Decreto Infrastrutture approvato definitivamente dal Senato

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DDL CONCORRENZA

Trasmesso al Senato la scorsa settimana, il disegno di legge annuale per la Concorrenza è stato assegnato alla commissione Industria per l’avvio dell’esame. 
Il provvedimento, approvato dal Consiglio dei ministri il 4 giugno, include una misura per rendere la gestione delle colonnine di ricarica non più concentrata tra pochi soggetti, attraverso una revisione del DL 76/2020 (articolo 57 comma 8) in merito alle procedure competitive dei Comuni per realizzare e gestire tali infrastrutture. 
Il testo del Ddl Concorrenza è stato pubblicato il 15 luglio, da Palazzo Madama e comprende l’analisi tecnico-normativa e due relazioni, inclusa quella tecnica. Il disegno di legge rientra tra gli impegni assunti nell’ambito del Pnrr e il varo è previsto entro fine anno.


DL INFRASTRUTTURE

Con 104 voti favorevoli, 67 contrari e 1 astenuto, l’Aula del Senato ha rinnovato il 16 luglio la fiducia al Governo sull’approvazione definitiva del ddl di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 maggio 2025, n. 73, recante misure urgenti per garantire la continuità nella realizzazione di infrastrutture strategiche e nella gestione di contratti pubblici, il corretto funzionamento del sistema di trasporti ferroviari e su strada, l’ordinata gestione del demanio portuale e marittimo, nonché l’attuazione di indifferibili adempimenti connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza e alla partecipazione all’Unione europea in materia di infrastrutture e trasporti(AS. 1579, approvato dalla Camera) (scade il 20 luglio).

Il provvedimento, dopo l’esame da parte della Camera, è composto da 36 articoli suddivisi in 7 Capi ed è finalizzato al potenziamento delle infrastrutture strategiche, alla semplificazione delle procedure per la realizzazione delle opere pubbliche e al rafforzamento degli strumenti di governance e programmazione.

In particolare, disciplina:

  • la ripresa e il completamento del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina;
  • il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie, stradali, idriche, energetiche e logistiche;
  • gli interventi in favore delle aree colpite da eventi alluvionali nel 2023;
  • le opere connesse ai giochi olimpici e paralimpici Milano-Cortina 2026;
  • la valorizzazione del demanio marittimo;
  • misure in materia di mobilità sostenibile e sicurezza del trasporto ferroviario.

Molte le modifiche apportate in sede di conversione.

La Camera ha, infatti, inserito nel testo alcune novità molto attese, come l’anticipo prezzi del 10% per i progettisti: è un cambiamento che consentirà a architetti, ingegneri e società del settore di avere subito liquidità a disposizione, negli appalti pubblici, per avviare le loro attività. Questa possibilità, chiesta da anni dall’Oice, dovrà essere indicata nei documenti di gara ed essere inclusa nel quadro economico dell’affidamento.

Accanto a questo, viene confermata una novità inserita già nel testo originario. La maxi stretta sui subappalti, assestata dal correttivo, scatta solo dal 31 dicembre 2024. Le procedure di gara che a quella data erano in corso sono, quindi, salve e continueranno ad applicare le vecchie regole. Più precisamente: gli appaltatori principali potranno utilizzare per le loro attestazioni anche le quote di lavori subappaltati. Dopo quella data, invece, partiranno le restrizioni che, in generale, sfavoriranno i soggetti che subappaltano quote di lavori.

Correzioni arrivano anche sulla revisione prezzi, senza però toccare servizi e forniture in cui continuano ad applicarsi meccanismi che consentono solo un recupero minimo dell’inflazione.

Tornando ai lavori e alle novità del Dl infrastrutture, i prezzari in diminuzione rispetto alla base di gara potranno essere applicati solo alle lavorazioni eseguite o contabilizzate a partire dal 2025. Mentre rientrano nella revisione gli appalti con termine finale di presentazione delle offerte tra luglio e dicembre 2023. Entrambe queste correzioni erano state invocate dall’Ance in sede di audizione.


Insediato il gruppo inteparlamentare sulle materie prime critiche

“Con la prima riunione che si è svolta alla presenza dei vertici dell’Ispra, il Direttore generale Maria Siclari e il Presidente Stefano Laporta, si è insediato il gruppo interparlamentare sulle materie prime critiche promosso da Riccardo Zucconi, deputato e responsabile Energia di Fratelli d’Italia alla Camera. Si è fatto il punto sul Programma nazionale di esplorazione mineraria (Pne), la cui realizzazione è stata affidata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e dal ministero delle Imprese e dela Made in Italy al Servizio Geologico d’Italia di Ispra, e che è stato approvato dal Cite il 1 luglio scorso con l’obiettivo di costruire un quadro aggiornato delle potenzialità minerarie nazionali. “Le materie prime critiche- afferma Zucconi- sono una necessità del presente e lo saranno ancora di più nel futuro. Ecco perché è fondamentale mettere in campo azioni e strumenti per valorizzare il nostro parco minerario, da anni ormai in disuso, e investire in attività di ricerca rispettose dell’ambiente. Così come è necessario intervenire sul fronte dello smaltimento e del recupero delle materie prime seconde, implementando quella strategia del riciclo che acquisterà sempre maggiore rilevanza per garantire la sicurezza e l’indipendenza energetica. In quest’ottica, dunque, è quantomai utile avviare un lavoro sinergico con i tecnici e gli esperti del settore e con tutte le forze politiche disponibili al dialogo, così da poter intraprendere iniziative legislative che vadano nella direzione indicata dal Pne“, conclude Zucconi.  (Agenzia Dire).


DAL GOVERNO

Il Governo lavora a una norma per ampliare il numero dei membri

Il Governo starebbe lavorando a una norma per ampliare il numero massimo dei membri dell’Esecutivo (ministri, viceministri e sottosegretari).

In particolare, l’intervento punterebbe ad aggiungere all’attuale squadra di Governo alcuni sottosegretari, di cui uno in rappresentanza delle minoranze linguistiche, annunciato da tempo anche alla luce dell’iter di revisione degli Statuti speciali regionali e in particolare di quello del Trentino-Alto Adige/Südtirol.

Proprio su questo, infatti, è stato varato di recente un ddl di modifica da parte del Cdm. Il provvedimento, trasmesso alla Camera lo scorso 19 giugno, non è ancora stato assegnato, ma – secondo quanto si apprende – l’iter in commissione Affari costituzionali potrebbe cominciare tra un paio di settimane. Secondo fonti legate ai gruppi per le Autonomie è possibile, dunque, che la nomina di quello che dovrebbe essere un “sottosegretario agli Affari regionali a tempo” possa avvenire a breve, proprio per seguire l’iter del testo.

Esponenti di maggioranza sostengono che la norma su cui lavora il Governo potrebbe essere inserita in questo testo sotto forma di emendamento. Secondo altri parlamentari invece, un eventuale emendamento potrebbe passare dal ddl Semplificazione all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato per una modifica al tetto del numero dei membri di Governo e, quindi, dei sottosegretari. (Public Policy).

Rassegna parlamentare a cura di MF