La Commissione UE chiede riscontro su come semplificare la legislazione ambientale

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COMMISSIONE UE

 La Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare contributi su come semplificare la legislazione ambientale, riducendo la burocrazia e rispettando e conseguendo al meglio gli obiettivi ambientali dell’UE. L’imminente proposta omnibus per l’ambiente presenterà misure volte a semplificare la legislazione in materia di economia circolare, emissioni industriali e gestione dei rifiuti. La proposta si fonda anche sul precedente diffuso coinvolgimento dei portatori di interessi. L’invito di ieri punta a individuare le politiche ambientali dell’UE che potrebbero essere semplificate a vantaggio delle imprese senza minare gli obiettivi dell’Unione per l’ambiente o la tutela della salute umana. Tutti i portatori di interessi sono invitati a rispondere tramite il portale Di’ la tua. Sarà possibile presentare osservazioni fino al 10 settembre 2025. “Miriamo a raccogliere informazioni dai portatori di interessi e dai cittadini su come semplificare la legislazione per l’ambiente senza compromettere i nostri elevati standard ambientali- dice Jessika Roswall, Commissaria per l’Ambiente, la resilienza idrica e un’economia circolare competitiva, che è alla guida dell’iniziativa- La riduzione degli oneri amministrativi collegati alle norme ambientali contribuirà a rendere queste ultime più efficaci e a migliorare la protezione dell’ambiente nel lungo periodo.” L’iniziativa è in linea con le principali iniziative dell’UE, tra cui la bussola per la competitività, e con il programma di lavoro della Commissione per il 2025, che ha fissato l’obiettivo di ridurre gli oneri amministrativi di almeno il 25% per tutte le imprese e di almeno il 35% per le piccole e medie imprese. La bussola chiede anche di accelerare il rilascio delle autorizzazioni per i settori in transizione verso un’economia pulita e digitale. (Agenzia Dire).

Quarto riesame sull’attuazione delle politiche ambientali

La Commissione Europea ha appena pubblicato il suo quarto riesame sull’attuazione delle politiche ambientali da parte dei 27 Stati membri dell’Unione Europea, sottolineando l’importanza di applicare con maggiore efficacia le norme ambientali per garantire prosperità, competitività e sicurezza. Questo rapporto mette in luce le tendenze comuni tra i 27 Stati membri e propone azioni concrete per migliorare la qualità dell’aria, dell’acqua e della natura, riducendo i costi stimati in 180 miliardi di euro all’anno a causa di inquinamento, degrado e rifiuti.

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La Commissione migliora la protezione dei lavoratori con nuovi limiti di esposizione chimica

La Commissione europea ha proposto di rafforzare le protezioni dei lavoratori contro le sostanze chimiche pericolose. Si prevede che questo preverrà circa 1.700 casi di cancro ai polmoni e 19.000 altre malattie, tra cui malattie polmonari restrittive e danni al fegato e ai reni, nei prossimi 40 anni. Nella sesta revisione della direttiva sugli agenti cancerogeni, mutageni e sulle sostanze tossiche per la riproduzione (CMRD), la Commissione raccomanda di fissare limiti di esposizione al cobalto e ai composti inorganici del cobalto, agli idrocarburi policiclici aromatici («IPA») e all’1,4-diossano. Anche i fumi di saldatura vengono aggiunti nell’ambito della CMRD.

Queste nuove misure potrebbero far risparmiare fino a 1,16 miliardi di euro di costi sanitari e migliorare significativamente la qualità della vita dei lavoratori e delle loro famiglie.

Questa revisione della direttiva CMRD riflette i dati scientifici più recenti e trae vantaggio dai contributi forniti dal comitato consultivo per la sicurezza e la salute sul lavoro, composto da rappresentanti dei lavoratori, dei datori di lavoro e dei governi.

 Nuovi limiti di esposizione per proteggere meglio i lavoratori

Per garantire luoghi di lavoro più sicuri, la Commissione propone nuovi valori limite di esposizione per:

  • Cobalto e composti inorganici, comunemente utilizzati nella produzione di batterie, in particolare per veicoli elettrici, e nei processi di produzione di magneti e metalli duri. Il limite proposto è di 0,01 mg/m³ per le particelle che possono essere respirate attraverso il naso e la bocca e di 0,0025 mg/m³ per le particelle più fini che possono raggiungere più in profondità i polmoni. I limiti transitori (0,02 mg/m³ e 0,0042 mg/m³) danno alle industrie sei anni di tempo per adeguarsi.
  • Idrocarburi policiclici aromatici (IPA): Gli IPA si trovano tipicamente in settori come la produzione di acciaio, ferro e alluminio e sono presenti anche nei fumi di saldatura. Il nuovo valore limite proposto è di 0,00007 mg/m³. Per aiutare i settori più colpiti ad adeguarsi, si applicherà un limite temporaneo doppio per sei anni dopo l’entrata in vigore della direttiva.
  • 1,4-diossano: Questa sostanza è comunemente usata come solvente nella produzione chimica e tessile e nei detersivi per la casa. Il limite generale proposto è di 7,3 mg/m³ con un limite di esposizione a breve termine di 73 mg/m³. Viene anche suggerito un limite biologico.

Oltre a fissare questi limiti di esposizione, la Commissione propone “notazioni” che avvertono i datori di lavoro e i lavoratori della possibile esposizione attraverso la pelle o altri mezzi e indicano quando sono necessarie ulteriori misure protettive.

Inclusione di fumi di saldatura

I fumi di saldatura possono contenere sostanze nocive come composti di cromo, nichel e cadmio, classificati come cancerogeni. Aggiungendo i fumi di saldatura alla direttiva CMRD, la Commissione stabilisce orientamenti giuridici più chiari e impone misure di protezione per migliorare la sicurezza dei lavoratori e promuovere un ambiente di lavoro più sano e sicuro.

La proposta della Commissione sarà ora discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Una volta adottata, gli Stati membri disporranno di due anni per recepire la direttiva nel diritto nazionale.

La sesta revisione proposta dalla Commissione della direttiva 2004/37/CE sugli agenti cancerogeni, mutageni e tossiche per la riproduzione2 (CMRD) è il risultato di un ampio processo di consultazione con le parti sociali, il comitato di valutazione dei rischi dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche e il comitato consultivo per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro. Basandosi su cinque precedenti revisioni della direttiva CMRD, che hanno riguardato più di 40 sostanze chimiche pericolose fondamentali e hanno contribuito a salvare la vita di oltre 100 000 lavoratori nei prossimi 50 anni, il documento sottolinea l’impegno dell’UE a proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori.

La proposta fa seguito agli impegni assunti nel quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro 2021-2027 e sostiene gli obiettivi delineati nel pilastro europeo dei diritti sociali in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Inoltre, contribuisce al piano europeo di lotta contro il cancro e all’Unione europea della salute. (Commissione UE)


Quali sono le quattro nuove procedure d’infrazione che l’Ue ha aperto contro l’Italia

Regolamento sul metano, trasmissione dei dati doganali, tassazione discriminatoria dei redditi e Imu e Tari per i pensionati non residenti. Sono queste le quattro procedure d’infrazione che la Commissione europea ha imputato al nostro paese alla vigilia dalla pausa estiva.

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La Commissione invita gli Stati membri a recepire le norme rafforzate per promuovere le energie
rinnovabili

La Commissione europea ha deciso di avviare procedure di infrazione inviando lettere di costituzione in mora a 26 Stati membri (Belgio, Bulgaria, Cechia, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia) per non aver comunicato alla Commissione europea il pieno recepimento delle disposizioni del che modifica la direttiva (UE) 2023/2413 nel diritto nazionale. La direttiva è stata adottata nel 2023. Gli Stati membri dovevano notificare il recepimento della direttiva entro il 21 maggio 2025, ad eccezione di alcune disposizioni relative alle autorizzazioni, che erano già dovute entro il 1º luglio 2024. Le nuove norme mirano ad accelerare la diffusione delle energie rinnovabili in tutti i settori dell’economia, non solo nel settore dell’energia, ma anche e soprattutto in quei settori in cui i progressi sono più difficili, come il riscaldamento e il raffreddamento, l’edilizia, i trasporti e l’industria, dove abbiamo anche fissato obiettivi nuovi o rafforzati. Stabiliscono importanti misure orizzontali e trasversali per promuovere la diffusione delle energie rinnovabili, come il rafforzamento delle garanzie di origine, l’agevolazione dell’integrazione del sistema energetico attraverso la promozione dell’elettrificazione e dell’idrogeno rinnovabile e le salvaguardie per garantire una produzione di bioenergia più sostenibile. L’attuazione della legislazione è fondamentale per accelerare la diffusione dell’energia pulita prodotta internamente, per ridurre ulteriormente le emissioni di gas a effetto serra nel settore energetico – che attualmente contribuisce per oltre il 75 % alle emissioni totali di gas a effetto serra nell’Unione – e per rafforzare la sicurezza energetica. Contribuirà inoltre a ridurre i prezzi dell’energia e a rafforzare la competitività dell’economia dell’UE. Finora solo la Danimarca ha notificato il pieno recepimento della direttiva entro il termine legale. La Commissione invia pertanto lettere di costituzione in mora a 26 Stati membri. Hanno ora due mesi di tempo per rispondere, completare il recepimento e notificare le misure alla Commissione. In mancanza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di emettere un parere motivato. (Commissione UE).


Politiche di coesione, le Regioni esprimono preoccupazione per il nuovo impianto del Bilancio UE

Il 10 luglio, a Roma, le Regioni italiane si sono riunite con Kata Tüttő, presidente del Comitato Europeo delle Regioni, per confrontarsi sulla politica di coesione e difendere il ruolo dei territori. Marco Marsilio, portavoce della Conferenza delle Regioni, ha ribadito l’importanza della sussidiarietà e del protagonismo locale, affermando che le Regioni “continueranno a difendere la coesione come pilastro dell’Europa”. Anche Tüttő ha evidenziato che semplificare non può significare tagliare politiche fondamentali per lo sviluppo locale, come agricoltura e coesione, riconoscendo il valore dell’esperienza italiana.

In una lettera firmata dal Presidente Massimiliano Fedriga e indirizzata alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al vicepresidente Raffaele Fitto e al commissario europeo per il Bilancio, Piotr Arkadiusz Serafin, si esprime una posizione chiara: “Il nuovo assetto rischia di depotenziare il sistema europeo e marginalizzare i territori”. Una linea che ha ribadito l’importanza di garanzie sulle risorse, governance multilivello e coinvolgimento diretto nelle scelte strategiche.

La Commissione Europea, qualche giorno dopo, ha presentato la proposta di bilancio per il periodo 2028–2034, con l’idea di creare un Fondo unico europeo che accorpi coesione, agricoltura, pesca e politiche sociali. La gestione verrebbe spostata ai livelli centrali degli Stati membri. Presentata come semplificazione, la proposta ha generato preoccupazione, dovuta a una forte centralizzazione e alla perdita del ruolo delle Regioni nella programmazione e gestione delle risorse.

Il timore è che, dietro la promessa di efficienza, si nasconda una riduzione dello spazio politico e operativo delle Regioni. Il sistema multilivello che ha caratterizzato la politica di coesione negli ultimi decenni verrebbe di fatto ridimensionato, con conseguenze sulla capacità di rispondere ai bisogni reali dei cittadini e dei territori.

La partita è appena iniziata. Le Regioni italiane sono consapevoli che si tratta di un negoziato lungo e complesso, e intendono portare avanti una linea ferma, difendendo un modello europeo che valorizzi la prossimità, la conoscenza dei contesti locali e la responsabilità condivisa. Non solo per mantenere spazi istituzionali, ma per garantire che le politiche europee restino realmente efficaci e vicine alle persone. (Regioni.it)

Regione Emilia – Romagna. Nuova proposta di bilancio pluriennale varata dalla Commissione europea, il presidente de Pascale e l’assessore Mammi: “Inadeguata, miope e non coraggiosa. Viene sminuito il ruolo delle Regioni e in particolare viene penalizzato fortemente il settore agricolo e agroalimentare. Ora sia data la possibilità al Parlamento di modificarla”

“La proposta di bilancio pluriennale varata dalla Commissione europea è inadeguata, miope e non coraggiosa. Sminuisce il ruolo delle Regioni, così come quello dei territori nella capacità di gestione e di condivisione politica. Inoltre, assegna i fondi direttamente agli Stati, si limita e si tradisce il ruolo dell’Europa come collettrice di politiche sovranazionali”.

Così il presidente della Regione, Michele de Pascale, e l’assessore regionale ai Rapporti con la Ue, Alessio Mammi, riguardo alla proposta di bilancio settennale, il Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp), presentata mercoledì dalla Commissione europea.

“In un momento come questo- proseguono de Pascale e Mammi-, in cui abbiamo bisogno di una reazione dell’Europa vista anche la situazione geopolitica e commerciale, affidando i fondi unici agli Stati viene meno quella visione comune dell’Europa e si indebolisce l’Europa stessa come entità politica”. Non solo, secondo il presidente e l’assessore, “è molto grave la costituzione di un fondo unico tra Pac e le risorse di coesione, poiché metterli insieme rischia di creare cortocircuiti e aumenta la burocrazia nei processi decisionali”. A maggior ragione “in settori come l’agricoltura, che è strategico e fondamentale, il rischio è quello di far perdere risorse. In più è anche gravissima la scelta di aver ridotto i fondi dell’agricoltura del 20%, un ulteriore segnale negativo rispetto a un settore, quello agricolo e agroalimentare, che è stato fondamentale in vari passaggi come la crisi pandemica e la crisi generata dalla guerra in Ucraina. L’Europa si è inventata la Pac e rischia di implodere proprio sul fatto che decide di far giocare un ruolo secondario all’agricoltura”, sottolineano ancora de Pascale e Mammi.

L’auspicio, aggiungono, “è che venga data la possibilità al Parlamento europeo di apportare modifiche sostanziali a questa proposta, una richiesta che proviene dai gruppi parlamentari di maggioranza dei Socialisti, Popolari, Liberali e Verdi, e anche il Comitato delle Regioni con la presidente Kata Tüttő si è già schierato in maniera critica verso quanto proposto. Auspichiamo che il commissario Fitto assuma la medesima posizione, perché se così non fosse ci troveremmo di fronte a intenti che vanno in un senso e atti che vanno in un altro. Ci aspettiamo che questa proposta avanzata dalla presidente von der Leyen venga respinta al mittente tanto dal Governo Meloni quanto da tutte le forze di maggioranza e di opposizione”, concludono de Pascale e Mammi. (Regione Emilia – Romagna).