ALLUVIONE. FI PORTA IN SENATO EMENDAMENTO PER SISMA TREDOZIO 2023
Approda in Senato l’emendamento a favore dei Comuni del forlivese colpiti dal terremoto nel settembre 2023, a pochi mesi di distanza dall’alluvione. Ed è proprio in sede di conversione del decreto legge destinato alla ricostruzione dopo le inondazioni, che Forza Italia ha fatto inserire uno stanziamento di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026. Risorse destinate appunto agli interventi post-sisma. “Rappresenta un segnale concreto e necessario per territori già duramente provati dall’alluvione del maggio 2023- spiega la deputata e coordinatrice azzurra in Emilia-Romagna, Rosaria Tassinari- è una misura che ho fortemente voluto, frutto di un’idea che ho personalmente elaborato e portato avanti insieme all’Ufficio legislativo di Forza Italia”. L’iter che ha portato a presentare oggi l’emendamento in Senato, rivendica infatti Tassinari, parte da un ordine del giorno della deputata Fi approvato alla Camera nell’agosto 2024. “In quell’atto chiedevo con forza al Governo di intervenire per colmare un vuoto normativo sulla ricostruzione post-sisma, integrando gli strumenti già previsti per l’alluvione- ricorda Tassinari- oggi, con questo emendamento, si dà concretezza a quell’impegno”. Tenendo conto che gli stessi Comuni hanno subito sia alluvione che terremoto, nel testo si propone di utilizzare le stesse procedure semplificate per entrambe le ricostruzioni. “Ciò consente di accelerare i tempi e utilizzare da subito risorse già disponibili, senza attendere quelle previste solo a partire dal 2027”, spiega Tassinari.
L’emendamento per il forlivese inoltre “amplia la platea dei Comuni che potranno accedere ai fondi, includendo tutti quelli colpiti dal terremoto del 18 settembre 2023. Si tratta di una risposta concreta ai bisogni reali dei territori montani e pedemontani, troppo spesso ai margini del dibattito nazionale”. Dai sopralluoghi fatti nei Comuni colpiti, e cioè Tredozio, Rocca San Casciano, Modigliana e Predappio, “ho potuto toccare con mano la fragilità e la forza di queste comunità- riferisce ancora la coordinatrice FI- con questo emendamento si compie un passo concreto verso una ricostruzione vera, credibile e sostenibile, che tutela i borghi, i centri storici, la vita sociale e il presidio del territorio. Forza Italia e il Governo continuano a essere al fianco delle popolazioni colpite. Non mancherà l’impegno da parte mia per seguire con attenzione ogni fase dell’iter parlamentare affinché le risorse arrivino presto dove servono davvero”, assicura Tassinari. (Agenzia Dire).
PROPOSTA PD: FISCALITÀ AGEVOLATA PER AUTO AZIENDALI ‘GREEN’
Passare da una neutralità fiscale a una fiscalità per le auto aziendali che premi l’acquisto di auto a basse emissioni e quelle ibride e quelle a emissioni zero, ossia le auto elettriche. E’ la proposta di legge del Partito democratico presentata a Montecitorio da Annalisa Corrado (responsabile nazionale transizione ecologica Pd), Marco Simiani (capogruppo commissione Ambiente Camera), Vinicio Peluffo (Capogruppo commissione Attività produttive Camera), Lorenzo Basso (vicepresidente commissione Ambiente Senato), Michele Fina (componente commissione Ambiente Senato). Questa soluzione – viene sottolineato nella premessa del testo – è stata individuata da numerosi Stati Membri dell’Unione Europea come una delle strategie per la decarbonizzazione del settore trasporti. Tra le motivazioni, la quantità sproporzionata di CO2 emessa dalle flotte aziendali rispetto al numero di veicoli di cui si compongono: in Italia, il 41% delle nuove immatricolazioni emette il 58% dei gas serra. L’obiettivo è quindi di agevolare nelle aziende l’acquisto di auto a minore emissione, parametrando la percentuale di deducibilità alla classe emissiva del veicolo. (
Nel merito, si tratta di una fiscalità agevolata per la deducibilità dei costi sia per uso strumentale sia per uso ‘promiscuo’ (i veicoli che un dipendente può utilizzare sia per scopi lavorativi che per scopi personali), con deducibilità al 100% soltanto quando le emissioni sono zero e una progressiva diminuzione della percentuale di deducibilità ad uso strumentale. Di contro c’è un aumento della deducibilità per le auto ad uso ‘promiscuo’ se queste hanno un minore impatto. Un analogo meccanismo per la detraibilità dell’Iva che è modulare per l’uso strumentale al 100 per cento fino a diminuire e invece aumenta da quello che è l’attuale 40 per cento fino all’80 per cento per quelle che riducono le emissioni. Si propone inoltre di modificare l’aliquota percentuale da applicare sulla base imponibile delle auto concesse in fringe benefit, mantenendo l’attuale costo massimo fiscalmente riconosciuto. Questa norma contribuisce fortemente all’incremento del mercato dell’usato delle vetture BEV attraverso l’immissione di mezzi relativamente giovani e con un basso chilometraggio (dal momento che tipicamente le auto aziendali vengono rivendute dopo 36/48 mesi), rendendo di conseguenza più accessibili le vetture BEV anche ad una platea di acquirenti che non potrebbero permettersi l’acquisto di una tale vettura di prima immatricolazione.
Nella relazione della proposta di legge si spiega che anche nel 2024, il mercato italiano non ha evidenziato segnali di accelerazione nella transizione verso una mobilità a zero emissioni. L’anno si è chiuso con una quota di immatricolazioni di veicoli elettrici (BEV) al 4,2%, pari a quella del 2023. Complessivamente, negli ultimi tre anni, il mercato dell’auto elettrica è quindi in calo rispetto ai valori del 2021, quando le BEV vendute nel nostro Paese erano il 4,5% dell’immatricolato annuo. La percentuale italiana in termini di vendita di full electric si colloca ben al di sotto della media dell’Unione Europea, dove la quota di mercato totale per le BEV ha raggiunto il 13,6% nel 2024. L’Italia si è impegnata, nel quadro della Effort Sharing Regulation, a ridurre del 33%, al 2030, le emissioni di CO2 dai settori non-ETS (rispetto ai livelli del 2005); nella proposta di revisione del Regolamento questo target è stato alzato al 43,7%. La proposta di revisione del Regolamento sugli standard di emissione di CO2 delle auto e dei furgoni prevede, sempre per il 2030, un obiettivo di riduzione delle emissioni del 55% rispetto al livello medio di emissioni che i costruttori avrebbero dovuto raggiungere entro il 2021 (95 gCo2/km). In questo contesto viene ribadito come la sfida complessiva dell’Unione Europea rimane la completa decarbonizzazione dei trasporti al 2050. Quindi “nel merito delle politiche per la riduzione delle emissioni dal trasporto su strada, si può sicuramente individuare nella progressiva elettrificazione delle flotte aziendali – viene sottolineato – un volano strategico”. Si aggiunge che “una quota crescente di auto a zero emissioni nelle corporate fleets permette infatti di ottenere in tempi brevi un significativo abbattimento dei gas climalteranti provenienti dal trasporto su strada e una serie ulteriore di benefici a cascata. Questa soluzione è stata individuata da numerosi Stati Membri dell’Unione Europea come una delle strategie per la decarbonizzazione del settore trasporti”. (Agenzia Dire).
DDL INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Si va verso la terza lettura per il disegno di legge di delega al Governo in materia di intelligenza artificiale, all’esame delle commissioni Attività produttive e Trasporti della Camera.
La scorsa settimana, infatti, il Governo ha depositato un emendamento soppressivo del comma 2 dell’articolo 6 del testo. Si tratta della norma con la quale lo stesso Governo prevedeva che “i sistemi di intelligenza artificiale destinati all’uso in ambito pubblico, fatta eccezione per quelli impiegati all’estero nell’ambito di operazioni militari, devono essere installati su server ubicati nel territorio nazionale, al fine di garantire la sovranità e la sicurezza dei dati sensibili dei cittadini”.
Adesso, invece, è lo stesso Esecutivo a fare un passo indietro proponendo la soppressione della norma sulla quale già in prima lettura al Senato erano sorte tensioni. (Public Policy).
Per approfondire ascolta il podcast Primo Firmatario (dal minuto ‘6)
ENERGIA. AZIONE IN PRESSING SU GOVERNO SU EOLICO OFFSHORE RAVENNA
Senza le aste per l’eolico offshore si rischia di “compromettere un investimento stimato in circa due miliardi di euro”. Per questo il capogruppo di Azione alla Camera, Matteo Richetti, presenta un’interrogazione al ministero dell’Ambiente sul progetto Agnes Romagna, chiedendo conto dell’intenzione di rinviare le aste dedicate all’eolico offshore. Agnes Romagna, argomenta, è uno dei quattro progetti italiani di impianti eolici offshore in grado di soddisfare i requisiti necessari ad accedere alle procedure di asta previste dal decreto Fer 2. E, secondo le stime degli operatori, aggiunge Richetti, l’energia prodotta “sarebbe la più competitiva sul mercato italiano”. Il governo però è “orientato a sospendere o a rinviare le aste dedicate all’eolico offshore”, a causa di “incertezze tecnologiche e costi elevati associati ai progetti galleggianti, senza però distinguerli da quelli su fondazioni fisse come nel caso di Agnes Romagna”. Da qui “il rischio è di compromettere un investimento stimato in circa due miliardi di euro, con significative ricadute occupazionali, economiche e ambientali non solo per il territorio di Ravenna, ma per l’intero Paese”. L’interrogazione di Richetti chiede dunque di “valorizzare le proposte industriali già autorizzate e pienamente rispondenti agli obiettivi della transizione” e di “chiarire quali siano le tempistiche di avvio delle aste, distinguendo tra progetti offshore galleggianti e su fondazioni fisse”. Per Azione ridurre la dipendenza energetica estera e contenere le emissioni climalteranti necessita di incrementare la capacità produttiva da fonti rinnovabili. “Non possiamo perdere altro tempo”, conclude. (Agenzia Dire).
Rassegna parlamentare a cura di MF