Pubblicato il report ATERSIR sui costi del Servizio Rifiuti dal 2019 al 2024

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E’ stato pubblicato il  Rapporto di Atersir con il quale viene ricostruito il valore del costo del servizio per tutto il territorio regionale per gli anni 2019-2024, proprio sulla base delle elaborazioni e degli atti (delibere dei Consiglio d’ambito e Consigli Locali) che l’Agenzia ha assunto in questo periodo.

Il Rapporto presenta tantissime elaborazioni riferite ai costi e alle performance corrispondenti. Si prende in esame come si sono modificati i costi negli anni esaminati, nel territorio (per provincia, per bacino di raccolta); sono riportati inoltre vari indicatori di costo come il costo per abitante, per tonnellata di rifiuto prodotto, per tipo di raccolta, per fasi della gestione.
Insomma un contributo tecnico-economico, che ricostruisce i costi di un servizio pubblico di interesse generale che impegna annualmente oltre 900 milioni di euro su tutta la regione, prodotto direttamente dall’Agenzia. Una base certa per fare valutazioni, confronti, strategie. Una ricostruzione riferita peraltro a un periodo (2019-2024) di grande evoluzione nel settore, per effetto naturalmente del Covid nei primi due anni, ma anche dell’entrata in vigore della regolamentazione nazionale ARERA che ha definito regole di livello nazionale di impatto non irrilevante, finalizzate a migliorare la qualità di questo servizio nel paese, con riflessi economici anch’essi non trascurabili.

In estrema sintesi:

  1. La raccolta differenziata e il recupero di materia dai rifiuti, obiettivo principale posto ad ATERSIR per realizzare l’economia circolare nella gestione dei rifiuti, è arrivata per la nostra regione a superare il 77% (dato 2023). Si può verificare come crescite significative di RD negli ultimi 4-5 anni si sono registrate in quelle province in cui ATERSIR ha fatto un nuovo affidamento del servizio con una gara o un affidamento diretto, mettendo precisi obiettivi al gestore;
  2. Per quanto riguarda i costi, a fronte di incrementi così importanti di differenziata (6 punti dal 2019 al 2024 di incremento come media su tutta la regione, ma anche 19 punti come nel caso della provincia di Ravenna, o 8 punti nella Città Metropolitana di Bologna), una tonnellata di rifiuti urbani da gestire in Emilia-Romagna (comprendendo quindi la raccolta, il trasporto, il trattamento e lo smaltimento) costa meno che nella media delle regioni del Nord (339 euro, contro 345), e meno della media nazionale (339 euro contro 398), oltre che meno delle regioni del centro-sud e delle relative medie. Il costo per abitante è invece sostanzialmente quello della media nazionale (2 euro in più all’anno per l’Emilia-Romagna).

Il Direttore Vito Belladonna nel commentare il Rapporto sottolinea: “Nell’analisi che abbiamo prodotto grazie al lavoro impegnativo e appassionato dei colleghi di ATERSIR, mi interessa sottolineare in questa occasione quella parte in cui sono presentati i ricavi, cioè le entrate che derivano dalla “vendita” delle frazioni raccolte (carta, vetro, alluminio, plastica presenti negli imballaggi e conferiti al CONAI o al libero mercato) e dell’energia termica e soprattutto elettrica prodotte dagli impianti. Questi ricavi, pari a circa 119 milioni di euro all’anno sono il risultato della combinazione dei sistemi di raccolta e della collaborazione dei cittadini che li utilizzano, degli impianti avanzati per il trattamento dei rifiuti indifferenziati che abbiamo nella nostra regione; la somma di questi fattori consente quindi di abbattere il costo della gestione dei rifiuti per un valore medio regionale stimato circa 26 euro per abitante. Questo risparmio aumenterà a beneficio di tutti noi se differenziamo ancora di più e meglio i nostri rifiuti, se riduciamo al massimo l’indifferenziato e se azzeriamo l’abbandono dei rifiuti”.

Per consultare il rapporto clicca qui

Fonte: Atersir