Decreto alluvioni: al via l’iter in commissione

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Foto di Bernd 📷 Dittrich su Unsplash

DECRETO ALLUVIONI

La Commissione Ambiente ed Energia del Senato ha iniziato il 13 maggio l’esame del ddl di conversione in legge del decreto-legge 7 maggio 2025, n. 65, recante ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile (AS. 1479) (scade il 6 luglio). Il decreto è stato pubblicato questa settimana sulla G.U.

Nel corso della seduta è stato illustrato l’articolato del provvedimento.

Previsto un ciclo di audizioni. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato al 28 maggio.

Relatrice del provvedimento è la senatrice Tubetti (Fdi).


DECRETO POLIZZE CATASTROFALI

Continua la rassegna delle audizioni dello scorso aprile. Il decreto è stato approvato la scorsa settimana in prima lettura dalla Camera e ora è all’esame del Senato per la seconda lettura.

CONFESERCENTI

“Esprimiamo apprezzamento per le nuove disposizioni sui contratti assicurativi per la copertura da danni catastrofali”, misure benvenute perché “dovrebbero consentire la continuità aziendale” in caso di disastri. “Bene l’immediata liquidazione del 30% dei danni indennizzabili quando sia dichiari lo stato d’emergenza”, elemento che auspichiamo si applichi anche in casi meno specifici”. Calcolando un costo di 4 miliardi per lo Stato da eventi catastrofali l’anno con l’obbligo di polizza si realizza “un risparmio per lo Stato ma un esborso a fondo perduto per le imprese”, circostanza che “ha una sua ragione quando lo Stato vada investire davvero in politiche di mitigazione o confinamento eventi imprevedibili“. Giuseppe Dell’Aquila, responsabile Area Legislativa Confesercenti, lo dice in audizione alla commissione Ambiente della Camera. Tra le “criticità, la prima è sugli immobili in locazione, la metà degli immobili a uso imprenditoriale è in locazione, 1.5 milioni di unità immobiliari”, dice Dell’Aquila, “se si conferma l’impostazione per cui imprese non proprietarie ma che li usano sono obbligate all’assicurazione, beneficiando dell’indenizzo i proprietari i contratti di affitto vanno adeguati con una partecipazione sul costo dell’assicurazione, una disposizione che disponga una compensazione tra canoni di affitto con canoni assicurativi”. Servirà “chiarire anche sui beni che vanno assicurati e da chi” e “aprire a polizze collettive”, immaginando anche un “un fondo che intervenga a favore degli iscritti in caso di eventi catastrofali”, consentendo che “le aziende possano costituirsi in consorzi o aderire a forme collettive idonee per rispondere all’obbligo” assicurativo. (Agenzia Dire).

LEGAMBIENTE

“Lo strumento assicurativo è interessante, è utile e efficace se inserito in un contesto di ragionamento più ampio sulla governance del territorio, visto l’oggetto dell’obbligatorietà, e cioè i rischi catastrofali”. La fragilità del territorio e la sua esposizione a rischi idrogeologici e sismici “è il vero tallone d’Achille del Paese” però “l’obbligo non è garanzia di successo a priori, vedasi i casi delle tasse, della rc auto, vedasi anche il divieto di costruzione in aree a rischio idrogeologico, ma questo divieto non ha impedito si costruisse in zone a rischio”. Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, lo dice in audizione alla Commissione Ambiente della Camera. “L’approccio dell’assicurazione obbligatoria rischia di esser vuoto e emergenziale, un modo in cui lo Stato si lava le mani da eventi catastrofici causati anche da scelte sbagliate dello stesso Stato”, avverte Minutolo, per cui “perché sia utile e efficace va inquadrato in un contesto piu ampio”. In che modo? “E‘ condivisibile la scelta della gradualità dell’entrata in vigore ma dal mio punto di vista sono sbagliati i criteri di valutazione, i parametri presi a riferimento”, spiega il responsabile scientifico di Legambiente, “se l’unico che si usa per la proroga è la dimensione di un’impresa, tale gradualità dell’obbligatorietà dovrebbe derivare dall’esposizione al rischio dell’azienda stessa“. Minutolo ricorda che secondo dati ISPRA in Italia 84mila imprese sono a rischio elevato di frana e 643mila a rischio alluvione. “Queste sono quelle più esposte sui cui si dovrebbe intervenire per prime, e si dovrebbe definire l’obbligatorietà indipendentemente dalle dimensioni delle aziende“. Di più: “l’accesso a fondi pubblici per la sottoscrizione della polizza obbligatoria”, una forma di sostegno alle aziende, “sia indirizzato alla delocalizzazione dalle aree a rischio”, dice il responsabile scientifico di Legambiente. Insomma, l’assicurazione obbligatoria è “uno strumento utile che va inserito in uno scenario più complesso che vada nella direzione giusta”, conclude Minutolo, purché per le “più esposte a rischio – e attraverso la mappatura si sa chi è più a rischio – l’obbligatorietà vada verso queste imprese, derogando le altre e favorendo la delocalizzazione delle imprese a rischio”. (Agenzia Dire).

ANCE

Bene il rinvio dell’obbligo di polizza catastrofale per le imprese, ma il tempo che si guadagna vada usato per chiarire gli adempimenti e le modalità. Soprattutto, il tempo venga usato per ottemperare alla “necessità impellente di un piano strutturale di messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico“. La proroga deve quindi “servire non per deviare l’attenzione dalla problematica generale della messa in sicurezza del territorio quanto per poter rispondere a elementi che richiedono maggiore chiarezza”. Stefano Betti, vicepresidente per l’Edilizia dell’Associazione nazionale costruttori edili- ANCE, lo dice in audizione alla commissione Ambiente della Camera. La posizione di Ance è “sicuramente positiva sulla proroga e sulla scadenza differenziata” dell’obbligo, spiega Betti, “la necessità della proroga deriva dal fatto che tutto il nostro sistema è fatto al 95% da imprese piccole e medio piccole, che hanno maggior necessità di chiarimenti“. Ciò detto, “siamo assolutamente a favore del sistema assicurativo fondato sulla polizza catastrofale perché il nostro è il Paese più colpito in Europa da dissesto idrogeologico e terremoti, elementi che danneggiano la nostra economia”, avverte il rappresentante ANCE, infattio “ove il sistema produttivo era garantito da un’asssicurazione ha potuto riprendere l’attività in tempi più celeri. In Italia, uno studio che abbiamo svolto con Cresme mostra che mentre le spese dello Stato per la ricostruzione da eventi sismici è rimasta costante nel tempo, non è peggiorata, negli ultimi 15-20 anni gli eventi catastrofali da dissesto idrogeologico sono più che triplicati” 

  “Abbiamo un problema come sistema-Paese da cui difendersi”, sottolinea Stefano Betti, vicepresidente per l’Edilizia dell’Associazione nazionale costruttori edili- ANCE, “la risposta attraverso le assicurazioni riteniamo la positiva per la ripresa dell’attività ma non può sostituire la necessità impellente di un piano strutturale per la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico. La proroga deve quindi servire non per deviare l’attenzione dalla problematica generale della messa in sicurezza territorio quanto per poter rispondere a necessari elementi di chiarezza”. Ad esempio “non ci è chiaro se la polizza deve ricadere sui beni di proprieta o i beni di utilizzo“, avverte il rappresentante ANCE, “non sfugge il tema della locazione”, per capire se anche i beni in affitto vadano assicurati e da chi, o quello delle “difformità edilizie non assicurabili, ma possono essere interventi minimi per la funzionalità dell’azienda, quindi si doevrebbe distinguere tra abusi e difformita sanabili magari in corso e non sanabili”. Poi c’è “il problema dei beni merce: si dovrebbe chiarire che quelli in vendita non sono da assicurare perché in possesso temporaneo prima della messa sul mercato”. Da ultimo, segnala Betti, il nostro è “un Paese differenziato, il costo delle assicurazioni andrà commisurato al rischio, alcune zone costeranno più di altre e quindi serve una mutualita collettiva perché altrimenti le zone più costose verrano depauperate di attività produttive perché insediare un’industria lì costerebbe di più”. Quindi, conclude, bene “posticipoare per dare chiarezza”. 

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RASSEGNA STAMPA/APPROFONDIMENTI

Cosa prevede la legge sulla partecipazione dei lavoratori agli utili – Policy Maker 

Primo Firmatario – Podcast del 16/5. Focus sul Ddl Nucleare (dal minuto 7’30”).

 

Rassegna parlamentare a cura di MF