Materiali riciclati, una “miniera” per l’industria italiana

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Il riciclo dei rifiuti è d’importanza strategica per l’industria italiana, fortemente dipendente dall’importazione di materiali a costi crescenti. Nel 2024 la dipendenza dalle importazioni di materiali dell’Italia è stata del 46,6%, più del doppio della media europea, del 22,4%, maggiore degli altri grandi Paesi, e anche il costo delle importazioni di materiali è salito da 424,2 miliardi nel 2019 a ben 568,7 miliardi nel 2024, con un aumento del 34%. Nell’industria italiana anche nel 2024 continua però a crescere l’utilizzo di materiale riciclato, grazie all’86% di tutti i rifiuti gestiti (tra urbani e speciali). I nuovi dati Eurostat confermano l’ottimo risultato dell’Italia: nel 2024 il tasso di utilizzo circolare di materia si è attestato al 21,6%, segnando una crescita di 0,5 punti percentuali rispetto al 2023; a fronte di una media UE del 12,2%, del 17,8% della Francia, del 14,8% della Germania, e dell’7,4% della Spagna. E nel riciclo degli imballaggi l’Italia si confermi una eccellenza europea con il 76,7%, ben oltre il target del 65% al 2025 e del 70% al 2030 (carta e cartone 92%; vetro 80,3%; acciaio 86,4%; alluminio 68,2%; legno 67%, biocompostabili 57,8%; plastica oltre il target europeo del 50%). A fronte di questo quadro complessivamente positivo emergono però alcune forti criticità, come la crisi del riciclo delle plastiche. Questo quanto emerge dal Rapporto ‘Il Riciclo in Italia 2025’ che registra l’andamento del riciclo di 19 filiere, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e presentato oggi a Milano in occasione della quarta Conferenza Nazionale dell’Industria del Riciclo organizzata dalla Fondazione in collaborazione con il Conai e Pianeta2030/Corriere della Sera.

‘La Conferenza Nazionale dell’Industria del Riciclo– ha dichiarato Gilberto Pichetto, ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica- rappresenta un’importante occasione per affrontare uno degli assi strategici della transizione ecologica. Il riciclo delle materie prime è un elemento essenziale per promuovere un cambiamento sostenibile, capace di ridurre la nostra dipendenza dall’estrazione di nuove risorse e di mitigare i conseguenti impatti ambientali. Istituzioni e operatori del settore, insieme, hanno oggi l’opportunità di costruire un sistema in grado di garantire un approvvigionamento sicuro dei materiali necessari allo sviluppo di un nuovo ecosistema industriale’.

‘Nonostante le difficoltà che l’intero sistema industriale sta affrontando nel nostro Paese- ha sottolineato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile- il settore del riciclo, complessivamente, sia per quantità trattate sia per i fatturati, mantiene performance positive confermandosi non solo una eccellenza europea ma anche un settore strategico per l’economia italiana. Consolidare l’industria del riciclo vuol dire anche concorrere alla autonomia e sicurezza di approvvigionamento di materiali e ridurre l’alta dipendenza dalle loro importazioni’.

In Italia interi settori industriali si reggono sul riciclo grazie al 74,1% dei rifiuti speciali riciclati, che hanno prodotto ben 133 milioni di tonnellate di materiali recuperati. Nel 2024 la produzione di acciaio nazionale deriva per l’89% dal riciclo di rottame ferroso, per quasi 20 milioni di tonnellate. Il 56% della materia prima impiegata nell’ industria cartaria è costituita da macero ricavato dal riciclo di carta e cartone, pari a ben 5,2 milioni di tonnellate. L’industria dei pannelli e dei mobili di legno si basa sul riciclo del 67,2% di rifiuti in legno, pari a circa 2,3 milioni di tonnellate. Il tasso di riciclo delle bottiglie di vetro ha superato l’80% e ha raggiunto 2,1 milioni di tonnellate. Secondo un’analisi approfondita della produzione nazionale di materie prime seconde (MPS) derivanti dalle attività di riciclo dei rifiuti urbani e speciali., condotta per la prima volta in collaborazione con Ispra e Conai, per alcune tipologie di materiali (carta e cartone, plastica e vetro) la quota di imballaggi sul totale per la produzione di MPS risulta molto significativa. Per il vetro, il 66% deriva da imballaggi, per la carta e il cartone, il 54%, e anche per la plastica ci si attesta intorno al 50%. In termini quantitativi, sono molto significativi i volumi della carta e cartone, con oltre 3 Mt, e del vetro, con 1,6 Mt. ‘L’Italia ha costruito negli anni una leadership riconosciuta in Europa nel riciclo- dichiara Simona Fontana, Direttrice Generale Conai- un risultato che nasce da investimenti, competenze industriali e dalla capacità dell’intera filiera di lavorare in modo coordinato. Oggi, però, questa leadership non può essere data per scontata: alcune dinamiche di mercato e una competizione internazionale sempre più intensa rendono evidente quanto sia indispensabile garantire condizioni stabili, regole chiare ed eque e una visione industriale coerente. È fondamentale rafforzare il presidio delle filiere più esposte e sostenere le imprese nel percorso di transizione. Il sistema CONAI ha dimostrato che il riciclo genera valore economico, ambientale e occupazionale per il Paese: ora occorre creare un quadro che permetta a queste performance di consolidarsi e crescere. Solo così l’Italia potrà continuare a competere in Europa, facendo della sua economia circolare non solo un modello ambientale, ma una vera leva strategica per lo sviluppo industriale nazionale’.

Forti criticità per plastiche e Raee In questo quadro positivo emergono però due settori fortemente in difficoltà: la crisi del riciclo delle plastiche e lo stallo nella crescita della raccolta e riciclo dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche-RAEE (il tasso di raccolta in Italia nel 2024 scende sotto il 30%, molto al disotto del target europeo del 65% in vigore dal 2019). Nonostante anche nel 2024 sia aumentate sia la raccolta differenziata che la quantità avviate al riciclo dei rifiuti degli imballaggi in plastica, arrivando al 51,1, oltre il target europeo del 50%, l’attività industriale di riciclo delle plastiche è entrata in crisi: i fatturati sono calati, domanda e prezzi sono scesi ai minimi. Nel 2025 la crisi sta peggiorando. Nel 2024, benché la produzione di PET da riciclo sia aumentata, il fatturato è calato del 18%, anche per la cresciuta concorrenza del PET vergine a basso costo e per quella del PET riciclato, proveniente dall’estero, in aumento e occupando circa il 20% del mercato nazionale. La situazione nel 2025 è peggiorata. L’ obbligo del 25% di contenuto riciclato nelle bottiglie di PET, in vigore dal 1° gennaio 2025, non ha aumentato la domanda del PET riciclato, probabilmente perché l’obbligo è privo di sanzioni. La crisi ha coinvolto anche tutti gli altri polimeri plastici generati col riciclo meccanico. L’industria nazionale del riciclo delle plastiche deve così affrontare, a fronte di una domanda ridotta, la concorrenza del forte calo dei prezzi dei polimeri vergini e di quelli delle plastiche riciclate importate, mentre deve sostenere elevati costi energetici e consistenti costi di smaltimento, con inceneritori o discariche delle plastiche non riciclabili.(

‘L’industria europea del riciclo delle plastiche– ha dichiarato Edo Ronchi- non dovrebbe perdere l’occasione rappresentata dal nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi per espandere le sue attività e per rispondere in modo adeguato alla concorrenza cinese: servono però misure urgenti per superare la crisi attuale, per non compromettere le capacità industriali del settore, ma consentirgli di affrontare, con un rilancio, le nuove e impegnative sfide’. I RAEE sono una importante miniera di materie prime critiche e strategiche, indispensabili per diversi e importanti settori industriali. Miniera da valorizzare facendo crescere significativamente la raccolta e il riciclo. La Commissione Europea ha proposto l’introduzione di una tassa di 2 euro al Kg per i RAEE non raccolti che in Italia comporterebbe un importo di circa 2,6 miliardi all’anno. Si potrebbe utilizzare una cifra equivalente, o almeno una sua parte, invece che da versare come tassa, come investimento, pagato dai produttori, nei sistemi di raccolta e nelle iniziative previste dall’Accordo di programma del Coordinamento RAEE con l’ANCI.

(Agenzia Dire)