In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, che ricorre il 22 marzo, l’Istat ha aggiornato le statistiche sull’utilizzo della risorsa acqua pubblicando il report relativo agli anni 2019-2021.
Ecco le principali evidenze:
- Nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia/città metropolitana, il 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel 2018).
- Sono 236 i litri per abitante erogati ogni giorno nelle reti di distribuzione dei capoluoghi di provincia/città metropolitana.
- In 11 Comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, tutti nel Mezzogiorno, sono state adottate misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua.
- Nel 2021 l’86,0% delle famiglie si dichiara soddisfatto del servizio idrico mentre il 65,9% delle persone di 14 anni e più è attento a non sprecare acqua.
L’Istat indica che l’erogazione giornaliera dell’acqua pro capite è mediamente più elevata nei comuni del Nord, con il massimo nel Nord-ovest (253 litri per abitante al giorno), che presenta una forte variabilità regionale e valori che vanno dai 234 litri per abitante al giorno del Piemonte ai 438 della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (regione con il valore più alto).
La diffusione dei fontanili, soprattutto nelle aree montane, può dar luogo a erogazioni considerevoli e spiega i valori sensibilmente più alti dei volumi pro capite. Nella ripartizione delle Isole è erogato in media il minore volume di acqua (186 litri per abitante al giorno), anche se i valori regionali più bassi dell’indicatore si osservano in Umbria (166) e Puglia (155).
- Nel 2020 operano in Italia 2.391 gestori di servizi idrici, 161 in meno rispetto al 2018, ma la gestione è ancora fortemente frammentata.
- Nel 2020 sono erogati ogni giorno per gli usi autorizzati 215 litri di acqua potabile per abitante nelle reti comunali di distribuzione.
- Nel 2021 sono adottate misure di razionamento dell’acqua in 15 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana (erano 11 nel 2020), due anche nel Centro-Nord.
- Nel 2020, 6,7 milioni di residenti non sono allacciati alla rete fognaria pubblica.
Sono 718,8 I millimetri di precipitazione totale annua registrata in media nei 24 capoluoghi di regione/città metropolitana e il 29,4% à la quota di famiglie che nel 2022 non si fidano a bere acqua di rubinetto. Sono 296 I comuni senza servizio pubblico di depurazione delle acque reflue urbane.
Nel 2020 il servizio di distribuzione dell’acqua potabile è attivo in 7.888 comuni su 7.903, a completa o parziale copertura del territorio, garantendo gli usi idrici di popolazione, piccole imprese, alberghi, uffici, attività commerciali, produttive, agricole e industriali collegate direttamente alla rete urbana, nonché gli usi pubblici (lavaggio strade, acqua di scuole e ospedali, innaffiamento verde, fontanili e antincendio). 15 comuni sono totalmente sprovvisti del servizio: vi risiedono circa 65mila persone (0,1% della popolazione) che ricorrono a forme di autoapprovvigionamento, attraverso pozzi privati. Dove è attivo il servizio di distribuzione dell’acqua potabile, in più di quattro comuni su cinque (79,6%) operano gestori specializzati, in poco meno di uno su cinque (19,4%) gestori in economia e nei restanti rari casi gestioni miste (quando enti in economia e specializzati operano su aree differenti del territorio comunale), concentrati soprattutto nella provincia autonoma di Bolzano/Bozen e in quella di Catania.
A livello regionale, la gestione specializzata del servizio di distribuzione copre interamente l’Umbria ed è molto presente anche in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Basilicata ed Emilia-Romagna. Di contro, quasi tutte le gestioni sono in economia in Molise, con una forte componente anche in Calabria, nelle province autonome di Bolzano/Bozen e Trento e in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste.