Giovedì 22 maggio, il Parlamento ha approvato con 564 voti a favore, 20 contrari e 12 astensioni le modifiche proposte dalla Commissione al meccanismo UE di adeguamento del carbonio alle frontiere (in inglese carbon border adjustment mechanism – CBAM), incluse nel piano di semplificazione “Omnibus I”, presentato dalla Commissione il 26 febbraio 2025.
I deputati hanno adottato solo modifiche tecniche al regolamento, a fini chiarificatori, e sostenuto l’introduzione di una nuova soglia minima di 50 tonnellate per l’applicazione della tassa, esentando così circa il 90% degli importatori, principalmente piccole e medie imprese e privati, che importano quantità ridotte di prodotti soggetti al CBAM. L’obiettivo ambientale del meccanismo resta comunque invariato, poiché il 99% delle emissioni totali di CO2, legate per lo più alle importazioni di ferro, acciaio, alluminio, cemento e fertilizzanti, continuerà a essere coperto dalle regole.
Per le importazioni interessate, le misure mirano a semplificare il processo di autorizzazione per i dichiaranti (cioè chi importa merci soggette al CBAM), rendere più agevoli i calcoli delle emissioni e la gestione delle passività finanziarie, rafforzando al contempo le disposizioni contro gli abusi.
Dopo il voto, il relatore Antonio Decaro (S&D, IT) ha dichiarato: “Il CBAM è uno strumento fondamentale per evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e incentivare l’azione per il clima al di fuori dell’UE. Accolgo quindi con favore la decisione del Parlamento di non riaprire altre disposizioni della normativa. Questo approccio ci consente di semplificare le procedure per le imprese senza smantellare o indebolire il meccanismo. Continueremo a lavorare con rapidità per garantire certezza giuridica a tutti gli operatori coinvolti.”
Il Parlamento è ora pronto ad avviare i negoziati con il Consiglio per concordare la versione definitiva delle norme.
Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) è lo strumento europeo per equiparare il prezzo delle emissioni di carbonio pagato per dai produttori dell’UE soggetti al sistema di scambio di quote di emissione (ETS), a quello dei beni importati. L’obiettivo è anche incentivare una maggiore ambizione climatica nei paesi extra UE e scoraggiare la delocalizzazione delle imprese. All’inizio del 2026, la Commissione valuterà se estendere il campo di applicazione del CBAM ad altri settori ETS a rischio che le loro imprese si spostino fuori dall’UE.
Fonte: Parlamento UE