Rifiuti. Italia terza in Europa per il riciclo degli imballaggi

PDFStampa

L’Italia si conferma avanguardia dell’industria europea del riciclo, attestandosi per il recupero degli imballaggi al terzo posto (con un tasso di riciclo al 67%), dopo Germania (71%) e Spagna (70%). Diverse filiere degli imballaggi (carta, vetro, plastica, legno, alluminio e acciaio) hanno gia’ superato, o sono a un passo dal farlo, i nuovi obiettivi previsti a livello europeo per il 2025, altre (RAEE, veicoli fuori uso) crescono piu’ lentamente. Un settore strategico per un Paese, il nostro, povero di materie prime e che ogni anno dal riciclo riceve 12 milioni di tonnellate di materie prime per l’industria nazionale.

Sono queste le principali evidenze emerse nel corso della presentazione dello studio annuale “L’Italia del riciclo“, il Rapporto giunto alla decima edizione, promosso e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da FISE UNICIRCULAR (l’Unione Imprese Economia Circolare), tenutasi venerdì 6 dicembre nel corso di un convegno a Roma. Negli ultimi 10 anni in Italia i rifiuti totali prodotti sono passati da 155 a 164 mln di tonn. (+6%) e il riciclo e’ cresciuto da 76 a 108 mln di tonn. (+42%).

Molte filiere del riciclo hanno registrano ottime performance in questi anni, con dati positivi sia a livello europeo che italiano. I rifiuti di imballaggio, per esempio, hanno visto crescere del 27% l’avvio a riciclo, passando da 6,7 a 8,5 mln di tonn. Il tasso di riciclo rispetto all’immesso al consumo e’ aumentato dal 55% al 67%, in linea col dato europeo e con i nuovi obiettivi del 65% al 2025 e del 70% al 2030. Rispetto alle principali economie europee (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito) l’Italia si colloca al terzo posto, dopo Germania (71%) e Spagna (70%). Le singole filiere dei rifiuti di imballaggio in diversi casi hanno gia’ superato gi obiettivi previsti per il 2025 e in alcuni anche quelli per il 2030. I tassi di riciclo delle singole filiere dei rifiuti d’imballaggio hanno raggiunto livelli di avanguardia: carta (81% e terzo posto in Europa), vetro (76% e terzo posto), plastica (45% e terzo posto), legno (63%, secondo posto), alluminio (80%), acciaio (79%). Luci e ombre arrivano dalle altre filiere. In decisa crescita nei dieci anni la raccolta degli oli minerali usati, ormai vicina al 100% dell’olio raccoglibile e la raccolta degli oli vegetali esausti (+81% nel confronto con 10 anni fa). Nell’arco di un decennio la raccolta della frazione organica e’ passata da 3,3 mln di tonn. del 2008 a oltre 6,6 nel 2017, con una crescita del 100%. Per raggiungere gli obiettivi europei sara’ necessario strutturare il settore sull’intero territorio nazionale garantendo lo sviluppo di un’adeguata rete impiantistica. Per quanto riguarda gli pneumatici fuori uso, la raccolta ha raggiunto l’obiettivo nazionale e in 10 anni il recupero di materia e’ passato dal 43% al 58%.

Il nostro Paese sconta, invece, ancora un ritardo in termini di raccolta dei RAEE (42% vs obiettivo del 65% fissato per il 2019) e delle pile (42%, ultimo posto tra le potenze europee) e per il reimpiego e riciclo dei veicoli fuori uso, cresciuto di un solo punto percentuale in 10 anni (dall’82% all’83%). Ogni anno dal riciclo 12 milioni di tonnellate di materie prime per l’industria nazionale Lo sviluppo del riciclo, anche in chiave strategica per la produzione di materie prime seconde e per il loro impiego all’interno del ciclo produttivo, passa necessariamente dalla sua integrazione con l’industria manifatturiera. All’interno de L’Italia del riciclo, uno studio svolto da Ecocerved sulla base dei dati MUD quantifica i rifiuti effettivamente trasformati in materie prime seconde (MPS) in Italia e permette di valutare il reale contributo del settore all’evoluzione verso un sistema economico di tipo circolare. A fronte di quantitativi di rifiuti pressoche’ stabili negli ultimi dieci anni in Italia si osserva, invece, una sempre maggiore mole di rifiuti veicolati verso le operazioni di recupero e quantita’ in calo avviate a smaltimento. Nel 2017 (ultimi dati disponibili) le circa 1.200 imprese dell’industria del riciclo hanno trattato 18 mln di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno, gomma e organico (+15% vs 2014, anno della precedente rilevazione). In linea con l’aumento dell’avvio a recupero, si e’ registrata una maggiore produzione dei materiali secondari provenienti dal riciclo di questi rifiuti, con 12 milioni di tonnellate di materie prime seconde per l’industria nazionale.

La resa media delle attivita’ di riciclo (il rapporto tra la quantita’ di materiali secondari prodotti e quella di rifiuti recuperati) oggi si attesta al 67%. Un aspetto di particolare interesse in termini di economia circolare, emerge dai dati: anche se i riciclatori trattano quantita’ piu’ alte di rifiuti, a valle delle attivita’ di riciclo resta una quantita’ di rifiuti pari a 2,6 mln di tonnellate, pressoche’ equivalente a quella del 2014; dato che mostra una migliore prestazione nella lavorazione, favorita anche da una piu’ elevata qualita’ della raccolta e della selezione dei rifiuti. “Alla vigilia del recepimento di nuove direttive europee“, ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, “il sistema del riciclo italiano e’, in generale, gia’ ben predisposto. Oggi occorre quindi intervenire con precisione per mantenere le posizioni conquistate, superare le carenze che ancora permangono e compiere ulteriori progressi. Per aumentare il riciclo dei rifiuti urbani occorre, in particolare, proseguire nell’incrementare le quantita’ e nel migliorare la qualita’ delle raccolte differenziate, recuperando i ritardi che ancora ci sono in diverse citta’. Va, inoltre, adeguato il fabbisogno di impianti di trattamento e di riciclo, in particolare per la frazione organica, ancora particolarmente carente in alcune Regioni. Per la transizione verso un modello di economia circolare, occorrera’ prestare maggiore attenzione alla promozione, come previsto dalle nuove direttive, di un impiego piu’ consistente dei materiali generati dal riciclo nella realizzazione dei prodotti2.

(Agenzia Dire)