DECRETO RICOSTRUZIONE POST CALAMITA’
È stata pubblicata, nella G.U. n. 76 del 1° aprile 2025, la Legge-quadro in materia di ricostruzione post-calamità (Legge 18 marzo 2025, n. 40). Si tratta di una Riforma attesa, che intende porre rimedio alla frammentazione normativa e operativa che ha spesso rallentato e complicato la risposta dello Stato e degli Enti Locali alle emergenze. Continua a leggere qui
DECRETO BOLLETTE
La commissione Attività produttive di Montecitorio ha concluso il 10 aprile i lavori sul decreto Bollette, dando mandato ai relatori per l’approdo in Aula lunedì 15 aprile e voto di fiducia il giorno successivo. Il testo, così blindato, approderà al Senato per il via libera definitivo che dovrà arrivare entro il 29 aprile.
L’emendamento sul bonus elettrodomestici cancella il riferimento alla nuova classe energetica B come soglia minima di efficienza per l’acquisto, in quanto in questa categoria i prodotti realizzati in Italia sono inesistenti o quasi. Tutto è rinviato al decreto interministeriale di attuazione Mimit-Mef.
Arriva inoltre l’ok alla norma che esclude dalla stangata fiscale sui costi chilometrici per auto con motori termici o ibride le auto aziendali ordinate dai datori di lavoro entro il 31 dicembre 2024 e concesse in uso promiscuo ai dipendenti entro il 30 giugno 2025.
Tra gli emendamenti approvati, figura anche il correttivo firmato dal presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, Alberto Luigi Gusmeroli (Lega), che consente ai clienti vulnerabili di poter rientrare nel mercato di maggior tutela o, se sarà a regime, nel servizio di vulnerabilità, quando arriverà a traguardo il meccanismo tutele graduali (31 marzo 2027), nato per “accompagnare” verso il mercato libero i clienti non vulnerabili che non avevano operato una scelta e nel quale è stata ammessa, sempre su input dell’esponente del Carroccio, anche questa categoria di utenti.
Tra gli altri emendamenti approvati va segnalato il correttivo presentato da FdI che blocca i pignoramenti della casa quando il debito condominiale delle bollette non supera i 5mila euro.
Via libera anche all’emendamento di Fi che permette di «scegliere soluzioni di autoproduzione simultaneamente con più e diversi produttori». Si allungano poi da 30 giorni a tre mesi i tempi concessi ad Arera per fissare le regole per le bollette trasparenti.
Sul provvedimento ha concluso l’esame in consultiva la Commissione Bilancio, che ha espresso il parere di competenza, spiegando il meccanismo alla base degli sconti aggiuntivi coperti dall’ IVA.
Il meccanismo, si legge nel parere, potrà essere applicato «in misura coerente con i presìdi che il nuovo quadro normativo interno adotterà al fine di tenere conto delle nuove regole della governance economica europea». Quando sarà terminato questo lavoro, (che a oggi non è nemmeno iniziato), prenderanno forma i «presìdi» chiamati a regolare l’applicazione di questo sistema che gira alle bollette dei fragili l’extragettito Iva una volta accertato. Difficile fare previsioni: certamente l’attesa non si presenta brevissima.
Su questo aspetto, dura la critica del M5S, secondo cui “il gettito Iva può essere usato solo su saldi di finanza pubblica già avviati e non per nuovi capitoli di spesa. Invece di tassare gli extra-profitti dei colossi energetici che arraffano fiumi di quattrini senza colpo ferire, il governo si inventa strane quanto illegittime partite di giro con i soldi dei cittadini. Ad oggi, di fatto, questo decreto ha sostanzialmente coperture fantasiose.”
Inoltre, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto ha dato mandato agli uffici del ministero di richiedere ai relatori del decret, il ritiro dell’emendamento che affronta il nodo della saturazione virtuale delle reti elettriche. Obiettivo del MASE, viene spiegato, è quello di “giungere ad un intervento normativo organico, volto non soltanto alla soluzione del problema della congestione virtuale della rete, ma anche ad affrontare, attraverso una armonizzazione delle attività di Terna e dei distributori, il tema della capacità fisica di accoglienza delle rinnovabili”. Per questo motivo, Pichetto ha chiesto ai tecnici del ministero l’avvio a breve scadenza di un tavolo con Terna, ARERA e i distributori “per trovare la soluzione ottimale a garantire l’efficace pianificazione dello sviluppo di rete e con essa la qualità dei servizi agli utenti”. Pronta la replica del PD.
“La gestione della spesa pubblica da parte di questo Governo è ormai fuori controllo, come dimostra il caos sul Decreto Bollette. Gli interventi vengono ritirati e smentiti senza soluzioni concrete, confermando l’incapacità dell’esecutivo di affrontare i problemi reali del paese. Il ritiro dell’emendamento dei relatori sulla saturazione delle reti elettriche, annunciato dal Ministro Pichetto Fratin, è l’ennesima prova di come il Governo non abbia la capacità di pianificare e gestire le risorse in modo efficace. Mentre il Governo rimanda continuamente le decisioni, milioni di famiglie e imprese italiane restano in attesa di risposte concrete e tempestive. È evidente che l’esecutivo ha smarrito le leve economiche e non è più in grado di guidare il paese verso soluzioni efficaci“. Così i capigruppo democratici nelle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, Marco Simiani e Vinicio Peluffo.
PROPOSTA DI REGOLAMENTO UE SUGLI STOCCAGGI GAS
La Commissione UE ha svolto in settimana una serie di audizioni ell’ambito dell’esame, ai fini della verifica di conformità al principio di sussidiarietà, della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento Ue 2017 /1938 per quanto riguarda il ruolo dello stoccaggio del gas nell’assicurare l’approvvigionamento di gas prima della stagione invernale.
Proxigas
“La proposta della Commissione europea si limita a prorogare alla fine del 2027 il regolamento vigente: Non è stata ben accolta dagli Stati membri perché il contesto è cambiato. C’è una grande variabilità degli scenari che impone la necessità di introdurre maggiore flessibilità nel regolamento, tanto che si sta lavorando a un testo di compromesso con elementi di flessibilità che ci vedono favorevoli”. Tra questi “target intermedi non vincolanti ma indicativi, flessibilità sui target finale di riempimento da raggiungere tra ottobre e dicembre e non più al 1° novembre, dare possibilità agli Stati membri di rivedere il target finale”. Ciò detto, “auspichiamo tempi brevi, sperando sia specificata la tempistica per la flessibilità e che ci sia una riflessione sulla possibilita della proroga di un anno per il nuovo regolamento per consentire un intervento strutturale alla luce del nuovo contesto”, puntando a contemperare le esigenze di “sicurezza delle forniture evitando tensioni sul prezzo con costi eccessivi per la comunità“. Marta Bucci, direttore generale Proxigas, lo dice in audizione ala commissione Politiche Ue della Camera nell’ambito dell’esame, ai fini della verifica di conformità al principio di sussidiarietà, della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento Ue 2017 /1938 per quanto riguarda il ruolo dello stoccaggio del gas nell’assicurare l’approvvigionamento di gas prima della stagione invernale. “La domanda di gas europea nel 2024 si è attestata a 330 miliardi di metri cubi di gas, lo stoccaggio europeo è a 100 miliardi di metri cubi, l’Italia è il secondo Paese in EU per stoccaggi con la seconda capacità di sotccaggio dopo la Germania. I primi 5 paesi hanno piu del 70% della capacita complessiva europea”, spiega Bucci. “Lo stoccaggio è essenziale per bilanciare la curva di domanda invernale, nei mesi freddi abbiamo picchi consumo che non potrebbero essere soddisfatti da produzione nazionale e importazione, che vengono superate dalla domanda invernale“, segnala la dg Proxigas.
“Essendo essenziale per bilanciare la domanda gas è corretto veguardare le evoluzoni possibili della domanda nazionale“, dice Marta Bucci, direttore generale Proxigas, “nel 2024 si è assestata a 62 miliardi di metri cubi, in lieve aumento rispetto al 2023. I primi mesi del 2025 confermano il trend con una crescita della domanda più sostenuta dell’8%, che potrebbe a fine anno portare un incremento consistente della domanda”. Ecco che si verifica il ruolo da “elemento bilanciatore dei consumi invernali degli stoccaggi”, segnala la dg Proxigas, “e il gas bilancia anche altre variabilità, come quelle climatiche nel settore civile, con riscaldamento e raffrescamento, ma anche la produzione elettrica da rinnovabili con la loro variabilità, poi la variabilità della domanda industriale legata a fattori politici o geopolitici”. Ciò detto, “quest’anno ci apprestiamo a riempire lo stoccaggio con uno sforzo importante, perché la quantità da reiniettare è significativa”, conclude Bucci, e “immetere gas significa immobilizzare un valore imporante, ecco perché servono misyure per facilitare il riempimento e rendere conveniente il differenziale di prezzo tra estate e inverno”.
Snam
“Lo stoccaggio rappresenta per il sistema nazionale una risorsa essenziale coprendo il 30% della domanda invernale e consentendo anche la stabilizzazione dei prezzi. Nell’ultimo anno termico abbiamo avuto un processo di riempimento dello stoccaggio molto buono. Siamo partiti ad aprile 2024 con un livello record di scorte di stoccaggio, raggiungendo il 99% nell’ottobre 2024 di disponibilità di riserve. Da lì è cominciato lo svuotamento, che quest’anno è stato più intensivo rispetto agli anni precedenti, per varie motivazioni. La prima è che l’inverno ha avuto una climatica più fredda degli ultimi due anni termici. Un altro effetto che ha causato un uso intensivo delle scorte gas, in particolare da parte del termoelettrico per via di un minore import elettrico dall’estero e minore disponibilità di produzione rinnovabile. Poi ci sono le dinamiche di prezzo, con prezzi sul mercato che incentivavano lo svuotamento. Ecco perché si è registrato uno svuotamento più marcato, ma nonostante ciò il livello di scorte registrato a fine anno termico, il 31 marzo, è stato comunque alto, parliamo di circa il 43%, più alto della media europea del 34% circa, mentre l’Italia grazie al suo profilo di svuotamento ha avuto riserve di stoccaggio più alte”. Gaetano Mazzitelli, Chief Commercial & Regulatory Officer di SNAM, presidente e managing director di Infrastrutture Trasporto Gas, lo dice in audizione ala commissione Politiche Ue della Camera. “Le procedure di asta condotte nei giorni scorsi hanno consentito l’allocazione del 90% delle capacità di stoccaggio complessivo. Questa è una buona notizia per la sicurezza, perché abbiamo venduto una quantità di spazio in linea con le disposizioni europee in discussione”, spiega Mazzitelli. “Questo vuol dire che c’è una necessità di riempimento degli stoccaggi per il prossimo inverno stimata in circa 10 miliardi di metri cubi, che si vanno ad aggiungere ai consumi nazionali e dovranno provenire prevalentemente da importazione”. Sul fronte dell’import “i flussi di GNL dovranno dare un contributo significativo, l’entrata in servizo da marzo 2025 della FSRU a Ravenna darà un contributo essenziale“, dice il rappresentante di SNAM.
Ciò detto, “non possiamo permetterci lusso di tenere gli stoccaggi vuoti, sono una risora che si paga ma ha benefici”, conclude Gaetano Mazzitelli, Chief Commercial & Regulatory Officer di SNAM, presidente e managing director di Infrastrutture Trasporto Gas, “farlo non ha senso, si devono riempire perché hanno un effetto benefico, in particolare sulla stabilizzazione dei prezzi. Come si debba raggiungere il riempimento tocca deciderlo alle istituzioni” suggerendo “un intervento pubblico pronto a sopperire mercato, un mix bilanciato pubblico-mercato credo sia la soluzione migliore”.
Acquirente Unico
A fronte dell’obiettivo condivisibile della proposta di proroga del regolamento europeo sugli stoccaggi di gas, la politica ha tutti gli strumenti per agire anche autonomamente per arginare, almeno parzialmente, le tensioni speculative dei mercati ed i loro riflessi sui prezzi dell’energia e ciò sia utilizzando la flessibilità di riempimento degli stoccaggi concessa dall’UE, sia adottando in modo sempre più convinto strumenti contrattuali che previlegino l’utilizzo delle rinnovabili”. Giuseppe Moles, Amministratore delegato di Acquirente Unico, lo dice nel corso dell’audizione. “Si tratta di misure che rispondevano alla necessità di affrontare la crisi dell’offerta di gas e gli aumenti dei prezzi provocati dalla guerra in Ucraina a partire dal febbraio 2022, ma- ricorda Moles- ad oggi rimane forte l’esposizione dei mercati alla volatilità dei prezzi, così come permane la necessità di proteggere il mercato del gas da incertezze e carenze dell’approvvigionamento”. Nel corso dell’Audizione, l’AD di Acquirente Unico, ha inoltre evidenzia che “l’Agenzia internazionale per l’energia e l’Agenzia UE per la cooperazione, fra i regolatori nazionali dell’energia, hanno osservato che i prezzi ‘a pronti’ del gas tendono ad essere più elevati quando i livelli di riempimento degli stoccaggi sono al di sotto della media. Lo stoccaggio, quindi, è determinante per allentare la tensione sui mercati del gas”. “Da un lato prosegue Moles- una strategia coordinata per ricostituire le scorte di gas potrebbe aiutare a mitigare le fluttuazioni dei prezzi e garantire una maggiore sicurezza energetica per tutti i membri dell’Unione Europea; quando gli stoccaggi di gas sono sufficientemente ampi, si può avere una maggiore sicurezza energetica, il che può portare a una stabilizzazione dei prezzi dell’energia elettrica. Al contrario, se le scorte sono basse e c’è una forte domanda, i prezzi possono aumentare a causa della pressione sull’offerta. D’altra parte occorre tenere in considerazione e dare seguito all’invito rivolto dall’Unione Europea agli Stati Membri, anche con il ‘Quinto pacchetto energia’: usare gli strumenti di mercato che di fatto stimolano la produzione di energia da fonti rinnovabili e consentono di fare disaccoppiamento tra il prezzo dell’elettricità da fonti rinnovabili da quello del gas”. Il riferimento “è all’utilizzo di PPA o Contratti per Differenza e, dunque, a meccanismi di lungo periodo, con un impatto positivo sulla riduzione delle emissioni e sui prezzi elettrici”, conclude.
Aiget
“Bene le indicazioni del Consiglio UE” sulle modifiche al regolamento sugli stoccaggi gas, condividendo il passaggio “da 90% a 80% non come obiettivo ma come soglia minima, per rendere meno teso il mercato e evitare un aumento prezzi per la spinta a raggiungere livelli elevati” di riempimento. Bene anche “estendere la finestra riempimento fino a dicembre” e la disposizione di “obiettivi intermedi indicativi e non vincolanti, per non legare troppo il mercato”, così come il “considerare eventuali deroghe in relazione alle diverse velocità riempimento degli stoccaggi, soprattutto per i sotterranei dove abbiamo una minore velocità di iniezione rispetto ad altri Paesi”, questa caratteristica “va considerata e non vanno dati tempi molto stretti”. Bene anche “non estendere a tutto il 2027 la proroga del regolamento per far tesoro di ciò che succede questo anno e evitare di cristallizzare norme per due anni che rischiano di risultare inadeguate”. Sarà il caso infine di “accelerare sul processo di approvazione del Regolamento, per dare regole certe al mercato”. Piergiacomo Sibiano, vicepresidente dell’Associazione italiana di grossisti di energia e trader- AIGET, lo dice in audizione ala commissione Politiche Ue della Camera.
“Il 2025 è un anno significativamente diverso dal 2024” per il gas, spiega Sibiano, “guardando al mercato del gas la differenza è significativa rispetto all’anno scorso”, per fare un esempio “con riferimento a inizio febbraio eravamo a 58 euro MegaWattora nel 2025, nel 2024 eravamo sui 22 euro MWh”. Questo è “un anno particolare per tre cose”, elenca il vicepresidente AIGET: “il clima, quest’anno l’inverno è stato più freddo e questo ha impatto su domanda e prezzo; poi non abbiamo più flussi di gas dalla Russia e ancora c’è qualche ritardo su progetti di impianti di liquefazione degli esportatori, principalmente USA; quest’anno abbiamo una fase in cui il prezzo del gas nel periodo estivo è superiore al prezzo nel periodo invernale, questo rende le condizioni economiche difficili per gli operatori nel procedere con lo stoccaggio”.
“Per queste ragioni di particolarità dell’anno termico abbiamo segnalato alcuni temi e lanciato proposte, tra cui il premio di giacenza, l’azzeramento del prezzo di riserva, nuove procedure di conferimento pluriennale, maggiore flessibilità nello stoccaggio per rendere il mercato meno teso e più velocita nell’iniettare che garantisce più tempo e meno tensione del mercato, l’anticipo delle aste di stoccaggio, come ha fatto il MASE, di qualche settimana, anche se per AIGET vanno ulteriormente anticipate, anche a partire dall’ultimo trimestre dell’anno precedente a quello dello stoccaggio. Tutto questo per rendere mercato meno teso possibile il mercato, diluire la tempistica per cogliere tutti benefici e una ancora maggiore frequenza aste”, prosegue Piergiacomo Sibiano, vicepresidente AIGET. Rispetto all’efficacia delle modifiche proposte, “le aste del mese di marzo senza il premio di giacenza ARERA sono andate deserte, ecco perché lo spread negativo sulla differenza dei prezzi tra estate e inverno è la ragione per cui non sono andate a buon fine le aste“, dice Sibiano, ma il DM MASE 25 marzo 2025 e la delibera ARERA hanno introdotto il premio giacenza, “e le aste di questa settimana anno avuto esito positivo invece, le misure MASE ne hanno permesso il buon esito“.
ARERA
Rispetto al riempimento degli stoccaggi in ambito UE “ARERA propone di segnalare alle istituzioni europee preposte l’opportunità di prevedere per ogni Stato membro adeguati margini di flessibilità per raggiungere gli obiettivi di riempimento al 90%, consentendo di deviare dallo stesso in caso di condizioni di mercato che ne rendano oneroso il conseguimento. Può essere utile anche considerare l’opportunità di allentare i termini temporali per il raggiungimento dell’obiettivo di riempimento, oggi fissato al 1° novembre, estendendolo all’intervallo temporale compreso tra ottobre e dicembre, in modo da offrire ulteriori margini che consentano superare specificità dei diversi mercati. Sui costi di copertura di riempimento degli stoccaggi, in Italia per quelli derivanti da obblighi è assicurata tramite la raccolta del corrispettivo ai punti ingresso rete e provvedimenti nazionali”, ma a livello unionale “la copertura dei costi sia anch’essa improntata allo spirito di solidarietà” e i costi non siano invece trasferiti nel passaggio di frontiera. Stefano Besseghini, presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente- ARERA, lo dice in audizione ala commissione Politiche Ue della Camera.
Besseghini rispondendo alle domande reitera il suggerimento circa l’introduzione di “elementi di flessibilità” che “servono a minimizzare i costi dell’operazione di riempimento”, anche se su di questi “ora si vede una minore incidenza dell’inversione dei prezzi estate-inverno, che è un vulnus alla capacità di riempimento”. Questo perché, precisa il presidente ARERA, “maggiore flessibilità possibile vuol dire prendere tutte le possibilità che si offrono nel momento in cui si presentano, rispettando la curba di riempimento” degli stoccaggi.
“Non ci aspettiamo impatti significativi come quelli nel peridio della crisi energetica ma poniamo attenzione”, prosegue Stefano Besseghini, presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente- ARERA. La proroga delle norme sul riempimento al 2027 “trova collocazione ovvia nel contesto geopolitico e nella volatilità dei prezzi dall’autunno dello scorso anno, con preoccupanti picchi prezzo sul mercato europeo già a metà febbraio 2025“, spiega Besseghini, “in questo contesto la Commissione UE ritiene che il quadro normativo per conseguire l’obiettivo di riempimento al 1° novembre 2025 dovrà essere abbastanza flessibile nella stagione di riempimento in modo da reagire rapidamente alle condizioni mercato e soprattutto sfruttare le migliori condizioni di prezzo”. Dunque, “gli obiettivi di riempimento intermedi diventano indicativi e potranno essere modificati, così da fornire flessibilità ai partecipanti al mercato, evitando sollecitazioni e distorsioni”, rileva il presidente ARERA. Nelle discussioni è stata “posta in luce l’esigenza di diversi Stati membri di introdurre elementi di flessibilità” con “obiettivi intermedi non cogenti ma indicativi. L’Europarlamento ha avviato l’esame del dossier, con approvazione attesa per il prossimo giugno”. In Italia il dl 17/22 (Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali) è intervenuto “per ottimizzare il ciclo di iniezione degli stoccaggi ad almeno il 90%, anche mediante particolari condizioni di esercizio e allocazione spazio e obblighi iniezione”, ricorda Besseghini, “ARERA ha introdotto un meccanismo di premio per la giacenza relativo ai volumi di gas al termine dell’iniezione e contratti per differenza a due vie a copertura del rischio prezzo sui prezzi gas in iniezione e erogazione”, e questi “meccanismi hanno contribuito a raggiungere gli obiettivi di riempimento” con “114 milioni di MegaWattora, ma hanno comportato costi significativi per il sistema, 5.450 milioni di euro al netto dei ricavi della vendita del Servizio di ultima istanza
Ciò detto, “appare condivisibile l’approccio di ampliare gli attuali margini di flessibilità riconosciuti dall’UE al fine di poter considerare specifiche condizioni mercato che rendono giustificabile una deviazione dalla traiettoria di riempimento, contemperando gli obiettivi di economicità del sistema con la sicurezza delle forniture”, prosegue Stefano Besseghini, presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente- ARERA. “Gli stessi vincoli fanno sì che il gas iniettato per ragioni di sicurezza, e non necessario a normali condizioni di mercato in inverno, creerebbe condizioni di mercato lungo nel periodo invernale e può essere esso stesso causa dell’inversione di prezzo estate-inverno che rende meno economico il riempimento e costringe a misure onerose“, avverte Besseghini.
Energia Libera
“I prezzi dell’estate sono superiori ai prezzi delle consegne 2025 e 2026, anomalia che comporta problemi sul regolamento. La parola d’ordine e flessibilità, situazione vari stati diversa“. Salvatore Pinto, presidente Associazione Energia libera, lo dice in audizione ala commissione Politiche Ue della Camera. “Il governo ha fatto cose importanti sull’estensione delle finestre di conferimento per gli stoccaggi ma questo non basta”, dice Pinto, che propone “sei punti di flessibilità importanti da adottare: la finestra riempimento finale vada estesa fino a dicembre per gestione flessibile; la traiettoria di riempimento sia indicativa e non obbligatoria; arrivare a un riempimento dell’80% e non più del 90%, poi ogni stato fa quel che ritiene piu giusto: tempi brevi per l’approvazione del regolamento; una deroga che tenga conto della velocità di iniezione negli stoccaggi sotterranei, caratteristica tipicamente italiana; limitare al 2026 la proroga del regolamento per avere flessibilità e non rimanere fino al 2027 con le stesse regole” (Agenzia Dire).
PDL Riforma Corte dei Conti
Primo via libera alla riforma della Corte dei Conti. La Camera dei deputati ha approvato la proposta di legge che introduce modifiche al funzionamento della magistratura contabile e alla disciplina della responsabilità amministrativa dei dipendenti pubblici. Il provvedimento, composto da sei articoli, passa ora all’esame del Senato. Ecco i principali contenuti. Continua a leggere qui
DECRETO POLIZZE CATASTROFALI
È stato assegnato alla commissione Ambiente della Camera il decreto legge, varato dal Consiglio dei ministri del 28 marzo, recante “misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali”.
Il decreto, si ricorda, proroga per alcune categorie di imprese, l’obbligo di stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale.
Nel dettaglio, il termine del 1° aprile è differito al 1° ottobre 2025 per le medie imprese e al 1° gennaio 2026 per le piccole e micro imprese.
Rimane fermo, invece, al 1° aprile il termine per le grandi imprese. Ma per tali soggetti non si tiene conto, per ulteriori 90 giorni, dell’eventuale inadempimento dell’obbligo di assicurazione nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali. (Public Policy).
L’esame è iniziato l’8 aprile e sono state svolte delle audizioni.
CNR
“Sono diverse centinaia ricercatori CNR impegnati in attività legate alla prevenzione e mitigazione dei rischi naturali. L’elevata esposizione dell’Italia alle calamità naturali e l’aumento della frequenza e intensita fattori di rischio legati a crisi climatica rendono urgente trovare modalità di mitigazione”. Quindi “condividiamo pienamente il rinvio” perché “i nuovi termini indicati possono essere utilmente impiegati per rendere più trasparenti e chiare alcune definizioni“. Iolanda Gaudiosi, dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR-IGAG, in rappresentanza del CNR, lo dice in audizione alla commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame, in sede referente, del disegno di legge di conversione del decreto 31 marzo 2025, n. 39, recante misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali. “Andrebbe esplicitato con maggiore chiarezza cosa si intende per sisma, alluvione, frana, esondazione”, dice Gaudiosi, “le recenti emergenze sismiche indicano che un danneggiamento può essere legato alle scosse ma altri fenomeni collegati ai sismi possono aggravare il danneggiamento, e andrebbe indicato se vengono comprese”. Quindi si deve “chiarire la definizione di sisma e rischio connessi”, suggerisce la ricercatrice CNR-IGAG, “suggeriamo inoltre di utilizzare parametri di sintesi che consentano di includere stime di pericolosità locale all’interno di stime di pericolosità di base”. Inoltre, “sul rischio alluvione è fondamentale conoscere gli eventi del passato e paragonarli agli attuali, nel contesto del rischio climatico” e si dovrebbe “verificare livelli di rischio sismico locali, con una microzonazione sismica che permetterebbe di realizzare una scala di pericolosità”, segnala Gaudiosi. Il rinvio fornisce “tempo utile a colmare lacune di conoscenza e a realizzare valutazioni più attente sui costi. Differiscono da zona a zona ma in alcune aree del paese possono condizionarne lo sviluppo” precisa la ricercatrice. “Occorre ridurre il divario di conoscenza tra valutazione del rischio ex ante e quantificazione dei danni ex post, in modo da poter ridurre il rischio di impresa per le compagnie assicurative e di conseguenza abbattere il premio pagato dalle imprese”, conclude la ricercatrice CNR-IGAG, “suggeriamo l’istituzione di un tavolo tecnico o di un osservatorio che possa occuparsi di tali valutazioni”. (Agenzia Dire).
IVASS
“Rispetto al perimetro del provvedimento, il numero di imprese di assicurazione coinvolte è di 63 per quanto riguarda quelle vigilate dall’IVASS e di 517 per quelle vigilate da autorità estere. In totale ci sono 580 imprese che avranno l’obbligo di contrarre le polizze. Al momento per le compagnie vigilate da IVASS c’è una raccolta nel ramo Cat Nat (Catastrofi Naturali, ndr) di 3,5 miliardi di euro, pari al 9,3% del ramo danni, per un totale di circa 19 milioni di contratti. Quando il provvedimento sarà pienamente a regime i numeri saranno molto diversi. Per le imprese commerciali i dati sono un po’ più incerti, la fonte Istat parla di 4,5 milioni di imprese coinvolte, non agricole, mentre Unioncamere ha numeri piu elevati del 28%, si parla di 5,8 milioni di imprese coinvolte”. Riccardo Cesario, consigliere dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni- IVASS, lo dice in audizione alla commissione Ambiente della Camera.
“E’ importante la proporzionalità dei premi al rischio, ogni territorio ha un’esposizine diversa per terremoti, frane”, dice Cesario, proporzionalità che “dipenderà da misure di mitigazione che le imprese hanno realizzato, momenti di sconto della copertura stessa”. Per IVASS è “importante la novità portata dall’art 22 legge sulla Concorrenza che ha previsto la creazione di un portale informatico di comparazione, come quello che abbiamo creato per la RcAuto, e noi ci stiamo avvicinando per step”, prosegue. “Il primo passo è creare un portale con tutti i contratti disponibili sul mercato di tutte le imprese, in modo che chi vuole coprirsi ha tutta l’offerta disponibile sul mercato”, dice Cesario, “il secondo è creare un osservatorio dei prezzi per area territoriale, comunale o provinciale, vedremo con Antitrust, che è quello che facciamo per le coperture Rc auto”. L’ultimo passaggio, “un po’ più complicato, è quello di un vero e proprio preventivatore Cat Nat come quello che abbiamo per RcAuto, il passaggio sarà creare attraverso un decreto del MIMIT un contratto base di tipo Cat Nat, uniforme, una base unica con le minime coperture richieste per una comparazione adeguata, o si confrontano contratti troppo diversi”, conclude il consigliere IVASS. (Agenzia Dire)
(Continua la prossima settimana).
COMMISSIONE ECOMAFIE
“Si è svolta in settimana la missione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti a Palazzuolo sul Senio, nel territorio del Mugello. Nel corso dei sopralluoghi abbiamo raccolto sul campo le informazioni necessarie a ricostruire con precisione quanto accaduto in seguito alla frana che ha coinvolto l’area del torrente Rovigo provocando uno sversamento di rifiuti, provenienti da una discarica sorta oltre 50 anni fa solo in via provvisoria, in un contesto ambientale estremamente delicato. Come Commissione continueremo a lavorare con la massima attenzione, analizzando ogni dettaglio utile a comprendere le cause dell’evento e le sue conseguenze. Valuteremo gli impatti sul territorio, sulla salute pubblica e sulle matrici ambientali, con l’obiettivo di individuare ogni eventuale responsabilità e di segnalare criticità che richiedano interventi immediati. Ai cittadini va garantita chiarezza, sicurezza e rispetto per il territorio in cui vivono. È un dovere che portiamo avanti con determinazione e senso delle istituzioni”. È quanto dichiara la senatrice Simona Petrucci, capogruppo di Fratelli d’Italia nella Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. (Agenzia Dire).
DAL GOVERNO
Il Governo approva il Def e dimezza la crescita
Il Governo dimezza le stime della crescita per il 2025 ma in compenso il deficit scenderà sotto al 3% già dal 2026, con il debito in frenata dall’anno successivo per via dell’attenuarsi del peso del Superbonus sui conti pubblici. Il Def approvato dal Cdm indica per quest’anno il Pil al +0,6% (nel Psb dello scorso autunno era a +1,2) mentre per 2026 e 2027 ipotizza un aumento a +0,8%. La revisione al ribasso è stata influenzata da diversi fattori: la guerra commerciale in atto scatenata dagli Usa con i dazi globali reciproci, i conflitti in corso in Ucraina e Medio Oriente, i contraccolpi del caro energia. “Questo Def viene adottato in una situazione molto complessa sotto l’aspetto economico globale, tutto ciò rende molto complicate e difficili, persino aleatorie, le previsioni di lungo ma anche quelle di medio termine”, sottolinea il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
L’annuncio di una pausa dei dazi Usa di 90 giorni per trattare con le controparti, ad eccezione della Cina, arriva nel corso della conferenza stampa e Giorgetti specifica: “La previsione di crescita la abbiamo già ridimensionata rispetto a quelli che erano i documenti di qualche giorno fa. Notizie come quella di poco fa potrebbe indurre al rialzo”. I dazi pesano, ma l’impatto è complesso da quantificare vista la volatilità dello scenario: “Abbiamo fatto delle analisi ma è tremendamente complicato fare un calcolo dell’impatto su un paese esportatore come il nostro”. Giorgetti conferma la linea di non cedere al panico di fronte all’impatto negativo dei dazi sui mercati: “Prendo atto di questa iniziativa di Trump, che apprezzo, era quello su cui al G7 di Città del Capo avevamo chiesto si orientasse la nuova amministrazione americana. Bisogna capire gli impatti diretti, bisogna ragionare a mente fredda. Bisogna essere molto chirurgici negli interventi per essere anche molto efficaci”. Il titolare del Mef poi rivendica che “come più volte ribadito, il profilo di finanza pubblica rispetto all’indebitamento netto si mantiene al 3,3% nel 2025, come previsto nel Psb, al 2,8% nel 2026, cioè sotto il 3%, e al 2,6% nel 2027”. Ovvero, attraverso un approccio prudente alla finanza pubblica il Governo sta mantenendo la traiettoria del rapporto deficit/Pil sotto al 3% pattuita con Bruxelles nel Piano struttura di bilancio. Il debito viene fissato al 136,6%nel 2025, al 137,6% nel 2026 e al 137,4% nel 2027 “quando finalmente l’effetto dei crediti del Superbonus tenderà a sgonfiarsi”.
Oltre ai dazi c’è anche il possibile effetto determinato dalle politiche di riarmo. La decisione su un eventuale scostamento di bilancio dovrà essere presa in un prossimo Cdm entro il 30 aprile: “L’aumento delle spese per la difesa chieste da Commissione Ue e Nato implicherà di fare delle scelte che in questo momento non si ritiene di adottare e saranno fatte nei tempi prescritti”, ricorda il Ministro dell’Economia. “C’è una sostanziale richiesta da parte della Commissione di chiedere la clausola nazionale di eccezione rispetto agli indicatori, entro la fine di aprile. Quindi probabilmente in sede di risoluzione sul Def il Parlamento si dovrà esprimere, perché procedendo in quel senso si dovrà fare uno scostamento che prevede procedura rafforzata di votazione nelle due Camere”. (Nomos).
Rassegna parlamentare a cura di MF