Entro il 2030 le energie rinnovabili dovranno coprire il 32%, dall’attuale 20%, dei consumi energetici nell’Unione europea. E’ uno dei risultati dell’accordo raggiunto venerdì 15 giugno tra le istituzioni europee sulla nuova direttiva rinnovabili, la cosiddetta RED II (Renewable Energy Directive), una delle otto proposte legislative che compongono il Clean Energy Package, una serie di provvedimenti normativi Ue in tema energia e clima, che aggiorna il quadro normativo Ue al 2030.
L’accordo prevede anche un alleggerimento dei costi per i cittadini e i gruppi di cittadini che vogliono produrre energia da rinnovabili per l’autoconsumo e lo stop all’utilizzo di olio di palma nei biocarburanti
I nuovi obiettivi sono il frutto dell’intesa firmata da Parlamento, Commissione e Consiglio europeo, in cui è stato dato il via libera a due delle otto proposte legislative del pacchetto Energia pulita per tutti che era stato adottato dalla Commissione europea il 30 novembre 2016. Un mese fa era stato adottato il primo elemento del pacchetto, la direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia.
L’accordo non si limita a recepire quello che sta avvenendo nel mercato dell’energia, ma vuole anche andare incontro a un altro fenomeno: l’autoproduzione di energia fotovoltaica, grazie ai piccoli impianti domestici, con i sistemi di accumulo e reti locali. Oltre a migliorare i regimi di sostegno per le rinnovabili, l’accordo riduce anche le procedure amministrative, definisce un quadro stabile di regole sull’autoconsumo, aumenta il livello di ambizione dei target per il settore dei trasporti e della refrigerazione.
Il provvedimento, si legge in una nota della Commissione, “contribuirà notevolmente alla priorità politica della Commissione espressa dal Presidente Juncker nel 2014 affinché l’Unione europea diventi il numero uno mondiale in rinnovabili”. L’accordo “consentirà all’Europa di mantenere il suo ruolo di guida nella lotta contro il cambiamento climatico, nella transizione energetica pulita e nel raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi”.
Le istituzioni comunitarie sono chiamate ora al compito non facile di definire i dettagli della proposta di modifica della direttiva, così come il nodo irrisolto dell’efficienza energetica: solo a quel punto il testo della RED II potrà essere approvato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio UE e recepito, entro 18 mesi, dagli Stati membri.