Romagna Acque ha ufficialmente inaugurato il potabilizzatore della Standiana, alle porte di Ravenna: fondamentale intervento di sistema nel piano pluriennale di Romagna Acque.
Straordinaria l’affluenza, con almeno 250 partecipanti da tutta la Romagna e non solo. Davanti a questa ricca platea, il Presidente Bernabè e l’Amministratore Gambi hanno raccontato i dettagli tecnici, operativi e progettuali dell’impianto, il più avanzato in Europa nel suo genere.
Al dibattito sono poi intervenuti l’on. Silvia Velo, sottosegretario all’Ambiente; il presidente delle Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, unanimi nell’esprimere soddisfazione ed entusiasmo per l’innovazione raggiunta dal nostro territorio, che potrà beneficiare di acqua in quantità e qualità superiori.
Fra gli ospiti in sala, gli onorevoli Alberto Pagani e Marco di Maio, l’assessore regionale Andrea Corsini e diversi sindaci delle città romagnole, fra cui il faentino Giovanni Malpezzi.
Dopo gli interventi, si sono svolti il tradizionale taglio del nastro e la benedizione di don Mauro, parroco di Classe, in rappresentanza del Vescovo di Ravenna.
L’impianto visto da vicino
il Potabilizzatore della Standiana rappresenta il più importante degli investimenti compresi nel piano pluriennale 2011-2023 di Romagna Acque-Società delle Fonti S.p.A.. L’impianto è il cuore di un articolato intervento “di sistema” per l’intera area romagnola, che si completa con i circa 40 km di condotte di interconnessione di grandi dimensioni ad esso collegate. La messa a regime del potabilizzatore – che ha una potenzialità massima di 1100 litri al secondo – rende infatti disponibile alla Romagna una rilevante quantità di risorsa, per almeno 20 milioni di metri cubi annui potenziali, che si vanno ad aggiungere ai 110 oggi mediamente distribuiti per un totale di circa 130 milioni di metri cubi con un rapporto fra disponibilità di risorse e domanda superiore a 1,3 vale a dire garantendo una sicurezza dell’approvvigionamento superiore del 30% al possibile fabbisogno .
Ciò permette a Romagna Acque di diversificare ulteriormente le fonti di approvvigionamento riducendo il prelievo attuale di oltre il 50%, e consente ad una consistente parte del territorio di avere risorsa sufficiente anche in caso di situazioni siccitose.
L’impianto è alimentato con acqua del Po proveniente da una derivazione del Canale Emiliano-Romagnolo grazie ad una apposita concessione di derivazione rilasciata a Romagna Acque e attraverso la realizzazione, da parte di Plurima partecipata di Romagna Acque, di un apposito sistema infrastrutturale ad usi plurimi del quale avrà da oggi anche la gestione operativa.
Fonte immagine: Ravenna Notizie
L’andamento dei lavori
Preceduti da una articolata fase di progettazione e autorizzazione avviatasi nel 2004 e terminata nel 2012, per una durata complessiva di 8 anni, i lavori di costruzione del potabilizzatore sono durati poi esattamente 2 anni: avviati ufficialmente l’8 aprile 2013, si sono chiusi il 9 aprile 2015. In questi 24 mesi, il cantiere di via Fosso Ghiaia ha vissuto ritmi di lavoro intensi e costanti: vi hanno operato complessivamente 63 imprese (41 delle quali con sede in Romagna) per un totale di 26.240 giornate uomo complessive di lavoro.
Mediamente, sono state al lavoro ogni giorno 41 maestranze, con picchi di 83 lavoratori impegnati contemporaneamente. Grande attenzione è stata data all’aspetto della sicurezza sul lavoro, con un innovativo sistema di presidio e gestione, con 120 riunioni di coordinamento, 10 integrazioni CSC, 415 verbali di sopralluogo e con costanti verifiche.
L’importo complessivo dei lavori ammonta a 32 milioni e 900 mila euro; a questi se ne aggiungono circa altrettanti per la posa in opera delle condotte di interconnessione con il territorio. Il nuovo impianto è infatti interconnesso alla rete del lughese, al potabilizzatore NIP di Ravenna ed alla dorsale adriatica dell’Acquedotto della Romagna: le principali aree servite sono dunque la Bassa Romagna, il territorio ravennate e la riviera adriatica, da Cervia a Cesenatico e anche oltre. Ciò porta l’investimento complessivo a oltre 70 milioni di euro.
La qualità dell’acqua
Il potabilizzatore è realizzato secondo le più moderne concezioni e di tecnologie all’avanguardia. La sezione più importante dell’impianto è quella dell’ultrafiltrazione, ovvero la filtrazione dell’acqua attraverso membrane con porosità esterna così piccola (0,04 micron) da trattenere oltre a tutti i solidi sospesi anche la carica batterica e spore di organismi potenzialmente patogeni.
Il passaggio finale su carboni attivi permette invece di trattenere le ultime sostanze rimaste in soluzione nell’acqua al termine del trattamento. Un decisivo salto di qualità dell’acqua trattata per caratteristiche finali del tutto paragonabile alle acque di Ridracoli. I dati relativi alla qualità dell’acqua sono inoltre già disponibili nel nostro servizio di consultazione in diretta.
Moderno risulta anche il sistema di controllo dei processi fortemente automatizzato e dotato di controlli remoti che lo rendono perfettamente integrato con il telecontrollo che la Società possiede a Capaccio. Perché l’impianto lavori a regime, saranno impiegate 12 maestranze, tra controllori di processo e squadre di manutenzione. Il nuovo potabilizzatore fornisce quindi anche opportunità di lavoro e occupazione, oltre che acqua oligominerale di elevatissima qualità.
Fonte: sito web Romagna Acque