Recupero degli oli vegetali, Gruppo Hera e Confartigianato E-R per un’azione di economia circolare

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Hera ha firmato con Confartigianato Imprese Emilia-Romagna  un protocollo d’intesa con valenza regionale per raccogliere gli oli vegetali esausti (quelli che rimangono al termine delle preparazioni alimentari) prodotti dalle attività degli associati e destinarli al recupero attraverso la trasformazione in biocarburante, grazie a un accordo con Eni.

A garantire la sostenibilità e la trasparenza del percorso c’è una filiera, totalmente certificata da un ente esterno, che genera emissioni di gas serra dieci volte inferiori rispetto alla produzione di gasolio da fonti fossili. Il protocollo sarà valido per tutto il 2022 e poi rinnovabile di anno in anno.

La collaborazione è in linea con l’agenda dettata dall’Unione Europea, di responsabilizzare sempre di più i soggetti che sono coinvolti nella produzione e gestione dei rifiuti e di promuovere processi concreti nell’ottica dell’economia circolare.

10.000 tonnellate all’anno di emissioni di anidride carbonica potenzialmente evitabili

Tutte le attività che producono oli vegetali esausti come risultato dei propri servizi, in particolare ad esempio ristoranti, alberghi con ristorazione, industrie alimentari, associate a Confartigianato Imprese Emilia-Romagna, potranno aderire al progetto. In questo caso, Hera fornirà contenitori dedicati delle dimensioni idonee alle loro necessità e agli spazi a disposizione, da utilizzare per la raccolta degli oli prodotti nelle cucine.

Gli oli vegetali esausti così recuperati verranno poi inviati, previa lavorazione, alla bioraffineria Eni a Porto Marghera, per essere convertiti nel biocarburante HVO, uno dei componenti per la produzione del gasolio Eni Diesel+, nell’ambito dell’accordo quadro di economia circolare siglato con Eni. Gli oli diventano quindi una materia prima seconda che permette, almeno in parte, di evitare il ricorso al carburante di origine fossile.

La filiera di recupero degli oli raccolti è interamente tracciata e certificata da un ente terzo che ne sancisce la sostenibilità: il processo in tutte le sue fasi, dalla raccolta territoriale al pretrattamento fino alla produzione del biocarburante, genera, infatti, emissioni di anidride carbonica circa dieci volte inferiori rispetto alla produzione della stessa quantità di gasolio di origine fossile. Considerando che sono associate a Confartigianato Emilia-Romagna circa 1.000 imprese nel settore coinvolto, potenzialmente con questo progetto si potrebbe evitare l’emissione di circa 10.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno.

“Questo accordo si colloca all’interno del percorso che il Gruppo Hera sta portando avanti da tempo per rendere sempre più capillare e diffusa questa raccolta, tra le famiglie e le attività. La transizione verso un’economia circolare è una sfida fatta di tante azioni intraprese con continuità – commenta Franco Fogacci, direttore centrale Servizi ambientali e Flotte del Gruppo Hera -. L’obiettivo per il 2021 è di arrivare ad una raccolta complessiva di 1.500 tonnellate, il 40% in più rispetto all’anno scorso. Già ora, il biocarburante prodotto utilizzando l’olio vegetale esausto proveniente dalla raccolta differenziata, è la fonte di alimentazione di una quarantina dei nostri mezzi adibiti alla raccolta dei rifiuti”.

“Siamo lieti di partecipare a questa azione che crea un circolo virtuoso di economia circolare concreta, calata nel lavoro quotidiano – dice Gilberto Luppi, vicepresidente vicario di Confartigianato Emilia-Romagna -. La realizzazione di una filiera tracciata, certificata e sostenibile, che trasforma uno scarto in combustibile a basso impatto ambientale, dimostra la perfetta sinergia che si crea fra le diverse realtà economiche e imprenditoriali quando si impegnano assieme per il bene del territorio in cui operano”.

(comunicato Gruppo Hera)