Decreto Siccità approvato in prima lettura dal Senato

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DECRETO SICCITA’

Con 75 voti favorevoli, 46 contrari e 7 astenuti, l’Aula del Senato ha approvato il 31 maggio in prima lettura il ddl di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 aprile 2023, n. 39, recante disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche (AS. 660-A) (scade il 13 giugno).  

Tra le novità del testo così come licenziate dalle commissioni, la riformulazione dell’emendamento a prima firma di Silvia Fregolent (Az-Iv) finalizzato a garantire la “continuità della produzione di energia elettrica in stato di emergenza in relazione al deficit idrico”. La norma, in deroga ai limiti relativi alla temperatura degli scarichi termici e alle prescrizioni delle ‘Autorizzazioni integrate ambientali’ delle singole centrali termoelettriche, stabilisce che nel periodo dal 20 giugno al 15 settembre 2023, sia autorizzato l’esercizio temporaneo di singole centrali termoelettriche di potenza termica superiore a 300 MW per un numero di ore di funzionamento non superiore a 500 per ciascuna centrale, nel rispetto di specifici limiti. 

Per il mare e per le zone di foce di corsi d’acqua non significativi, nel dettaglio, la temperatura dello scarico non dovrà superare i 37 °C mentre l’incremento di temperatura del corpo recipiente dovrà rimanere sotto i 3,5 °C oltre i 1000 metri di distanza dal punto di immissione.

Anche per i canali artificiali, il massimo valore medio della temperatura dell’acqua di qualsiasi sezione non dovrà superare i 37 °C, mentre per i corsi d’acqua la variazione massima tra temperature medie di qualsiasi sezione del corso d’acqua a monte e a valle del punto di immissione non deve superare i 4 °C (su almeno metà di qualsiasi sezione a valle tale variazione non potrà andare oltre i 2 °C). E ancora, per i laghi, la temperatura dello scarico non potrà superare i 30 °C e l’incremento di temperatura del corpo recipiente non dovrà in nessun caso superare i 3 °C oltre 50 metri di distanza dal punto di immissione.

Nella riformulazione si specifica che la deroga potrà essere attivata, nelle condizioni di esercizio del sistema elettrico nazionale che facciano prevedere il rischio di attivazione del Piano di emergenza della sicurezza del sistema elettrico (Pes-Se), su richiesta del gestore della rete di trasmissione nazionale al Mase, “con un anticipo di almeno due giorni rispetto all’inizio del periodo di rischio per l’adeguatezza del sistema, indicando anche la durata attesa, strettamente necessaria a far fronte all’esigenza del sistema elettrico stesso”. Successivamente all’attivazione della deroga da parte del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il gestore della rete di trasmissione nazionale provvederà a notificare, ai titolari delle unità di produzione che hanno comunicato al gestore stesso di avere vincoli all’immissione in rete per limiti di temperatura allo scarico, i periodi temporali in cui si renderà necessaria l’attivazione. (Public Policy).


PROPOSTA REGOLAMENTO UE SU IMBALLAGGI, AUDIZIONE DI UPI

Questo regolamento rischia di escludere gli enti locali dal ciclo della raccolta di alcuni segmenti di materiali, una prospettiva che il nostro Paese non può accettare o salterebbe un sistema che su questo ormai ha dimostrato grande capacità. Occorre assicurare la centralità dei Comuni nella gestione della raccolta differenziata, e tornare a valorizzare le Province nel ruolo di programmazione e coordinamento della raccolta dei rifiuti. Un ruolo che le Province svolgevano maniera molto attiva, ma che è stato poi cancellato dalla legge 56/14, lasciando un vuoto sui territori che deve essere colmato. Ci auguriamo che la legge sulle Province cui sta lavorando la commissione Affari costituzionali del Senato intervenga a risolvere anche questa anomalia, restituendo alle Province un ruolo chiaro nelle materie ambientali”. Lo ha detto il rappresentante dell’Upi, Luca Menesini, presidente della Provincia di Lucca, intervenendo in audizione alla commissione Ambiente della Camera sul regolamento europeo su imballaggi e rifiuti da imballaggio.

“Su questi temi – ha aggiunto – occorre uscire da un dibattito ideologico di contrapposizione tra riciclo e riuso, ma adottare invece un approccio scientifico, per verificare quale sia lo strumento migliore e con minore impatto ambientale. Il regolamento – ha concluso il presidente Menesini – non tiene conto del contesto italiano, che molto ha investito in un’ottica di economia circolare, in cui gli enti locali sono centrali e rischia di mettere in crisi alcuni progetti che stiamo avviando con il Pnrr. Per questo occorre intervenire chiedendo modifiche in grado di promuovere modelli virtuosi in cui gli enti locali, i cittadini e le imprese siano insieme protagonisti di una delle sfide più importanti che abbiamo davanti”. (Public Policy) 


Foto tratta dall’archivio fotografico RER.

MOZIONI DI OPPOSIZIONE SU PNRR ED ENERGIA

 “Procedere tempestivamente alla presentazione del capitolo dedicato al piano RepowerEU all’interno del Pnrr, come raccomandato dalla Commissione europea, coinvolgendo il Parlamento” e  “garantire la centralità degli interventi per la transizione green e digitale quali elementi strutturali del processo di ammodernamento del Paese”. Sono alcuni degli impegni al Governo contenuti in una mozione PD presentata alla Camera. L’esame dell’atto a firma Braga, in particolare, è stato avviato questa settimana in aula dove è stata annunciata anche un’analoga mozione M5S (Silvestri) che sarà trattata congiuntamente. Quest’ultima contiene impegni simili su RepowerEUe coinvolgimento del Parlamento, oltre che richieste di sostegni a comunità energetiche contro il caro-bollette, installazione delle infrastrutture di ricarica elettrica, agrovoltaico e rinnovabili in generale, efficientamento energetico e investimenti ambientali. Da segnalare, infine, che l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa (M5S) ha presentato un’interpellanza all’attuale titolare del Mase per richiedere approfondimenti sul ciclo dei rifiuti a Roma e nel Lazio e sul nuovo termovalorizzatore a servizio della Capitale.


AUDIZIONE DEL COMMISSARIO PER LA BONIFICA DELLE DISCARICHE

“Stiamo lavorando su 12 siti residui con “l’obiettivo di bonificarne 8 entro il 2023 e 4 entro il 2024, al massimo 2025″. Così il commissario unico per la bonifica delle discariche, Giuseppe Vadalà, in audizione in commissione Ambiente alla Camera sullo stato delle procedure di infrazione in materia di discariche. 

Su Malagrotta, “siamo pronti per indire la gara, o meglio i due appalti concorso. Crediamo che a luglio lo potremo fare. Da gennaio 2022 – da quando ci è stato dato incarico di doverla mettere in sicurezza – siamo riusciti a indire questa progettazione. Il termine ultimo, dato dai fondi della nuova programmazione 2021-2027, è quello del 2027″.

“Prima – ha ricordato Vadalà – si poteva intervenire solo in caso di contenzioso Ue, quindi in emergenza. Con il Pnrr è stata prevista la possibilità che questa missione sia chiamata in casi non di emergenza. Da gennaio 2022 è stato possibile iniziare a seguire la regolarizzazione della discarica di Malagrotta, che ricordiamo, ha dei numeri notevoli”. (Public Policy) 

 

Rassegna parlamentare a cura di MF