ROMA – Il Fondo, che verrà gestito da Invitalia, nasce con una dotazione proveniente dalle casse del ministero dello Sviluppo economico di 150 milioni di euro l’anno e verrà incrementato con ulteriori versamenti annuali fino al 2020 a carico di Mise (fino a 15 mln €) e Minambiente (fino a 35 mln € a valere sui proventi annui delle aste delle quote di emissione di CO2).
Due le sezioni in cui è articolato il Fondo: la prima (cui è destinato il 30% delle risorse) per la concessione di garanzie su singole operazioni di finanziamento; la seconda (70%) per l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato. Il provvedimento, inoltre, riserva ulteriori quote “dedicate” alla realizzazione (o potenziamento) di reti e impianti per il teleriscaldamento e teleraffrescamento (il 30% delle risorse previste nella prima sezione) e per il supporto agli interventi presso la PA (20% della seconda sezione) elencati nel Capo III del decreto.
In particolare, potranno essere concesse agevolazioni alle amministrazioni pubbliche per interventi relativi al miglioramento dell’efficienza energetica dei servizi (compresa l’illuminazione) e degli edifici di proprietà pubblica, compresa l’edilizia popolare. I finanziamenti, concessi a un tasso dello 0,25% da restituire in massimo 15 anni, non potranno superare il 60% dei costi (il tetto è fissato all’80% per interventi su infrastrutture o illuminazione) e sono compresi in una forbice che fa da un minimo di minimo di 150 mila € a un massimo di 2 mln €. Gli interventi saranno ammissibili, si legge nel decreto, “esclusivamente qualora generino risparmi addizionali” secondo quanto previsto dal provvedimento che ha aggiornato le linee guida dei Certificati bianchi (DM 11 gennaio 2017).
Per quanto riguarda le imprese (Capo II), invece, sono ammessi alle agevolazioni i progetti di investimento per il miglioramento dell’efficienza nei processi e nei servizi (definizione estesa anche agli edifici in cui si svolge l’attività economica), all’installazione o potenziamento di reti e impianti per il teleriscaldamento e teleraffrescamento. Per le Esco, infine, vengono ammessi gli interventi di efficientamento degli edifici residenziali (in particolare edilizia popolare) e di proprietà della PA nonché per progetti di miglioramento dell’efficienza dei servizi e/o delle infrastrutture pubbliche (illuminazione compresa). Imprese ed Esco, infine, potranno accedere sia alle garanzie previste dalla prima sezione del Fondo (fino all’80% delle operazioni finanziarie per capitale ed interessi, per importi compresi tra 150 mila € e 2,5 mln €) che ai finanziamenti agevolati della seconda sezione di importo non superiore al 70% dei costi allo stesso tasso concesso alla PA (0,25%) ma per un massimo di 10 anni (250 mila € – 4 mln €). E’ previsto, inoltre, che l’impresa beneficiaria contribuisca almeno al 15% del costo del progetto.
(Quotidiano Energia)