ROMA – (Agenzia Dire)- “Il ministero dell”Ambiente ha gia” raccolto molte delle osservazioni degli operatori e attivato diverse misure in grado di definire una governance dell”acqua efficiente e chiara nelle competenze, piu” semplice, piu” partecipata“.
Cosi” Gaia Checcucci (nella foto), direttore generale della direzione per la Salvaguardia del territorio e delle acque, intervenuta oggi al ministero dello Sviluppo Economico per la presentazione del documento elaborato dal Gruppo di lavoro sui ”Servizi idrici” degli Stati Generali della GREEN ECONOMY 2016.
“Mi riferisco innanzitutto– spiega Checcucci- alla definizione del decreto con cui si appronta e si struttura a regime la governance dell”acqua, attraverso la costituzione delle sette Autorita” di Distretto, dalle 37 esistenti: una riforma che semplifica la filiera istituzionale individuando ruoli ben precisi, chiarendo ”chi fa cosa” all”interno della filiera decisionale e ponendo in capo alle Autorita” di Distretto la titolarita” piena in materia di pianificazione della risorsa idrica sotto l”aspetto qualitativo e quantitativo e la relativa predisposizione e aggiornamento dei Piani di gestione delle acque. Inoltre, la definizione di masterplan sovraordinati di riferimento, in coerenza con gli step della Direttiva 2000/60 e in aggiunta la titolarita” esclusiva sulla pianificazione funzionale alla gestione del rischio alluvioni attraverso la predisposizione dei Piani di gestione ai sensi della Direttiva 2007/60“.
AL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA GREEN ECONOMY, SEMINARIO SULLE SFIDE DEL SETTORE
Proprio nel settore acqua, l”Italia appare pero” arretrata rispetto al resto dell”Europa e con molte disuguaglianze tra nord e sud: le perdite nelle reti sono stimate tra il 30-40%, gli acquedotti e le reti fognarie soffrono di vecchiaia, il 24% delle condotte e il 27% della rete fognaria ha piu” di 50 anni, ed ancora esiste un 8% di condotte in cemento amianto, meno della meta” degli impianti di depurazione (45%) assicura un trattamento dei reflui almeno secondario e sul fronte qualita”, il 2,2% dei campioni e” risultato fuori norma con un 9% sulle isole. La riconversione in verde del pianeta acqua e” stato al centro del seminario ”I servizi idrici e la sfida della green economy: opportunita” e difficolta” nella governance del servizio idrico in Italia”, organizzato dal Consiglio Nazionale della Green Economy, in preparazione degli Stati Generali della Green Economy 2016 in programma a Rimini dall”8 al 9 novembre che e” stata l”occasione per fare il punto sulle novita” avviate sul fronte della governance istituzionale dei servizi idrici in Italia, dell”impatto del referendum sull”acqua e per discutere delle opportunita” e delle difficolta” legate allo sviluppo del settore in linea con i principi della Green Economy.
“Per garantire insieme alla tutela di questo bene comune di fondamentale interesse pubblico insieme alla disponibilita” di acqua in quantita” e qualita” sufficiente per soddisfare le esigenze dei cittadini e degli utilizzi nei settori produttivi– ha osservato il Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi- e” necessario, mettere in atto un sistema di azioni e strumenti realmente efficaci di tutela e utilizzi sostenibili di questa risorsa con investimenti adeguati e un quadro normativo coerente che potranno permettere di avviare il settore sulla strada della Green Economy. Un settore che gia” sta affrontando e dovra” affrontare ancora di piu” nei prossimi anni gli effetti dei cambiamenti climatici“. Cosi” in un comunicato gli Stati Generali della Green Economy.
Nel documento discusso nel corso del seminario e” stato sottolineato come alcune azioni di notevole utilita” ai fini di una gestione sostenibile della risorsa idrica siano in forte ritardo, soprattutto in alcune aree del paese. In particolare gli interventi per il contenimento delle perdite negli acquedotti, per l”abbattimento dell”evasione ed elusione della tariffa, per garantire la disponibilita” a tutte le utenze civili anche in periodi siccitosi, per il rafforzamento dell”attuale tendenza di riduzione dei consumi e per il riutilizzo delle acque grigie e di quelle depurate, per l”adeguamento delle infrastrutture di approvvigionamento, trattamento, collettamento e depurazione con criteri di razionalita” e efficacia, per la riduzione progressiva del numero dei gestori, per garantire che siano correttamente attuate procedure di gestione per la valutazione e la gestione del rischio nella filiera delle acque destinate al consumo umano, con riferimento specifico alle grandi infrastrutture di uso pubblico (water safety plan).
Per quanto riguarda gli investimenti necessari per ”aggiornare” le infrastrutture idriche nazionali, che sono stati stimati in oltre 5 miliardi di euro l”anno, l”Authority nella sua ultima relazione sottolinea che nel periodo 2014-2017 gli investimenti pianificati sono stati pari a circa 5,8 miliardi, piu” della meta” concentrati in 3 Regioni, Lombardia, Lazio e Toscana. Eppure investire nel settore dell”acqua potrebbe avere non solo fare bene all”ambiente, ma anche servire da volano per l”occupazione, secondo l”Onu infatti la forza lavoro impegnata nel settore idrico in Europa e” di ben 600.000 unita” e negli Usa ciascun posto di lavoro creato a livello locale nel settore idrico comporta la creazione di 3,68 posti di lavoro indiretti nell”economia nazionale, continuano gli Stati Generali della Green Economy.
ACQUA: LE NOVITA’ NORMATIVE
Il collegato ambientale, Legge 221/2015, ha introdotto alcune novita” in senso solidaristico, nella gestione della risorsa idrica.
In particolare il Fondo di garanzia delle opere idriche per sostenere gli investimenti; la perequazione tariffaria inter-ambito per compensare gli scostamenti che non dipendono da elementi di efficienza e la Tariffa sociale del Servizio idrico Integrato, una forma di sostegno economico per le situazioni di difficolta” che secondo la direzione intrapresa nel decreto attuativo dovrebbe definire il quantitativo minimo vitale necessario al soddisfacimento dei bisogni essenziali in 50 litri per abitante al giorno con la previsione di un bonus acqua corrispondente a questo minimo vitale.
Un impatto su tutto il settore e” previsto inoltre dal Codice degli appalti approvato da poco. Inoltre un decreto del ministero dell”ambiente dello scorso anno ha fissato linee guida per l”applicazione del principio del recupero dei costi ambientali e della risorsa idrica nei servizi idrici.
Di recente la Camera dei deputati ha esaminato un disegno di legge di iniziativa parlamentare del 2014 (che riprendeva una proposta di legge popolare del 2007 e del referendum del 2011 ) che si proponeva tra i suoi obbiettivi di sancire il riconoscimento del diritto all”acqua come diritto umano universale da garantire ad ogni cittadino stabilendo una quantita” minima garantita a carico della fiscalita” generale; tutelare il patrimonio idrico come bene comune pubblico inalienabile, a protezione delle future generazioni ; classificare il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale di interesse generale, non di rilevanza economica; identificare alcune fonti di finanziamento a sostegno dei processi di ripubblicizzazione. “La green economy, qualsiasi siano le sensibilita” e le posizioni in gioco, appare come l”unica via di uscita per questo settore“, ha concluso Gianni Squitieri, membro del gruppo di lavoro Risorse idriche del Consiglio generale della green economy.