PNRR: le proposte di Asvis per riorientare politiche e progetti verso la sostenibilità

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Procede a rilento l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che presenta sì dei segnali incoraggianti ma, al contempo, solleva una serie di questioni che andrebbero chiarite il prima possibile per non far perdere all’Italia l’opportunità di accelerare sullo sviluppo sostenibile. È il messaggio che lancia l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile con la presentazione –  durante una conferenza stampa online lo scorso venerdì 21 aprile – della quinta edizione del rapporto “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Legge di bilancio 2023 e lo sviluppo sostenibile”, realizzato grazie al contributo delle esperte e degli esperti delle oltre 320 organizzazioni aderenti.

La pubblicazione intende far comprendere come si posizionano questi due delicati provvedimenti rispetto alle dimensioni ambientale, economica, sociale e istituzionale dello sviluppo sostenibile. Insieme all’analisi, inoltre, il documento avanza delle proposte per facilitare la buona riuscita del processo di transizione ecologica che deve investire l’Italia e gli altri Paesi, in linea con quanto stabilito dal piano RePowerEu (che punta e rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi).

Secondo l’ASviS, anche la Legge di bilancio (LdB) 2023, presentata dal governo sul finire dello scorso anno, è in chiaro-scuro. Contribuisce ad affrontare alcune delle debolezze che caratterizzano la delicata situazione del Paese in campo ambientale, sociale ed economico, ma alcuni degli interventi appaiono controproducenti sul piano contenutistico o deboli su quello delle risorse finanziarie assegnate. In generale, la Legge risulta poco incisiva nel modificare il contesto socioeconomico italiano in chiave sostenibile.

Le proposte dell’Alleanza sul Pnrr

Rispetto all’analisi fatta lo scorso anno dall’ASviS sono stati rilevati numerosi avanzamenti ma, in generale, emerge l’assoluta necessità di:

  • un più accurato e trasparente monitoraggio delle modalità e delle tempistiche con cui investimenti e riforme vengono realizzate;
  • una valutazione della coerenza “sistemica” delle varie azioni rispetto al conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile;
  • migliorare la condivisione delle informazioni sull’attuazione del Piano con gli stakeholders coinvolti negli interventi, la società civile e l’opinione pubblica;
  • integrare le misure del Piano con altri processi e piani, come la Strategia nazionale e le strategie regionali di sviluppo sostenibile, così da aumentare il livello di coordinamento delle politiche economiche, sociali e ambientali in una prospettiva di sostenibilità.

Con riferimento alla dimensione prevalentemente economica, appare necessario:

  • operare nel senso di una profonda revisione delle politiche del lavoro, finalizzata al rafforzamento del collocamento delle persone inattive;
  • rafforzare le politiche volte a stimolare la ricerca e lo sviluppo;
  • potenziare gli strumenti di politica industriale per orientare i processi produttivi verso tecnologie green;
  • accelerare l’attuazione delle politiche per l’economia circolare;
  • stimolare l’uso delle tecnologie digitali per aumentare la connettività e innovare processi e prodotti, attraverso l’adozione dei dispositivi 5G e dell’Internet delle cose, e promuovere esperienze di Smart cities and communities.

Mentre nel campo delle misure relative alla dimensione ambientale l’ASviS suggerisce di:

  • approvare rapidamente e finanziarie adeguatamente il Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), definire il Piano nazionale integrato energia-clima (Pniec), allineando gli investimenti pubblici e privati agli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 e approvare entro il 2023 la Legge italiana per il clima;
  • disegnare gli investimenti del RepowerEu per raggiungere gli obiettivi del pacchetto “Fit for 55”;
  • definire una strategia a medio termine per l’efficientamento energetico;
  • potenziare gli investimenti nel settore idrico;
  • estendere a tutti i ministeri, per rafforzare le politiche urbane, l’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile adottata ad ottobre del 2022 dall’allora ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili;
  • accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile;
  • velocizzare l’attuazione della Strategia marina.

Per approfondire, clicca qui

Sintesi del Rapporto

Rapporto integrale

(Fonte: Asvis)