Nel 2020, il comparto delle utility, nonostante sia stato profondamente impattato dalla pandemia di Covid-19, è stato tra i più resilienti del sistema produttivo nazionale. Non tutte le performance economico-finanziarie dei player si sono però dimostrate positive, vista la frenata della produzione industriale che ha determinato un calo della domanda di energia e di servizi annessi. È quanto emerge dall’Osservatorio Agici-Accenture, presentato nel corso del consueto workshop, che per i prossimi anni vede uno sviluppo positivo sia per le società italiane che per quelle europee, come confermano i nuovi piani strategici presentanti da quasi tutte le società analizzate nel corso del 2020/2021.
Economics
L’incontro è stato anche l’occasione per presentare i risultati principali dello Studio 2020 sullo stato di salute economica e finanziaria e sulle strategie d’investimento dei principali player energetici italiani ed europei, che possono essere così sintetizzati: per gli operatori italiani si stima per il 2020 una sensibile contrazione dei ricavi aggregati, passati da 193,6 miliardi di euro del 2019 a 173,5 miliardi di euro del 2020, con una riduzione del 10,4%. A incidere maggiormente sulla performance negativa è il cluster dei Gruppi Energetici (-12,2%), seguito da Gruppi Rinnovabili (-2,4%) e Multiutility (-2,1%). Gli Operatori di Rete, invece, sono stati gli unici a presentare una crescita attesa positiva dei ricavi (+4,8%). L’EBITDA aggregato delle società italiane nel 2020 è atteso in calo del 15,2%. Tale riduzione è imputabile esclusivamente a Eni, a causa della drastica riduzione dei prezzi di petrolio e gas (-37% e -45% rispettivamente nei primi nove mesi del 2020 e al medesimo periodo del 2019) generata dal Covid-19. Sostanzialmente in linea con il 2019, invece, si stima l’EBITDA dei Gruppi Rinnovabili, e in lieve crescita il risultato sia delle Multiutility (+0,6%) che degli Operatori di Rete (+2,8%). In riduzione del 13,6% è atteso l’utile netto aggregato per i player italiani: contrazione del 13,0% per i Gruppi Energetici, ad eccezione di Edison e Enel, e del 14,0% per le Multiutility. In linea con il 2019 si stimano i risultati dei Gruppi Rinnovabili e degli Operatori di Rete. I ricavi aggregati 2020-2023 delle Utility italiane sono previsti in crescita con un CAGR del 7,7%, passando da un totale di 162,9 miliardi di € nel 2020 a 203,4 miliardi di € nel 2023.
Investimenti
In calo del 10% risultano gli investimenti aggregati realizzati nel 2020 dagli operatori italiani rispetto al 2019. Tale riduzione è in realtà ascrivibile a poche aziende del campione e a specifiche condizioni di mercato. In particolare, nel 2020: per le multiutility si stima un aumento degli investimenti del 9%, favorite dalla presenza in più comparti di business che ha consentito di diversificare il rischio tra i vari settori di attività e di sfruttare le sinergie legate soprattutto alle attivi-tà regolate, dove gli investimenti godono di una remunerazione certa; per i Gruppi Rinnovabili è attesa una riduzione del 14%, principalmente imputabile al rallentamento delle attività di sviluppo greenfield degli impianti FER; per i Gruppi Energetici si stima una riduzione del 19% delle risorse allocate, influenzata principalmente da Eni, che nel 2020 ha tagliato del 35% il capex in risposta alla crisi senza precedenti in termini di riduzione di prezzo e di domanda, che ha colpito il settore Oil&Gas a livello globale; per gli operatori di rete è previsto un aumento del 6% degli investimenti realizzati.
Quasi tutti i player italiani hanno presentato nel corso del 2020 e a inizio 2021 nuovi Piani Strategici, programmando complessivamente investimenti per il periodo 2021-2023 per circa 65 miliardi di €. Le strategie di tali aziende sono orientate, oltre che al business delle reti, al quale sarà destinato la maggior parte delle risorse pianificate, allo sviluppo di business quali trattamento rifiuti e riciclo di materia in ottica di economia circolare, della generazione da FER ed efficienza energetica.
In generale, tutte le Utility, sia italiane che europee, hanno mostrato l’abilità di sapersi adattare alla continua evoluzione del settore in cui operano. Le strategie dei player, infatti, sono orientate sempre più allo sviluppo delle FER e dei business legati all’Economia Circolare. Inoltre, la maggior parte di essi non intende lasciarsi sfuggire l’occasione di svolgere un ruolo centrale nel settore energetico, ossia quello di garantire la stabilità del sistema elettrico. L’importante incremento previsto della capacità FER dovrà, infatti, necessariamente essere accompagnato da interventi volti a garantire che tale sviluppo avvenga in assenza di criticità per il settore elettrico. A tal fine, diverse sono le soluzioni programmate dalle società, quali: l’incremento della capacità a gas, anche tramite la conversione degli impianti a carbone, la realizzazione di sistemi di storage su ampia scala e lo sviluppo di soluzioni innovative come la produzione di idrogeno rinnovabile.
Come ha affermato durante il Workshop Marco Carta, Amministratore delegato di AGICI, “Le Utilities continuano a rafforzare il loro ruolo di architrave per una ripartenza economica del Paese basata su sostenibilità, innovazione, circolarità e creazione di valore condiviso tra aziende, territori e persone. Le imprese italiane hanno reagito con prontezza e forza alla crisi economica in atto e agli stimoli dell’Unione Europa – ha proseguito – , varando piani strategici ambiziosi come mai prima in termini di investimenti e attenzione allo sviluppo e all’ambiente. Occorre un’azione di politica economia coordinata, forte e coesa per trasformare queste ambizioni in realtà: le risorse manageriali, finanziarie e tecnologiche delle Utilities, infatti, sono disponibili qui e ora”.
“Transizione energetica e sostenibilità sono le parole chiave che emergono dallo Studio. Accelerare su questi due temi significa accelerare la ripresa economica del Paese. In questo contesto il settore Energy & Utility può e deve diventare il motore della ripartenza, ponendosi non solo come recettore di investimenti mirati, ma anche come abilitatore del cambiamento per l’intero ecosistema e, in primis, per la pubblica amministrazione e le piccole e medie imprese” ha dichiarato nel suo intervento Claudio Arcudi, Responsabile Energy & Utilities di Accenture Italia. “Indirizzando le linee strategiche del PNRR è possibile, infatti, riqualificare l’offerta del settore, creando nuovi servizi digitali orientati alla sostenibilità e all’efficienza per incrementare la competitività delle PMI e innovare la PA”.
(E-Gazette.it)