DECRETO COESIONE
Con 97 voti favorevoli, 62 contrari e 1 astenuto, l’Aula del Senato ha approvato il 26 giugno, in prima lettura, il ddl di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 maggio 2024 n. 60, recante ulteriori disposizioni urgenti in materie di politica di coesione(AS. 1133-A) (scade il 6 luglio), sul quale il Governo aveva posto la fiducia.
Tra gli ultimi emendamenti approvati in sede di esame, spicca l’ulteriore proroga al 20 luglio del termine per l’approvazione dei piani finanziari e delle tariffe TARI per l’annualità 2024.
Come noto, la scadenza era già stata prorogata dal 30 aprile al 30 giugno dalla legge di conversione del D.L. 39/2024.
Il decreto coesione sarà in Aula alla Camera da lunedì 1 luglio per la discussione generale. Alle 16 si vota la pregiudiziale, segue questione di fiducia chiesta dal governo. Il voto finale sarà giovedì 4 luglio.
DECRETO AGRICOLTURA
L’iter di conversione del decreto Agricoltura, che ha introdotto un giro di vite all’istallazione di impianti fotovoltaici a terra nei terreni ad uso agricolo, entrerà nel vivo la prossima settimana, con l’inizio della votazione degli emendamenti in commissione Industria al Senato attese per giovedì. L’attenzione delle aziende del settore, ma anche dell’industria, è molto alto, perché le eventuali modifiche all’articolo 5 possono decidere il destino dello sviluppo della filiera dell’industria rinnovabile in Italia.
Nel corso della settimana è avvenuta la consueta scrematura per l’ammissibilità degli emendamenti, di cui circa 100 riguardano l’articolo 5. Sul tavolo della Commissione i correttivi trasversali firmati da Lega, Forza Italia e Pd, che consentono di recuperare dalla stretta sul fotovoltaico a terra, applicando le regole precedenti al decreto, gli impianti che hanno già avviato l’iter approvativo. Gli emendamenti contemplano stadi autorizzativi diversi: quelli di Lega e Forza Italia prevedono di includere impianti che abbiano fatto l’istanza di attivazione, cioè la presentazione della richiesta per il titolo autorizzativo. In alcuni casi si specifica che possono essere inclusi anche quelli a uno stadio precedente: e cioè dal preventivo di connessione, la richiesta fatta a Terna per avere la disponibilità di connessione.
Le proposte del Pd sono più restrittive e propongono di salvaguardare i progetti che hanno avviato l’iter per la valutazione di impatto aziendale. Va ricordato che nel Dl Agricoltura la salvaguardia per gli impianti che hanno avviato l’iter autorizzativo con le norme precedenti è già prevista, ma in modo molto vago. E questo può lasciare margine alle Regioni per fermare gli impianti, tanto più che il decreto ministeriale Aree Idonee, concordato gli enti locali al fine di individuare le aree in cui usare iter accelerati in ogni regione, introduce ulteriori vincoli.
Altri emendamenti trasversali, sopravvissuti al primo passaggio dell’ammissibilità, prevedono la possibilità di derogare al nuovo vincolo di legge, che consente di realizzare nei terreni agricoli solo impianti agrivoltaici sopraelevati da terra di 2 metri, anche gli impianti fotovoltaici destinati a sopperire al fabbisogno di energia rinnovabile di un’impresa. E di reintrodurre quella che in precedenza era nota come solar belt, cioè aree agricole entro i 500 metri da un’area industriale o artigianale. Viene consentita anche la realizzazione di impianti a distanza maggiore, a patto che la produzione sia destinata all’autoconsumo . Ulteriori emendamenti prevedono di includere tra gli agrivoltaici anche altre tipologie di impianti compatibili con le colture diversi da quelli sospesi due metri da terra. Non ci sono emendamenti segnalati ufficialmente: Luca De Carlo (FdI), relatore del provvedimento, ha chiesto comunque ai gruppi di indicare in modo informale le proposte prioritarie. Ora la parola al Mef per i pareri e poi alla commissione Industria per i voti. (Fonte: Sole 24 Ore)
RENDICONTAZIONE SOCIETARIA DI SOSTENIBILITA’
Le Commissioni riunite Giustizia e Finanze della Camera e le Commissioni riunite Giustizia e Finanze del Senato hanno iniziato il 26 giugno l’esame, in sede consultiva, dello schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva (UE) 2022/2464, che modifica il regolamento (UE) n. 537/2014, la direttiva 2004/109/CE, la direttiva 2006/43/CE e la direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda la rendicontazione societaria di sostenibilità, e per l’adeguamento della normativa nazionale (Atto n. 160).
REVISIONE CODICE APPALTI
La Commissione Ambiente della Camera ha proseguito il 25 giugno la discussione della risoluzione recante iniziative normative volte ad apportare modifiche al Codice dei contratti pubblici, concernenti lo svolgimento delle procedure di affidamento, la revisione dei prezzi e l’esecuzione degli appalti (n. 7-00220 Erica Mazzetti – FI).
Abbinate diverse risoluzioni e si ipotizza lo svolgimento di un ciclo di audizioni.
MERCATO TUTELATO E MERCATO A TUTELE GRADUALI
La Commissione Attività produttive della Camera ha concluso il 26 giugno la discussione delle risoluzioni sulla proroga del termine per rientrare nel mercato tutelato dell’energia elettrica e sulla possibilità di volontaria adesione al mercato a tutele graduali (n. 7-00233 Alberto Luigi Gusmeroli – Lega, n. 7-00235 Enrico Cappelletti (M5S) e n. 7-00236 Vinicio Giuseppe Guido Peluffo (PD)).
Sono state presentate inoltre sul tema diverse risoluzioni del Pd e del M5S.
DDL PREMIERATO
Da una riscrittura della cosiddetta norma ‘anti-ribaltone’ a un limite dei mandati per il presidente del Consiglio eletto. Sono queste alcune delle modifiche approvate al ddl Premierato durante l’esame in Senato.
Martedì 18 giugno l’aula del Senato ha approvato in prima lettura la riforma costituzionale. Il disegno di legge, costituito da otto articoli per via delle modifiche avvenute nella 1a di Palazzo Madama, passa ora alla Camera. Con molta probabilità il testo cambierà nuovamente a Montecitorio, visto che ci sono ancora dei nodi da risolvere, come il voto degli italiani all’estero.
L’esame in assemblea era iniziato lo scorso 8 maggio ed è stato caratterizzato da numerosi momenti di tensione tra maggioranza e opposizioni. I primi voti sugli emendamenti erano incominciati il 22 maggio. Alla fine l’aula ha approvato solamente l’emendamento del Governo che ha modificato l’articolo 7 sui casi di dimissioni.
Con l’ok dell’aula del Senato a un emendamento del Governo cambia la cosiddetta norma ‘anti-ribaltone’. La proposta di modifica approvata va a toccare l’articolo 94 della Costituzione e stabilisce che in caso di revoca della fiducia mediante mozione motivata, il presidente del Consiglio eletto rassegna le dimissioni e il presidente della Repubblica scioglie le Camere. (Public Policy).
DDL AUTONOMIA
Dalla determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) al trasferimento delle funzioni, passando per le intese, il “rispetto dell’unità nazionale” e il ruolo del Parlamento sull’individuazione dei Lep stessi. Con 172 voti favorevoli, 99 contrari e un astenuto l’aula della Camera ha approvato tra martedì e mercoledì 19 giugno in via definitiva, il ddl sull’Autonomia differenziata, al termine di una seduta fiume notturna.
Il testo messo a punto dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli è pronto quindi per diventare legge, nella versione che era stata licenziata a gennaio dall’aula del Senato.
Il provvedimento infatti è stato modificato notevolmente durante la prima lettura a Palazzo Madama, sia in commissione Affari costituzionali che in assemblea. Mentre l’iter a Montecitorio è stato caratterizzato soprattutto da momenti di tensione e scontri tra maggioranza e opposizioni, senza l’approvazione di alcuna modifica al disegno di legge.
Durante l’esame in commissione Affari costituzionali al Senato è stato approvato un emendamento riformulato che ha riscritto l’articolo 3 del testo, relativo alla determinazione dei Lep. L’emendamento, a prima firma del presidente della commissione Affari costituzionali al Senato Alberto Balboni (FdI), sottoscritto da diversi senatori di Fratelli d’Italia e anche da Mariastella Gelmini (Az-Iv), stabilisce che per l’individuazione del Lep il Governo dovrà adottare uno o più decreti legislativi entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore del disegno di legge. Con l’ok alla modifica è stato tolto il riferimento ai dpcm, presente nella versione del testo licenziata in Cdm.
L’emendamento prevede poi che i decreti legislativi sono adottati “su proposta del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, di concerto con i ministri competenti e previa acquisizione del parere della Conferenza unificata”.
Gli schemi di ciascun dlgs saranno successivamente trasmessi alle Camere per “l’espressione dei pareri delle commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari”. (Public Policy).
Rassegna parlamentare a cura di MF