonomi di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio nonché di tariffa per la gestione dei rifiuti urbani. La scorsa settimana, inoltre, al testo sono stati accolti una serie di ordini del giorno, inclusi quelli di FdI e IV sull’idroelettrico che invitano il Governo ad intervenire sulle attuali regole. 

Dibattito pubblico

Il DDL Concorrenza è oggetto di un acceso dibattito pubblico. Le associazioni imprenditoriali vedono con favore le misure volte a liberalizzare i mercati, mentre i sindacati esprimono preoccupazione per i potenziali effetti occupazionali.

Per approfondire

Servizio del bilancio del Senato – A.S. 1318: “Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023”

Podcast “Primo firmatario” del 6 dicembre 2024 (dal minuto 5.50)


MANOVRA DI BILANCIO

La Commissione Bilancio della Camera ha proseguito il 4 dicembre l’esame del ddl recante bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027 (AC.2112-bis , Governo). La prossima settimana inizieranno le votazioni sul testo.

Intanto, prende quota la possibile modifica del secondo scaglione Irpef, dal 35% al 33%, usando le risorse raccolte con il concordato preventivo biennale: dovrebbe trovare posto in un decreto ad hoc tra febbraio e marzo del prossimo anno. I dossier aperti, in primis sulla manovra, dovrebbero essere al centro di un nuovo incontro tra i leader del centrodestra che potrebbe tenersi lunedì a margine del Cdm. Fonti parlamentari di centrodestra riferiscono che la raccolta tramite il concordato, che si conclude il 12 dicembre, sarebbe distante dall’obiettivo minimo dei 2,5 miliardi necessari a introdurre la misura sull’Irpef. Nel frattempo, però il concordato fa discutere la maggioranza: l’irritazione della Lega potrebbe derivare anche dallo stop arrivato nei giorni scorsi dal vice ministro Maurizio Leo alla nuova proposta di rottamazione quinques delle cartelle con 120 rate delle cartelle notificate fino al 31 dicembre 2013 avanzata dal deputato leghista Alberto Gusmeroli

Da calendario, la manovra dovrebbe approdare il 16 dicembre in Aula, anche se l’arrivo potrebbe slittare di qualche giorno. Per definire meglio il percorso e stabilire dove ci saranno ulteriori margini di manovra lunedì ci sarà una riunione di maggioranzaGiorgia Meloni e i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini si sono visti l’ultima volta, alla presenza anche del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il 24 novembre. Nell’occasione la premier lanciò l’invito a procedere senza strappi. Da quel giorno ci sono stati, soprattutto tra la Lega e Forza Italia, diverse tensioni e un incidente parlamentare in Commissione Bilancio a palazzo Madama, con il Governo che è andato sotto sul decreto fiscale sul famoso emendamento sul canone Rai. Nonostante i proclami d’unità i contrasti ogni tanto affiorano, con Salvini che ieri è intervenuto sul dossier Unicredit-Banco Bpm, in risposta alle parole di Antonio Tajani che aveva espresso riserve sull’utilizzo del Golden Power. 

L’istruttoria sugli emendamenti è ancora in corso, si attendono i pareri del Mef, ma potrebbe per esempio esserci spazio per un contributo di supporto (per gli Isee sotto i 15mila euro) nella lotta contro la droga e le baby-gang. FI e Lega sono in pressing per cercare di inserire delle ulteriori modifiche. Nella manovra arriveranno risorse per l’automotive, fondi per le forze dell’ordinee c’è chi riferisce di un possibile intervento sulle indennità di amministrazione dei ministeri. Ma sulla manovra si entrerà nel vivo nei prossimi giorni: la Commissione Bilancio dovrebbe iniziare a votare gli emendamenti martedì 10 con una notturna prevista per il 13 e una pausa dei lavori domenica, quando si terrà il congresso della Lega in Lombardia. Intanto le opposizioni incalzano il Governo sulla revisione al ribasso delle stime di crescita operata dall’Istat per il 2024 e 2025. Rispetto alla previsione fatta a giugno, la crescita per l’anno in corso passa a +0,5% dal precedente +1%, e al +0,8% dall’1,1% stimato sei mesi fa. (Nomos).


D.LGS INTEGRATIVO E CORRETTIVO CODICE APPALTI

Nel corso della settimana si sono svolte diverse audizioni.

Ecco alcune sintesi.

ANCI

Enrico Trantino, sindaco di Catania e delegato Anci per le Infrastrutture e i lavori pubblici, ha espresso un giudizio complessivamente positivo sulla riforma del codice dei contratti, sottolineando come essa risponda a molte delle esigenze dei Comuni, in particolare per quanto riguarda la risoluzione di alcune problematiche legate alla mancanza di strutture progettuali adeguate.

Punti di forza della riforma secondo l’Anci:

  • Allineamento alle richieste dell’Anci: La riforma introduce modifiche in linea con le posizioni dell’Associazione nazionale dei Comuni Italiani su temi cruciali come l’equo compenso, la tutela del lavoro, la revisione dei prezzi, il sostegno alle piccole e medie imprese, l’esecuzione dei contratti, la digitalizzazione e la qualificazione delle stazioni appaltanti.
  • Continuità per le stazioni appaltanti e gli operatori: La riforma garantisce una certa continuità, evitando stravolgimenti eccessivi che potrebbero creare disorientamento e rallentamenti nei processi.

Punti critici e richieste di modifiche:

  • Tempistica di attuazione: L’Anci chiede una maggiore gradualità nell’applicazione delle nuove norme, proponendo un’entrata in vigore progressiva a partire da luglio 2025, per consentire alle stazioni appaltanti di adeguarsi.
  • Contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL): L’Associazione ritiene che il riferimento a un unico CCNL possa complicare le procedure e propone di riferirsi al CCNL specifico per ciascuna categoria o prestazione.
  • Acquisizione del CIG: Viene richiesta una delega all’Anac per semplificare l’acquisizione del CIG tramite interfaccia web, soprattutto per i piccoli comuni.
  • Costo della manodopera: L’Anci chiede di confermare la possibilità per gli operatori economici di indicare un costo della manodopera inferiore a quello stimato dall’ente.
  • Building Information Modeling (BIM): Viene proposta un’innalzamento della soglia per l’obbligo di utilizzo del BIM, da 2 a 4 milioni di euro, per evitare un eccessivo onere per le stazioni appaltanti.
  • Categorie a qualificazione obbligatoria: L’Associazione chiede di ripristinare la distinzione tra categorie a qualificazione obbligatoria e non obbligatoria, così come l’elencazione delle categorie SIOS.
  • Equo compenso negli affidamenti diretti: Viene proposta una maggiore flessibilità nel calcolo del ribasso per i contratti di servizi di ingegneria e architettura di importo inferiore a 140.000 euro.

In sintesi, l’Anci si mostra soddisfatta della direzione intrapresa dalla riforma del codice dei contratti, ma solleva alcune perplessità e propone una serie di modifiche per rendere la normativa più efficace e meno onerosa per le stazioni appaltanti.

CONFSERVIZI

Confservizi ha depositato un documento  che si concentra sull’articolo 2, comma 3 e 4, che riguardano l’individuazione del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) applicabile agli appalti.

Confservizi evidenzia alcune criticità nei criteri proposti per individuare il CCNL:

  • Criteri di individuazione del CCNL: I criteri proposti (attività da eseguire e maggiore rappresentatività comparata delle associazioni sindacali e datoriali) sono considerati insufficienti, in quanto i codici ATECO non sono sempre univoci e la rappresentatività comparata ha perso la sua funzione selettiva.
  • Criteri per la maggiore rappresentatività: I criteri indicati (numero di lavoratori e aziende associate, diffusione territoriale, numero di CCNL sottoscritti) non sono tutti considerati utili a misurare la rappresentatività “contrattuale” delle associazioni datoriali. In particolare, la diffusione territoriale e il numero di CCNL sottoscritti sono visti come elementi estrinseci che non misurano la reale rappresentatività contrattuale.

Confservizi propone alcune modifiche per migliorare l’individuazione del CCNL:

  • Criteri per la parte datoriale: Si suggerisce di considerare solo il numero di aziende associate e il numero di lavoratori addetti, in rapporto al totale del settore.
  • Verifica della rappresentatività: Si propone di istituire un meccanismo di controllo da parte di enti terzi per verificare la veridicità dei dati dichiarati dalle associazioni datoriali, come l’iscrizione formale delle aziende e il numero di dipendenti.

In sintesi, Confservizi chiede maggiore chiarezza e precisione nei criteri di individuazione del CCNL applicabile agli appalti, al fine di garantire una corretta applicazione delle norme e tutelare i diritti dei lavoratori.

UTILITALIA

Individuazione del CCNL:

  • Accoglie con favore il principio di “consonanza contrattuale” e la fungibilità tra contratti collettivi.
  • Critica i criteri proposti per l’individuazione del CCNL (attività da eseguire e maggiore rappresentatività comparata), ritenendoli insufficienti.
  • Suggerisce di migliorare i criteri di rappresentatività datoriale, considerando solo il numero di aziende associate e i lavoratori addetti.
  • Propone un meccanismo di controllo da parte di enti terzi per verificare la veridicità dei dati dichiarati dalle associazioni datoriali.

Progettazione:

  • Condivide la possibilità di affidare lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica.
  • Esprime perplessità sulla previsione di clausole contrattuali che impongono al progettista prestazioni aggiuntive in caso di errori o omissioni.

Equo compenso:

  • Ribadisce la propria contrarietà all’applicazione dell’equo compenso nelle procedure di evidenza pubblica.
  • In alternativa, propone di elevare la quota parte ribassabile per garantire un maggiore equilibrio tra gli interessi coinvolti.

Progettazione digitale:

  • Condivide l’innalzamento della soglia per l’obbligo di progettazione in modalità digitale, ma auspica un ulteriore rinvio per consentire alle stazioni appaltanti di adeguarsi.

Garanzie nei contratti sotto soglia:

  • Condivide la precisazione sull’inapplicabilità delle riduzioni e degli aumenti previsti per le garanzie negli appalti sopra soglia.

Revisione prezzi:

  • Segnala la complessità del tema e ritiene che le modifiche proposte non siano sufficienti.
  • Suggerisce di considerare più periodi di revisione per raggiungere la variazione del 5% e di semplificare il meccanismo di applicazione.

Fasciolo virtuale dell’operatore economico:

  • Evidenzia criticità nella previsione di una deroga all’obbligo di verifica in caso di malfunzionamento del FVOE.
  • Propone di reintrodurre una disciplina simile a quella del d.lgs. 50/2016 o, in alternativa, di eliminare l’ulteriore autocertificazione e inserire un termine massimo per le verifiche.

Requisiti di ordine speciale:

  • Non condivide l’allungamento a dieci anni del periodo di riferimento per l’esecuzione di contratti analoghi nei servizi e forniture.
  • Condivide la possibilità di dimostrare i requisiti economico-finanziari con un fatturato globale maturato nei migliori tre anni degli ultimi cinque.

Garanzie per la partecipazione alla procedura:

  • Condivide la possibilità di cumulare la riduzione del 20% per il possesso di certificazioni con quella del 10% per l’utilizzo di una fideiussione digitale.

Collaudo:

  • Ritiene eccessivamente gravoso l’obbligo di nominare almeno un collaudatore tra il personale di amministrazioni pubbliche per le imprese pubbliche.

Subappalto:

  • Non condivide l’obbligo di stipulare subappalti con PMI per almeno il 20%.
  • Chiede di attenuare la previsione sull’obbligo di garantire ai dipendenti del subappaltatore un trattamento economico e normativo non inferiore a quello del contraente principale.
  • Chiede di eliminare l’ultimo periodo relativo alla qualificazione del subappaltatore nell’art. 119, comma 20.
  • Auspica una disciplina più compiuta del subappalto a cascata.

Modifiche in corso di esecuzione:

  • Condivide l’introduzione di una disciplina più compiuta delle varianti.

Anticipazione del prezzo contrattuale:

  • Non condivide la modifica relativa alla suddivisione dell’anticipazione per anni contabili nei contratti pluriennali di servizi e forniture.
  • Segnala una contraddizione tra il comma 1 dell’art. 125 e l’allegato II.14 in merito all’applicabilità dell’anticipazione ai servizi di ingegneria e architettura.

Penali:

  • Non condivide l’innalzamento del parametro di quantificazione delle penali.

Settori speciali:

  • Critica l’estensione ai settori speciali di alcune norme tipiche dei settori ordinari, ritenendola in contrasto con la normativa europea e con la specificità di tali settori.

PPP:

  • Ritiene che il nuovo art. 193 appesantisca la procedura di finanza di progetto e propone diverse modifiche per semplificarla.

Collegio consultivo tecnico:

  • Condivide l’eliminazione dell’obbligatorietà del CCT per forniture e servizi di importo pari o superiore a 1 milione di euro.
  • Condivide l’inserimento di previsioni volte a limitare i compensi e le spese dei membri del CCT.

Ulteriori osservazioni:

  • Propone di integrare il comma 7 dell’art. 225 con il riferimento al d.m. 193/2022.
  • Condivide la previsione di deleghe del RUP per il caricamento dei dati sulla Banca dati nazionale dei contratti pubblici.
  • Non concorda con la previsione di pubblicare i documenti di gara entro tre mesi dall’approvazione del progetto.
  • Condivide le modifiche in tema di requisiti di ordine speciale nell’affidamento dei servizi di architettura e ingegneria.
  • Ribadisce la propria contrarietà all’estensione dell’obbligo di esternalizzazione previsto dall’art. 186 alle concessioni dei settori speciali.

In generale, Utilitalia chiede una maggiore attenzione alla specificità dei settori speciali e una semplificazione delle procedure, al fine di garantire una maggiore efficienza e competitività del mercato.

Documento Audizione Utilitalia

Documento audizione ANAC


DAL GOVERNO

Decreto Milleproroghe

Nel pre-Consiglio dei ministri non si è parlato di una norma per estendere il divieto di pubblicazione degli Atti giudiziari. L’ipotesi di una nuova stretta per altre misure cautelari personali diverse dall’arresto, le interdittive e i sequestri, era emersa nei giorni scorsi; si era parlato di un possibile approdo in Cdm lunedì ma nell’ordine del giorno non compaiono misure sulla giustizia. All’inizio della prossima settimana sul tavolo degli esponenti di governo ci sarà il cosiddetto decretoproroga termini: si punta a prorogare dal 31 dicembre 2024 al 31 marzo 2025 il termine entro cui le imprese sono tenute a stipulare una polizza assicurativa per i danni causati da eventi catastrofali. Viene prorogata al 31 dicembre 2025 l’applicazione della disposizione che prevede la costituzione di un organo consultivo negli atti costitutivi delle società sportive professionistiche, ovvero il possibile ingresso di una rappresentanza dei tifosi nei Cda dei club sportivi. 

Viene disposta la sospensione delle attività e dei procedimenti sanzionatori in materia di obblighi sanitari fino al 31 dicembre 2025. I permessi di soggiorno concessi ai cittadini ucraini in fuga dal conflitto in corso, in scadenza al 31 dicembre 2024, possono essere rinnovati, su richiesta dell’interessato, fino al 4 marzo 2026. Viene prevista la proroga di anno dell’entrata in vigore, dal 1° gennaio 2026, del nuovo regime di esenzione Iva per il Terzo Settore. È ancora in sospeso, invece, nella bozza del decreto la norma sui livelli essenziali delle prestazioni (Lep) legati alla legge sull’Autonomia differenziata. La norma riguarderebbe il “termine concernente l’attività istruttoria connessa alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni”. Ad ogni modo il Governo è lavoro sul provvedimento che lunedì andrà in Cdm. Poi l’esame spetterà in prima lettura al Senato ma difficilmente l’esame vero e proprio potrà partire prima della chiusura natalizia. (Nomos)

Rassegna parlamentare a cura di MF