DECRETO BOLLETTE
E’ stato pubblicato sulla G.U. dello scorso 28 febbraio il decreto legge “Misure urgenti in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale nonche’ per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorita’ di vigilanza” (c.d. decreto Bollette).
Per le famiglie con un reddito Isee fino a 25.000 euro è previsto per il prossimo trimestre un sostegno a richiesta di circa 200 euro. Il contributo salirà a più di 500 euro per i nuclei familiari con un Isee fino a 9530 euro, che dunque possiedono i requisiti per accedere al bonus sociale per disagio economico.
Il decreto, infine, proroga di due anni l’obbligo di passaggio al mercato libero dell’energia per i cosiddetti clienti vulnerabili.
Quanto alle imprese, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa ha spiegato che saranno tagliati gli oneri di sistema alle piccole e medie imprese, garantendo un risparmio sulle bollette di circa il 20 per cento. Con oneri di sistema si fa riferimento a tutte quelle spese per la gestione dell’infrastruttura energetica e per l’incentivazione delle rinnovabili: compaiono in bolletta ma sono slegate dai consumi.
Giorgetti ha specificato che l’intervento contenitivo riguarderà le bollette del prossimo trimestre “nell’auspicio, che peraltro è dimostrato dall’andamento dei prezzi di mercato, […] che si riducano”.
L’aumento delle bollette del gas e dell’energia elettrica è legato – in entrambi i casi – all’aumento dei prezzi del gas, che a loro volta sono influenzati da dinamiche globali di domanda e offerta. Riassumendo molto, i prezzi europei del gas sono su livelli alti perché il mercato avverte una “tensione” nell’equilibrio tra offerta e domanda e percepisce la situazione degli approvvigionamenti comunitari come meno “sicura” di un tempo, data la maggiore esposizione al commercio globale di Gnl.
Il decreto Bollette stabilisce inoltre degli obblighi di trasparenza ai gestori energetici. Inoltre, “oltre un certo prezzo dell’energia – specifica il Governo – lo stato ha deciso che rinuncerà all’Iva e destinerà l’eccesso di Iva alla riduzione delle bollette. Abbiamo inoltre costruito un meccanismo che ci consentirà di utilizzare, in base all’andamento futuro dei prezzi dell’energia, anche ulteriori 3,5 miliardi di euro del Fondo sociale per il clima”. (Start Magazine)
DECRETO RICOSTRUZIONE POST CALAMITA’
La Commissione Ambiente ed Energia del Senato ha concluso il 4 marzo l’esame del ddl recante Legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità (AS. 1294 Governo, approvato dalla Camera).
Il provvedimento approderà in Aula a partire dal prossimo 8 aprile.
INDAGINE CONOSCITIVA SUL NUCLEARE
Proseguono nelle commissioni Ambiente e Attività Produttive le audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva.
Questa settimana sono stati ascoltati Massimo Garribba, responsabile delle politiche EURATOM presso la DG Energia della Commissione UE e Maria Siclari, direttrice generale dell’ISPRA.
EURATOM
“Sugli Small Modular Reactor e la loro sicurezza sarei un attimo prudente: le autorità di regolamentazione devono dare le autorizzazioni per la localizzazione di questo tipo di impianto. E’ chiaro che essendo impianti di dimensioni minori rispetto a reattori di grossa potenza si può immaginare che le zone di esclusione o le misure di sicurezza che vengano prese possano essere di dimensione ridotte. Tengo a sottolineare tuttavia che la legislazione Euratom vigente impone la dimostrazione per qualsiasi tipologia di impianto nucleare di grande o piccola dimensione di evitare in qualsiasi caso di incidente la dispersione di sostanze radioattive al di fuori dal perimetro dell’impianto stesso, quindi qualunque impianto sia licenziato, questi criteri devono essere rispettati”. Massimo Garribba, Direttore generale aggiunto responsabile delle politiche EURATOM presso la Direzione generale energia della Commissione europea, lo dice rispondendo alle domande nel corso della sua audizione alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.
In Europa “le valutazioni mostrano che l’orizzonte del consumo energetico al 2040 sarà circa il 90% da rinnovabili integrate da nucleare. Lasciatemi ricordare che i Trattati europei stabiliscono la prerogativa nazionale nella definizione del mix energetico per ciascun Paese. Il ruolo della Commissione in linea con il trattato Euratom è quello di garantire e mantenere i massimi livelli di sicurezza nucleare nell’Unione Europea. Abbiamo una legislazione che è riconosciuta tra l’altro nel decreto del governo per quanto riguarda la sicurezza e lo smaltimento dei rifiuti”. “In Europa vediamo il 90% rinnovabili e il 10% nucleare nell’orizzonte 2040-2050″, spiega Garribba rispondendo alle domande dei commissari, “l’Italia naturalmente dovrà fare i suoi conti e dovrà decidere sui tempi su come realizzare gli impianti. E’ chiaro che in Europa negli ultimi anni abbiamo assistito alla realizzazione di pochi impianti nucleare, tre ne sono entrati in funzione tra 2024 e 2023 dopo un periodo in cui non abbiamo avuto niente. È evidente quindi che se c’è un movimento verso l’intensificazione alla costruzione di impianti nucleari la catena del valore e le imprese che devono produrre i vari componenti hanno bisogno di andare a regime”.
“Da circa 24 mesi attraverso tutta l’Europa c’è un crescente interesse da parte di un numero sempre maggiore di Stati membri per l’utilizzo dell’energia nucleare, in 12 hanno sottoscritto un’alleanza per promuovere il settore in Europa. Per quanto riguarda gli Stati membri che si avviano o prevedono di ampliare i loro programma nucleari, è importante che dispongano di una strategia credibile e realistica per compiere i progressi necessari e le decisioni di investimento necessarie. In particolare vorrei sottolineare che prima di tutto è cruciale che gli Stati membri dispongano di solide Autorità di regolamentazione in materia di sicurezza nucleare dotate di risorse sia umane che finanziarie per sostenere un qualunque piano di espansione nucleare”. Massimo Garribba, Direttore generale aggiunto responsabile delle politiche EURATOM presso la Direzione generale energia della Commissione europea, lo dice in audizione alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione. “E’ poi essenziale che l’energia nucleare sia sviluppata nel modo più efficiente sotto il profilo di costi e tempi ma soprattutto che continui a essere utilizzata in linea con i più elevati standard di sicurezza e salvaguardia di materiale nucleare, per evitare situazioni di proliferazione, e garantendo una gestione sicura dei rifiuti radioattivi compreso lo smaltimento in modo responsabile ed efficace”, aggiunge Garribba.
La Commissione europea ha “una vista particolare sul Piano d’azione per l’Energia a prezzi sostenibili contestualmente al Patto per l’Industria pulita“, spiega Garribba, “il Piano d’azione indica la necessità di pubblicare un nuovo Programma indicativo nucleare per l’Unione europea, noto come PINC, un requisito del trattato Euratom per valutare gli investimenti necessari ai paesi membri in vista di realizzare dei piani di sviluppo dell’energia nucleare”. Ciò “include un impegno a valutare in che modo le norme debbano essere razionalizzate per uno svilupp più rapido e sicuro in Europa di nuove tecnologie nucleari come i Piccoli reattori modulari”, sottolinea.
“Il Piano d’azione per l’energia a prezzi sostenibili sottolinea inoltre l’importanza della fusione come tecnologia energetica pulita di prossima generazione“, prosegue Massimo Garribba, Direttore generale aggiunto responsabile delle politiche EURATOM presso la Direzione generale energia della Commissione europea. “È chiaro quindi che nella visione della Commissione l’energia nucleare ha un ruolo per l’obiettivo della decarbonizzazione verso il 2050– segnala Garribba- Tengo a precisare che al momento in Europa abbiamo 100 GigaWatt elettrici da energia nucleare che rappresentano circa il 23% della elettricità prodotta. Ci si aspetta che il ruolo dell’energia elettrica nel consumo finale di energia raddoppierà all’orizzonte 2040, passando da circa il 25% attuale al 50%. Ricordo come la crescita dei data center e l’importanza dell’IA contribuiranno a queste stime di crescita, che potrebbero essere in questo senso sottovalutate”.
“È vitale che l’indipendenza strategica sia mantenuta, evitando che l’industria nucleare sia legata a singoli fornitori non affidabili sia per la costruzione degli impianti che per la fornitura del combustibile. È necessario inoltre mantenere i più estesi standard di trasparenza e porre la partecipazione del pubblico al centro di tutte le fasi decisionali”. Rispondendo alle domande dei commissari, Garribba spiega poi che “sull’arricchimento la dipendenza esterna europea dall’area russa è intorno al 25%, un numero simile a quello degli Stati Uniti che dipendono pure tra il 20 e il 25% dalla Russia. È importante sottolineare che c’è uno sforzo notevole dell’industria per aumentare la produzione autoctona”. Ciò detto, “è importante anche fare una distinzione tra la parte dell’arricchimento e quella dell’uranio naturale, i mercati dell’uranio naturale sono completamente aperti e quindi non vediamo a breve scadenza nessun particolare problema su questo tema”, precisa.
ISPRA
“ISPRA è titolare di dati di informazione ambientale ma anche di strumenti che diventano veramente importanti quando parliamo di pianificazione energetica sostenibile e soprattutto quando parliamo di politiche che richiedono un uso sostenibile delle risorse energetiche. ISPRA ha una tradizione perché era autorità di regolazione del sistema di valutazione nucleare e radioprotezione, c’era il dipartimento Nucleare e rischio tecnologico e industriale che nel 2014 è confluito a ISIN, e proprio con esso nasce l’ispettorato”. Maria Siclari, direttrice generale Istituto Superiore Protezione Ambientale- ISPRA, lo dice in audizione alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione, sottolineando “l‘importanza della valutazione scientifica per la sicurezza ambientale quando parliamo di politiche di transizione energetica, ISPRA lo può fare”. Ciò detto, in riferimento specifico al piano per il ritorno del nucleare in Italia, e al ruolo di valutazione ambientale che potrebbe ricoprire l’Istituto, “ci aspettiamo un potenziamento di ISPRA nel caso questo compito ci venga assegnato”, dice Siclari rispondendo alle domande dei commissari in chiusura di audizione.
ISPRA “aveva già delle competenze– segnala Siclari- perché proprio nel 2014 viene elaborata la linea guida numero 29, linea guida che stabilisce criteri per il deposito di superficie dei rifiuti radioattivi di media e bassa intensità, tenendo conto degli standard tecnici ma anche delle indicazioni che provenivano dagli organismi internazionali, da AIEA e anche da esperienze di altri Paesi”.
ISPRA “è stata coinvolta nella Piattaforma per un nucleare sostenibile in particolare ci è stato affidato il compito di indagare la possibilità di utilizzare il nucleare con riferimento a tre aspetti che sono l’ambiente, la comunicazione e l’accettabilità sociale- riferisce la DG- Per l’ambiente non avendo dei riferimenti a livello nazionale abbiamo fatto riferimento a quanto indicato a livello internazionale dall’esperienza effettuate da altri Paesi”. “La valutazione degli aspetti ambientali è complessa, richiede informazioni specifiche aggiuntive e deve essere sito-specifica, legata poi alle caratteristiche impianto per impianto”, prosegue Siclari.
“Gli studi in letteratura considerano tutto il ciclo nella valutazione della produzione nucleare e dicono che le emissioni di anidride carbonica del kiloWattora da nucleare calcolate sull’intero ciclo di vita è in linea con le fonti biomassa o eolico“, prosegue la DG ISPRA. “In ambito UE il nucleare è stato inserito nella tassonomia tra le tecnologie sostenibili per mitigare gli impatti climatici nel 2022, nel 2021 c’è stato lo studio del JRC EU sull’inclusione del nucleare in tassonomia e sulla valutazione scientifica del principio DNSH (do not significant harm, ndr)”.
L’istituto dà supporto al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica “nelle attività di caratterizzazione, monitoraggio e analisi della qualità ambientale dell’impianto, della sostenibilità della produzione, dell’utilizzo del combustibile” e ancora “nelle fasi di valutazione ambientale con riferimento alla Commissione VIA, come supporto quando deve esser rilasciata la dichiarazione integrata ambientale per gli impianti ma anche con riferimento alla VAS sul programma di gestione dei combustibili radioattivi, la VAS del Piano di adattamento ai cambiamenti climatici e del PNIEC”. (Agenzia Dire)
INDAGINE CONOSCITIVA SULLA RESPONSABILITA’ DEI PRODUTTORI NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI TESSILI
Proseguono le audizioni alla Commissione Ambiente della Camera. Questa settimana è stato ascoltato Francesco Sicilia, direttore generale di UNIRIMA.
“In vista dell’adozione di un provvedimento che regoli l’EPR tessile è necessario non coinvolgere all’interno della disciplina gli scarti tessili del pre-consumo. Si dovrebbe specificare chiaramente che i rifiuti tessili pre-consumo non possono essere gestiti dal sistema EPR, che nasce per recuperare i prodotti immessi sul mercato a fine consumo, non per gestire gli scarti pre-consumo.” così Francesco Sicilia, Direttore Generale di UNIRIMA, intervenuto in audizione in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati sulle tematiche concernenti i regimi di responsabilità estesa del produttore nella gestione dei rifiuti nel settore tessile. “Il legislatore dovrebbe altresì definire fin da subito anche la percentuale di obiettivi di riciclo. UNIRIMA chiede che siano dunque definiti nel decreto specifici obiettivi per incentivare il riciclo” ha concluso Sicilia.
PDL GIORNATA RICICLO CARTA
La Commissione Ambiente della Camera ha iniziato il 4 marzo l’esame della pdl recante istituzione della Giornata nazionale del riciclo della carta (AC. 2111 Massimo Milani – FdI).
Nella seduta del 4 marzo, il relatore Milani ha illustrato il provvedimento che si compone di due articoli.
Rassegna parlamentare a cura di MF