DL RIFIUTI E TERRA DEI FUOCHI
È stato incardinato nella commissione Giustizia del Senato il decreto legge recante “disposizioni urgenti per il contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti, per la bonifica dell’area denominata Terra dei fuochi, nonché in materia di assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi”. Relatore del provvedimento è il senatore FdI Sandro Sisler.
Visti i tempi ristretti per la conversione del decreto (in scadenza il 7 ottobre, ed ora al Senato in prima lettura) la 2a ha svolto solamente due audizioni, entrambe nella giornata di martedì 9 settembre.
Ad essere audito il Commissario unico nazionale per la bonifica della Terra dei fuochi, il generale Giuseppe Vadalà. Accolta anche la richiesta dell’opposizione di audire una tra le associazioni che hanno recentemente presentato il rapporto “Ecogiustizia subito” sullo stato delle bonifiche in Italia.
Il termine per la presentazione degli emendamenti è scaduto sempre martedì 9.
Scopo del provvedimento è quello di rafforzare il contrasto alle attività illecite connesse alla gestione dei rifiuti su tutto il territorio nazionale, con un’attenzione particolare alla Terra dei fuochi, ma anche di garantire l’erogazione del contributo di autonoma sistemazione – anche dopo la cessazione dello stato di emergenza – ai soggetti evacuati nelle zone colpite da gravi eventi calamitosi.
Il testo si compone di 12 articoli, che vanno dall’inasprimento delle pene per l’abbandono dei rifiuti, allo stanziamento di fondi a sostegno degli interventi previsti dal commissario unico per la Terra dei fuochi, alla proroga dello stato di emergenza per gli eventi calamitosi che hanno colpito la regione Marche nel 2022. (Public Policy)
Posizione Anci in Conferenza Unificata
Sul decreto legislativo che dispone misure urgenti sul contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti e per la bonifica della cosiddetta Terra dei fuochi, pur ringraziando i ministeri competenti per l’attenzione positiva in ordine alle richieste, Anci ribadisce la rilevanza delle questioni poste e la necessità che in sede di conversione siano recepite. Gli emendamenti sottolineano come la tutela penale non può assicurare ai Comuni un effettivo deterrente per combattere il degrado da abbandono e errato conferimento dei rifiuti nelle città, da qui la richiesta di modifiche già presentate in sede tecnica e parzialmente accolte e in attesa del via libera del Parlamento. Per l’Anci servono maggiori strumenti in capo ai Comuni su questo tema in grado di garantire effettività degli interventi, in quanto i sindaci vogliono fare fino in fondo la loro parte per garantire il decoro urbano.
L’Anci ha poi rimarcato che quelle proposte sono modifiche che hanno come obiettivo anche quello di intervenire nel caso di abbandono o errato conferimento di rifiuti. In particolare, Anci ha anche chiesto che sia ripristinata la sanzione amministrativa per quei casi che già sono stati derubricati a contravvenzioni, lasciando così la possibilità ai Comuni di intervenire attraverso i regolamenti comunali di igiene urbana, incamerando le risorse delle sanzioni amministrative in caso di conferimenti errato o non conforme ai regolamenti.
L’Associazione ha proposto inoltre che le ammende definite nel nuovo Testo Unico Ambientale siano destinate a Comuni e Città metropolitane, per attività di prevenzione degli abbandoni di rifiuti o di bonifica dei siti di abbandono e un aumento del periodo di sospensione della patente di guida e di fermo amministrativo per chi utilizza il mezzo per commette reati di abbandono dei rifiuti.
DAL GOVERNO
Il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che apporta correzioni e integrazioni al Testo Unico FER, il provvedimento che punta ad accelerare la costruzione e l’esercizio di impianti a fonti rinnovabili, di accumuli, opere e infrastrutture connesse. Proposto dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, dal Ministro per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati e dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, il TU FER, oggetto di correttivo, è entrato in vigore lo scorso 31 dicembre e prevede tre “binari” amministrativi: l’attività libera, la procedura abilitativa semplificata, l’Autorizzazione Unica. Il lavoro correttivo tiene in considerazione osservazioni e proposte pervenute nell’ambito di un’apposita consultazione scritta, affrontando le criticità della disciplina riscontrate dalle principali associazioni di settore. Le modifiche intervengono per garantire la coerenza della normativa nazionale in materia di regimi amministrativi per le FER con l’ordinamento europeo, essendo peraltro il Testo Unico un atto necessario al conseguimento di una specifica “milestone” del PNRR.
“Questo correttivo– spiega il Ministro Gilberto Pichetto- rappresenta un passaggio fondamentale per dare ancora più sprint alle rinnovabili, rimuovendo gli ostacoli che finora ne hanno condizionato lo sviluppo”. “E’ un intervento, frutto del lavoro congiunto con i colleghi Casellati e Zangrillo – conclude Pichetto – che presta ascolto al settore e consolida il nostro percorso per centrare gli obiettivi ambientali ed energetici”. “Con questo correttivo abbiamo voluto dare un’altra risposta concreta al Paese: meno burocrazia, più efficienza, più energia pulita. È una riforma che semplifica le regole e accelera i processi. Perché la transizione ecologica sia un’opportunità di crescita e competitività per l’Italia e non un freno per le imprese” ha dichiarato il ministro per le riforme istituzionali, Elisabetta Casellati. “Si tratta di un passaggio significativo per ridurre il peso della burocrazia in un settore così strategico come quello delle energie rinnovabili. Grazie al lavoro svolto con i colleghi Pichetto e Casellati abbiamo notevolmente semplificato le procedure per le imprese del settore e per le amministrazioni coinvolte. L’intervento è da considerare nel più ampio contesto delle semplificazioni amministrative, che vede il Dipartimento della funzione pubblica in linea con gli obiettivi fissati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” sottolinea il Ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.
Con il testo aggiornato, vengono rimossi ostacoli procedurali per interventi che non richiedano nuovo consumo di suolo e per l’integrazione degli accumuli, elementi chiave per la stabilità della rete. Viene estesa inoltre la portata del regime dell’attività libera ad alcune tipologie di interventi a impatto ambientale e paesaggistico zero o comunque minimale. Altra novità è correlata alla ulteriore semplificazione amministrativa per gli interventi di rinnovo di impianti esistenti e il loro upgrade, favorendo il repowering senza determinare duplicazioni degli adempimenti. Innovazione di particolare rilievo riguarda la previsione di appositi meccanismi per la risoluzione extragiudiziale delle controversie relative alle procedure amministrative, gestiti da Acquirente unico sulla base delle direttive di ARERA e a titolo gratuito per le parti interessate. L’obiettivo è quello di favorire soluzioni conciliative ed evitare così ricorsi e opposizioni che possono determinare ritardi nella realizzazione dei progetti da fonti rinnovabili. È infine potenziata la Piattaforma SUER, lo Sportello Unico Digitale per le FER. Lo schema di decreto legislativo approvato oggi verrà quindi trasmesso alla Conferenza unificata per l’acquisizione dell’intesa, per poi essere sottoposto all’esame del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari competenti. (Agenzia Dire)
Una “semplificazione dei regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, volta a promuovere un’accelerazione nella transizione ecologica e a facilitare gli investimenti nel settore, in linea con gli impegni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”. Questo il senso del decreto legislativo che introduce disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 25 novembre 2024, n. 190, recante disciplina dei regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, in attuazione dell’articolo 26, commi 4 e 5, lettere b) e d), della legge 5 agosto 2022, n. 118 approvato in esame preliminare dal Consiglio dei ministri, su proposta della presidente Giorgia Meloni, del ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, del Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati e del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto. L’obiettivo principale delle norme introdotte, si legge nella nota diffusa al termine del Cdm, è “accelerare l’iter autorizzativo per la costruzione e l’esercizio di impianti di energia rinnovabile; introdurre definizioni precise per ‘infrastrutture indispensabili’ e ‘revisione della potenza’ degli impianti esistenti; razionalizzare le procedure per gli interventi che interferiscono con vincoli paesaggistici o di tutela del patrimonio culturale; rivedere i termini per l’obbligo di ripristino dei luoghi a carico dei soggetti esercenti; ridurre i tempi di alcuni procedimenti amministrativi, tra i quali quello relativo alla ‘autorizzazione unica’ con valore di valutazione di impatto ambientale, che passa da 120 a 40 giorni per alcune tipologie di interventi; prevedere il punto di contatto unico a livello comunale per gli interventi sul territorio”. (Agenzia Dire)
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Rassegna parlamentare a cura di MF