DECRETO PA
Con 99 voti favorevoli, 70 contrari e 2 astenuti, l’Aula del Senato ha approvato il 7 maggio definitivamente il ddl di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni (AS.1468) (scade il 13 maggio), nel testo approvato dalla Camera sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia.
LEGGE DI DELEGAZIONE EUROPEA 2024
La Commissione Politiche dell’UE della Camera ha concluso il 7 maggio l’esame del ddl recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2024 (AC.2280 Governo, approvato dal Senato).
MONITORAGGIO E STATO DI ATTUAZIONE DEL PNRR
L’Aula della Camera ha concluso il 6 maggio la discussione delle mozioni sul monitoraggio e lo stato di attuazione del PNRR (n. 1-00410 (nuova formulazione) Matteo Richetti – AZ, n. 1-00416 (nuova formulazione) Filippo Scerra – M5S, n. 1-00429 Ylenja Lucaselli – FdI, Stefano Candiani – Lega, Roberto Pella – FI e Francesco Saverio Romano – NM-MAIE), 1-00430 Francesca Ghirra – AVS, n. 1-00433 Piero De Luca – PD).
DDL SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA
Con 85 voti favorevoli e 54 contrari, l’Aula del Senato ha approvato l’8 maggio, in prima lettura, il ddl recante misure per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione e deleghe al Governo per la semplificazione, il riordino e il riassetto in determinate materie (AS. 1192-A Governo) (collegato alla manovra di finanza pubblica).
DECRETO POLIZZE CATASTROFALI
L’aula della Camera ha approvato il decreto legge recante misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali. I sì sono stati 128, nessun no e 79 astenuti. Il provvedimento passa all’esame del Senato.
Per i contenuti del decreto ascolta il podcast Primo Firmatario (dal minuto 5).
Qui le posizioni di altri stakeholder auditi nel corso dell’esame in commissione, ad aprile.
Confcommercio
Bene le proroghe in materia di polizze catastrofali ma occorre sciogliere i nodi interpretativi e operativi. Questo in sintesi quanto Loretta Credaro, vicepresidente di Confcommercio, con incarico per le Politiche Finanza e Assicurazioni, dice in audizione alla Commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame, in sede referente, del disegno di legge di conversione del decreto 31 marzo 2025, n. 39, recante misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali. “Si deve capire innanzitutto la contraenza a chi va in capo, tra locatari e affittuari, ad esempio in caso di vari affittuari di un unico proprietario, e soprattutto in caso di liquidazione: verrebbe liquidato l’assicurato che potrebbe non essere chi ha pagato il premio”, dice Credaro. Poi si deve chiarire sulla “metodologia di valutazione del rischio, che varia tra compagnie”, avverte la vicepresidente di Confcommercio, “non possibile che un territorio sia di grave rischio per una compagnia e di lieve rischio per un altro”. Ancora, Credaro invita a “chiarire sull’abuso edilizio, perché qualunque difformità potrebbe causare la mancanza di un adeguato ristoro, per cui dobbiamo chiarire cosa è abuso edilizio e cosa no”. Infine, “imposte al 22-25% gravano su un obbligo di legge, e noi come sistema chiediamo l’esenzione, la non applicazione o l’uso dei fondi raccolti per il mondo dell’impresa, anche costituendo un apposito fondo”, conclude la vicepresidente di Confcommercio.
Ania
Si deve stare attenti a non lanciare segnali contrastanti sul mercato: la gelata di fine marzo della richiesta di polizze, significa che la consapevolezza della necessità di proteggersi viene meno anche per il disorientamento tra obbligo e proroga”. Però, a fronte di questo “L’Italia è molto esposta alle calamità naturali, al rischio sismico e idrogeologico”. Infatti “il 40% degli edifici è in zone a rischiosità sismica media o elevata, l’80% del patrimonio edilizio è in zone a significativo rischio idrogeologico”, ma “a fronte di questo elevato rischio solo il 6% delle famiglie e il 5% delle imprese è assicurato contro calamità naturali”. Giovanni Liverani, presidente Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici- ANIA, lo dice in audizione alla commissione Ambiente della Camera. “La fascia più esposta al rischio sono le micro e piccole e medie imprese”, e “la combinazione fra questi due fenomeni fa sì che il sistema produttivo sia fortemente esposto ai rischi, comportando una fragilità del sistema e una minore competitività rispetto a partner internazionali con cui competiamo, cosa ancor più importante con i dazi decisi dall’amministrazione statunitense”, segnala il presidente ANIA. Si tratta di “caratteristiche di fragilità per cui il governo ha fatto bene a introdurre l’obbligo per le imprese di stipulare una polizza catastrofale”, rileva Liverani, decisione che “ha una doppia finalità, non solo mettere in sicurezza il sistema-Paese, che è importante in chiave di competitività internazionale, ma anche perché attraverso l’obbligo ha accelerato la realizzazione di quel concetto di mutualità che consente di mantenere le polizze a un livello accessibile per tutti” in base al quale “visto che tutti devono pagare quei pochi che patiranno un sinistro abbiano risorse per ripartire velocemente”.
Rispetto all’obbligo di assicurazione contro le catastrofi naturali in campo alle aziende “la proroga per noi era meglio non farla ma ne capiamo le ragioni”, tale “proroga consente alla fascia maggiormente esposta – le micro e piccole e medie imprese – di mettere in sicurezza le loro attività”, ma “al tempo stesso crea incertezza sull’effettiva volontà del governo di realizzare questo sistema protettivo”. Giovanni Liverani, presidente Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici- ANIA, lo dice in audizione alla commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame, in sede referente, del disegno di legge di conversione del decreto 31 marzo 2025, n. 39, recante misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali. “Auspichiamo che questo periodo di proroga serva non tanto ad aspettare ma che serva alle micro, piccole e medie imprese per chiedersi quali rischi aggiuntivi vanno coperti per mettere in sicurezza la loro attività”, auspica Liverani, perché “si può prorogare l’obbligo di assicrazione ma non si puo prorogare l’evento catastrofico, l’emergenza rimane”. Ciò detto, “il sistema assicurativo è pronto, le nostre associate sono già organizzate, diverse imprese attente si sono gia assicurate”, spiega il presidente ANIA, riportando che “tra gennaio e marzo c’è stato un afflusso alle agenzie per assicurarsi significativo e superiore al passato”. Poi, però, “la proroga ha creato una battuta d’arresto importante per il processo, quello per cui si realizza la mutualità e si consente alle aziende di accedere all’assicurazione”, lamenta Liverani. Inoltre “non parliamo di cifre esorbitanti, una microimpresa pagherà alcune centinaia euro l’anno, un costo di impresa molto contenuto, e nel tempo grazie alla mutualità e alla competizione sono cifre destinate a ridursi ulteriormente”, prosegue il presidente ANIA, “non è nemmeno difficile scegliere la polizza, parliamo di una polizza obbligatoria con caratteristiche standardizzate che coprono gran parte dei rischi”, quindi “non è difficile confrontare, quel che conta alla fine è il prezzo”. Da ultimo Liverani sottolinea che “la polizza non è una tassa occulta, ma uno scudo di protezione per poter ripartire velocemente in caso di catastrofe naturale”, ma in Italia “la cultura assicurativa non ha assunto questo concetto”.
Conflavoro – PMI
La proroga dell’obbligo di polizza catastrofale per micro, piccole e medie aziende è stata “estremamente importante, equilibrata e opportuna”, una “scelta equilibrata e opportuna che riconosce le peculiarità comparto”. Bene anche “l’impostazione collaborativa adottata dal governo”, auspicando una sempre maggiore interlocuzione e un tavolo di monitoraggio fenomeni di mercato con categorie produttive e IVASS”, ma ci sono “ancora aspetti su cui tenere alta l’attenzione”. Enrico Fantini, delegato di Conflavoro PMI allo Sviluppo d’impresa, lo dice in audizione alla commissione Ambiente della Camera . “Ad esempio servirebbe una modulazione rispetto all’obbligo assicurativo imprese in aree di alto rischio”, quindi “andrebbero studiati e introdotti premi calmierati per le realtà nelle aree più a rischio, che spesso sono anche aree già particolarmente svantaggiate dal punto di vista socioeconomico, con un rischio di spopolamento e desertificazione industriale”, avverte Fantini. Sarà “importante” avere “un’attenzione anche ad un coordinamento con altre forme di coperture e strumenti icentivanti già presenti”, e le polizze “si devono e possono integrare con coperture già in essere”, segnala il delegato di Conflavoro PMI allo Sviluppo d’impresa. Fantini auspica anche “attenzione per le sanzioni sull’eventuale mancata sottoscrizione, si valuti la fornitura di indicazioni precise” sull’obbligo assicurativo, incluso accesso a forme pubbliche di incentivo, il tutto con un “importante obbligo di trasparenza”. Sul tema degli abusi edilizi che causano l’inassicurabilità di un immobile si lavori puntando a “stralciare in ogni modo le piccole irregolarità sanabili o le piccole anomalie ereditate nel tempo, aspetti che potrebbero incidere sull’applicazione delle norme”, prosegue il rappresentante Conflavoro PMI. Fantini suggerisce anche “l’esclusione dall’obbligo o forme contrattulai agevolate per le micro, piccole e medie imprese artigiane che possiedono solo le proprie attrezzature”, tenendo in mente anche “l’individuazione di modalità semplificate e definite per l’ottenimento del risarcimento in caso di calamità naturali”.
Cna – Confartigianato – Casartigiani
Siamo soddisfatti per il rinvio dell’obbligo di assicurazione contro i rischi catastrofali e per lo scaglionamento dei tempi in funzione della dimensione d’impresa rispettoso del criterio di proporzionalità”. Ad affermarlo i rappresentanti di CNA, Confartigianato e Casartigiani ascoltati dai membri della ottava commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera in relazione alla conversione in legge del Dl 39 del 31 marzo scorso. I rappresentanti di artigiani e piccole imprese hanno ribadito le perplessità e le preoccupazioni create nell’ossatura del mondo produttivo italiano dall’introduzione dell’obbligo assicurativo tramite le Legge di Bilancio 2024, che non sono state fugate, come si sperava, dai successivi decreti. “Abbiamo addirittura dovuto attendere con il fiato sospeso la scadenza del 31 marzo – hanno sottolineato – per ottenere l’attesa proroga dei termini da tempo chiesta dalle associazioni di artigiani e piccole imprese”. “Concede un tempo che va proficuamente impiegato dai soggetti coinvolti per garantire finalmente un avvio ordinato dell’obbligo assicurativo ed evitare contestazioni e delusioni in occasione di eventuali fenomeni atmosferici eccezionali, rispetto ai quali si potrà verificarne l’efficacia”. Il tempo che il Dl concede è adeguato a sciogliere una serie di nodi interpretativi, fissare criteri e requisiti standard dei contratti, realizzare il portale Ivass consentendo alle imprese di confrontare le offerte e scegliere consapevolmente. CNA, Confartigianato e Casartigiani chiedono inoltre che: siano esonerate dall’obbligo assicurativo le imprese che nell’attività impiegano immobili in affitto da privati; siano esonerate dall’obbligo assicurativo le imprese che hanno optato per il regime forfetario e le imprese personali che non aderiscono al regime forfetario quando siano dotate di attrezzature dal valore non superiore ai 20mila euro; venga definita per via legislativa la questione dell’esclusione dall’obbligo assicurativo dei beni gravati da abusi edilizi, anche piccole difformità, che penalizza le imprese. (Agenzia Dire).
Continua –
AUDIZIONI
Audizione informale di rappresentanti di Utilitalia, in merito all’attività di trattamento dei fanghi di depurazione da acque reflue per il loro utilizzo in agricoltura come fertilizzanti
Una riforma organica, che renda il contesto normativo stabile e aggiornato, permetterebbe ai fanghi di depurazione da acque reflue urbane di rappresentare un valore aggiunto per l’agricoltura italiana ed europea e contribuirebbe concretamente alla Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, valorizzando risorse preziose come il fosforo e rafforzando l’autonomia europea nel mercato dei fertilizzanti. Il settore richiede però un aggiornamento normativo urgente e coordinato che si basi su: 🔹 revisione legislativa 🔹 approccio basato su analisi di rischio 🔹 semplificazione normativa 🔹 metodiche analitiche affidabili 🔹 maggiore coordinamento tra normative ambientali e agricole.
Mercoledì 7 maggio presso la Commissione Agricoltura della Camera dei deputati Utilitalia è stata audita in merito all’attività di trattamento dei fanghi di depurazione da acque reflue per il loro utilizzo in agricoltura. A presentare le istanze della Federazione sono intervenuti il Presidente Filippo Brandolini, il Direttore Generale Annamaria Barrile e Tania Tellini Direttore Settore Acqua.
QUESTION TIME/INTERROGAZIONI
Il 7 maggio c’è stato il premier question time al Senato ed è stata l’occasione per Giorgia Meloni per rivendicare i risultati del Governo dal suo arrivo a Palazzo Chigi sul fronte della politica estera in virtù di “un protagonismo e un’identità chiara”, come dimostra l’ultima missione a Washington “noi facciamo valere i nostri interessi con tutti i partner, con lealtà, ma senza subalternità ed è esattamente la ragione per la quale veniamo rispettati”. Sottolinea la serietà dell’esecutivo sui conti pubblici che ha permesso all’Italia di presentarsi davanti a mercati, investitori e risparmiatori “in modo credibile di fronte a un quadro economico e finanziario che è oggettivamente molto complesso”. Ribadisce di volere tirare diritto sul dossier riforme e su quello migranti. Nelle risposte alle interrogazioni dei gruppi parlamentari non c’è, nonostante i richiami dell’opposizione di questi giorni al Governo, un riferimento specifico agli sviluppi della crisi in Medioriente.
La premier decide così di toccare il tema, ma senza citare le ultime decisioni assunte dal governo Netanyahu, preferendo mettere agli atti l’impegno del Governo “per la fine permanente delle ostilità” e l’appoggio al lavoro che i paesi arabi stanno portando avanti. “Credo che siano la chiave di volta nella soluzione permanente del conflitto. C’è un piano di ricostruzione che questi Paesi hanno portato avanti a Gaza, dal mio punto di vista credibile, anche per tracciare un quadro regionale di pace e sicurezza: quadro che, chiaramente, lo ribadisco, a nostro avviso deve includere anche la prospettiva dei due Stati”. Dopo aver ribadito il sostegno a Kiev rinnovando “l’urgenza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato” e aver espresso l’auspicio che la Russia voglia dimostrare “concretamente la volontà di costruire la pace, perché l’Ucraina lo ha già fatto”, Meloni affronta il tema della sicurezza in ambito Nato: Italia e Ue, secondo la premier, devono rafforzare le proprie capacità difensive e quindi annuncia che l’Italia “finalmente raggiungerà nel corso del 2025” il target di spesa per la difesa pari al 2% del Pil.
Tornando al bilaterale con Donald Trump, la premier risponde sul tema legato all’importazione di gnl americano: “Partiamo da una collaborazione consolidata che è iniziata con l’amministrazione Biden e che quindi difficilmente può essere venduta come un favore che si sta cercando di fare a Trump”. Sul fronte del disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica, poi, Meloni tende la mano all’opposizione: “La materia è di respiro europeo ma su questo, sulla proposta italiana, vogliamo fare una battaglia insieme in Ue? Perché io sono totalmente d’accordo e quindi una volta tanto possiamo lavorare insieme per arrivare a delle soluzioni che interessano i nostri cittadini”. Diverso invece “l’appello alle Regioni” sulle liste d’attesa: “Ogni anno noi stanziamo delle risorse, ma non le gestiamo. Con un decreto abbiamo chiesto di intervenire con dei poteri sostitutivi ma le Regioni non sono d’accordo. Però gli italiani sappiano che abbiamo queste difficoltà, perché altrimenti noi siamo semplicemente quelli che devono stanziare i soldi ed essere responsabili di quello che non funziona”.
A funzionare, viceversa, è “la strategia a tutto campo” messa in atto sul dossier immigrazione: Meloni annuncia che “alla fine di questa settimana oltre il 25% dei migranti trattenuti in Albania sarà già stato rimpatriato”. Nessun cambio di rotta sulle riforme: “Il premierato sta andando avanti ed è una legge che io continuo a considerare la madre di tutte le riforme. Non dipende da me, perché dipende dal Parlamento; sicuramente la maggioranza è intenzionata a procedere spedita. Esattamente come è intenzionata a procedere spedita sulla riforma della giustizia”. Al leader di Iv, infine, Meloni replica anche sulla legge elettorale: “Le confermo di essere favorevole all’introduzione delle preferenze”.
Al premier time è scontro tra opposizione e la Meloni. Renzi attacca
Inevitabile che il premier question time del Senato si trasformasse in un botta e risposta serrato tra le opposizioni e la presidente del Consiglio. I partiti di centrosinistra incalzano Giorgia Meloni su riforme, difesa, politica internazionale e sanità. Lei incassa le stilettate e risponde punto su punto, senza perdere quasi mai un tono pacato ma fermo. Un pizzico di impazienza, se non di nervosismo, però, si registra almeno nel battibecco con il leader di Italia Viva Matteo Renzi sulle riforme e quando il dem Francesco Boccia dà alla presidente il “bentornata” in Aula, rimproverandole il troppo tempo passato dall’ultimo premier time a Palazzo Madama; poi, Meloni alza i toni quando risponde al capogruppo Pd e prende di petto il tema della sanità. L’obiettivo puntato sulla premier racconta comunque una Meloni spesso ironica, che commenta a bassa voce con i Ministri alcuni passaggi dei senatori avversari o alza le spalle sulle domande delle opposizioni, delle quali si lamenta più volte: “Troppo lunghe, non capisco la domanda”.
Lo scambio di punzecchiature reciproche tra i banchi del Governo e quelli dell’opposizione va avanti per circa un’ora e mezza, con più di qualche momento di tensione. La temperatura sale subito quando prende la parola l’ex premier Matteo Renzi, che ironizza subito sulle “privatizzazioni del Governo”: “Da quando c’è lei gli spagnoli sono in Sparkle, gli americani in Telecom, i tedeschi in Ita e gli australiani in Autostrade”; poi punge: “Più che l’internazionale sovranista, sembra Giochi senza frontiere, altro che sovranismo”. La premier risponde a tono, comincia dicendo di aver ereditato “situazioni compromesse” sui dossier strategici, e le opposizioni la interrompono rumoreggiando. E quando risponde sul premierato, che conferma essere la “madre di tutte le riforme”, coglie l’occasione per la stoccata: “Per quello che riguarda le dimissioni in caso di sconfitta al referendum, senatore Renzi, lo farei anche volentieri ma non farò mai niente che ha già fatto lei”. Concluso l’intervento, la premier torna a sedersi con una punta di stizza. E Renzi insiste: “Mi fa piacere che la presidente del Consiglio un po’ innervosita abbia visto sfuggire la domanda”, E aggiunge: “Che lei non faccia quello che ho fatto io, ce ne siamo accorti”. “La madre di tutte le riforme è diventata una suocera di cui non parla nessuno”, attacca l’ex premier, che viene interrotto più volte dai banchi della maggioranza.
Finito il battibecco, attira l’attenzione l’ingresso a seduta iniziata del vicepremier Antonio Tajani. Che trova i banchi del Governo tutti occupati e si mette a sedere nello spicchio dell’emiciclo riservato a Forza Italia accanto alla Ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Tra i posti riservati al governo, tanti Ministri Meloni siede tra Roberto Calderoli e Orazio Schillaci. A destra, Elisabetta Casellati, Paolo Zangrillo, Daniela Santanché e Alessandra Locatelli. A sinistra, Eugenia Roccella, Carlo Nordio, Andrea Abodi e Alessandro Giuli. In basso il ministro Luca Ciriani e il sottosegretario Alfredo Mantovano. In molti notano l’assenza di Matteo Salvini. (Nomos).
Per approfondire leggi qui
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ENERGIA. “GOVERNO FERMO”, PD INTERROGA MINISTERO SU IMPIANTI MODENA
“Dopo i ripetuti solleciti di Comune e Arpae, perché il Governo non ha ancora convocato la Conferenza dei servizi per discutere delle numerose criticità emerse?”. Lo si legge in un’interrogazione urgente, presentata sia alla Camera sia Senato, dei parlamentari modenesi dem Stefano Vaccari, Maria Cecilia Guerra ed Enza Rando. Rivolta al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, l’atto riguarda la vicenda degli impianti di accumulo di energia elettrica (Bess) nei pressi della centrale di Terna di San Damaso, a Modena. Si spinge quindi a convocare la Conferenza dei servizi, che “ancora non è stata calendarizzata nonostante le numerose e ripetute richieste del Comune di Modena, avanzate già a partire dal settembre dello scorso anno”, continua l’interrogazione. Se l’obiettivo resta quello di “discutere delle criticità riscontrate nel progetto”, in merito agli “impatti rilevanti, con particolare riferimento alla vicinanza con le residenze esistenti”, secondo i parlamentari del Pd “non è chiaro come il ministero possa aver delegato le società interessate al cantiere, Neptune e Uranus, a notificare il vincolo preordinato all’esproprio per l’attuazione dell’ampliamento della Stazione di Terna”. Infatti, insistono i dem, “non risulta presente il progetto definitivo/esecutivo dell’opera di interesse pubblico, che costituisce presupposto essenziale per l’avvio del procedimento di esproprio”. È una mancanza che “non consente di ottemperare agli obblighi di pubblicità e contraddittorio, e rende impossibile procedere con i suddetti espropri”, concludono i parlamentari modenesi. (Agenzia Dire).
RASSEGNA STAMPA
Due mesi dall’ok in Cdm: che fine ha fatto il ddl sul nucleare? – PublicPolicy 2/5
Rassegna parlamentare a cura di MF