Fissati al 70% entro il 2025 e all’80% entro il 2030 gli obiettivi di riciclo degli imballaggi; quelli per il riciclo dei rifiuti urbani salgono rispettivamente al 60% entro il 2025 e al 70% entro il 2030.
Sono alcune delle principali modifiche approvate dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo in merito al Pacchetto europeo sull’economia circolare, in base agli emendamenti proposti dall’eurodeputata e relatrice della Direttiva Rifiuti Simona Bonafè.
Il dossier approderà in aula per la discussione in plenaria il prossimo 13 marzo. Una volta incassata l’approvazione, il pacchetto diventerà oggetto dei negoziati a tre, con Commissione e Consiglio dei ministri dell’Ambiente Ue, fino alla ratifica della versione definitiva.
Tra i provvedimenti corretti al rialzo anche quello relativo alla riduzione dei conferimenti in discarica: la versione approvata in Commissione Ambiente propone “un approccio graduale verso un più ambizioso obiettivo al 2030”.
A differenza della versione proposta dalla Commissione Juncker, che fissava al 2030 un target massimo del 10% di rifiuti urbani smaltiti in discarica, la versione licenziata dalla Commissione ambiente propone uno step intermedio, con un target “realistico” del 25% al 2025. Sul fronte della prevenzione, è stata chiesta l’adozione di un ambizioso target di riduzione dello spreco alimentare del 50% entro il 2030.
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La versione approvata in commissione ambiente propone invece la raccolta differenziata obbligatoria del bio-waste per tutti gli Stati membri entro il 2020, fissando un target “almeno del 65% di riciclo entro il 2025”. È stata inoltre eliminata dal pacchetto Economia Circolare la limitazione per cui i sistemi di raccolta differenziata – dell’organico, ma anche della carta, della plastica, del vetro e dei metalli – debbano realizzarsi solo laddove sia “tecnicamente, economicamente ed ambientalmente praticabile”.
“Il Parlamento ha migliorato questa proposta in diversi punti, a mio parere – dichiara Simona Bonafè – ,innanzitutto sui target, ma c’è anche tutta un’altra parte che è quella sulla prevenzione. Noi riteniamo che il miglior modo per procedere verso l’economia circolare sia quello di ridurre la produzione di rifiuti, perché a parità di consumo, se riduciamo la produzione di rifiuti vuol dire che abbiamo fatto dei prodotti che sono più riciclabili, più utilizzabili, più riparabili. Criteri per capire quanto stiamo andando verso il sistema di economia circolare”.
“È indispensabile la rapida approvazione del pacchetto legislativo sull’economia circolare, ambizioso almeno quanto quello proposto oggi dalla Commissione Ambiente dell’Europarlamento – commenta Rossella Muroni, presidente di Legambiente. – Nel frattempo anche il nostro governo deve fare la sua parte. L’Italia, in sede di Consiglio, deve sostenere con forza una riforma ambiziosa della politica comune dei rifiuti, che faccia da volano per l’economia circolare europea, senza nascondersi dietro le posizioni di retroguardia di alcuni governi che si oppongono a un accordo ambizioso con il Parlamento”.
(E – Gazette)