BOLOGNA – Per l’Emilia-Romagna, seconda regione italiana per valore delle esportazioni e tra le prime regioni d’Europa per export per abitante, nonostante uno scenario con incognite a livello internazionale e interno, il 2019 si chiude positivamente e si avvia a essere archiviato come un altro anno di espansione. La crescita del Pil a fine anno dovrebbe risultare pari allo 0,5%.
Continua la crescita, seppur a ritmo non sostenuto e con alcuni segnali di rallentamento, tuttavia sufficiente per confermare nelle previsioni l’Emilia-Romagna al vertice delle regioni italiane per incremento del Pil nel 2019 e per il 2020. Come era avvenuto nel 2018, la regione si conferma locomotiva di un ben più lento “treno Italia”.
Sono questi i principali dati del Rapporto 2019 sull’economia regionale dell’Emilia-Romagna, realizzato in collaborazione da Unioncamere e Regione, con le stime di Prometeia, presentato martedì 17 dicembre a Bologna, nell’Aula magna della Regione.
Sempre secondo le previsioni di Prometeia è il settore delle costruzioni a contribuire maggiormente alla crescita del valore aggiunto regionale con una variazione nel 2019 rispetto al 2018 che dovrebbe attestarsi attorno al 3,9 per cento, mentre per industria e servizi si prevede un aumento dello 0,3 per cento. A sostenere il manifatturiero sono, ancora una volta, le esportazioni previste in crescita del 5 per cento. Variazione positiva anche per gli investimenti (+2,9 per cento), la domanda interna segnerà a fine anno un +1,1 per cento.
Buone notizie sul fronte occupazionale, si rafforza la dinamica evidenziata negli ultimi anni, nel 2019 il numero degli occupati è stimato in aumento di un ulteriore 2 per cento. Contestualmente il tasso di disoccupazione si ridurrà al 5,2 per cento nel 2019 e al 5,0 per cento nel 2020.
Scenario economico 2019
Dopo 16 trimestri di crescita ininterrotta, la produzione industriale segna una battuta di arresto, tale che i primi nove mesi del 2019 chiudono con un calo dell’1,1%, una frenata che ha interessato tutte le classi dimensionali e colpito quasi tutti i settori. Solo l’alimentare e l’industria del legno e del mobile mostrano una variazione positiva. Per la meccanica la contrazione della produzione è pari all’1,3 per cento, percentuale che si appesantisce per la lavorazione dei metalli (-2,3 per cento) e per il sistema moda (-4,7 per cento).
Tengono le costruzioni, in particolare le imprese più strutturate, e i trasporti.
I dati congiunturali confermano le difficoltà che caratterizzano da oltre un decennio il settore del commercio, stretto tra una mancata ripresa della domanda interna e la crescita dell’e-commerce, con maggiore affanno per alcuni ambiti.
L’industria turistica regionale chiude i primi 10 mesi del 2019 superando i 57,4 milioni di presenze (+1,8%) rispetto al 2018. Gli arrivi turistici salgono a 12,8 milioni (+3%).
Per quel che riguarda la qualità del credito, nei primi nove mesi del 2019 è proseguito il graduale miglioramento del credito erogato all’economia regionale, anche se la marcia sembra in frenata per quel che riguarda i parametri di costo del finanziamento.
Nei primi nove mesi dell’anno, le esportazioni dell’Emilia-Romagna hanno superato i 49 miliardi di euro, consolidando la seconda posizione nella graduatoria delle regioni esportatrici, alle spalle della sola Lombardia. Per l’Emilia-Romagna la crescita nel 2019 rispetto all’anno precedente è stata del 4,8%, variazione superiore al dato nazionale (+2,5%) così come a Lombardia (+0,4%) e Veneto (+1,1%).
Secondo l’indagine Istat sulla forza lavoro, gli occupati sono oltre quota 2 milioni, pari a 26mila unità in più nel terzo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2018, con un tasso di occupazione che è pari al 70,4% e quello femminile quasi al 64%, tra i più elevati in Italia. Risultano in aumento le ore di cassa integrazione autorizzata nei primi dieci mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018 (27 per cento in più).
“La lettura dei numeri del Rapporto– ha commentato Alberto Zambianchi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna- dice che anche nel 2019 l’economia regionale è in crescita, seppur moderata, come confermano i dati su export e occupazione. Andando però oltre la logica meramente settoriale, è sempre più evidente come, nel contesto di una economia in trasformazione, sia sempre più l’azienda a essere protagonista, nel suo operare in un nuovo ciclo che sembra aver preso avvio, sulla spinta del digitale e della sostenibilità. Un nuovo orizzonte, ricco di opportunità per chi ha idee, competenze, entusiasmo e coraggio”.
Il Rapporto 2019, quest’anno, dedica anche un focus specifico, a cura delle Università di Bologna (Unibo) e Modena Reggio (Unimore) ai temi, cruciali per le imprese, della sostenibilità e della maturità digitale, strumenti per affrontare nuovi percorsi che derivano dai grandi cambiamenti e dalle sfide sociali emergenti.
(comunicato Unioncamere)