Legge sul ripristino della natura: via libera dal Consiglio UE

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Lunedì 17 giugno il Consiglio UE  ha adottato formalmente il regolamento sul ripristino della natura, il primo nel suo genere. Questa legge mira a mettere in atto misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
Stabilisce obiettivi e obblighi specifici e giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in ciascuno degli ecosistemi elencati, da quello terrestre a quello marino, d’acqua dolce e urbano.
Il regolamento mira a mitigare i cambiamenti climatici e gli effetti delle catastrofi naturali. Aiuterà l’UE a rispettare i suoi impegni internazionali in materia di ambiente e a ripristinare la natura europea.
Sono lieto di questo voto positivo sulla legge sul ripristino della natura, che è stato concordato tra il Parlamento europeo e il Consiglio quasi un anno fa. È il risultato di un duro lavoro, che ha dato i suoi frutti. Non c’è tempo per una pausa nella protezione del nostro ambiente. Oggi il Consiglio dell’UE sceglie di ripristinare la natura in Europa, proteggendo così la sua biodiversità e l’ambiente di vita dei cittadini europei. E’ nostro dovere rispondere all’urgenza del collasso della biodiversità in Europa, ma anche consentire all’Unione europea di rispettare i suoi impegni internazionali. La delegazione europea potrà presentarsi alla prossima COP a testa alta – così Alain Maron, ministro della Transizione climatica, dell’ambiente, dell’energia e della democrazia partecipativa del governo della regione di Bruxelles-Capitale.

Ripristino degli ecosistemi terrestri e marini

Le nuove norme contribuiranno a ripristinare gli ecosistemi degradati negli habitat terrestri e marini degli Stati membri, a conseguire gli obiettivi generali dell’UE in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ad essi e a migliorare la sicurezza alimentare.
Il regolamento impone agli Stati membri di stabilire e attuare misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030.
Il regolamento riguarda una serie di ecosistemi terrestri, costieri e d’acqua dolce, forestali, agricoli e urbani, comprese le zone umide, le praterie, le foreste, i fiumi e i laghi, nonché gli ecosistemi marini, tra cui le fanerogame marine e le praterie di spugne e coralli.
Fino al 2030 gli Stati membri daranno priorità ai siti Natura 2000 nell’attuazione delle misure di ripristino.
Per quanto riguarda gli habitat ritenuti in cattive condizioni, elencati nel regolamento, gli Stati membri adotteranno misure per ripristinare:
• almeno il 30% entro il 2030
• almeno il 60% entro il 2040
• almeno il 90% entro il 2050

Sforzi di non deterioramento

Gli Stati membri si adopereranno per evitare un deterioramento significativo delle zone che:
• hanno raggiunto buone condizioni grazie al restauro
• ospitano gli habitat terrestri e marini elencati nel regolamento

Proteggere gli impollinatori

Negli ultimi decenni, l’abbondanza e la diversità degli insetti impollinatori selvatici in Europa sono diminuite drasticamente. Per far fronte a questo problema, il regolamento introduce requisiti specifici per le misure volte a invertire il declino delle popolazioni di impollinatori al più tardi entro il 2030.

Misure specifiche per gli ecosistemi

Il regolamento stabilisce requisiti specifici per diversi tipi di ecosistemi, tra cui i terreni agricoli, le foreste e gli ecosistemi urbani.
Gli Stati membri adotteranno misure volte a migliorare due di questi tre indicatori: la popolazione di farfalle dei pascoli, lo stock di carbonio organico nei terreni coltivati, i suoli minerali e la quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità. L’aumento della popolazione di uccelli forestali e la garanzia che non vi sia alcuna perdita netta di spazi verdi urbani e copertura arborea fino alla fine del 2030 sono altre misure chiave di questa nuova legge.
Gli Stati membri metteranno in atto misure volte a ripristinare le torbiere drenate e contribuire a piantare almeno tre miliardi di alberi in più entro il 2030 a livello dell’UE. Al fine di trasformare almeno 25 000 km di fiumi in fiumi a flusso libero entro il 2030, gli Stati membri adotteranno misure per rimuovere gli ostacoli artificiali alla connettività delle acque superficiali.

Piani nazionali di ripristino
In base alle nuove norme, gli Stati membri devono pianificare in anticipo e presentare alla Commissione piani nazionali di ripristino , indicando in che modo conseguiranno gli obiettivi. Devono inoltre monitorare e riferire in merito ai loro progressi, sulla base di indicatori di biodiversità a livello dell’UE.
Passaggi successivi
Il regolamento sarà ora pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore. Diventerà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri.
Entro il 2033 la Commissione riesaminerà l’applicazione del regolamento e il suo impatto sui settori dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura, nonché i suoi effetti socioeconomici più ampi.

Il 22 giugno 2022 la Commissione europea ha proposto una legge sul ripristino della natura, nell’ambito della strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, che fa parte del Green Deal europeo. Oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni. Gli sforzi compiuti in passato per proteggere e preservare la natura non sono stati in grado di invertire questa preoccupante tendenza.
Per questo motivo, per la prima volta in assoluto, il regolamento si propone di adottare misure non solo per preservare, ma anche per ripristinare la natura. Il regolamento aiuterà l’UE a rispettare i suoi impegni internazionali, in particolare il quadro globale sulla biodiversità di Kunming-Montréal concordato alla conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP15) del 2022.

L’Italia si è espressa in senso contrario, insieme a Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia.

La posizione italiana è stata espressa dal viceministro per l’Ambiente, la leghista Vannia Gava: “L’ultimo colpo di coda di questa legislatura ideologica è l’approvazione del Regolamento sul ripristino della natura. Il voto favorevole dell’Austria, che arriva spaccata al suo interno, fa raggiungere la maggioranza in Consiglio Ambiente. L’Italia sostiene l’obiettivo di tutelare e riparare gli ecosistemi e ha lavorato a proposte migliorative per garantire il giusto equilibrio tra sostenibilità ambientale ed economica”.

“Il regolamento, così com’è – ha aggiunto -, impatta negativamente sul settore agricolo dell’Unione, accrescendone gli oneri economici e amministrativi. Non possiamo ignorarlo e non possiamo votare a favore. Occorre più tempo”. Contrarie anche le associazioni di categoria del mondo agricolo.