Gli effetti dei cambiamenti climatici stanno contribuendo ad alterare l’equilibrio del ciclo idrologico globale, con importanti ripercussioni sulla disponibilità e sulla distribuzione della risorsa idrica. Per garantire nei prossimi anni un approvvigionamento sicuro di acqua potabile, i gestori italiani del servizio idrico investiranno circa 10 miliardi di euro: tre nel Sud e nelle Isole, quattro al Centro e tre al Nord; di questi, oltre il 50% (5,2 miliardi) verrà investito già nel triennio 2022-2024. Sono alcuni dei dati che emergono dal paper “Acqua, investimenti e climate change”, realizzato da Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) e presentato a Torino in occasione del del Festival dell’Acqua, che si è svolto la scorsa settimana a Torino.
Investimenti e progetti
Tra gli investimenti in programma, poco più di 6,5 miliardi di euro sono destinati a interventi nei servizi di adduzione e distribuzione, circa 2,5 miliardi sono ripartiti equamente tra i segmenti di fognatura e depurazione, mentre la quota restante (circa 1 miliardo di euro) è destinata ad interventi negli altri segmenti della filiera tra cui captazione, potabilizzazione e dissalazione. La realizzazione di tali interventi comporterà una maggiore quantità di acqua disponibile – intesa come acqua recuperata o come acqua supplementare prodotta – stimata in circa 620 milioni di metri cubi.
Sono circa mille i progetti che i gestori hanno in cantiere: si tratta di nuovi serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, riduzione delle dispersioni e interconnessioni tra acquedotti, ampliamento della rete fognaria e ammodernamento degli impianti di depurazione.
“Gli eventi siccitosi e quelli alluvionali – ha spiegato la presidente di Utilitalia, Michaela Castelli – hanno ormai una ricorrenza ciclica, pertanto devono essere affrontati con interventi e processi strutturali sostenibili nel lungo periodo. Parliamo di maggiori sistemi di accumulo, produzione di risorse idriche complementari, di infrastrutture che favoriscano soluzioni orientate al riuso delle acque e di interventi sui sistemi di irrigazione e produzione; il tutto rafforzando la governance in un’ottica industriale, creando maggiori sinergie con altri usi e provvedendo ad una corretta ripartizione dei costi”.