INDAGINE CONOSCITIVIA NUCLEARE
Continuano le audizioni alle Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera. Ecco la sintesi delle posizioni dell’ISS, Confapi e Fondazione per lo Sviluppo sostenibile. Per ragioni di spazio, i contributi dei numerosi altri auditi proseguiranno la prossima settimana.
ISS
“La tecnologia fa passi avanti e la sicurezza tende a migliorare. Una sicurezza assoluta a oggi non c’è e anche gli Small modular reactor– SMR hanno una tecnologia tale da non essere considerati intrinsecamente sicuri, escludendo a priori incidenti severi. La probabilità è piccola ma dobbiamo tenerne conto”. Francesco Bochicchio, direttore del Centro nazionale per la protezione dalle radiazioni e fisica computazionale dell’Istituto superiore di sanità (ISS), lo dice in audizione alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione, un contributo “limitato alle competenze dell’ISS e del centro che dirigo“, precisa. “Per quel che riguarda incidenti, il Piano nazionale di emergenza prende in esame solo gli incidenti agli impianti posti fuori dal territorio nazionale, ad esempio non prevede situazioni in cui siano necessarie evacuazioni- dice Bochicchio- viceversa, nel caso di impianti sul territorio italiano come prospettato, si deve prendere in esame anche eventi incidenti severi ed è chiaro che il Piano di emergenza andrebbe rivisto completamente”. Prendendo in considerazione la possibilità di un incidente severo con rilascio del 10% dei radionuclidi del nucleo, e tenendo presente un raggio di 10 km dal sito, “bisognerebbe garantire l’evacuazione in tempi molto rapidi, nel giro di poche ore, di tutta la popolazione residente nell’area”, segnala l’esperto ISS. Un tema che inevitabilmente interseca “la localizzazione degli impianti”, spiega Bochicchio, soprattutto in relazione al numero di impianti che si intende localizzare. Inoltre, in tutto ciò “non è possibile preparare il sistema sanitario a fronteggiare un numero molto rilevante di casi”, ma anche per un numero limitato servono “adeguate procedure, dotazioni e formazioni continue di tutto il personale sanitario potenzialmente coinvolto, cosa che avrebbe costi e tempi rilevanti di cui tenere conto“, segnala il rappresentante ISS. Il problema “è tanto maggiore quanto maggiore è il numero dei siti nucleari”, rileva Bochicchio (Agenzia Dire).
FONDAZIONE SVILUPPO SOSTENIBILE
Di nucleare “Se ne parla tanto ma i dati sulla crescita della generazione elettrica da nucleare ci dicono che la produzione nel 2023 è stata più bassa rispetto a di quella di vent’anni fa. Dunque, negli ultimi 20 anni la produzione non è aumentata, anzi è diminuita, e in rapporto alla produzione complessiva, visto che la generazione elettrica mondiale cresce negli anni così come la domanda, il nucleare è passato da circa il 20% alla fine degli anni Novanta, gli anni d’oro, a sotto il 10% negli ultimi anni, superato da eolico e fotovoltaico insieme a livello globale”. Andrea Barbatella responsabile Clima e energia della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, lo dice in audizione alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.
“Il motivo di questo declino è semplicemente che l’attuale tecnologia, basata sulla fissione nucleare, non ha mai risolto i problemi di fondo e le sue criticità che sono tre: sicurezza, gestione delle scorie e costi eccessivi”, precisa Barbatella. “Secondo i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia sulla comparazione del ciclo di vita, sui costi di generazione elettrica, a consuntivo, in Europa, nel 2023 “eolico e fotovoltaico dispacciano attorno ai 50-60 euro/MegaWattora mentre il nucleare è a oltre 160 euro/MWh”, prosegue il rappresentante della FSS. “Sugli SMR – Small modular reactor e la IV Generazione il tema è che non abbiamo oggi disponibili sistemi di piccola taglia di IV GEN, abbiamo la promessa che verranno fatti, ma affidare le sorti del clima e dell’umanità a una promessa non testata dai fatti ci sembra un rischio eccessivo da correre”, valuta Barbatella. Infine, “la fusione risolve i problemi della fissione, è una sfida che non va abbandonata, ma non sarà operativa nei prossimi 10-15 anni” come servirebbe, conclude il rappresentante della FSS. (Agenzia Dire).
CONFAPI
Il nucleare “ha un’importanza di natura strategica per il sistema Paese ed è confortante finalmente notare come sia entrato nel dibattito istituzionale. CONFAPI ha una posizione favorevolissima allo sviluppo dell’energia nucleare nel nostro Paese” per “l’affidabilità” di questa tecnologia. Gianclaudio Torlizzi, esperto di nucleare e materie prime di CONFAPI- Confederazione italiana piccola e media impresa privata, lo dice in audizione alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione. Le pmi soffrono “costantemente del prezzo dell’energia, soprattutto non solo in termini assoluti ma relativi”, spiega Terlizzi, “il differenziale tra prezzo dell’elettricità dell’Italia e Paesi che hanno una fonte baseload come la Spagna o della Francia quello italiano e molto piu elevato. In Germania quando non soffia il vento torna al carbone. Domani il nucleare sarà l’unica fonbe di energia baseload in grado di sfruttare al meglio le rinnovabili che senza baseload comportano un innalzamento del costo dell’energia”. C’è poi “un tema di affidabilità che l’energia nucleare è in grado di garantire e c’è anche un vantaggio logistico, visto che il cosiddetto nuovo nucleare può essere sviluppato vicino ai principali poli industriali del Nord Italia, in un contesto in cui fabbisogni e consumi di elettricità continueranno a crescere in maniera esponenziale, non solo in Italia ma in tutto il mondo”, dice il rappresentante CONFAPI. Dunque, c’è la assoluta esigenza di creare una fonte di energia regolare”, conclude Terlizzi, ricordando la necessità di accelerare gli iter e che “serve sin da subito realizzare senza impedimenti impianti fotovoltaici per l’autoconsumo”. (Agenzia Dire).
INDAGINE CONOSCITIVA SULLA RESPONSABILITA’ ESTESA DEL PRODUTTORE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI TESSILI
Sono state svolte delle audizioni alla Commissione Ambiente della Camera.
ANCI
“Il testo che andrà a regolare la gestione dei rifiuti del settore tessile deve salvaguardare la filiera esistente e allo stesso tempo prevedere l’avvio di una cabina di regia unica con i Comuni, che definisca le attività per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, di riciclo e di smaltimento. Questa per Anci è una esigenza legata anche all’economia circolare”. Lo ha detto il sindaco di Cagliari e delegato Anci a Energia e rifiuti, Massimo Zedda, intervenuto in audizione davanti alla commissione Ambiente della Camera dei Deputati sui regimi di responsabilità del produttore nella gestione dei rifiuti tessili.
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ISPRA
La produzione di rifiuti, anche nel settore tessile, vede un disaccoppiamento relativo da indicatori economici, infatti la “produzione cresce più lentamente ma non c’è una vera prevenzione”. Intanto “negli ultimi anni è diventato sempre piu rilevante impatto il fenomeno della fast fashion, acquisti più rapidi e materiali con vita molto più breve, questo aumenta la quantita di rifiuti”, per un settore come quello dell’abbigliamento “ad alta intensità di consumo risorse, usate però soprattutto al di fuori dell’Ue, quindi l’impatto è mondiale”. Andrea Massimiliano Lanz, direttore del Centro nazionale rifiuti e economia circolare di ISPRA- Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale, lo dice in audizione alla commissione Ambiente della Camera sulle tematiche concernenti i regimi di responsabilità estesa del produttore nella gestione dei rifiuti nel settore tessile. “In Europa il 22% dei rifiuti tessili si avvia a raccolta differenziata, il 78% finisce nei flussi indifferenziati, vanno o in discarica o incenerito, forme gestione non indicate tra le pratiche di economia circolare“, rileva Lanz. “In Italia la raccolta differenziata dei rifiuti tessili è intorno al 19%, un valore leggermente inferiore alla media Ue del 22%”, prosegue il ricercatore, “la raccolta in Italia è stata di 172mila tonnellate nel 2023, con un +7,1% sul 2022, ma rappresenta appunto solo il 19% del totale dei rifiuti tessili, con una quantità di rifiuti da tessile residua da 720 milioni di tonnellate a fronte di una produzione totale da 900mila tonnellate annue di rifiuti tessili nel settore urbano. Il dato pro-capite è di 15 chilogrammi/abitante/anno di rifiuti tessili, in linea con il dato dell’Agenzia per l’ambiente europea che ha rilevato su scala continentale un ammontare da 16 kg/abitante/anno”. (Agenzia Dire).
DECRETO MILLEPROROGHE
La Commissione Affari costituzionali del Senato ha proseguito il 4 febbraio l’esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi (AS. 1337) (scade il 25 febbraio). Sono stati riformulati diversi emendamenti e l’esame è stato rinviato.
Tra gli emendamenti segnalati, vi sono anche quelli che riguardano le concessioni idroelettriche.
“In relazione ai tempi necessari ad assicurare a livello europeo parità di trattamento e uniformità in materia di produzione di energia elettrica e di assegnazione delle concessioni di grande derivazione d’acqua ad uso idroelettrico, nonché al fine di garantire la tutela dell’indipendenza e della sovranità energetica nazionale, le procedure di assegnazione delle concessioni di grande derivazione d’acqua ad uso idroelettrico […] ivi incluse quelle già avviate al momento dell’entrata in vigore della presente disposizione, sono temporaneamente sospese fino al 31 dicembre 2025. Fino all’assegnazione delle concessioni di grande derivazione d’acqua ad uso idroelettrico secondo le modalità che verranno stabilite dai singoli Stati membri in attuazione della normativa euro-unionale che sarà adottata […] le concessioni di grande derivazione d’acqua ad uso idroelettrico già scadute all’atto di entrata in vigore della presente norma, nonché quelle che scadranno successivamente, continuano ad essere esercitate dagli attuali operatori a condizioni invariate“.
Lo prevede l’emendamento segnalato da Forza Italia al dl Milleproroghe, all’esame della 1a commissione del Senato, a firma Claudio Fazzone. Due identici emendamenti (ma senza la dicitura “fino al 31 dicembre 2025”) sono stati presentati dal Pd (a firma Michele Fina) e da Italia viva (proposte a firma Silvia Fregolent e Dafne Musolino) ma sono poi stati dichiarati improponibili.
I NUMERI
Sono stati 368 gli emendamenti al decreto segnalati dai gruppi in commissione Affari costituzionali, su un totale di 1.266 proposte di modifica.
In particolare, sono stati segnalati 91 emendamenti da FdI, 76 dal Pd, 59 dalla Lega, 47 da FI e 47 dal Movimento 5 stelle. Di questi, uno è stato ritirato (il 2.19), mentre 45 sono stati dichiarati improponibili. Tra questi, anche una delle proposte della Lega per una nuova finestra di rottamazione delle cartelle esattoriali e l’emendamento del Pd sul Golden power ai servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologia Low orbite satellite (Leo).
In totale, compresi i segnalati, gli improponibili sono 222. (Public Policy).
PDL GESTIONI AUTONOME SERVIZIO IDRICO
Questa settimana sono state svolte delle audizioni, tra cui quella di Utilitalia.
“Cambiamenti climatici, rigorose normative ambientali, transizione ecologica e digitale e nuovi inquinanti richiedono efficienza investimenti e know-how avanzato per la gestione del SII. Per questo sono necessarie gestioni industriali e una governance integrata e non frammentata. Comprendendo le motivazioni di salvaguardia dei territori che sono alla base delle PdL sulle gestioni autonome del servizio idrico, auspichiamo un percorso che possa accompagnare in modo ordinato le gestioni salvaguardate verso gestioni industriali.”
Questi i punti essenziali dell’Audizione tenuta mercoledì 5 febbraio da Utilitalia presso la VIII Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati in materia di gestioni autonome del servizio idrico, che ha visto gli interventi del Presidente di Utilitalia Filippo Brandolini e del Direttore del settore acqua Tania Tellini.
QUESTION TIME/INTERROGAZIONI
ENERGIA. PELUFFO (PD): SU CARO BOLLETTE MASE NON DÀ RISPOSTE A ITALIANI
“Mentre famiglie e imprese italiane continuano a subire il peso insostenibile dell’aumento delle bollette di luce e gas, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) non dà alcuna risposta concreta per contrastare il caro energia. Il Governo dimostra ancora una volta di non avere una strategia chiara per proteggere i cittadini e il tessuto produttivo del Paese”. Lo dichiara Vinicio Peluffo, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Attività Produttive alla Camera, che ha presentato una interrogazione in commissione. “All’informativa di 10 giorni fa il ministro Pichetto Fratin non aveva indicato alcuna proposta per ridurre i costi del gas, nei giorni scorsi ha detto che ci stava lavorando, oggi nella risposta al qt in commissione è risultato evidente che il governo non ha nessuna idea su come intervenire per ridurre la bollette delle imprese e delle famiglie. Il Governo precedente era intervenuto con credito d’imposta e riduzione dell’iva, provvedimenti che questo governo si era affrettato a togliere senza però indicare altri strumenti. Oggi di fronte ai rincari non ha alcuna ricetta e abbandona le imprese al rischio di perdita della conoscenza e le famiglie alla difficoltà estrema di pagare le bollette”, conclude Peluffo. (Agenzia Dire).
AUTONOMIA. CALDEROLI: A BREVE ALLE CAMERE CORPOSO DDL DELEGA SUI LEP
“Il Governo è al lavoro per dare seguito alle indicazioni fornite dalla Corte circa la procedura di determinazione dei LEP. Sarà presentato a breve alle Camere un corposo disegno di legge di delega al Governo”. Così il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, rispondendo al question time alla Camera, che spiega: “Lo schema, che è composto da più di 30 articoli, oltre a prevedere principi e criteri direttivi generali per la individuazione, l’aggiornamento ed il monitoraggio dei LEP, recherà anche indicazioni specifiche al Governo in funzione delle peculiarità dei singoli settori, come richiesto dalla Corte costituzionale, e garantirà comunque un adeguato coinvolgimento del Parlamento nell’esercizio della delega”. Conclude: “Sono quasi 24 anni che la Costituzione attende di essere attuata con riguardo ai LEP, che dovranno essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Con questo processo di attuazione sarà assicurato il superamento dei divari tanto nelle Regioni ‘differenziate’ quanto nelle altre Regioni”. (Agenzia Dire).
REGGIO EMILIA. DIGA DI VETTO INSERITA IN PIANO PER SICUREZZA IDRICA
La diga di Vetto è stata inserita nel “piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (Pniissi), adottato con decreto del presidente del Consiglio dei ministri lo scorso 17 ottobre. Lo annuncia il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo nel question time alla Camera ad un’interrogazione presentata dalla Lega. Nell’atto, a prima firma della deputata parmigiana Laura Cavandoli, si chiedeva di verificare lo stato di progettazione dell’opera, in capo all’Autorità distrettuale di bacino del Po, che ha chiesto lo stanziamento di nuove risorse per completare entro novembre il documento preliminare di fattibilità tecnico ed economica dell’invaso sul fiume Enza. Il ministro tuttavia spiega: “L’iter di realizzazione dell’opera è a uno stadio che non vede ancora il Mase rivestire un ruolo proattivo”. Certamente, precisa poi Pichetto Fratin, “il ministero che rappresento svolge compiti di controllo e di vigilanza sulle autorità di bacino, compresa l’Autorità di Bacino del Po. Che, tuttavia, nel caso di specie, è stata individuata quale soggetto attuatore di un investimento intestato al Mit e a valere su risorse attribuite alla gestione del medesimo dicastero”. Ad ogni modo, “nell’ambito dell’azione di controllo e di vigilanza sull’operato delle Autorità di bacino e, in considerazione della molteplice rilevanza del progetto, le strutture competenti del Mase si informano periodicamente sulle attività poste in essere, fornendo altresì, per quanto di competenza, ogni necessario impulso”. Dunque, “resta fermo l’impegno del Mase, pur sempre nei limiti delle proprie attribuzioni, ai fini di un pronto sviluppo progettuale della Diga di Vetto”, conclude il ministro Picheto Fratin. (Agenzia Dire)
ENERGIA. PICHETTO: GOVERNO VALUTA MISURE PER ABBASSARE BOLLETTE FAMIGLIE E IMPRESE
NELL’AMBITO DEL PERCORSO PER LA DECARBONIZZAZIONE INDIVIDUATO DAL PNIEC (DIRE) Roma, 5 feb. – “Il Governo è impegnato a valutare possibili misure, strutturali e contingenti, atte a mitigare gli effetti degli incrementi dei prezzi dell’energia, tenuto conto dell’esigenza di porre in essere un attento bilanciamento tra la tutela delle famiglie e il supporto al sistema produttivo nazionale per una transizione energetica sostenibile”. Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, lo dice rispondendo a un’interrogazione nel corso del Question time alla Camera. Le iniziative governative per ridurre il costo dell’energia per famiglie e imprese “si muovono nell’ambito del percorso per la decarbonizzazione individuato dal PNIEC- spiega Pichetto- n tale direzione si colloca anche la misura dell’energy release finalizzata a promuovere il contributo delle imprese energivore alla creazione di nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonte rinnovabile”. Per quanto attiene alle misure in favore dei soggetti vulnerabili, “con la delibera ARERA del 21 gennaio 2025, sono state disciplinate le modalità per richiedere l’accesso al servizio a tutele graduali da parte dei clienti domestici vulnerabili- segnala il titolare del MASE- In tal modo, anche i clienti vulnerabili che, entro il 30 giugno 2025, faranno richiesta di accesso al servizio a tutele graduali, potranno beneficiare dei prezzi particolarmente favorevoli del richiamato servizio in esito allo svolgimento delle procedure d’asta”. (Agenzia Dire)
ENERGIA. PICHETTO: STIMA ONERI RINNOVO CONCESSIONI RETI ELETTRICHE DOPO DL ARERA
L’importo degli oneri concessori destinati a finire in bolletta legati alla tariffa imposta agli operatori all’atto del rinnovo delle concessioni riassegnate a chi le detiene per 20 anni lo conosceremo solo “in esito alla presentazione della proposta di decreto da parte di ARERA” in base alla quale “potranno compiersi le prime stime”. Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, lo dice rispondendo a un’interrogazione nel corso del Question time alla Camera. Lo scopo della norma “è quello di migliorare la sicurezza, l’affidabilità e l’efficienza della rete di distribuzione dell’energia elettrica, che consentirà un più celere raggiungimento degli obiettivi di penetrazione delle fonti rinnovabili, diminuendo, al contempo, la dipendenza del nostro Paese dai combustibili fossili- dice Pichetto- Questo consentirà un contenimento del prezzo dell’energia elettrica per i clienti finali”. La disposizione affida ad ARERA il compito di elaborare una proposta di decreto “relativa sia alle modalità e ai termini per la presentazione dei piani di investimento, sia alla determinazione degli oneri in capo ai concessionari del servizio di distribuzione che avranno beneficiato della rimodulazione”, prosegue il ministro. Ciò detto, “solo in esito alla presentazione della proposta di decreto da parte di ARERA potranno compiersi le prime stime degli oneri concessori dovuti nel caso di rimodulazione delle concessioni in essere; rimodulazione che, in ogni caso, dipenderà dalla qualità dei piani presentati e dalla durata degli investimenti in essi previsti”, spiega Pichetto, “analogamente, l’analisi dell’impatto dei nuovi investimenti dei concessionari sulle tariffe a carico degli utenti sarà possibile solo a valle della definizione della proposta di ARERA e delle successive valutazioni da parte del MASE e del MEF”. Per Pichetto “bisogna ricordare infine che la stessa disposizione della legge di bilancio pone un espresso vincolo di destinazione delle eventuali maggiori entrate derivanti dalla procedura che devono essere destinate ‘prioritariamente’ alla riduzione dei costi energetici degli utenti finali del servizio elettrico”. (Agenzia Dire)
REGGIO EMILIA. DIGA DI VETTO, LEGA: NO A NUOVI FONDI PER IL PROGETTO
La Lega dice no all’eventuale stanziamento di nuove risorse chiesto dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po per completare la progettazione della diga di Vetto. La posizione del gruppo del Carroccio alla Camera arriva tramite un’interrogazione al ministero dell’Ambiente, presentata lunedì a prima firma della parlamentare parmigiana Laura Cavandoli. Nell’atto si ricorda in premessa che ad aprile del 2023 il ministero delle Infrastrutture ha autorizzato l’impegno di spesa di 3,2 milioni a favore dell’Autorità di bacino (AdbPo) per la progettazione di tre opere, inclusa quella dell’invaso sul fiume Enza per “il soddisfacimento dei fabbisogni idrici” della Val d’Enza, nelle province di Reggio Emilia e Parma. A giugno dell’anno scorso il Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale, ente incaricato dall’Autorità tramite una convenzione, ha poi affidato il compito di redigere il cosiddetto “Docfap” della diga, cioè il documento di fattibilità delle alternative progettuali, a sua volta preliminare al progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’opera. La scelta è caduta su una cordata di società ingegneristiche capeggiata dalla “C&S” di Chieti, per un costo di 394.000 euro.
Il “Docfap”, spiegano ancora i leghisti, risulta già finanziato con fondi messi a disposizione dalla regione Emilia-Romagna (300.000 euro), dal Consorzio bonifica Reggio capofila (120.000 euro) e dal Consorzio di bonifica parmense (80.000 euro). L’interrogazione ribatte infine all’AdbPo che, di recente, ha comunicato al Mit lo slittamento al prossimo novembre della presentazione de progetto di fattibilità tecnica ed economica della diga, avanzando inoltre la richiesta di ulteriori risorse per coprire i costi delle attività di analisi che sarebbero destinati ad aumentare. “Sembrerebbe che l’Autorità, gestore in questa fase, abbia lasciato correre il tempo senza alcun progresso, mentre i territori attendono risposte per gli usi plurimi (fabbisogno idrico, agricolo, potabile, laminazione delle piene e idroelettrico), che impongono la realizzazione di un bacino di grandi dimensioni”, si legge nell’interrogazione della Lega. Secondo cui “si deve prendere atto che i fondi stanziati dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Regione e Consorzi di bonifica non hanno ancora prodotto alcun risultato”. Al Mase si chiede infine di verificare “lo stato effettivo di avanzamento del progetto della diga da parte dell’Autorità di bacino distrettuale del Po, e l’utilizzo dei finanziamenti pubblici” e di adottare iniziative “affinché l’Autorità acceleri la procedura di realizzazione di un’opera strategica per le esigenze idriche territoriali”. (Agenzia Dire)
ENERGIA. BERGESIO (LEGA): GOVERNO SI IMPEGNI SU BOLLETTE E RILANCIO NUCLEARE
“Per combattere il caro energia, Governo si impegni su bollette, rilancio nucleare e neutralità tecnologica”. A chiederlo sono i Senatori della Lega attraverso una mozione presentata ieri al Governo di cui è firmatario anche il Senatore Giorgio Maria Bergesio. L’Unione europea “per diventare il primo continente green” ha messo in campo vari strumenti per la decarbonizzazione di vari settori, incluso quello energetico e il sistema per lo scambio delle quote di emissione ETS (emission trading system). Tuttavia, scrivono i firmatari della mozione, “l’aumento del prezzo del gas, unitamente al forte incremento del prezzo dell’anidride carbonica in conseguenza dei più sfidanti obiettivi di decarbonizzazione (55 per cento di riduzione delle emissioni al 2030 rispetto al 1990) ha portato ad un forte aumento del prezzo dell’energia elettrica, tanto che nel 2024 il prezzo medio giornaliero dell’energia elettrica in Italia è stato pari a 108,5 euro a megawattora, il più alto dell’Unione europea: l’87 per cento in più della Francia, il 72 per cento in più della Spagna e il 38 in più della Germania”. Non solo. Bergesio, Vicepresidente Commissione Attività Produttive del Senato spiega: “A gennaio 2025 il prezzo medio giornaliero dell’elettricità in Italia è aumentato a circa 143 euro a megawattora, mentre il prezzo medio giornaliero del gas è quasi a 50 euro a megawattora”. Di qui la necessità di abbassare le bollette di famiglie ed imprese, attraverso una serie di misure che il parlamentare della Lega riepiloga: “Abbiamo chiesto che il Governo si impegni a prevedere un sostegno ai clienti domestici economicamente svantaggiati ed ai clienti domestici in gravi condizioni di salute, e a dare piena attuazione all’ “energy release 2.0” e al “gas release 2.0″ mediante l’aumento della produzione nazionale di gas naturale per il rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti, a potenziare lo strumento dei contratti di lungo termine per l’energia verde favorendo l’aggregazione della domanda con le piccole e medie imprese e ad attivare le procedure per consentire la realizzazione del rigassificatore di Gioia Tauro, considerato opera strategica, al fine di potenziare la capacità di ingresso da sud del gas”. E ancora: “Abbiamo chiesto di individuare nuovi strumenti di promozione e sostegno dell’efficientamento energetico, in particolare per la riqualificazione degli edifici residenziali e di assicurare e far osservare in Unione europea il principio della neutralità tecnologica”, aggiunge il Senatore Bergesio, che conclude: “Fondamentale accelerare il rilancio del nucleare attraverso l’impiego di mini reattori nucleari modulari, per contenere i prezzi dell’elettricità ma soprattutto per la sicurezza del sistema energetico nazionale”. (Agenzia Dire).
Rassegna parlamentare a cura di MF