Efficientare e ripensare l’organizzazione delle infrastrutture di collettamento del territorio, nella consapevolezza che una gestione più sostenibile delle acque meteoriche può essere la chiave per prevenire e ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici estremi. Un tema diventato di strettissima attualità, soprattutto la dopo la violenta ondata di maltempo e le alluvioni che hanno flagellato il territorio della Romagna nel maggio scorso. Una ‘mission’ che vede impegnata Unica Reti, società patrimoniale della provincia di Forlì-Cesena, che al tema ha dedicato un convegno dal titolo “Cambiamento climatico e gestione dei sistemi di drenaggio urbano: un’evoluzione necessaria”, che si è tenuto lo scorso 1° dicembre, presso l’ex Chiesa di San Giacomo (P.le Guido da Montefeltro), a Forlì.
Un evento che rappresenta la conclusione di un percorso che ha visto Comuni, società patrimoniali delle reti, sistema di gestione integrato del perimetro romagnolo, università ed enti ricerca confrontarsi per singoli ambiti al fine di pervenire ad un aggiornamento condiviso del quadro conoscitivo su reti, impianti e funzioni gestionali. Il tutto con l’obiettivo di sostenere la necessaria evoluzione tecnica e gestionale dei sistemi di drenaggio urbano delle acque meteoriche. Un iter cominciato in occasione del Consiglio locale ATERSIR del 18 novembre 2021, nel quale fu espressa dai 30 Comuni dI Forlì-Cesena la necessità di un approfondimento conoscitivo sulla consistenza degli asset “acque meteoriche”, affidando ad Unica Reti il compito di realizzare una ricognizione sulle infrastrutture esistenti attraverso un censimento puntuale.
“La società – ha spiegato l’Amministratore Unico, Stefano Bellavista (nella foto), nell’apertura dei lavori – ha quindi avviato l’attività di ricognizione e rilevazione delle infrastrutture costituenti il sistema di collettamento e gestione delle acque meteoriche nei 30 comuni della provincia di Forli-Cesena. Lo staff interno, in collaborazione con Hera – Divisione Acque e con il supporto tecnico di ENVIA, nel 2022 ha avviato la ricognizione attuando in primis un’azione pilota sul Comune di San Mauro Pascoli, poi sulla base dell’esperienza collaudata operando anche sugli altri comuni”.
In particolar modo sono stati individuati due macro-ambiti di ricognizione. Il primo riguardante le reti (tratte, scarichi, allacci, caditoie, mappatura esistente, proprietà̀, servitù, documenti autorizzativi, concessioni, progetti, rilievi già̀ presenti, documentazioni di lottizzazioni ed interventi comunali); il secondo incentrato sugli impianti (idrovore, sollevamenti per sottopassi, bacini di laminazione, vasche di prima pioggia, certificazioni elettriche, certificazioni macchine, disegni, DUVRI, proprietà, accessi).
“Giunti alle fasi conclusive del lavoro di ricognizione e di costruzione del quadro conoscitivo – ha aggiunto Bellavista – prima di proseguire il lavoro svolto, abbiamo sentito l’esigenza di un confronto, in forma di verifica, su quanto prodotto. Anche alla luce dei gravissimi effetti determinati dall’alluvione che a maggio scorso ha colpito i nostri territori, sentiamo il bisogno di coniugare la discussione sullo sviluppo gestionale dei sistemi di drenaggio urbano delle acque meteoriche, anche ad analisi e valutazioni più generali che autorevoli esperti dell’ingegneria idraulica e dell’idrologia, di meteo e clima, nonchè di sicurezza territoriale, hanno portato alla discussione proposta”.
Tra i temi del convegno un focus su due importanti sviluppi normativi in corso riguardo il sistema idrico: la proposta di nuovo piano di Tutela delle Acque che la Regione Emilia-Romagna ha avviato e il Documento di Consultazione pubblicato da ARERA sul nuovo Metodo Tariffario (MT4) che entrerà in vigore dal 2024.
Dopo gli interventi introduttivi affidati a Bellavista e a Giuseppe Petetta, Assessore all’Ambiente del Comune di Forlì, il convegno è proseguito con gli interventi di Sandro Nanni (ARPAE Idro-Meteo-Clima) e Piero Tabellini (Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile) sugli eventi alluvionali del 1° e del 16 maggio in Romagna.
Armando Brath (Università di Bologna, Professore Ordinario di Costruzioni Idrauliche, Marittime e Idrologia) si è invece focalizzato sugli effetti del cambiamento climatico sulle reti di drenaggio urbano.
Tra gli ospiti Irene Priolo, Vice Presidente della Regione Emilia-Romagna e Assessora alla Transizione ecologica, contrasto al cambiamento climatico, Ambiente, Difesa del suolo e della costa, Protezione civile, che ha parlato in maniera approfondita del Piano di Tutela delle Acque 2030. Il tema del servizio idrico integrato e gestione dei sistemi di drenaggio urbano è stato affrontato da Vito Belladonna, Direttore ATERSIR, e da Elena Gallo, Vice Direttrice Direzione idrico ARERA; Francesca Rispoli (ENVIA, staff – Unica Reti) ha illustrato la ricognizione dello stato infrastrutturale dei sistemi di drenaggio urbano della provincia di Forlì-Cesena, mentre Renato Drusiani di Utilitalia si è occupato degli aspetti tariffari della gestione delle acque meteoriche in ambito UE.
Spazio, infine, a una tavola rotonda sul tema delle “possibili evoluzioni nella gestione dei sistemi di drenaggio urbano per lo sviluppo degli investimenti e il miglioramento dell’efficienza”, moderata da Emanuele Martinelli di Energia Media, alla quale hanno preso parte Giuseppe Petetta, Assessore del Comune di Forlì; Luciana Garbuglia, Sindaca di San Mauro Pascoli; Francesca Lucchi, Assessora Comune di Cesena e Presidente Atersir; Francesca Signori, laboratorio REF Ricerche; Fabrizio Mazzacurati, Hera SpA, Direzione Centrale Reti.
L’evento è stato patrocinato, tra gli altri, anche da Confservizi Emilia – Romagna.