Segnaliamo i recenti position paper pubblicati da Ref Ricerche in tema di metodo tariffario per l’idrico sugli ultimi documenti messi in consultazione da Arera per il settore rifiuti.
Il saggio “MTI4: La necessità di dare risposte ad un cambio di paradigma del servizio idrico“, analizza il quarto periodo regolatorio (MTI4) del Metodo Tariffario Idrico delineato da ARERA per il periodo 2024-2029. Questo periodo segna un punto di svolta per il servizio idrico integrato, mirando al consolidamento industriale e alla resilienza delle infrastrutture.
Gli obiettivi principali del MTI4 includono:
- Ampliamento del perimetro tariffario alle acque meteoriche e al drenaggio urbano.
- Meccanismi incentivanti per l’efficienza energetica, l’autoconsumo e il riuso delle acque depurate.
- Rafforzamento della sostenibilità e resilienza infrastrutturale, con un periodo regolatorio esteso a sei anni (dal 2024 al 2029).
Il documento evidenzia un elevato fabbisogno di investimenti nel settore idrico, con una programmazione di 3,5 miliardi di euro all’anno (circa 83 euro/abitante), sostenuta anche dai fondi del PNRR. Si prevede un’accelerazione degli investimenti nel biennio 2024-2025, superando i 100 euro per abitante servito. L’incremento medio della tariffa nel biennio 2024-2025 è del 6,6% annuo, il più alto dal 2020, influenzato dall’inflazione e dall’aumento dei tassi di interesse.
Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, il MTI4 introduce due nuovi indicatori incentivanti:
- Efficienza energetica (ENE): Obiettivo di riduzione del 5% dei volumi di energia elettrica acquistata da terzi entro il 2025 rispetto alla media 2020-2023, promuovendo anche l’autoproduzione da fonti rinnovabili (attualmente marginale, pari all’1,2% del consumo totale).
- Riuso delle acque reflue depurate (RIU): Misura la quota di volumi potenzialmente riutilizzabili ma non effettivamente destinati a tale scopo. Sebbene il settore non sia ancora pienamente pronto al riuso, con molte gestioni che non producono volumi destinabili al riutilizzo, è richiesto l’avvio al riuso di almeno il 50% delle acque idonee per chi non produceva volumi riutilizzabili nel 2023. I gestori devono lavorare sia sul fronte tecnico che su quello relazionale per trovare acquirenti per l’acqua riusata.Il saggio sottolinea la necessità di affrontare criticità quali la scarsa definizione del “riuso” (diretto vs. indiretto, ambiti di destinazione) e l’incertezza sulla copertura tariffaria degli investimenti a valle del depuratore, oltre alle barriere culturali e alla mancanza di un mercato maturo per l’acqua di riuso.
In sintesi, il MTI4 rappresenta un’importante evoluzione regolatoria per il servizio idrico italiano, focalizzata su investimenti, resilienza e sostenibilità, ma richiede un impegno significativo da parte dei gestori e delle EGATO per superare le sfide attuative e sfruttare appieno il potenziale dei nuovi meccanismi incentivanti.
Il saggio “Tariffa dei Rifiuti Urbani. Tra presente e futuro” analizza i Documenti di Consultazione (DCO) 179/2025/R/Rif e 248/2025/R/Rif di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). Questi documenti segnano l’inizio di una riforma attesa da oltre 25 anni, volta a definire criteri comuni e strutture tariffarie più trasparenti e coerenti per il servizio di gestione dei rifiuti urbani in Italia. L’obiettivo è rafforzare i principi di equità contributiva, corrispettività e trasparenza, superando l’attuale frammentazione e disomogeneità a livello locale.
La proposta di ARERA articola la tariffa in due fasi:
- Ripartizione “a monte”: suddivide il costo totale del servizio tra utenze domestiche e non domestiche.
- Ripartizione “a valle”: distribuisce il costo specifico di ciascuna tipologia tra le singole utenze corrispondenti, definendo la tariffa finale.Il position paper pone un’enfasi particolare sui sistemi
PAYT (Pay-As-You-Throw – paga per quello che butti), considerati dalla Commissione Europea e dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) una condizione necessaria per una efficace differenziazione alla fonte dei rifiuti e l’avvio al riciclo9. Nonostante gli ottimi livelli di raccolta differenziata, l’Italia è all’ultimo posto tra i 9 Paesi europei mappati per l’adozione dei sistemi PAYT, coprendo solo l’11% della popolazione10. I dati europei mostrano una chiara correlazione tra la diffusione dei sistemi PAYT e minori tassi di smaltimento in discarica, oltre a maggiori livelli di riciclaggio11. Per un’implementazione efficace, i sistemi PAYT richiedono l’identificazione del produttore, la misurazione puntuale dei conferimenti e l’applicazione di prezzi unitari proporzionali, supportati da sistemi di raccolta efficienti, trasparenza tariffaria e campagne informative.
La struttura tariffaria proposta si evolve da “quadrinomia” a “pentanomia”, per veicolare un segnale di prezzo più coerente con i comportamenti dei cittadini e il destino finale dei rifiuti. Le cinque componenti tariffarie sono:
- Decoro urbano (DEC): costi di spazzamento e lavaggio.
- Accesso al servizio (ACS): costi comuni e di capitale per mezzi, infrastrutture e organizzazione
- Raccolta (RAC): costi di raccolta e trasporto dell’indifferenziato e delle frazioni differenziate.
- Trattamento e Recupero (REC): costi per l’avvio a riciclaggio delle frazioni differenziate e recupero energetico dei rifiuti residui, al netto dei proventi da valorizzazione
- Trattamento e Smaltimento (SM): costi per lo smaltimento finale dei rifiuti.Questo approccio riconosce che anche i rifiuti indifferenziati possono essere valorizzati tramite recupero energetico o di materia, superando la rigida contrapposizione e favorendo un’economia circolare.
Le aree di intervento prioritarie di ARERA, indicate nel DCO 179 , mirano a:
- Adeguare i criteri tariffari al mutato contesto socio-economico e all’economia circolare.
- Ridurre l’eterogeneità nell’allocazione dei costi.
- Valorizzare le attività di misurazione per responsabilizzare l’utenza e sviluppare il settore.Si evidenzia la necessità di una convergenza su area sovracomunale per una maggiore equità e standardizzazione del servizio. L’implementazione completa della riforma è prevista per il 2028, con una fase di adeguamento nel biennio 2026-2027. Infine, il saggio sottolinea l’importanza della funzione educativa della tariffa, che, se correttamente delineata, può incentivare comportamenti virtuosi da parte degli utenti, influenzando direttamente la bolletta in base alla quantità e qualità dei rifiuti conferiti.