INDAGINE CONOSCITIVA DEPOSITO NAZIONALE RIFIUTI RADIOATTIVI
Nel corso dell’ultima settimana si sono svolte alcune audizioni alla Commissione Ambiente della Camera, in merito al posizionamento del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità. Intervenuti, tra gli altri, esponenti di Italia Nostra, la quale condivide l’idea di allargare la platea dei siti considerati idonei” a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità, “siamo infatti molto perplessi in merito al risultato della selezione precedente”. Lo ha dichiarato Roberto Cuneo, consigliere nazionale di Italia Nostra . “La selezione precedente – specifica – ci dava 67 siti, che sembrano tanti, ma sono solo su 5 aree italiane, che alla fine rende molto probabile un insuccesso nel proseguire l’iniziativa”. “La perplessità su questa selezione – continua il rappresentante di Italia Nostra – è anche dovuta al fatto che sia stata prevalentemente geotecnica, limitata all’aspetto geologico: questo è fondamentale, ma mancano gli aspetti di economia del territorio e paesaggistici, intesi come uso equilibrato del territorio. Siamo di fronte a un progetto da 150 ettari con una notevole quantità di edifici, che per alcune aree può essere un fattore di sviluppo”. Cuneo prosegue: “Anche il criterio di scelta di limitare l’idoneità ad aree con una pendenza inferiore al 10% sembra molto rozzo: praticamente quasi tutta l’Italia collinare è stata esclusa per questo, credo sia stata un limite improprio”. (Public Policy)
Sentita anche la sindaca di Caorso (PC) Roberta Battaglia, la quale ha precisato che, “ non c’è questa disponibilità al deposito; è invece importante utilizzare il sito per l’impiego di energie alternative”.
La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha proseguito il 7 novembre l’esame del ddl recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione (AS. 615 Governo, collegato alla manovra di finanza pubblica) e abb.
Mercoledì 8 novembre invece il ddl è stato approvato all’unanimità nella Commissione Bicamerale per le questioni regionali.
I rappresentanti dei gruppi del Pd, Verdi- sinistra e del M5S in Commissione bicamerale non hanno però partecipato al voto sul parere della proposta di Autonomia differenziata proposta dal Ministro Calderoli, con il Pd che parla di “grave forzatura”.
Di tutt’altro avviso la maggioranza, con i rappresentanti della Lega in Commissione che si sono detti “soddisfatti per questo via libera, così come del lavoro della commissione, che in poco più di un mese ha prodotto e votato un parere completo e puntuale. È quanto mai necessario concretizzare quel Titolo V della Costituzione, che prevede condizioni particolari di autonomia per le Regioni a statuto ordinario e che da oltre 22 anni aspetta di essere attuato.”
DDL CONCORRENZA
È terminato il percorso in commissione Industria del Ddl Concorrenza 2022. Sul provvedimento, per cui erano stati già votati gli emendamenti alla fine di ottobre, mancavano solo le ultime limature. Il testo è in prima lettura al Senato e dunque si avvia verso la prima approvazione.
Nonostante la maggioranza avesse presentato diversi emendamenti, il testo del Ddl non ha subito grandi modifiche durante l’esame in commissione. Le parti sui piani decennali, smart meter e concorrenza nel settore gas sono rimaste pressoché inalterate.
Invece sono stati inseriti elementi sulla concorrenza nel settore dei Raee con gli articoli 6 e 7 e si è deciso di intervenire sui contratti, con maggiori tutele in favore del consumatore e sulle procedure per il tacito rinnovo.
Nel proprio parere, la commissione Bilancio ha ricordato che le campagne informative e i programmi di formazione sui contatori intelligenti di seconda generazione – su cui servirà il coordinamento di Arera, Gse ed Enea – dovranno essere svolte con le risorse già disponibili in bilancio e che eventualmente potranno essere finanziate con le sanzioni irrogate dall’Arera (QE).
Concluso nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera l’esame degli emendamenti al dl Energia.
Nessun via libera per gli emendamenti di proroga della fine del mercato tutelato. Sul tema la maggioranza è intenzionata a presentare un ordine del giorno in aula. Lo stallo sulla proroga del mercato tutelato di luce e gas – al centro anche del dl Energia bis – nasce dal confronto in corso tra il ministro per gli Affari Ue, Raffaele Fitto e la Commissione Ue, visto che la liberalizzazione del settore si lega ai fondi Pnrr.
Le principali novità uscite dall’esame in Commissione.
Con decreto del Mase, sentita l’Arera, saranno individuate le modalità e i criteri per il soddisfacimento delle condizioni e l’assolvimento agli obblighi, inclusi quelli di consumo energetico, nonché per lo svolgimento dei controlli “ivi comprese le condizioni di revoca totale o parziale delle agevolazioni”.
Così la riformulazione di vari emendamenti bipartisan al dl Energia presentati nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, relative all’articolo 3 del provvedimento che interviene sulla riforma del regime di agevolazioni a favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica. (Public Policy).
Gli emendamenti approvati
- 1.02 (nuova formulazione) Cavo (NM-MAIE), 1.03 (nuova formulazione) Andreuzza (lega), 1.04 (nuova formulazione) Colombo (FdI) e 1.05 (nuova formulazione) Sala (FI) – prevede che, per finalità di pianificazione energetica a livello comunale, i comuni possano richiedere ad Acquirente Unico S.p.A. la prestazione di servizi informativi sulla base dei dati disponibili nel Sistema informatico integrato, secondo modalità disciplinate mediante la stipula di appositi protocolli di intesa, previo parere del Garante per la protezione dei dati personali. Nella prestazione dei servizi informativi Acquirente Unico S.p.A. assicura l’anonimizzazione dei dati e la fornitura dei stessi in forma aggregata
- 3.13 (nuova formulazione) Cavo (NM-MAIE), 3.14 (nuova formulazione) Andreuzza (Lega), 3.15 (nuova formulazione) Squeri (FI), 3.16 (nuova formulazione) Cavo (NM-MAIE), 3.18 (nuova formulazione) Zucconi (FdI), 3.40 (nuova formulazione) Cavo (NM-MAIE) e 3.43 (nuova formulazione) Andreuzza (Lega) – prevedono che il DM del MASE, che dovrà essere emanato sentita ARERA, sulle modalità e i criteri per il soddisfacimento delle condizioni e l’assolvimento agli obblighi, inclusi quelli di consumo energetico, da parte delle imprese energivore che accedono alle agevolazioni e per lo svolgimento dei controlli, dovrà individuare anche le condizioni per la revoca totale o parziale delle agevolazioni stesse
I relatori Guerino Testa (FdI) e Andrea Barabotti (FI) e la sottosegretaria per i rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano hanno espresso parere contrario su tutti gli emendamenti all’articolo 3 ad eccezione di quelli approvati riformulati, e dei seguenti su cui hanno espresso parere favorevole:
- 3.35 (nuova formulazione) Andreuzza (Lega) – con riferimento all’obbligo per le imprese energivore che accedono all’agevolazione, di adottare alcune misure per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, precisa che dovranno investire una quota pari almeno al 50% dell’importo dell’agevolazione in progetti che comportano riduzioni sostanziali delle emissioni di gas a effetto serra al fine di determinare, ai sensi del punto 415 (audit energetici) della comunicazione della Commissione europea 2022/C 80/01,un livello di riduzioni al di sotto del parametro di riferimento utilizzato per l’assegnazione gratuita nel sistema di scambio di quote di emissione dell’Unione europea di cui al regolamento di esecuzione (UE) 2021/447 della Commissione europea, del 12 marzo 2021
- 3.50 Cappelletti (M5S) – precisa che CSEA debba trasmettere annualmente al MASE, alle competenti Commissioni parlamentari e all’ARERA una relazione sull’andamento del regime di agevolazioni previsto dall’articolo 3 (agevolazioni per le imprese energivore) e provvedere agli adempimenti relativi al registro nazionale degli aiuti di Stato
L’inizio dell’esame in Aula è fissato alle 10.00 di lunedì 13 novembre.
La Commissione Bilancio ha approvato inoltre il parere favorevole proposto dalla relatrice Vanessa Cattoi (Lega) con condizioni volte a precisare, con riferimento alle misure relative all’IVA al 5% sulle somministrazioni di gas e sul teleriscaldamento e al contributo straordinario per il quarto trimestre 2023 per le famiglie già destinatarie dei bonus sociali (articolo 1, commi 7 e 9), che l’utilizzo previsto delle risorse derivanti dalle modifiche apportate, è riferito a “quota parte” delle risorse stesse. (Nomos).
Sono Guido Quintino Liris (FdI), Elena Testor (Lega) e Dario Damiani (Forza Italia) i tre relatori della manovra in commissione Bilancio al Senato.
Nel corso di questa settimana si sono svolte, presso le commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato le audizioni di stakholder e parti sociali.
Tra i vari soggetti ascoltati, l’Associazione nazionale costruttori (Ance), che, con la presidente Federica Brancaccio ha dichiarato: “Ancora manca in questa legge di Bilancio un vero piano e un finanziamento per tutto quello che riguarda la riduzione del rischio idrogeologico. Su questo bisogna intervenire. Ormai sono quotidiani i disastri che stanno accadendo e i costi sono superiori a qualsiasi risorsa si possa stanziare in prevenzione”.
Auditi anche i sindacati dei lavoratori.
Secondo la Cgil, il lavoro è «il grande assente di questa manovra: non c’è alcuna politica per la creazione di lavoro, a partire dalla Pa. Nulla contro la precarietà, il lavoro povero». Tranchant il giudizio anche sulla riforma fiscale e sul taglio del cuneo contributivo: «Una riforma una tantum con coperture in deficit e a tempo di uno dei principali architravi del sistema tributario, non si era mai vista. Si ipoteca la manovra 2025, perché tra un anno si dovranno reperire circa 15 miliardi per confermare queste misure, oppure tagliare per la stessa cifra i salari dei lavoratori».
Sostanzialmente dello stesso parere, la Uil: la manovra «è insufficiente rispetto alla principale priorità del paese, cioè la protezione delle retribuzioni dei lavoratori e dei pensionati dalla più grande spirale inflattiva degli ultimi decenni. Insufficienti gli interventi su sanità e Pa».
Alcuni distinguo sono invece arrivati dalla Cisl che giudica «positivamente le risorse messe in campo dal complesso della manovra» ma non «ancora sufficienti a dare uno sprone espansivo alla politica di sviluppo nazionale». Bene per la Cisl che «buona parte delle risorse impiegate nel 2024 siano utilizzate per la difesa dei redditi dei lavoratori dipendenti, dei pensionati e delle famiglie», ma «solleva interrogativi il mancato finanziamento strutturale di queste misure».
Sulla manovra arrivano intanto le osservazioni dei tecnici del Senato. Che promuovono in generale le coperture «prudenziali» indicate dal ministero dell’Economia nelle diverse misure della legge di bilancio, ma sollevano due incognite relative in particolare agli enti territoriali: sulla «sostenibilità» per i loro conti degli aumenti contrattuali e della spending review.
Rassegna parlamentare a cura di MF