Decreto Transizione e Aree Idonee: in audizione allarme burocrazia e incertezza per imprese e rinnovabili

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DL TRANSIZIONE  E AREE IDONEE

Le audizioni che si sono tenute in Parlamento (in particolare presso l’8ª Commissione del Senato) sul Decreto-Legge n. 175/2025 (recante misure urgenti in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili) hanno evidenziato un coro di preoccupazioni e richieste di correzioni da parte del mondo produttivo e delle associazioni di categoria.

La sintesi delle posizioni emerse in settimana è la seguente:

📢 Allarme burocrazia e incertezza per imprese e rinnovabili

Il mondo produttivo e associativo (tra cui Confindustria, Confapi, CNA, Confartigianato, Italia Solare, Coordinamento FREE, Federazione ANIE e altri) ha lanciato un “allarme unanime” sul rischio che il Decreto, pur negli intenti, mini la fiducia tra imprese e istituzioni a causa di regole “cambiate in corsa” e incertezze.

1. Piano Transizione 5.0: certezza delle regole e liquidità

Il fronte delle imprese ha espresso forte preoccupazione riguardo all’efficacia del nuovo regime di crediti d’imposta per la Transizione 5.0, sottolineando le seguenti criticità:

  • Rischio di Shock di Liquidità: Confapi ha avvertito del rischio di uno “shock di liquidità” per le PMI, specialmente quelle esposte finanziariamente, chiedendo che il credito d’imposta venga mantenuto come strumento privilegiato rispetto al superammortamento.

  • Mancanza di Regime Transitorio: Federazione ANIE ha evidenziato l’assenza di un regime transitorio per i progetti di investimento in Transizione 4.0/5.0 già avviati o in fase di completamento, ledendo il principio del legittimo affidamento e creando confusione. Si è chiesta una proroga adeguata (almeno tre mesi) per i progetti in corso o, in alternativa, che il progetto sia considerato concluso al termine delle opere di competenza dell’impresa, indipendentemente dai lavori del gestore di rete.

  • Burocrazia e Certificazioni: È stata denunciata la confusione generata dai continui cambi di regole e dalla complessità delle certificazioni richieste (soprattutto quelle “Ex ante” ed “Ex post” che attestano la riduzione dei consumi energetici).


2. Aree Idonee e Produzione da Fonti Rinnovabili

L’altra sezione critica del Decreto riguarda la nuova disciplina sulle Aree Idonee per l’installazione degli impianti a fonti rinnovabili (FER), con particolare attenzione al fotovoltaico e all’eolico.

  • Vincoli Eccessivi e Blocco Investimenti: Confindustria e altre associazioni hanno espresso la preoccupazione che i nuovi vincoli, in particolare quelli introdotti per le aree a ridosso di beni paesaggistici e insediamenti produttivi, possano bloccare gli investimenti nelle FER e, di conseguenza, aumentare i costi dell’energia per le imprese.

  • Restrizioni sul Fotovoltaico a Terra/Agricolo: Italia Solare ha criticato la norma che restringe le possibilità per le aziende di utilizzare le aree intorno agli stabilimenti per l’autoconsumo energetico, richiedendo l’introduzione della cosiddetta “solar belt” per gli impianti vicini ai consumi industriali.

    • È stata chiesta la rimozione del divieto generalizzato del fotovoltaico a terra in area agricola, suggerendo criteri basati sull’effettiva vocazione dei terreni, e non su un divieto tout court.

  • Idroelettrico e Consumo Locale: Assoidroelettrica ha difeso il modello di produzione energetica vicino al consumo, criticando i potenziali tagli alle aree idonee prossime agli insediamenti produttivi.

In sintesi: le richieste al Parlamento

Le associazioni hanno chiesto al Parlamento di cogliere l’occasione della conversione in legge del Decreto (DL 175/2025) per intervenire con correttivi immediati volti a:

  • Ripristinare la certezza del diritto e la stabilità delle regole.

  • Garantire proroghe adeguate e salvaguardare gli investimenti già avviati in Transizione 5.0.

  • Semplificare le procedure e rendere i controlli del GSE improntati al buon senso.

  • Ridefinire i criteri per le Aree Idonee in modo più coerente e flessibile per sbloccare la realizzazione di nuovi impianti FER, specialmente fotovoltaici.

Ecco la rassegna delle singole posizioni.

Per un approfondimento sui contenuti del decreto ascolta la puntata del podcast Primo Firmatario

ENERGIA. ASSOIDROELETTRICA: OGGI FOTOVOLTAICO RESTITUISCE RISORSE, NON VA FERMATO

PARADOSSALE DA UN GIORNO ALL’ALTRO PENSARE DI DARE N TAGLIO DRASTICO A TUTTO (DIRE) Roma, 2 dic. – “In 20 anni lavorato per creare e far diventare matura la filiera fotovoltaica. stiamo finendo di pagare il primo conto energia oltre 500 euro a MegaWattora di incentivo. Oggi questa fonte e in grado di darci energia con convenzioni asta a 65-70 euro MWh. È stato oneroso per il nostro Paese investire nel fotovoltaico, toccati anche 11 miliardi di prelievo nella componente A3 in bolletta. Oggi siamo in condizione tali che il fotovoltaico, come altre fonti, restituisce risorse al GSE grazie al meccanismo di incentivazione a due vie. Risulta paradossale come da un giorno all’altro si possa pensare di dare un taglio drastico a tutto questo”. Paolo Taglioli, direttore generale Assoidroelettrica, lo dice in audizione alla commissione Ambiente del Senato sul decreto legge recante “misure urgenti in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili”. “Oggi è il momento di raccogliere i frutti degli investimenti fatti”, dice Taglioli, “è importante mantenere le aree idonee entro i 500 metri dagli insediamenti produttivi, si tratta del normale ampliamento aree a vocazione produttiva”. Ciò detto, “auspico una conversione che possa garantire la continuità delle aree idonee”, per questo è necessario “garantire un periodo transitorio a tutti quegli iter che abbaino maturato un legittimo affidamento”, conclude il dg Assoidroelettrica, e considerare nelle aree idonee anche le opere connesse, come le linee elettriche. Confidiamo nel buonsenso di tutti, avere energia competitiva significa garantire la sopravvivenza delle industrie”.

ENERGIA. ANIE: FORTE RESTRIZIONE PERIMETRO AREE IDONEE, PNIEC A RISCHIO

IMPATTO NEGATIVO SULLA COMPETITIVITÀ DELLE PROCEDURE CONCORSUALI (DIRE) Roma, 2 dic. – Sulle aree idonee “qualche piccolo passo in avanti è stato fatto, ma sono corrisposti molti passi indietro”. Tra le cose positive, “individuati i criteri a cui attenersi per individuare le aree idonee, è stata inserita la definizione di ‘impianto agrivoltaico’ e previsto che tale configurazione sia sempre ammessa nelle aree classificate agricole quando adeguatamente elevate”. Apprezzabile poi “che le Regioni abbiano la possibilità di ampliare le aree idonee ma non di restringerle rispetto a quelle definite nel decreto”. Michelangelo Lafronza, segretario Anie Rinnovabili, lo dice in audizione alla commissione Ambiente del Senato sul decreto legge recante “misure urgenti in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili”. Però “registriamo una forte restrizione del perimetro delle aree idonee con questo nuovo provvedimento di legge” e con, alla fine, “un indebolimento degli obiettivi al 2030 e un impatto negativo sulla competitività delle procedure concorsuali previste dai recenti provvedimenti” come FERX con buoni prezzi, prosegue Lafronza, “ma anche FERZ, FER2 e MACSE e capacity “che hanno fornito buoni risultati economici con effetti sulla riduzione del prezzo dell’energia elettrica”. E’ poi “una mancanza molto critica, che lede il principio del legittimo affidamento” la “assenza di un regime transitorio per i progetti che hanno già avviato gli iter autorizzativi sia ambientali che di ciostruzione degli impianti” e senza regime transitorio “viene leso il principio del legittimo affidamento e compromette la credibilità del paese presso gli investitori che hanno già sostenuto costi rilevanti”. E’ quindi “importante richiamare disposizione di un regime transtorio”, conclude il segretario Anie Rinnovabili.

Il Coordinamento FREE in particolare chiede di: introdurre urgentemente un transitorio tramite decreto correttivo o, in alternativa, con una nota di chiarimento che consenta ai procedimenti già presentati prima dell’uscita in Gazzetta del DL 175/2025 di proseguire secondo la normativa previgente; ripristinare la solar belt, per le aree agricole in prossimità di stabilimenti industriali, per avere criteri più coerenti con l’obiettivo di “produrre vicino ai consumi”; superare il divieto generalizzato del FV a terra su suolo agricolo introducendo criteri che distinguano terreni e usi reali (es. aree non idonee alla coltivazione); evitare che l’ampiezza delle fasce di rispetto da aree e beni tutelati renda di fatto impossibile individuare aree idonee e ripristinare un’impostazione più aderente a quanto previsto precedentemente nel D.Lgs. 199/2021; che non sia richiesta l’idoneità delle aree anche per i cavidotti interrati di connessione alla rete elettrica. Il Coordinamento FREE, in sintesi, auspica che “la conversione del DL 175/2025 sia l’occasione per ripristinare certezza del diritto, tempi congrui e regole coerenti e non eccessivamente restrittive per lo sviluppo delle FER, indispensabili per sostenere imprese, investitori e territori e accelerare la transizione energetica, evitando che la confusione normativa si traduca in ritardi, investimenti bloccati e contenziosi”.

 

ENERGIA. COORDINAMENTO FREE: CONFUSIONE SU RINNOVABILI TRA MINISTERI E REGIONI

MANCA CONDIVISIONE INTENTI, DECIDERE SE PREZZO È PRIORITÀ, FER LO ABBASSANO (DIRE) Roma, 2 dic. – “C’è molta confusione, con norme che si accavallano. La nostra impressione è che in questo momento i ministeri, a partire dal MASE e dal MASAF e del MIC, ma anche le Regioni, non abbiano una condivisione degli intenti, per cui è evidente che serve un orientamento certo e ben preciso da parte del Governo sulla direzione da intraprendere, oppure c’è troppa confusione”. Il presidente del Coordinamento FREE, Attilio Piattelli, lo dice in audizione alla commissione Ambiente del Senato sul decreto legge recante “misure urgenti in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili”. La sensazione, dice Piattelli, “è quella di una difficoltà di operare in un contesto in cui le norme sono spesso in cambiamento”, dunque “la prima raccomandazione è proprio quella di cercare di fare in modo a tutti i livelli istituzionali che le norme abbiamo una durata e siano garantite nel tempo”. A proposito dei problemi sulle aree idonee “il tema è il prezzo dell’energia: bisogna decidere se in Italia la priorità è il prezzo oppure no”, spiega il presidente del Coordinamento FREE, eppure “abbiamo visto l’asta del FER X che ha dato dei risultati interessantissimi con prezzi più bassi del 50% dei prezzi medi del 2025”. Ciò vuol dire che “le rinnovabili effettivamente sono la soluzione ma dobbiamo decidere se sono la priorità”, denuncia Piattelli. (

 

ENERGIA. AERO: SERVE MAGGIORE CHIAREZZA NORMATIVA SU AREE IDONEE E PROGETTI IN CORSO

MAMONE CAPRIA: RISCHIAMO UNA VALANGA DI RICORSI AMMINISTRATIVI (DIRE) Roma, 2 dic. – “Se non verrà inserita una previsione in merito all’applicazione delle nuove disposizioni in materia di aree idonee ai progetti già in fase di autorizzazione, rischiamo una valanga di ricorsi amministrativi. Lo chiedono a gran voce tutti, dalle Regioni alle associazioni di categoria, ed è per questo che auspico l’attenzione dei senatori in questa fase di audizioni programmate per emendare il decreto legge”. Lo dice il presidente dell’Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore- AERO, Fulvio Mamone Capria, lo dice in audizione alla commissione Ambiente del Senato sul decreto legge recante “misure urgenti in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili”. Durante l’audizione, AERO ha evidenziato alcune criticità prioritarie: dalla mancanza di un periodo transitorio a tutela dei procedimenti già avviati, come dichiarato in apertura, alla nuova definizione delle Aree idonee su terraferma (art. 11-bis), che riduce in modo eccessivo le aree ope legis. AERO ha quindi proposto di reintrodurre la categoria “c-quater” e di correggere la fascia di rispetto attorno ai beni culturali, chiarendo quali beni siano effettivamente inclusi per evitare restrizioni sproporzionate. L’associazione ha inoltre formulato proposte integrative per le Aree idonee a mare (art. 11-ter), chiedendo che sia esplicitato il divieto di moratorie o sospensioni dei procedimenti in corso, e per i regimi autorizzativi semplificati (art. 11-quater), offrendo soluzioni migliorative per rendere coerente ed efficace l’intero quadro normativo. AERO ha poi richiamato il potenziale dell’eolico offshore per l’Italia: 8,5 GigaWatt al 2035 e 18,5 GW al 2045, equivalenti fino al 13% del fabbisogno elettrico nazionale, con 55 miliardi di euro di investimenti potenziali e migliaia di nuovi posti di lavoro, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. L’associazione ha infine ribadito che “tempistiche certe, governance efficiente e pianificazione coordinata sono le condizioni essenziali per consentire al settore di contribuire alla transizione energetica del Paese, alla sicurezza energetica nazionale e allo sviluppo di una filiera industriale italiana competitiva nel Mediterraneo”. 

 

ENERGIA. ELETTRICITà FUTURA: RINNOVABILI ABBASSANO PREZZO, MA SONO FRENATE

AUTORIZZAZIONI COLLO BOTTIGLIA CHE COSTA 30%, MA DL AGRICOLTURA E NORME REGIONALI BLOCCANO (DIRE) Roma, 2 dic. – “L’unico modo per ridurre il prezzo” dell’energia “è uno sviluppo importante delle rinnovabili” ma “sono fondamentali i tempi”. Si deve allora “accelerare lo sviluppo delle rinnovabili e ciò significa accelerare i processi autorizzativi, vero collo bottiglia e grande criticità, per tutto il sistema industriale ma in particolare per l’impiantistica rinnovabile”. E’ quindi necessario “semplificare e velocizzare i processi autorizzativi, oggi il principale ostacolo allo sviluppo dei progetti, con conseguente aggravio sui loro costi, che già oggi rappresentano circa il 30% del costo di un impianto”. Giuseppe Argirò, vicepresidente di Elettricità Futura, lo dice in audizione alla commissione Ambiente del Senato sul decreto legge recante “misure urgenti in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili”. “Lo sviluppo riguarda innanzitutto le aree idonee, intese come meccanismi di accelerazione autorizzazioni”, ma con decreti come il dl Agricoltura e le misure regionali “purtroppo si è creata una situazione che impatta in maniera molto significativa”, dice Argirò, lamentando “meccanismi regionali cosi stringenti che rischiamo di avere interi territori non idonei per nessun tipo di impianto”. In tutto ciò “siamo abbastanza vicini a un punto di svolta importante nel nostro mix energetico, nel senso che stiamo scollinando il 50% andando verso il 60, 65, 70% raccoglieremo in maniera importante gli effetti positivi sul prezzo dell’energia” e le aste FER X lo testimoniano, con “prezzi scontati del 30-40% rispetto al mercato spot”, prosegue il vicepresidente di Elettricità Futura.

Per uscire dall’impasse si dovrebbe “prevedere una disciplina transitoria che faccia salvi i progetti avviati sulla base della regolazione previgente, confermando quando già sancito dal cd DL Agricoltura, che salvaguarda i progetti per i quali sia stata avviata almeno una delle procedure amministrative, comprese quelle di valutazione ambientale, necessarie all’ottenimento dei titoli autorizzativi”, auspica Giuseppe Argirò, vicepresidente di Elettricità Futura. Ancora sarebbe utile “prevedere una definizione meno restrittiva di ‘stabilimenti’ a partire dai quali sia calcolata l’area idonea, senza riferirli solo a quelli soggetti ad AIA (i soli grandi impianti industriali a forte impatto ambientale), ma includendo altre tipologie di impianti tra cui impianti FER, stazioni e cabine purché a specifiche condizioni che limitino ‘effetti domino'” ed “estendere il regime autorizzativo semplificato degli impianti ricadenti in aree idonee anche alle infrastrutture elettriche di connessione interrate qualora ricadenti in aree non idonee”, conclude Argirò, puntando a “focalizzare le aree non idonee e le relative fasce di rispetto, sugli immobili e le aree di notevole interesse pubblico, come definite nell’Art. 136 e nella parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio”.

 

IMPRESE. NOCIVELLI (CONFINDUSTRIA): TRANSIZIONE 5.0 A LUCI E OMBRE

SERVONO REGOLE CERTE E RISORSE ADEGUATE (DIRE) Roma, 2 dic. – “Sul Piano Transizione 5.0 esprimiamo un giudizio con alcune luci e diverse ombre che crediamo debbano essere di insegnamento, per le imprese e per il Governo, per elaborare in futuro una più efficiente politica di incentivi agli investimenti”. Marco Nocivelli, vicepresidente Politiche industriali e Made in italy di Confindustria, lo dice in audizione alla commissione Ambiente del Senato sul decreto legge recante “misure urgenti in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili”. “Il risultato è indubbiamente positivo, in termini di stimolo agli investimenti privati delle imprese, però non possiamo sottacere le criticità emerse nella fase di gestione della misura, così come la forte incertezza generata dal costante processo di revisione, che ha cambiato più volte le regole del gioco in corso d’opera”. Ha aggiunto Nocivelli nel corso di una audizione in tema di Misure urgenti su Piano Transizione 5.0. “Un esempio di tali cambi delle regole del gioco in corso d’opera è dato dalla nuova norma, inserita con il DL oggetto di questa audizione, che impone alle imprese, con tempi estremamente ridotti, di rettificare le comunicazioni già presentate per esercitare l’opzione tra credito di imposta Industria 4.0 e Transizione 5.0”. “Resta aperto il tema delle risorse- sottolinea il vicepresidente di Confindustria- In proposito sarebbe necessario prevedere un meccanismo di integrazione delle risorse nel caso in cui il nuovo stanziamento di 250 milioni di euro per il 2025 disposto dal decreto-legge risultasse insufficiente per gestire la totalità delle pratiche 5.0 correttamente prenotate entro il 27 novembre scorso. Al riguardo, è importante confermare che tutte le pratiche 5.0 in possesso dei requisiti di legge e avviate tramite comunicazione preventiva entro il 27 novembre saranno integralmente finanziate. Inoltre, considerato che anche il plafond del 4.0 è esaurito, è altrettanto necessario prevedere adeguate risorse per riconoscere il credito d’imposta 4.0 alle imprese che rinunceranno al 5.0 esercitando l’opzione prevista dal decreto”.(

Secondo Marco Nocivelli, vicepresidente Politiche industriali e Made in italy di Confindustria, “In vista dell’approvazione della prossima Legge di Bilancio, si coglie l’occasione per ribadire la necessità di strutturare misure che abbiano un orizzonte temporale almeno di medio periodo. Ma soprattutto, le vicende delle ultime settimane, sollecitano una seria riflessione sulla governance degli incentivi: non è possibile cambiare le regole del gioco in corso d’opera”. “L’auspicio è che il nuovo iperammortamento sia una misura agevolativa che abbia chiarezza e certezza delle regole fin dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale; avvii un serio monitoraggio della spesa per evitare tagli di spesa o click day; individui con certezza l’amministrazione competente a fornire, tempestivamente, risposte e chiarimenti ai contribuenti. E che si possa procedere, senza ritardi, alla emanazione della necessaria disciplina attuativa, per dare certezze operative alle imprese sin dal 1° gennaio” ha concluso.

 

ENERGIA. CONFINDUSTRIA: CON SOLO 1% SUPERFICIE AGRICOLA A FV ELETTRICITÀ PER TUTTA INDUSTRIA

DL AGRICOLTURA DISCIPLINA PEGGIORATIVA CHE NON RECEPISCE INDIRIZZO NAZIONALE (DIRE) Roma, 2 dic. – Se volessimo soddisfare tutta la domanda elettrica di tutta l’industria italiana in un anno con il solo fotovoltaico a terra basterebbe solo l’1% della superficie agricola. I provvedimenti che hanno bloccato del tutto i pannelli a terra sono misura ingiustificata e “peggiorativa”. Marco Nocivelli, vicepresidente Politiche industriali e Made in italy di Confindustria, lo dice in audizione alla commissione Ambiente del Senato sul decreto legge recante “misure urgenti in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili”. Rispetto ai problemi di installazione d capacità rinnovabile “oggi il quadro è ancor piu incerto visto che il DM Aree idonee parzialmente annullato dal TAR Lazio e ora è al Consiglio di Stato, mentre alla Corte Costituzionale c’è il divieto generalizzato di fotovoltaico a terra instituito dal dl Agricoltura tuttora in vigore”, dice Nocivelli, “questo provvedimento invece di ampliare fissa criteri ancor più restrittivi che in passato, è una disciplina peggiorativa che non recepisce l’indirizzo giurisprudenziale nazionale”. In questo modo “non si decarbonizza e non si abbassa il prezzo energia”, lamenta il vicepresidente Confindustria, “l’unico effetto è far crescere il prezzo dei pochi terreni considerabili idonei, aumentando speculazioni e bloccando investimenti”. In questo “non deve spaventare il gran numero di richieste di connessione alla rete, in gran parte speculative”, avverte Nocivelli, infatti anche “se tutta l’elettricità consumata dall industria, circa 120 TeraWattora l’anno, fosse prodotta con impianti fotovoltaici a terra si occuperebbe solo l’1% della superficie agricola utilizzabile, cui aggiungere poi il necessario per gli accumuli. Questo senza contare l’installato sugli edifici e l’agrivoltaico che ridurranno ulteriormente il fabbisogno di suolo”. Insomma, tutto compreso “è solo l’1%”, conclude.


LEGGE DI BILANCIO

La Commissione Bilancio del Senato ha proseguito l’esame del ddl recante Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2026 e bilancio pluriennale per il triennio 2026-2028 (AS.1689 Governo).  Nelle sedute di questa settimana sono stati ritenuti inammissibili ulteriori emendamenti.


LEGGE DI DELEGAZIONE EUROPEA 2025

Con 122 voti favorevoli, 7 contrari e 63 astenuti l’Aula della Camera ha approvato  in prima lettura il disegno di legge recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2025 (AC. 2574 Governo). 


PDL RAPPRESENTANZA DI INTERESSI

LaCommissione Affari costituzionali della Camera ha proseguito il 27 novembre l’esame della pdl recante Disciplina dell’attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi (AC.2336 Nazario Pagano – FI).  Conclusa la votazione sugli emendamenti.

Per approfondire sul contenuto della proposta di legge

La legge sui lobbisti non c’è ancora, ma intanto è già cambiata | Pagella Politica

 

Rassegna parlamentare a cura di MF