Decreto Aree Idonee, iniziato l’esame in Commissione Ambiente

PDFStampa

D.LGS RAEE

La Commissione Politiche dell’UE del Senato ha concluso il 26 novembre l’esame dello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2024/884, che modifica la direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche – RAEE (Atto n. 323).  

L’obiettivo primario dello schema di decreto è l’adeguamento della normativa nazionale (D. Lgs. n. 49/2014) alla nuova direttiva europea, focalizzandosi sulla revisione delle regole di finanziamento per la gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), in particolare per i pannelli fotovoltaici.


💡 Contesto e obiettivo principale

L’esigenza di modifica deriva principalmente dalla sentenza della Corte di Giustizia UE del 25 gennaio 2022 (Causa C-181/20), che ha dichiarato invalide alcune disposizioni della Direttiva 2012/19/UE, le quali imponevano in modo retroattivo e ingiustificato ai produttori di pannelli fotovoltaici immessi sul mercato tra il 2005 e il 2012 di sostenere i costi di gestione dei RAEE professionali (i cosiddetti “rifiuti storici”).

  • Obiettivo: Armonizzare la normativa italiana con il diritto UE sul principio della certezza del diritto e non retroattività, eliminando l’onere retroattivo sui produttori di pannelli fotovoltaici antecedenti al 2012.


⚡ Modifiche centrali sul finanziamento dei RAEE fotovoltaici

Le disposizioni chiave dello schema di decreto riguardano specificamente la riallocazione degli oneri finanziari per la gestione dei RAEE derivanti dai pannelli fotovoltaici:

Tipo di RAEE Disposizione di Finanziamento (Secondo D. Lgs. n. 49/2014 modificato)
RAEE da Pannelli Fotovoltaici (Storici)
Immessi sul mercato prima del 13 agosto 2012 Il finanziamento della gestione è a carico del detentore del pannello al momento della sua dismissione, a meno che il detentore stesso non acquisti un nuovo pannello in sostituzione. In quest’ultimo caso, l’onere ricade sul produttore che fornisce la nuova apparecchiatura.
RAEE da Pannelli Fotovoltaici (Nuovi)
Immessi sul mercato a partire dal 13 agosto 2012 Il finanziamento della gestione rimane a carico dei produttori, in linea con il principio della Responsabilità Estesa del Produttore (REP) non retroattiva.

🏷️ Altre previsioni importanti

Lo schema di decreto apporta anche modifiche e integrazioni minori in altre aree per adeguare completamente il D. Lgs. n. 49/2014:

  • Finanziamento RAEE Storici Domestici: Si mantiene il principio generale per cui la gestione dei RAEE domestici storici (immessi prima del 13 agosto 2005) è a carico del produttore in caso di fornitura di una nuova Apparecchiatura Elettrica ed Elettronica (AEE) equivalente, e a carico del detentore negli altri casi.

  • Marchiatura AEE: Viene integrata la disposizione che prevede l’obbligo per i produttori di apporre il marchio sulle apparecchiature elettriche ed elettroniche da immettere sul mercato.

In sintesi, il provvedimento mira a garantire una maggiore equità e certezza giuridica nella gestione dei costi dei RAEE professionali, in particolare per il settore fotovoltaico, conformando l’Italia ai principi stabiliti dalla Corte di Giustizia UE.


D.LGS BATTERIE E RIFIUTI BATTERIE

La Commissione Bilancio della Camera ha iniziato il 26 novembre l’esame, in sede consultiva, dello schema di decreto legislativo recante disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale al regolamento (UE) 2023/1542, relativo alle batterie e ai rifiuti di batterie, che modifica la direttiva 2008/98/CE e il regolamento (UE) 2019/1020 e abroga la direttiva 2006/66/CE (Atto n. 344).  Chiesti chiarimenti al Governo.

Lo schema di decreto (composto da 39 articoli) ha l’obiettivo di adeguare l’ordinamento italiano al nuovo quadro normativo europeo, che disciplina l’intero ciclo di vita delle batterie (dal design alla gestione dei rifiuti), abrogando il precedente D.Lgs. n. 188/2008 (che recepiva la Direttiva 2006/66/CE) e modificando il D. Lgs. n. 152/2006 (Testo Unico Ambientale).

L’approccio del nuovo Regolamento è di applicazione diretta in Italia, ma l’atto nazionale è necessario per definire gli aspetti organizzativi, sanzionatori, di vigilanza e di coordinamento.


🔋 I pilastri del Regolamento (UE) 2023/1542 recepiti dallo schema di decreto

Il nuovo quadro normativo italiano si concentra sui seguenti aspetti chiave:

1. Nuove classificazioni e definizioni

Lo schema introduce la nuova classificazione europea delle batterie, sostituendo la precedente ripartizione e definendo in modo più puntuale le categorie:

  • Batterie portatili

  • Batterie per mezzi di trasporto leggeri (LMT) (es. e-bike, monopattini)

  • Batterie per veicoli elettrici (EV)

  • Batterie industriali

  • Batterie per l’avviamento, l’illuminazione e l’accensione (SLI)

Vengono inoltre specificate le nozioni legate all’economia circolare come riutilizzo, rigenerazione e ricondizionamento.

2. Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) e Registro

Lo schema ridefinisce in modo organico il sistema della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR):

  • Registro dei Produttori: Viene istituito il Registro dei produttori di batterie per garantire la tracciabilità e la conformità degli operatori.

  • Sistema di Adesione: Si disciplinano le modalità di adesione al sistema EPR (individuale o collettiva, tramite consorzi).

  • Centro di Coordinamento: Viene ridenominato e ridefinito il ruolo dell’attuale Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori (CDCNPA), che diventa il “Centro di Coordinamento Batterie”.

3. Requisiti di sostenibilità e progettazione

Vengono introdotti per i produttori specifici obblighi legati all’intero ciclo di vita del prodotto:

  • Impronta di Carbonio (Carbon Footprint): Obblighi progressivi per calcolare e dichiarare l’impronta di carbonio, inizialmente per le batterie per veicoli elettrici e quelle industriali ricaricabili.

  • Contenuto Minimo di Materiale Riciclato: Vengono stabiliti obblighi (con scadenze successive al 2028) di utilizzare una percentuale minima di materiali riciclati (Cobalto, Piombo, Litio, Nichel) nelle nuove batterie immesse sul mercato.

  • Sostituibilità e Rimovibilità: Obbligo di progettare le apparecchiature in modo che le batterie (in particolare quelle portatili) possano essere facilmente rimosse e sostituite dall’utente finale o da professionisti qualificati, rispettivamente.

  • Sostanze Pericolose: Vengono mantenute e rafforzate le restrizioni sull’uso di sostanze pericolose come Mercurio e Cadmio.

4. Tracciabilità e informazione (Passaporto Digitale)

  • Passaporto Digitale della Batteria: A partire dal 2027, le batterie per EV, LMT e quelle industriali dovranno essere dotate di un Passaporto Digitale accessibile tramite QR Code. Questo strumento conterrà informazioni sul produttore, sulle prestazioni, sulla composizione e sul fine vita.

  • Etichettatura: Vengono stabiliti nuovi requisiti di etichettatura per fornire informazioni chiare sulla capacità, la durabilità, la composizione e il riciclo.

5. Obiettivi di raccolta e riciclo

Lo schema di decreto integra i nuovi e più ambiziosi obiettivi di raccolta e riciclo imposti dal Regolamento:

Tipo di Batteria Obiettivo di Raccolta Scadenze
Batterie Portatili 63% dell’immesso sul mercato Entro il 31 dicembre 2027
Batterie Portatili 73% dell’immesso sul mercato Entro il 31 dicembre 2030
Batterie LMT 51% / 61% dell’immesso sul mercato Entro il 2028 / Entro il 2031

Vengono inoltre fissati nuovi e più elevati obiettivi di efficienza di riciclaggio (in peso) e di recupero dei materiali critici (Litio, Cobalto, Nichel, ecc.) da raggiungere da parte degli impianti di trattamento.

6. Due Diligence e sanzioni

  • Dovere di Diligenza (Due Diligence): Vengono introdotti obblighi di due diligence per gli operatori economici per garantire l’approvvigionamento responsabile e sostenibile delle materie prime, monitorando i rischi ambientali e sociali.

  • Controlli e Sanzioni: Lo schema definisce il quadro sanzionatorio nazionale per le violazioni del Regolamento e individua le Autorità Nazionali Competenti (come il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) responsabili della vigilanza e del controllo sull’applicazione delle nuove norme.


DDL CONVERSIONE D.L AREE IDONEE

È ufficialmente in vigore da sabato 22 novembre il decreto legge recante “misure urgenti in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili”, approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri.

Il decreto dispone: proroga al 27 novembre 2025 per l’invio delle comunicazioni richieste dal Piano; possibilità di integrare la documentazione trasmessa tra il 7 e il 27 novembre 2025 entro il 6 dicembre 2025. Resta invece non sanabile la mancanza della certificazione che attesta la riduzione dei consumi energetici, come previsto dal decreto attuativo del luglio 2024.

La Commissione Ambiente ed Energia del Senato ha iniziato il 25 novembre l’esame, del ddl di conversione in legge, del decreto-legge 21 novembre 2025, n. 175, recante misure urgenti in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili (AS.1718) (scade il 20 gennaio 2026).   Previste audizioni il prossimo martedì 2 dicembre.

 Il relatore è il senatore di FdI Etelwardo Sigismondi.
Il confronto coinvolgerà comunque “un numero limitato di soggetti, considerato che la commissione Ambiente ha già svolto nelle scorse settimane diverse audizioni su materie analoghe a quella oggetto del DL” (quelle sul correttivo al D.Lgs 190/2024 e sul decreto legislativo attuativo della Red III).
Inizialmente la commissione aveva anche indicato il 10 dicembre come termine per presentare emendamenti e ordini del giorno al provvedimento, scadenza poi posticipata: accogliendo la richiesta del senatore PD Nicola Irto, si è deciso di fissare il termine per i correttivi una volta esauritosi il ciclo di audizioni.

Ecco una sintesi dei contenuti principali del DL 175/2025 e del relativo DDL di conversione:


🚀 I. Misure urgenti per il Piano Transizione 5.0

Il decreto introduce disposizioni urgenti relative al nuovo regime di crediti d’imposta per gli investimenti in beni strumentali orientati alla transizione digitale ed energetica delle imprese (Transizione 5.0), con particolare focus sulle tempistiche e sulle procedure:

  • Procedure e termini perentori

    • Comunicazione Preventiva (Filtro): Viene stabilito il termine perentorio del 27 novembre 2025 (alle ore 18:00) per la presentazione al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) della comunicazione preventiva relativa ai progetti di investimento.

    • Certificazione Ex Ante: La comunicazione preventiva deve essere accompagnata dalla certificazione ex ante, che attesti la capacità del progetto di generare la prevista riduzione dei consumi energetici. La norma ne sottolinea la natura essenziale, stabilendo che la sua mancanza non è sanabile e comporta l’automatica esclusione.

    • Integrazioni Ristrette: Viene fissato un secondo termine, indicativamente il 6 dicembre 2025, per le sole integrazioni richieste dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) relative a dati mancanti o incompleti, al fine di accelerare l’istruttoria.

  • Poteri di controllo del GSE

    • Rafforzamento del Ruolo: Il decreto rafforza i poteri di vigilanza e controllo del GSE, che viene chiamato a verificare anche il merito delle certificazioni e la sussistenza dei requisiti tecnici, con la facoltà di annullare le prenotazioni del credito in caso di carenze.

  • Cumulabilità e risorse

    • Non Cumulabilità: Viene ribadita l’impossibilità di cumulare i crediti d’imposta del Piano Transizione 5.0 con quelli del Piano Transizione 4.0 per i medesimi beni oggetto di agevolazione.

    • Copertura Finanziaria: Vengono autorizzate spese specifiche (circa 250 milioni di euro per l’anno 2025) per le finalità del Piano Transizione 5.0.


🟢 II. Misure per la produzione di energia da fonti rinnovabili

Il secondo filone d’intervento è volto a sbloccare e accelerare la realizzazione di impianti di produzione di energia da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), in linea con gli obiettivi del PNRR:

  • Individuazione delle Aree idonee

    • Modifica al D. Lgs. 190/2024: Il decreto modifica il cosiddetto “testo unico sulle rinnovabili” (D. Lgs. n. 190/2024) aggiungendo articoli specifici per la disciplina delle Aree Idonee a ospitare impianti FER.

    • Definizione e Poteri Regionali: Vengono definite le aree idonee (su terraferma e a mare). Viene stabilito che le Regioni devono definire ulteriori aree idonee entro 120 giorni tramite legge, ma non possono restringere quelle già individuate dal decreto né introdurre divieti generalizzati. In caso di inerzia, subentra il potere sostitutivo statale.

  • Semplificazione e accelerazione

    • Regimi Amministrativi Semplificati: Nelle aree idonee si applica una disciplina dei regimi amministrativi semplificati per gli impianti.

    • Accelerazione Autorizzativa: Per gli impianti situati nelle aree idonee, i tempi complessivi per l’Autorizzazione Unica si riducono fino a un terzo.

    • Parere Paesaggistico: Nelle aree idonee, il parere paesaggistico (ove previsto) rimane obbligatorio ma non è vincolante. Inoltre, se l’amministrazione competente non si esprime nei termini, il procedimento prosegue (silenzio-assenso parziale).

  • Impianti agrivoltaici

    • Definizione di Agrivoltaico: Viene introdotta o specificata la definizione di “impianto agrivoltaico”, in particolare quelli con moduli elevati dal suolo, che risultano sempre autorizzabili, in quanto consentono la continuità delle attività agricole.

  • Piattaforma Digitale

    • Nuova Piattaforma: Viene prevista l’istituzione di una Piattaforma digitale per la gestione delle aree idonee e delle zone di accelerazione.

In sintesi, il provvedimento è un intervento normativo cruciale per sbloccare gli investimenti (Transizione 5.0) e accelerare l’installazione delle rinnovabili (Aree Idonee e semplificazione) per il conseguimento degli obiettivi europei e del PNRR.


IL PUNTO SULLA LEGGE DI BILANCIO

All’indomani del vertice di maggioranza, il Governo stringe sulla manovra convocando banche, assicurazioni e imprese. L’incontro era stato preannunciato alla luce delle modifiche su cui concordano i gruppi di maggioranza, che riguardano l’articolo 18 sui dividendi della società e la possibilità di compensazione anche per i crediti previdenziali, che rendono  necessario rintracciare ulteriori coperture anche con l’ipotesi di un nuovo aumento di mezzo punto di Irap per banche e assicurazioni, oltre al 2% in più già previsto. “Non lo leggeranno sui giornali”, era stata la rassicurazione del Governo. 

Ecco allora, a stretto giro, la convocazione a Palazzo Chigi di Ania, Abi e Confindustria, in incontri separati andati avanti per tutto il pomeriggio. Sul punto è intervenuto il numero uno di Intesa Sanpaolo Carlo Messina: “Le banche da subito si sono dette disponibili a dare una mano”, ha spiegato, “grazie all’ottimo lavoro di Giorgia Meloni sui conti pubblici, l’uscita dalla procedura d’infrazione comporterà un miglioramento delle condizioni strutturali del Paese di cui beneficia anche il settore bancario. Ma questo non significa essere messi sotto scacco come sta accadendo da almeno un paio di mesi, accusati di pensare soltanto agli utili immediati”. Ecco quindi, che chiede per le banche “più rispetto e gioco di squadra, non vedo perché dobbiamo finire ogni giorno sui giornali come imputati”. 

Il lavoro parlamentare prosegue a rilento, intanto, in attesa che si sciolgano i nodi politici. I voti in Commissione Bilancio del Senato sulla manovra dovrebbero iniziare dopo l’8 dicembre, secondo la previsione del presidente Nicola Calandrini (FdI). Martedì si terranno una serie d’incontri tra il Governo e i senatori della Commissione, come quello tenuto già su Enti locali e calamità. Si punta a garantire fondi certi per la Capitale tenendo fuori, a partire dal prossimo anno, il Campidoglio dal meccanismo di riparto del Fondo di solidarietà comunale (Fsc); un emendamento in tal senso è stato presentato da FdI, Pd, Forza Italia, M5s e Avs: Roma avrebbe una quota fissa e non calcolata in base a capacità fiscali e fabbisogni standard, come è previsto attualmente, il cui costo stimato è 15 milioni per l’anno prossimo e 5 per il 2027. Ieri, ha annunciato la sottosegretaria al Mef Sandra Savino, è stato raggiunto con i Comuni un accordo per “un modello finanziario più coerente con le sue funzioni” che “porta benefici all’intero sistema dei Comuni”. 

Arriva poi il pressing delle Regioni per il trasporto pubblico locale. Intanto rientrano nel fascicolo delle modifiche da mettere ai voti in Commissione una serie di emendamenti dichiarati inammissibili. La Lega, ad esempio, ci riprova con l’emendamento sulla cessione di quote del Mes, dichiarato inammissibile per motivi di copertura; nella riformulazione non indica più la cifra-obiettivo (15 miliardi in tre anni), ma semplicemente autorizza “la cessione delle quote di contribuzione al capitale per la partecipazione del Mes” e attribuisce “i proventi” al “rifinanziamento del Fondo per la riduzione della pressione fiscale”. Il presidente della Commissione Nicola Calandrini (FdI) esclude che si possa votare a partire dal 3 dicembre, come inizialmente previsto, quindi si andrà “dopo l’Immacolata”. “La prossima settimana è decisiva per sfoltire tutto il lavoro fatto”, ha spiegato, “poi in una giornata si può votare. Il problema è arrivarci” (Nomos).

Per approfondire

Affitti brevi, banche, pensioni: cosa c’è nei 414 emendamenti segnalati della Manovra 2026 – Policy Maker


LEGGE DI DELEGAZIONE EUROPEA 2025

La Commissione Politiche dell’UE ha concluso il 26 novembre l’esame del disegno di legge recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2025 (AC. 2574 Governo). Il provvedimento è atteso in Aula lunedì 1 dicembre.


DL SICUREZZA LAVORO E PROTEZIONE CIVILE

La Commissione Sanità e Lavoro del Senato ha proseguito il 26 novembre l’esame del ddl di conversione in legge del decreto-legge 31 ottobre 2025, n. 159, recante misure urgenti per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di protezione civile (AS. 1706) (scade il 30 dicembre).  Iniziate le votazioni.

Per un focus sul provvedimento, ascolta il podcast Primo Firmatario qui


DDL SEMPLIFICAZIONI

Con 124 voti favorevoli, 73 contrari e 6 astenuti l’Aula della Camera ha approvato il 26 novembre definitivamente il ddl recante disposizioni per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese (AC. 2655  Governo, approvato dal Senato) (collegato alla manovra di finanza pubblica).  Tutti gli emendamenti sono stati respinti.

Prima della votazione finale il sottosegretario con delega all’editoria Alberto Barachini ha accolto alcuni dei 34 ordini del giorno presentati. Il provvedimento sarà trasmesso alla GU per la pubblicazione.


LE ALTRE NOTIZIE

RIFIUTI. MILANI (FDI): VIA LIBERA AMBIENTE CAMERA PDL GIORNATA NAZIONALE RICICLO CARTA

“La commissione Ambiente della Camera ha dato il via libera alla proposta di legge a mia prima firma e di cui sono relatore sull”Istituzione della Giornata Nazionale del Riciclo della Carta’. Il testo verrà ora trasmesso all’Aula di Montecitorio per il voto dell’Assemblea, e andiamo così a concludere il primo passaggio legislativo. Questa iniziativa, in cui ho creduto fin da subito e che ha trovato una condivisione bipartisan, vedrà il 18 settembre la sua celebrazione nazionale. Il provvedimento nasce con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini, imprese e istituzioni sull’importanza della raccolta differenziata e del riciclo della carta, sulla possibilità di massimizzare la valorizzazione di un materiale rinnovabile, riciclabile e già ampiamente riciclato con la conseguente riduzione dell’impatto ambientale. Parliamo di carta ma in realtà parliamo di un contesto molto più ampio dove l’Italia, in particolare, ha accettato con grande slancio la sfida del riciclo. Mi preme sottolineare anche qualche dato. Nel 2024 il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici in Italia ha raggiunto il 92,5%, superando l’obiettivo UE dell’85% al 2030 e la raccolta differenziata di carta e cartone urbana ha sfiorato i 3,8 milioni di tonnellate nel 2024. Numeri che confermano una diffusa sensibilità ambientale, che va incentivata con iniziative concrete e la Giornata Nazionale del Riciclo della Carta va proprio in questa direzione. Questo appuntamento annuale sarà un’occasione per rafforzare l’impegno di tutti verso un’economia sempre più circolare”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Milani, segretario della commissione Ambiente, primo firmatario e relatore della pdl sull”Istituzione della Giornata Nazionale del Riciclo della Carta’ dopo il voto in commissione Ambiente alla Camera   (Agenzia Dire)

Rassegna parlamentare a cura di MF