Una produzione idrica nel 2020 di 107.600.000 di metri cubi d’acqua, di cui 60,4 milioni- il 55% del fabbisogno della Romagna- derivanti da Ridracoli, per un valore medio di produzione di 56,4 milioni e ricavi da 45,8 milioni di euro. Investimenti in infrastrutture pari a 20,3 milioni, mentre ai Comuni romagnoli le risorse distribuite sono state pari a 14,5 mln di euro. Sono alcuni dati del bilancio integrato 2020 di Romagna acque- Società della fonti, illustrati nel corso della presentazione che si è tenuta al Museo della città di Classe a Ravenna lo scorso 2 luglio, dal presidente Tonino Bernabè.
Per Romagna acque il 2020 ha rappresentato “un anno di passaggio- ha esordito il presidente- discutendo di ripresa e ripartenza dell’economia dall’incubo della pandemia”, Bernabè non ha dimenticato di ricordare come proprio lo scorso anno anche l’utility abbia “pagato il suo tributo” con la scomparsa dell’ingegnere Andrea Gambi.
Nell’introdurre il suo intervento, Bernabè ha sottolineato l’importanza delle risorse del “piano Marshall” per la crescita economica del Paese che arriveranno dall’Europa attraverso il Recovery.
A riguardo, “le utility italiane nel settore acqua mettono in campo 11 miliardi di euro nei prossimi 5 anni per contrastare il cambiamento climatico, estendere la sicurezza e continuità dell’approvvigionamento e la lotta alla dispersione idrica”. Ha quindi richiamato alla responsabilità le istituzioni coinvolte perché “tutto dovrà andare secondo i piani- sottolinea- tutti siamo messi alla prova, non possiamo fallire questa sfida”.
Tornando ai dati del bilancio integrato 2020, il presidente prosegue nell’illustrazione: Il valore aggiunto globale e lordo per gli stakeholder è stato di 37,9 milioni, dei quali 2,1 milioni distribuiti alla collettività come contributo ai Comuni montani legati alla produzione di Ridracoli.
Discorso a parte, il tema delle rinunce tariffarie: nel triennio 2018-2020 hanno ridotto la tariffa utente finale per 20,8 milioni di euro in meno. “Per quanto riguarda le convenzioni realizzate da Hera, raggiungiamo a fine 2020 un valore pari a 140,7 milioni di euro- prosegue- 46,7 milioni investiti su Forlì-Cesena, 14,5 investiti su Ravenna e 79,5 su Rimini”. Questi investimenti di Rimini, puntualizza poi, sono legati al Piano per la salvaguardia della balneazione. La produzione da fonte rinnovabile è di 10 milioni di Kw ora. E se le risorse distribuite ai comuni romagnoli nel 2020 sono pari 14,5 milioni di euro, nel 2021 se ne registrano ulteriori 9,5 milioni.
I tre principali investimenti di Romagna Acque per il 2021 e gli anni a venire sono stati descritti in dettaglio dal nuovo Dg Gian Nicola Scarcella. Per primo il canale Carrarino, poi il raddoppio della condotta tra il nodo di collegamento di Russi e quello di Lugo-Cotignona, e infine la terza adduttrice della condotta di Romagna.
Il primo intervento, per una spesa di 3,4 milioni riguarda l’ultimo tratto del canale e va a riqualificare la parte che scorre parallela al fiume Lamone, con l’obiettivo di migliorare il sistema di alimentazione delle zone umide presenti (Valle mandriole, Punte alberete e pineta San Vitale). Mentre il raddoppio della condotta Russi-Lugo, ad oggi in grado di alimentare solo l’abitato di Russi, è finalizzato ad alimentare l’intera area della bassa Romagna dall’impianto di Standiana, “qualora vi siano anche emergenze e rotture – motiva- si offre così maggiore flessibilità di gestione del sistema”. I lavori per l”intervento, dal costo di 9,4 milioni, sono nella fase preparatoria di avvio cantieri, la loro fine è prevista nel 2023.
Il terzo progetto, la terza direttrice dell’Acquedotto della Romagna, è invece l’investimento più importante che la società si appresta a fare per i prossimi anni, per un valore da quasi 80 milioni di euro, “completato il quale- spiega il direttore- si avrà una flessibilità notevole che consentirà al territorio di affrontare le sfide dei prossimi anni legate ai cambiamenti climatici”. Attualmente è in corso la fase di progettazione che proseguirà per i prossimi due anni, l’avvio del cantiere è previsto nel 2024 e riguarderà 54 km di nuove condotte dal nodo di Forlimpopoli fino alla cabina di Torre Pedrera.
Infine, presente il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, che ha portato i suoi saluti ripercorrendo la storia di Romagna Acque. “La sete in Romagna era qualcosa di radicato nel territorio- spiega- ma grazie alla società che ha lavorato in questi anni si è risolta questa tematica che però si riaffaccia”. Il cambiamento climatico è infatti, “un problema-agginge- su cui i romagnoli dovranno interrogarsi”. Il primo cittadino esprime fiducia nella società: “Negli anni sono cambiati amministratori e colori politici ma Romagna acque ha sempre rappresentato un faro per tutti e nessuno mette in discussione la sua gestione e attività”. Infine, dal primo cittadino gli auguri al nuovo direttore generale e il ricordo dell’ex Andrea Gambi, la cui scomparsa ha rappresentato “una perdita umana e sociale per tutti noi”.
(Agenzia Dire)