Quasi 620 milioni di euro di risorse regionali per finanziare oltre 8mila progetti sull’efficientamento energetico; a questi, si aggiungono i fondi del PNRR che, sul settore energia, ammontano a 5,3 miliardi di euro volti a finanziare 9.867 progetti. Sono i numeri del periodo 2021-2024, emersi nel corso della Commissione Politiche economiche, presieduta da Luca Giovanni Quintavalla.
Al centro del dibattito, l’attuazione del Piano energetico regionale (PER) e gli obiettivi raggiunti nell’ambito dell’applicazione della legge 26 del 2004 in materia di programmazione energetica.
Il raggiungimento dei diversi target europei – riduzione delle emissioni climalteranti del 55% rispetto ai livelli del 1990, incremento al 42,5% della quota di copertura dei consumi da fonti rinnovabili – risulta ancora lontano (dal 1990 a oggi in Emilia-Romagna l’emissione di gas serra è calata del 20%), ma cresce l’impegno dell’Emilia-Romagna in fatto di impiego di fonti rinnovabili. Nel dicembre 2020 la Regione ha siglato, insieme ad altri 58 firmatari, il Patto per il Lavoro e il Clima con l’obiettivo di raggiungere la decarbonizzazione prima del 2050 e passare al 100% di energie rinnovabili entro il 2035. L’obiettivo è la riduzione delle emissioni di gas serra del -55% nel 2030 rispetto ai livelli del 1990 (emissioni al netto degli assorbimenti).
In termini concreti, nel 2023 in Emilia-Romagna la produzione elettrica da fonti rinnovabili è stata del 26,5%, con prospettive di crescita per il fotovoltaico e l’idroelettrico. Sul territorio regionale sono presenti oltre 70mila sistemi di accumulo di energia elettrica e sono state avanzate 116 richieste di connessione; inoltre, nel periodo 2021-2024, sono state rilasciate circa 300 autorizzazioni per impianti alimentati da fonti rinnovabili. Significative anche le azioni regionali intraprese nell’ambito del piano di attuazione del PER. Sul fronte della ricerca, sono stati finanziati 56 progetti per un totale di 18,8 milioni di euro di finanziamento pubblico concesso: fra questi, otto progetti sono volti a migliorare l’efficienza energetica dei tecnopoli e a favorire lo sviluppo di fonti rinnovabili. Nello stesso periodo, in fatto di “energia pulita, sicura e accessibile” i progetti sono stati 513, pari a un investimento complessivo di 254 milioni di euro e 156 milioni di contributo pubblico concesso. Di rilievo la presenza delle comunità energetiche per l’autoconsumo diffuso, che la Regione ha promosso con diversi bandi dedicati alla loro costituzione (circa 5 milioni di euro) e agli investimenti per impianti di energia rinnovabile (6 milioni di euro). A fine 2024 sono state censite 178 iniziative o progetti riguardanti le comunità energetiche rinnovabili. Aumenta anche l’infrastrutturazione della rete con 127 progetti finanziati e prosegue la transizione energetica delle imprese con 838 progetti portati avanti, così come la riqualificazione del patrimonio privato i cui progetti finanziati sono stati 5.338. Infine, sulla mobilità intelligente e sostenibile, i progetti sono stati 1.140.
“Questa clausola valutativa è molto importante e proprio per questo deve spingere la Regione a incontrare le parti sociali e tutti i soggetti interessati per rivedere le proprie politiche energetiche”, spiega Elena Ugolini (Rete civica) a cui ha risposto Luca Sabattini (Pd) ricordando come “nelle prossime settimane avremo sicuramente occasione per confrontarci a partite dal contenuto del documento che stiamo discutendo ora. Sarebbe ora che anche il governo facesse la propria parte emanando le norme che ancora mancano, a partire dal decreto sulle aree urbane”.
Per Priamo Bocchi (FdI) “la clausola valutativa dimostra che la Regione non ha raggiunto gli obiettivi fissati dell’Unione europea e dalla stessa Amministrazione regionale”. “Se anche ci fossero ritardi, questo non vuole dire rinunciare agli obiettivi. Si deve lavorare con ancor più tenacia”, replica Daniele Valbonesi (Pd).
Ai consiglieri risponde il vicepresidente della giunta Vincenzo Colla che si dice pronto al confronto, ma ricorda come il governo debba recuperare il ritardi sul decreto aree idonee e servano adeguate risorse.
Fonte: Regione Emilia – Romagna
