Città sostenibili e resilienti, il punto di vista del Gruppo Hera

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BOLOGNA – Ospitano piu’ del 50% della popolazione europea ma occupano solo il 2% dello spazio, in compenso generano il 70% del pil e consumano i tre quarti delle risorse. In ogni caso, e’ proprio tra i loro quartieri che devono diffondersi nuove e utili idee contro ‘la grande minaccia’ che ormai nessuno piu’ nega. Viene centrato sulle grandi citta’, a partire da quelle del vecchio continente, il focus sul cambiamento climatico lanciato dal gruppo Hera lo scorso giovedì 6 giugno a Bologna. Il punto di vista e’ quello della resilienza al fenomeno che si sviluppa nei sistemi urbani, soprattutto nelle cosiddette smart city ossia quelle meglio attrezzate e al passo. Ne hanno parlato a Hera, che col suo bilancio di sostenibilita’ 2018 ha distribuito altri due miliardi di euro di valore aggiunto ai territori serviti, ospiti come il premio Nobel per l’economia 2018 Paul Romer, l’architetto Stefano Boeri, il global ambassador delle B Corp (le certificazioni ambientali e sociali dell’ente non-profit Usa B Lab) Marcello Palazzi, la prof di Losanna e dell’Universita’ Iuav di Venezia Paola Vigano’, il sindaco Virginio Merola e il suo ex collega di Bogota’ Antanas Mockus, che tra l’altro spiega come farsi la doccia usando poca acqua, fino al piccolo coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano di Bologna all’opera con un pezzo ‘ambientale’ in inglese, che nel ritornello chiede ai grandi un “better future”, tutto sulla melodia di Bella Ciao. Il profilo di citta’ ‘intelligente’ cosi’ come la intende Hera, per dirla con l’ad del gruppo Stefano Venier, si costruisce “coinvolgendo sempre piu’ i cittadini e la tecnologia, non da sola ma per raggiugnere altri obiettivi, cosi’ come sulla sicurezza in senso lato, aspetto che include la salute dei cittadini e le condizioni ambientali che la favoriscono”.

L’utility a livello locale si e’ messa avanti con soluzioni come quella del nuovo impianto di biometano, il cui prodotto viene usato come carburante per i bus e i taxi, ma anche attraverso il recupero degli oli vegetali esausti. Un altro esempio ambizioso e’ la riqualificazione delle fogne di Rimini, per scongiurare gli allagamenti in caso di pioggia accusati anche nel recente passato. “Le azioni messe in campo gia’ da anni– allarga il raggio Venier- stanno cominciando a dare i loro frutti, registriamo solo lo scorso anno una riduzione per la nostra azienda del 16% della propria impronta di carbonio. Ci fa piacere ora raccogliere questa maggiore sensibilita’ attorno a questi temi, in primis nei giovani e nei millenials“. Intanto, segnala Boeri, le citta’ convivono con questo particolare ‘peso’, l’essere allo stesso tempo sia la prima causa sia la prima vittima del climate change: “Ne sono la prima causa, producendo il 70% della Co2 che genera il cambiamento climatico, e ne sono le prime vittime, le inondazioni che cominciano a colpire le metropoli costiere lo dimostrano. Ma le citta’– garantisce l’architetto- possono essere protagoniste di una grande svolta di verde, foreste, boschi, che assorbono il 40% di quella Co2. Serve un’enorme e straordinaria campagna per rendere piu’ verdi le nostre citta’. A Milano abbiamo deciso di piantare tre milioni di alberi, e anche a New York e a Shanghai ne sono spuntati tanti. Non e’ solo un gesto simbolico ma una necessita’, come sanno bene i ragazzi dei Fridays for future“. Vigano’ concorda, avvertendo pero’ che in certi casi i parchi urbani possono diventare anche barriere, se localizzati male, e che bisognerebbe insistere sulle citta’ virtuose in quanto “porose”, nel senso che dove c’e’ piu’ inclusione sociale si difende meglio pure l’ambiente.

Merola, lodando Hera per il nuovo bilancio di sostenibilita’, cita nel frattempo il contributo alla ‘smartness’ della raccolta differenziata in citta’, soprattutto in centro storico: “Il centro era rimasto molto indietro, avevamo un 16% di raccolta. In pochi anni abbiamo superato abbondantemente il 50%, grazie agli investimenti di Hera e alla risposta civica, tutto sommato diffusa, dei cittadini“. E sugli inceneritori: “Il nostro termovalorizzatore– aggiunge il sindaco- e’ al di sotto dei livelli di inquinamento di tutte le leggi, funziona ma funziona bene. Se si vuole arrivare a termovalorizzatori zero- avvisa il sindaco ricordando l’impegno dell’Emilia-Romagna, che a suo tempo ha risolto i problemi di altri territori accogliendone i rifiuti– occorrono pianificazione e lavoro“.

In tutto questo, resta fiducioso il presidente di Hera Tomaso Tommasi di Vignano: “Le citta’ sono un motore dei nostri interventi e delle nostre politiche verso i territori. Per noi il tema della sostenibilita’ non e’ una novita’, ci lavoriamo sopra perche’ tutti i nostri business si muovono in quest’ottica. Ottica– conclude il presidente di Herache oggi si e’ tradotta anche in politiche specifiche come quelle legate all’economia circolare, la quale attraversa tutte le nostre attività”.

(Agenzia Dire)

Per approfondire

Evento Hera 6 giugno

Intervista del presidente Tommasi di Vignano a Ri -Energia