DECRETO RICOSTRUZIONE POST CALAMITA’
Proseguono le audizioni in commissione.
Si è svolta il 21 gennaio l’audizione della Conferenza delle Regioni sul disegno di legge quadro per la ricostruzione post calamità, in esame al Senato. L’Assessore del Veneto, Gianpaolo Bottacin, ha illustrato la posizione della Conferenza, proponendo un emendamento per affidare, di norma, al Presidente della Regione o Provincia autonoma interessata, il ruolo di Commissario Straordinario alla ricostruzione.
Sul provvedimento è stato ascoltato anche il portavoce dell’Asvis Enrico Giovannini, secondo cui “se non si fissano limiti prestazionali in linea con i criteri europei, si dovrà reintervenire con una duplicazione dei costi. Il principio del “ricostruire meglio” va rafforzato già nelle attività in corso”. Continua a leggere qui
DECRETO PNRR
Audizione di Assocarta
Assocarta sostiene la norma del DL Emergenze e attuazione Pnrr, n. 208 che prevede un ruolo del GSE di garante di ultima istanza sulla Piattaforma PPA. A questa norma, va aggiunta la proposta (formalizzata da alcuni emendamenti) che contribuisce a spezzare il meccanismo per cui il gas determina il prezzo delle Fonti Rinnovabili. La proposta prevede, infatti, meccanismi di allocazione dell’energia da fonti rinnovabili disaccoppiate dal prezzo dell’energia in cui il GSE svolge un ruolo da market maker. “La situazione del sistema industriale diviene ogni giorno più insostenibile, soprattutto per le imprese per cui l’energia rappresenta il costo maggiore”, denuncia Assocarta. Il gas “in Italia, da ottobre ad oggi, è aumentato più del 30% sulla base degli scambi sul mercato di Amsterdam, nonostante l’import venga in sostanza da Sud”, prosegue l’associazione. Con questo quadro le aziende cartarie (in cui il gas rappresenta il 90% dei consumi) “prenderanno in considerazione la fermata degli impianti con inevitabili impatti anche sotto il profilo dell’economia circolare e dell’avvio a riciclo” Una misura che a giudizio di Assocarta può arrestare dette fermate “è la rapida attuazione della Gas Release. Va in questa direzione la proposta presentata dal Prof. Beccarello del Centro di Economia e Regolazione dei Servizi dell’Università Bicocca” (Agenzia Dire).
INDAGINE CONOSCITIVA SULL’UTILIZZO DEL NUCLEARE
Audizioni di INFN (Istituto nazionale di Fisica Nucleare), ENEA ed AIN (Associazione italiana Nucleare)
Per il ritorno alla produzione di elettricità da nucleare “uno dei problemi da affrontare e che l’Italia dovrebbe già adesso affrontare è quello dello smaltimento delle scorie” visto che “l’Italia non ha un deposito nazionale e le scorie nostre in questo momento non sono da reattore ma da ospedali”, e “paghiamo uno Stato straniero, paghiamo miliardi, perché ce li tenga”. Dunque “sarebbe importante avere da subito una politica per avere un deposito delle scorie, che serve comunque, ed essere pronti per entrare nel business”. Antonio Zoccoli, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare- INFN, lo dice in audizione alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, in merito all’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione. Per favorire il ritorno dell’Italia tra i Paesi nucleari la proposta di Zoccoli è di “detassare gli investimenti delle imprese che lavorano sul business nazionale, fissione o fusione, come già fatto negli Stati uniti e in Gran Bretagna”, così come si potrebbe “per la fusione usare una regolamentazione più flessibile per installare un reattore”. Infatti, segnala il presidente INFN, “in USA e UK le regole di sicurezza sono le stesse per installare un acceleratore di particelle come abbiamo noi”, un modo “molto più semplice e attrattivo”.
“Consideriamo il nucleare una fonte affidabile e programmabile, non dipendente dalla stagione e dal clima”, il che ne fa “il candidato ideale per complementare produzione da fer discontinue e garantire una disponibilità di energia alle industrie costante e a basso costo”. Alessandro Dodaro, direttore del Dipartimento Nucleare (NUC) dell’ENEA, lo dice in audizione alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, in merito all’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione. Per la ripresa della produzione di elettricità da fonte nucleare in Italia “è importante e che la legge delega venga fatta velocemente cosi come i decreti applicativi, e riteniamo che la fissione sia l’unica che possa in modo complementare e sinergico garantire il rispetto degli obiettivi al 2030, mentre la fusione è purtroppo su una prospettiva troppo lunga”, sottolinea Dodaro. Un’idea di quanto sia troppo distante “si avrà dopo il 2035, quando ITER si dimostrerà funzionante, solo allora si potranno fare valutazioni sulle date. Oggi si prevede di fare il primo dimostratore nella seconda metà del secolo, ci vuole ancora troppo” perché la fusione possa dare una mano a rispondere alla domanda di energia italiana. E’ necessario anche trovare rapidamente una sistemazione per i rifiuti perché “stiamo finendo lo spazio”, dice il ricercatore, quindi si deve “accelerare sul deposito e trovare risorse per creare altri depositi in attesa di quello nazionale”, precisa il direttore del Dipartimento Nucleare dell’ENEA
“Grazie all’attività di ricerca e sviluppo e alle collaborazioni internazionali l’Ialia è sicuramente dotata di una filiera industriale molto sviluppata”, ma “nel settore dei reattori refrigerati ad acqua di piccola taglia, gli SMR- Small modular reactor sicuramente le nostre aziende partono con certo gap, perché si tratta di tecnologie già in operazione e si tratta solo di miniaturizzarle, quindi chi già le costruisce in grande taglia parte in vantaggio”, spiega Alessandro Dodaro, direttore del Dipartimento Nucleare (NUC) dell’ENEA. “Sui reattori AMR- Advanced modular reactor raffreddati metallo liquido, l’industri italiana con il suppprto dell’ENEA è a un livello forse superiore a quelle estere, con un potenziale enorme perché la maggiore sostenibilità di questa tecnologia, una volta che si dimostrerà sul campo, porterà a un’esplosione del mercato in cui l’Italia potrà giocare un ruolo da protagonista”, spiega Dodaro. Certo, “rispetto ai costi quelli dei primi reattori di piccola taglia sicuramente potranno essere più alti, con costo per kiloWattora più elevato, ma quando se ne costruiranno più di uno, in serie, questo costo è destinato a diminuire”, segnala. “Le tecnologie al piombo sono quelle in cui l’Ialia si impegna maggiormente, come con il consorzio Falcon e la start up Newcleo”, prosegue il ricercatore, “per le università il consorzio Cirten- Consorzio interuniversitario per la ricerca tecnologica nucleare, il gruppo dei sette atenei italiani che hanno ancoro un corso di laurea in Ingegneria nucleare, ha garantito un certo numero di lauerati, basso rispetto agli anni 80 ma ora in crescita”, mentre “dopo 25 anni senza finanziamenti ENEA è riuscita a mantenere capacità, competenze e facility sperimentali di valore riconosciuto, grazie all’Euratom e all’attività di ricerca svolta per le aziende”, conclude Dodaro.
Per il ritorno del nucleare in Italia “c’è uno schema di legge molto importante. AIN riconosce che lo schema di legge quadro tratta tutti i temi da sviluppare, ora spingiamo perche diventi realtà e venga approvato dal Parlamento prima possibile, poi si devono fare i decreti attuativi. E’ molto importante avanzare in particolare sull’autorità di sicurezza e sulla comunicazione: senza queste due cose sarà impossibile avviare un programma nucleare nel Paese”. Il presidente dell’Associazione italiana nucleare- AIN, Stefano Monti, lo dice in audizione alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera in merito all’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione. Per il ritorno del nucleare in Italia “l’arco di riferimento in Italia è di circa 10 anni, ma per averlo in 8 anni si devono velocizzare i tempi della politica, della legge delega e dei decreti attuativi”, precisa Monti rispondendo a una domanda. “E’ esplosa la domanda di energia dei data center e delle applicazioni di Intelligenza artificiale” ed “è chiaro ora che ci sarà una domanda elettrica crescente”, quindi “le mega aziende hi-tech si stanno attrezzando col nucleare”, spiega il presidente AIN. Infatti “Google, Amazon, Meta, Microsoft hanno tutte firmato accordi per l’uso di tecnologia nucleare, si stanno anche rimettendo in funzione impianti che in USA erano stati temporaneamente spenti”, ma si sta anche ricorrendo a “nuove tecnologie come SMR e AMR”, precisa. “Questa cosa evidenzia che la fame di energia come quella nucleare, che è continuativa e in gran quantità, non riguarda solo i settori tradizionali ma anche applicazioni dell’economia del futuro investendo settori avanzati e emergenti”, precisa il presidente AIN. Rispetto alle criticità relative al nucleare, “ci sono stati problemi in occidente sugli impianti nuovi perché purtroppo per delle politiche europee sbagliate per 20, 30 anni non abbiamo insistito sul nucleare e abbiamo perso capacità sulla supply chain”, afferma Monti sempre in risposta a una domanda, “ora c’è da recuperare, ma non c’è tempo da perdere”, conclude. (Agenzia Dire)
LEGGE DELEGAZIONE EUROPEA
La Commissione Politiche dell’UE del Senato ha proseguito il 28 gennaio l’esame del ddl recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2024 (AS. 1258, Governo) e della relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2024 (Doc. LXXXVI n. 2). Programmati i prossimi lavori della Commissione.
DECRETO MILLEPROROGHE
La Commissione Affari costituzionali del Senato ha proseguito il 28 gennaio l’esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi (AS. 1337) (scade il 25 febbraio). Nella seduta del 28 gennaio è proseguito l’esame, con riformulazioni e ritiri, degli emendamenti. Presentati inoltre gli emendamenti segnalati. In tutto gli emendamenti presentati sono stati 1.266.
COMMISSIONE BICAMERALE ECOMAFIE
“La Commissione ha svolto presso la propria sede, a Palazzo San Macuto, 71 audizioni, a cui si devono aggiungere 14 audizioni effettuate nel corso delle missioni sui territori presso le locali prefetture”. Lo ha detto il presidente della commissione Ecomafie, Jacopo Morrone, durante la presentazione della relazione annuale sull’attività della commissione. “La Commissione- aggiunge- nell’esercizio dei propri poteri, ha infatti ritenuto di procedere a 4 audizioni a testimonianza, esaminando persone e soggetti informati dei fatti in qualità di testimoni con le conseguenti responsabilità previste dalla legge penale in caso di falsa testimonianza o reticenza. La Commissione, inoltre, ha effettuato con proprie delegazioni 21 missioni in 8 regioni italiane, nonché una all’estero, nei Paesi Bassi, a fini di studio e confronto con la realtà italiana”. “Vale la pena di evidenziare come i contenuti di queste audizioni, documentati tramite i resoconti di seduta, contengano dati e testimonianze indispensabili per comprendere l’entità dei fenomeni illeciti ed eventualmente individuare e proporre soluzioni mirate. Tali contenuti costituiscono un patrimonio conoscitivo di grande valore, che la Commissione mette a disposizione del Parlamento e dei cittadini”, conclude.
Per approfondire clicca qui
ATTO UE APPARECCHIATURE ALIMENTAZIONE DISTRIBUTORI GAS ED ENERGIA
La Commissione Politiche dell’UE ha proseguito il 28 gennaio l’esame, in sede consultiva, della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2014/32/UE per quanto riguarda le apparecchiature di alimentazione dei veicoli elettrici, i distributori di gas compresso e i contatori dell’energia elettrica, del gas e dell’energia termica (COM(2024) 561 definitivo).
PDL PARTECIPAZIONE LAVORATORI
Cambia, come anticipato, la norma sulla distribuzione degli utili contenuta nella pdl Cisl sulla partecipazione dei lavoratori. La riscrittura dell’articolo 6, infatti, è contenuta all’interno di uno degli emendamenti dei relatori Laura Cavandoli (Lega) e Lorenzo Malagola (FdI) depositati mercoledì pomeriggio nelle commissioni Lavoro e Finanze della Camera e successivamente approvati.
Sostanzialmente si prevede che per il 2025 le somme derivanti dalla distribuzione ai lavoratori dipendenti di una quota di utili di impresa non inferiore al 10% degli utili complessivi sono soggette a un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 5%, entro il limite di importo complessivo di 5mila euro (e non più di 10mila euro come previsto dal testo base), se erogate in esecuzione di contratti collettivi aziendali o territoriali.
Nel testo presentato dai relatori, inoltre, si prevede che “per l’accertamento, la riscossione, le sanzioni e il contenzioso, si applicano, in quanto compatibili, le ordinarie disposizioni in materia di imposte dirette“. (Public Policy).
Rassegna parlamentare a cura di MF