PARLAMENTO UE
Aprendo il dibattito, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha dichiarato: “In questi tempi senza precedenti, abbiamo bisogno di chiarezza e determinazione per guidare l’Europa. Abbiamo bisogno di un’Europa che si assuma la responsabilità della propria sicurezza, faciliti la vita alle imprese e protegga i posti di lavoro. Un’Europa più giusta e che difenda i nostri valori democratici. Quando il mondo appare troppo spesso come se fosse in fiamme, con l’aggressione russa contro l’Ucraina e l’orribile situazione a Gaza, questo Parlamento desidera che l’Europa intervenga con idee nuove e coraggiose.”
“Questo deve essere il momento dell’indipendenza dell’Europa”, ha dichiarato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. L’Europa deve essere in grado di occuparsi della propria difesa e sicurezza, controllare le tecnologie e le energie che alimenteranno le sue economie, decidere in che tipo di società e di democrazia vogliamo vivere ed essere aperta al mondo.
Sull’Ucraina, von der Leyen ha annunciato l’intenzione di aumentare la pressione sulla Russia con il diciannovesimo pacchetto di sanzioni e accellerando l’eliminazione graduale dei combustibili fossili russi nell’UE. La Commissione proporrà inoltre un programma “Qualitative Military Edge” per sostenere gli investimenti nelle forze armate ucraine e un’iniziativa “Eastern Flank Watch” per fornire all’Europa capacità strategiche autonome.
Parlando della guerra a Gaza, von der Leyen ha affermato che “una carestia provocata dall’uomo non può mai essere un’arma di guerra. Per i bambini, per l’umanità – questo deve finire.” Ha annunciato l’intenzione della Commissione di “sospendere il nostro sostegno bilaterale a Israele”, di proporre sanzioni contro ministri estremisti e coloni violenti e una sospensione parziale dell’accordo di associazione nei suoi aspetti commerciali. L’obiettivo dell’Europa deve essere “una sicurezza reale per Israele e un presente e un futuro sicuro per tutti i palestinesi. E questo significa che gli ostaggi devono essere liberati”, ha sottolineato.
In tema di competitività e mercato unico, la presidente von der Leyen ha ribadito che l’euro digitale e l’unione del risparmio e degli investimenti renderanno più facile la vita sia alle imprese sia ai consumatori. Ha annunciato un fondo multimiliardario “Scaleup Europe” per investire nelle nuove imprese in rapida crescita in settori tecnologici critici, una proposta per un “Battery Booster” per incrementare la produzione di batterie in Europa, un “Quality Jobs Act” e una strategia europea contro la povertà per contribuire a sradicarla entro il 2050. Per quanto riguarda l’accordo commerciale con gli Stati Uniti, ha dichiarato: “Abbiamo il miglior accordo possibile, senza alcun dubbio”, poiché offre una stabilità cruciale e previene una vera e propria guerra commerciale.
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Tali modifiche rientrano nelle proposte di semplificazione “Omnibus I”, presentato il 26 febbraio 2025, che mira a semplificare la legislazione vigente nei settori della sostenibilità e degli investimenti.
La legge modificata stabilisce una nuova soglia minima in base alla quale le importazioni fino a 50 tonnellate per importatore all’anno non saranno soggette alle norme CBAM. Sostituisce l’attuale soglia che esentava solo le merci di valore trascurabile. Così saranno esentate la grande maggioranza (90%) degli importatori – principalmente piccole e medie imprese e privati – che importano solo piccole quantità di merci sottoposte al regime CBAM.
L’ambizione climatica alla base del meccanismo rimane invariata, poiché il 99% delle emissioni totali di CO2 derivanti dalle importazioni di ferro, acciaio, alluminio, cemento e fertilizzanti continuerà a essere coperto dal regolamento. Le modifiche introdurranno inoltre garanzie per mantenere tale livello di copertura e rafforzeranno le disposizioni antiabuso per prevenire l’elusione delle norme.
Le norme relative alle importazioni che restano soggette al CBAM sono inoltre semplificate, ad esempio rispetto al processo di autorizzazione, al calcolo delle emissioni, alle regole di verifica e alla responsabilità finanziaria dei dichiaranti CBAM.Dopo il voto, il relatore Antonio Decaro (S&D, Italia) ha dichiarato: “Il CBAM è concepito per prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e proteggere le industrie europee del cemento, del ferro, dell’acciaio, dell’alluminio, dei fertilizzanti, dell’elettricità e dell’idrogeno. Abbiamo risposto alle richieste delle imprese di semplificare e razionalizzare il processo, esentando il 90% degli importatori di merci CBAM per favorire la competitività e la crescita delle nostre aziende. Poiché il CBAM continuerà a coprire il 99% delle emissioni totali di CO2, abbiamo mantenuto le ambizioni ambientali dell’UE e restiamo pienamente impegnati a una transizione giusta e al conseguimento della neutralità climatica entro il 2050.”
Il testo deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio. Entrerà in vigore tre giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell’UE è lo strumento con cui l’UE intende equiparare il prezzo del carbonio pagato per i prodotti europei, soggetti al sistema di scambio di quote di emissione (ETS), a quello delle merci importate, e incoraggiare una maggiore ambizione climatica nei paesi extra UE. All’inizio del 2026, la Commissione valuterà se estendere il campo di applicazione del CBAM ad altri settori ETS e come sostenere gli esportatori di prodotti CBAM a rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.
La revisione intermedia dei fondi di coesione (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo di coesione e Fondo per la transizione giusta) è stata approvata con 440 voti favorevoli, 168 contrari e 52 astensioni. La revisione del Fondo sociale europeo+ è stata approvata con 453 voti favorevoli, 149 contrari e 59 astensioni.
La riforma consente ai Paesi UE e alle regioni di destinare fondi a nuovi obiettivi, quali capacità industriali di difesa e mobilità militare, resilienza idrica (compreso l’accesso all’acqua), abitazioni accessibili e sostenibili (tema sul quale il PE ha adottato una risoluzione che chiede maggori investimenti), decarbonizzazione, infrastrutture energetiche e preparazione civile. Per difesa e mobilità militare, saranno prioritari gli investimenti a duplice uso, che possano servire a scopi sia civili che militari. I fondi sociali potranno essere utilizzati a sostegno della preparazione civile, difesa, cybersecurity e decarbonizzazione.
Sostegno aggiuntivo alle regioni di confine orientali
Per aumentare la capacità di disporre rapidamente dei finanziamenti, le spese e gli investimenti strategici saranno rafforzati da un prefinanziamento UE, una tantum, del 20% nel 2026 e da tassi di cofinanziamento maggiori di 10 punti percentuali rispetto al passato (fino al 100%).
Qualora le autorità di gestione riassegnino almeno il 10% delle risorse dei programmi alle nuove priorità, potranno beneficiare di un prefinanziamento aggiuntivo pari all’1,5% del totale dei fondi di coesione, che sale fino al 9,5% per le regioni UE di confine con Russia, Bielorussia e Ucraina.
Per mantenere l’attenzione sulle piccole e media imprese e sulle regioni meno sviluppate, gli investimenti verso grandi aziende in tecnologia, difesa e decarbonizzazione saranno ammessi solo nelle aree con PIL pro capite inferiore alla media, mentre i cosiddetti “importanti progetti di comune interesse europeo” potranno ricevere finanziamenti senza limiti regionali. I fondi congelati secondo la normativa sulla condizionalità dello stato di diritto non potranno essere riassegnati a nuove priorità.
Dopo il voto, il relatore e presidente della commissione sviluppo regionale, Dragoș Benea (S&D, RO), ha dichiarato: “La politica di coesione è il pilastro fondamentale della solidarietà europea. La stiamo adeguando per rispondere agli eventi attuali e per garantire flessibilità, mantenendo al contempo i suoi valori fondamentali. Il Parlamento ha riconosciuto la difesa come una nuova priorità e si sta assicurando che l’Europa dia la precedenza agli investimenti nell’industria della difesa a duplice uso e nella mobilità militare. Abbiamo inoltre garantito finanziamenti per la preparazione civile, ampliato l’ambito degli investimenti per la resilienza idrica e inserito l’edilizia abitativa a prezzi accessibili tra le priorità, assicurandoci che comprenda anche le famiglie a reddito medio, e abbiamo limitato il sostegno destinato alle grandi imprese. Continueremo a promuovere uno sviluppo equo ed equilibrato in tutte le regioni dell’UE.”
“Sosteniamo un’Europa che difende la propria sicurezza esterna e che non lascia indietro nessuno. Siamo riusciti a garantire la missione principale dell’ESF+, sostenendo le persone e i bambini più vulnerabili e aiutando i beneficiari più piccoli della società civile. Abbiamo inoltre assicurato che i fondi destinati all’industria della difesa siano utilizzati per lo sviluppo delle competenze nelle tecnologie a duplice uso, garantendo che le persone acquisiscano le capacità necessarie per avere un posto nella nostra società,” ha aggiunto la relatrice per la commissione occupazione e affari sociali, Marit Maj (S&D, NL).
Una volta adottati anche dal Consiglio, i regolamenti saranno pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entreranno in vigore il giorno successivo alla pubblicazione.
Nuove norme UE in materia di progettazione, riutilizzo e riciclo nel settore automobilistico
Martedì, i deputati hanno adottato le loro proposte sulle nuove regole di circolarità dell’UE per coprire l’intero ciclo di vita del veicolo, dalla progettazione al trattamento finale di fine vita.
Il progetto di misure, sostenuto da 431 eurodeputati con 145 contrari e 76 astensioni, mira a dare impulso alla transizione del settore automobilistico verso un’economia circolare riducendo l’impatto ambientale legato alla produzione e al trattamento di fine vita dei veicoli e rafforzando la sostenibilità dell’industria del riciclo delle auto in Europa. Norme specifiche si applicheranno a tutti i veicoli, ad eccezione dei veicoli per uso speciale, dei veicoli progettati e costruiti per l’uso da parte delle forze armate, della protezione civile, dei vigili del fuoco e dei servizi medici di emergenza e dei veicoli di particolare interesse storico e culturale.
Miglioramento della progettazione del veicolo e utilizzo di materiali riciclati
I nuovi veicoli dovrebbero essere progettati in modo da consentire la facile rimozione del maggior numero possibile di parti e componenti da parte di impianti di trattamento autorizzati, ai fini della loro sostituzione, riutilizzo, riciclaggio, rifabbricazione o rimessa a nuovo, ove tecnicamente possibile.
I deputati vogliono che la plastica utilizzata in ogni nuovo tipo di veicolo contenga almeno il 20% di plastica riciclata entro sei anni dall’entrata in vigore delle norme. Vogliono inoltre che i produttori raggiungano l’obiettivo di almeno il 25% entro 10 anni dall’entrata in vigore, se è disponibile una quantità sufficiente di plastica riciclata a prezzi non eccessivi. Chiedono inoltre che la Commissione introduca obiettivi per l’acciaio e l’alluminio riciclati e le sue leghe, a seguito di uno studio di fattibilità.
Norme più severe per la gestione della fine del ciclo di vita e l’esportazione di veicoli usati
Tre anni dopo l’entrata in vigore delle nuove norme, i costruttori avrebbero esteso la responsabilità del produttore, ossia avrebbero dovuto coprire i costi della raccolta e del trattamento dei veicoli che hanno raggiunto la fase di fine vita. I deputati chiedono una migliore distinzione tra veicoli usati e veicoli fuori uso, con un divieto di esportazione per quelli considerati veicoli fuori uso.
I correlatori Jens Gieseke (PPE, DE), della commissione per l’ambiente, e Paulius Saudargas (PPE, LT), della commissione per il mercato interno, hanno dichiarato: “Il Parlamento sostiene l’economia circolare nel settore automobilistico. Stiamo promuovendo la sicurezza delle risorse, proteggendo l’ambiente e garantendo la sostenibilità. Per evitare di sovraccaricare il settore, ci siamo assicurati obiettivi realistici e abbiamo garantito meno burocrazia e una concorrenza leale”.
Poiché il Consiglio ha già adottato la sua posizione all’inizio dell’estate, i negoziati interistituzionali dovrebbero iniziare senza indugio.
Il 13 luglio 2023 la Commissione ha proposto un nuovo regolamento sui requisiti di circolarità per la progettazione dei veicoli e una migliore gestione dei veicoli fuori uso, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e del piano d’azione per l’economia circolare. Nel 2023 nell’UE sono stati fabbricati 14,8 milioni di veicoli a motore, mentre sono stati immatricolati 12,4 milioni di veicoli. Sulle strade dell’UE circolano 285,6 milioni di veicoli a motore e ogni anno circa 6,5 milioni di veicoli giungono alla fine del loro ciclo di vita.
Martedì 9 settembre, il Parlamento ha dato il via libera definitivo a nuove misure per prevenire e ridurre i rifiuti alimentari e tessili in tutta l’UE.
Ridurre gli sprechi alimentari
La legislazione aggiornata introdurrà obiettivi vincolanti di riduzione degli sprechi alimentari, da raggiungere a livello nazionale entro il 31 dicembre 2030: il 10% per la trasformazione e la produzione di alimenti e il 30% pro capite per il commercio al dettaglio, i ristoranti, i servizi di ristorazione e le famiglie. Questi obiettivi saranno calcolati rispetto all’importo generato come media annua tra il 2021 e il 2023. A seguito della richiesta del Parlamento, i paesi dell’UE dovranno adottare misure per garantire che gli operatori economici che svolgono un ruolo significativo nella prevenzione e nella produzione di rifiuti alimentari (da identificare in ciascun paese) facilitino la donazione di alimenti invenduti e sicuri per il consumo umano.
I produttori devono coprire i costi di raccolta, cernita e riciclaggio dei rifiuti tessili
I produttori che rendono disponibili i prodotti tessili nell’UE dovranno coprire i costi della loro raccolta, cernita e riciclaggio, attraverso nuovi regimi di responsabilità del produttore (EPR) che saranno istituiti da ciascuno Stato membro, entro 30 mesi dall’entrata in vigore della direttiva. Tali disposizioni si applicheranno a tutti i produttori, compresi quelli che utilizzano strumenti di commercio elettronico e indipendentemente dal fatto che siano stabiliti in un paese dell’UE o al di fuori dell’Unione. Le microimprese avranno un anno in più per conformarsi ai requisiti EPR.
Le nuove norme riguarderanno prodotti quali abbigliamento e accessori, cappelli, calzature, coperte, biancheria da letto e da cucina e tende. Su iniziativa del Parlamento, i paesi dell’UE possono anche istituire regimi EPR per i produttori di materassi.
Gli Stati membri dovrebbero inoltre prendere in considerazione la moda ultraveloce e le pratiche di fast fashion al momento di decidere in merito ai contributi finanziari ai regimi EPR.
Ai sensi delle regole della seconda lettura, il Presidente ha annunciato in Aula che l’atto proposto si considera adottato (la posizione era già stata concordata dal Consiglio all’inizio dell’estate)
La legge sarà ora firmata da entrambi i colegislatori, prima della sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. I paesi dell’UE disporranno di 20 mesi dalla sua entrata in vigore per recepire le norme nella legislazione nazionale.
Nel luglio 2023 la Commissione ha proposto una revisione delle norme dell’UE in materia di rifiuti, mirata ai rifiuti alimentari e tessili. Ogni anno nell’UE vengono generati quasi 60 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari (132 kg a persona) e 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili. L’abbigliamento e le calzature da soli rappresentano 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, equivalenti a 12 kg di rifiuti pro capite ogni anno. Si stima che meno dell’1% di tutti i prodotti tessili in tutto il mondo venga riciclato in nuovi prodotti.
COMMISSIONE UE
Consultazione UE sul Circular Economy Act: regole per prodotti circolari e riciclo
Lo scorso 1° agosto, la Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica e un invito a presentare contributi per la prossima legge sull’economia circolare. I contributi potranno essere inviati fino al 6 novembre 2025.
La Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica per definire il nuovo Circular Economy Act, un pacchetto normativo pensato per rafforzare il mercato dei prodotti circolari.
L’obiettivo è promuovere il riuso, il riciclo e l’efficienza nell’uso delle risorse, superando le attuali lacune normative.
Fino al 6 novembre 2025 tutti i soggetti interessati avranno la possibilità di inviare osservazioni e proposte per supportare la Commissione nella preparazione di un nuovo atto legislativo volto a favorire lo sviluppo del mercato dei prodotti circolari. La futura legge è attesa entro fine 2026. Tra le misure in discussione le nuove regole sui RAEE, criteri ambientali minimi negli appalti pubblici e l’ampliamento dei sistemi di responsabilità estesa del produttore.
L’obiettivo principale del nuovo pacchetto normativo è incrementare la produzione e il consumo di beni progettati per ridurre al minimo l’impiego di risorse, garantendo al contempo maggiore riutilizzabilità e facilità di riciclo. Ciò si rende necessario perché le attuali normative sulla progettazione sostenibile e sulla gestione dei rifiuti non risultano sufficienti a raggiungere tali scopi.
La Commissione prevede anche interventi come la revisione dei criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), la semplificazione e digitalizzazione dei sistemi di responsabilità estesa del produttore, e l’introduzione obbligatoria di criteri ambientali minimi (CAM) negli appalti pubblici europei per incentivare l’acquisto di beni e servizi circolari.
PRESIDENZA DANESE CONSIGLIO DELL’UNIONE
Addio combustibili russi: più energia pulita in Europa è la risposta
Fonte: Parlamento e Commissione UE