É stata pubblicata la Relazione generale CONAI contenete i dati della raccolta e del riciclo degli imballaggi relativi al 2024: 10 milioni e 700.000 tonnellate di imballaggi avviati a riciclo (pari al 76,7% degli imballaggi immessi sul mercato)
Il presidente Ignazio Capuano ha dichiarato come questo sia Un risultato che testimonia la solidità del modello italiano, chiamato oggi a fare ancora di più per progettare e usare imballaggi sempre più riutilizzabili, riciclabili e riciclati.
I dati del rapporto:
- totale di imballaggi recuperati del’86,4% (avviati sia a riciclo che a recupero energetico);
- Meno del 15% degli imballaggi a fine vita non viene ancora recuperato
- 10 milioni e 700.000 tonnellate di imballaggi avviati a riciclo (pari al 76,7% degli imballaggi immessi sul mercato) su un totale di oltre 13 milioni e 950.000 tonnellate;
- Un dato in aumento rispetto al 2023 quando e tonnellate di imballaggi riciclati sfioravano i 10 milioni e mezzo;
- un milione e 240.000 tonnellate di imballaggi riutilizzabili sono stati regolarmente dichiarati al Consorzio, in aumento di oltre 20.000 tonnellate rispetto al 2023;
nel dettaglio per tipologia di materiale:
- più di 435.500 tonnellate di acciaio,
- 62.400 di alluminio,
- 4 milioni e 605.000 di carta e cartone,
- 2 milioni e 314.000 di legno,
- 1 milione e 131.000 di plastica tradizionale,
- 47.500 di bioplastica compostabile,
- quasi 2 milioni e 103.000 di vetro.
- la filiera della plastica: nel 2024 è finalmente riuscita a superare il 50% di riciclo chiesto dall’Unione europea entro il 2025.
Quasi 7.400 i Comuni italiani che hanno stipulato convenzioni con il sistema CONAI raggiungendo una copertura della popolazione italiana pari al 97%.
Gli imballaggi a fine vita conferiti dai Comuni al sistema CONAI sono cresciuti nel 2024 in tutte le macroaree del Paese, soprattutto al Centro (+6,2%) e al Sud (+5,1%). Numeri in crescita anche al Nord (+2,7%), trainati soprattutto da un aumento di carta e bioplastica compostabile.
Secondo Ignazio Capuano, presidente CONAI, «Aver superato il 76% di riciclo degli imballaggi è un risultato importante, frutto di un lavoro di squadra, soprattutto se pensiamo che l’Europa chiede di raggiungere il 70% entro il 2030. Ma non possiamo fermarci qui. All’orizzonte ci attendono sfide complesse, come quelle legate alla direttiva SUP e all’implementazione del Regolamento europeo sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio. E naturalmente dobbiamo continuare a lavorare con le aziende per rendere sempre più diffuse le buone pratiche di ecodesign: è essenziale continuare ad affiancare il nostro tessuto imprenditoriale perché progetti e utilizzi imballaggi sempre più sostenibili e a ridotto impatto ambientale. Ma il mio auspicio è anche un altro: sempre più filiere di materiali devono entrare in flussi di economia circolare solidi e ben organizzati, non solo quelle dei packaging».
Simona Fontana, direttore generale CONAI sottolinea l’importanza del superamento del 50% di riciclo della plastica. Un traguardo incoraggiante, ma non può essere considerato un punto d’arrivo. È fondamentale continuare a investire nel potenziamento delle raccolte differenziate e nella creazione di una cultura sempre più diffusa di economia circolare: più della metà degli imballaggi riciclati, del resto, arriva proprio dalle raccolte urbane, frutto della collaborazione dei cittadini. Un altro strumento da potenziare è quello della diversificazione contributiva: applicando contributi ambientali modulati in base alla riciclabilità degli imballaggi in plastica e carta, dal 2018 abbiamo più che dimezzato la presenza di pack non riciclabili sul mercato. Per questo, da luglio di quest’anno, CONAI reso più incisiva la diversificazione per i compositi a base carta legando il contributo all’effettiva riciclabilità certificato.
Fabio Costarella, vicedirettore generale CONAI evidenzia come un ruolo importante sia dato dal lavoro svolto con i Comuni, attraverso l’Accordo Nazionale con ANCI. «In alcune aree del nostro Paese è possibile ancora migliorare molto per raggiungere livelli di raccolta e di qualità comparabili a quelli delle realtà italiane più virtuose. Per questo è necessario investire risorse ed energie in progetti mirati, capaci di coinvolgere le comunità locali e di creare una cultura diffusa del riciclo, ponendo l’attenzione anche ad aree di interesse Nazionale come i Siti UNESCO. Solo attraverso una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nel ciclo integrato delle responsabilità potremo colmare le differenze e costruire un sistema di gestione dei rifiuti efficace e sostenibile per tutto il Paese.
Fonte: Lab e Lab