Decreto Superbonus: novità per la Tari

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DECRETO SUBERBONUS E MISURE FISCALI

La Commissione Finanze del Senato ha proseguito martedì 30 l’esame del ddl di conversione in legge del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39, recante misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119 e 119-ter del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, altre misure urgenti in materia fiscale e connesse a eventi eccezionali, nonché relative all’amministrazione finanziaria (AS.1092) (scade il 28 maggio).   

Nel corso dell’ultima seduta è stato approvato l’emendamento del Governo che proroga al 30 giugno l’approvazione della Tari (per maggiori informazioni leggi l’articolo).


DEF

L’Aula della Camera e l’Aula del Senato hanno concluso mercoledì 24 aprile l’esame del Documento di economia e finanza 2024 (Documento LVII n. 2).

Il documento, che rappresenta lo strumento principale per la programmazione economica e finanziaria del Paese, presenta quest’anno una struttura sintetica in considerazione della transizione verso le nuove regole della governance economica europea: il Governo anticipa che gli obiettivi economici futuri saranno definiti nel Piano strutturale di bilancio a medio termine, previsto entro il 20 settembre. Il DEF espone analisi e previsioni relative al contesto macroeconomico italiano, evidenziando una crescita modesta del PIL nel 2023 (0,9%), trainata dalla domanda interna e dalla ripresa della domanda estera. Tuttavia, le previsioni per il 2024 sono state riviste leggermente al ribasso a causa dell’incertezza internazionale e delle tensioni geopolitiche. Le analisi finanziarie mostrano un indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche nel 2023 superiore alle stime (149,5 miliardi, corrispondenti al 7,2% del PIL), principalmente a causa delle maggiori spese in conto capitale. Tuttavia, il DEF prevede un miglioramento dell’indebitamento netto nel periodo 2024-2027, con una crescita delle entrate e una limitazione della spesa primaria netta in linea con le raccomandazioni europee. Le entrate finali crescono costantemente nel periodo di previsione, mentre le spese si riducono rispetto al PIL, mantenendo stabile la pressione fiscale intorno al 42%. Infine, il DEF include una valutazione dell’impatto macroeconomico delle principali riforme previste dal PNRR e conferma l’elenco di disegni di legge collegati contenuti del DEF dello scorso anno (con l’aggiunta del ddl sull’intelligenza artificiale).

L’Aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza n. 6-00108 (Tommaso Foti – FdI, Riccardo Molinari – Lega, Paolo Barelli – FI, Maurizio Lupi – NM-MAIE) con 197 voti favorevoli, 126 contrari e 3 astenuti.

L’Aula del Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza (6-00098) n. 6 (Lucio Malan – FdI, Massimiliano Romeo – Lega, Maurizio Gasparri – FI,  Michaela Biancofiore – Cd’I-NM-MAIE) con 96 voti favorevoli, 66 contrari e 2 astenuti.

Le identiche risoluzioni approvate impegnano il Governo a presentare quanto prima il quadro programmatico, nell’ambito del Piano fiscale e strutturale di medio periodo.

Le altre risoluzioni presentate dai gruppi di opposizione sono risultate precluse sia alla Camera sia al Senato. (Nomos)


DDL AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Arrivato il primo sì della Camera al disegno di legge sull’autonomia differenziata: la commissione Affari costituzionali di Montecitorio ha concluso lo scorso 27 aprile l’esame, per passare poi all’esame dell’Aula. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore,  per l’autonomia il via libera definitivo della Camera potrebbe arrivare prima delle europee dell’8-9 giugno, in parallelo al primo via libera del Senato al premierato (che però, essendo una riforma costituzionale, ha tempi più lunghi per il suo ok definitivo, referendum costituzionale permettendo).

La commissione ha votato in tutto un centinaio di emendamenti su circa 2.200, confermando il testo del Senato. Se anche l’aula farà altrettanto, il disegno di legge Calderoli sarà legge. Le opposizioni hanno ricoperto di critiche il provvedimento dentro la commissione e fuori («distruggerà l’unità del Paese calpestando i principi di uguaglianza»). Una tesi respinta dalla maggioranza.


DDL PREMIERATO

Mercoledì 24 aprile la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha concluso l’esame della riforma costituzionale, conferendo il mandato al relatore, il presidente della commissione Alberto Balboni (FdI). Il testo è così pronto per l’aula, dove potrebbero arrivare ulteriori modifiche. Gli emendamenti approvati al testo del Governo, composto da cinque articoli, sono stati pochi. Gran parte delle proposte di modifica, a firma dei gruppi di opposizione, sono state respinte dalla 1a di Palazzo Madama.

I primi voti erano iniziati il 3 marzo e l’esame degli emendamenti si è concluso il 17 aprile, cioè la scorsa settimana. L’esame del ddl Premierato era iniziato in commissione Affari costituzionali lo scorso 23 novembre, cioè pochi giorni dopo la chiusura dell’esame del ddl sull’Autonomia differenziata (21 novembre).

Tra le principali novità, la modifica alla cosiddetta “Norma anti ribaltone”. Con l’ok all’emendamento del Governo presentato alla riforma viene stabilito che “in caso di revoca della fiducia al presidente del Consiglio eletto, mediante mozione motivata, il presidente della Repubblica scioglie le Camere”. Mentre “in caso di dimissioni del presidente del Consiglio eletto, previa informativa parlamentare, questi può proporre, entro sette giorni, lo scioglimento delle Camere al presidente della Repubblica, che lo dispone”. (Public Policy).

 

Rassegna parlamentare a cura di MF