Attualità/Economia: presentato il Rapporto regionale del 2016

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BOLOGNA (Agenzia Dire)Con una crescita dell”1% l”Emilia-Romagna, a braccetto con la Lombardia, si conferma traino economico dell”Italia.

Lo certificano i numeri del rapporto 2016 di Unioncamere e della Regione, illustrati oggi (19 dicembre) in viale Aldo Moro, a Bologna. Alla crescita reale del Pil si dovrebbe affiancare un rilancio della domanda interna: dovrebbe crescere dell”1,5% replicando l”incremento del 2015.

A sostenere l”economia regionale pensa ancora l”export, anche se in realta” e” in lieve frenata: secondo le stime attuali dovrebbe chiudere l”anno con un aumento reale del 3% (+1,5% nei primi nove mesi dell”anno) ma i prossimi report Prometeia, in arrivo, dovrebbero collocarlo piu” in basso.

Considerando gli scenari, invece, per il 2017 (secondo le previsioni di Prometeia) il Pil dell”Emilia-Romagna dovrebbe crescere di nuovo dell”1% per salire poi dell”1,8% nel 2018. In tutto questo, gli industriali pero” segnalano: “Andiamo meglio di altre regioni italiane e abbiamo accusato un po” meno la crisi, ma non e” abbastanza” e “serve un colpo di manovella all”economia“, dice al convegno di scena alla terza torre della Regione il presidente di Confindustria Emilia-Romagna Maurizio Marchesini.


Come evidenzia la ricerca Unioncamere, intanto, al settembre scorso risultano occupate in Emilia-Romagna 1,96 milioni di persone (dati Istat), +2,4% rispetto al 2015. Sono le donne (+4%) a contribuire maggiormente alla crescita, a fronte di un +1,1% degli uomini. E proprio in termini di aumento del tasso di occupazione e” l”Emilia-Romagna, la cui disoccupazione e” calata al 7,1%, la seconda area del Paese, dopo il Trentino-Alto Adige. In questo senso, il tasso di attivita” emiliano-romagnolo si aggira intorno al 73,4% (ancora da secondo posto nel podio nazionale), con un tasso femminile al 67,2%.

In generale, sono le imprese manifatturiere che esportano, piu” o meno grandi che siano, quelle che tuttora stanno meglio. Considerando i singoli settori che in Emilia-Romagna funzionano di piu”, inoltre, spicca sempre il turismo, con l”artigianato e le costruzioni che pian piano stanno migliorando, mentre cala il commercio e la produzione industriale segna un +1,5% sul 2015.


Tra gli altri trend, si affaccia sempre quello del reshoring, ovvero la marcia indietro sulle delocalizzazioni; l”Emilia-Romagna anche in questo caso e” da podio italiano, per un trend che si puo” definire “un fenomeno rilevante anche se non ancora di massa“. Cosi”, contestualizza e rivendica il governatore Stefano Bonaccini: “Veniamo da anni difficili, questo rapporto ci dice che abbiamo intrapreso la strada giusta, anche se dobbiamo fare di piu”. Continueremo a investire sull”internazionalizzazione, anche se non e” solo una questione di risorse ma di paure da sconfiggere; dobbiamo avere piu” imprese che esportano. E procediamo col Patto per il lavoro firmato con tutte le associazioni; quindi avanti col dimezzamento della disoccupazione, che era triplicata in questa terra benestante, secondo gli obiettivi che ci siamo dati al 2020″.

Marchesini concorda, anche se precisa: “Il concetto di filiera ci distingue dai concorrenti europei, senza lo strumento della filiera la crisi in Emilia-Romagna sarebbe stata piu” grave. Andiamo meglio- rimarca Marchesini- di altre regioni italiane, ma non e” ancora abbastanza. Le ricette sono sempre quelle: internazionalizzazione e investimenti”.

 E se il presidente di Cna Emilia-Romagna Paolo Govoni, sul fatto che le piccole imprese siano indietro sull”industria 4.0, assicura che “qui c”e” un sistema diffuso di piccole imprese in grado di promuovere innovazione“, prosegue il presidente di Confindustria Emilia-Romagna: “Pesa sempre una certa incertezza globale. A Bonaccini e all”assessore Palma Costi dico di spingere e di spingere sugli investimenti in particolare”.  


Per approfondire

Comunicato stampa Unioncamere

Rapporto Economia Regionale 2016