Rifiuti urbani in aumento, ma non nei capoluoghi e al Sud

PDFStampa

Torna ad aumentare la produzionerifiuti.jpg complessiva di rifiuti in Italia, così come la ricchezza prodotta. Sono state prodotte in totale 29,3 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 496,2 kg per abitante (+4,0 kg rispetto al 2022). Il valore resta comunque inferiore di 6,4 kg/ab. rispetto al 2019. Lo evidenziano i dati del nuovo rapporto Istat sull’ambiente nelle città. Con questa analisi, l’Istat propone una panoramica dei risultati dell’indagine “Dati ambientali nelle città”, riferiti ai 109 Comuni capoluogo di provincia o città metropolitana per l’anno 2023.

Nei Comuni capoluogo, dove risiede il 29,7% della popolazione, si produce il 31,9% dei rifiuti urbani (-0,5 p.p. rispetto al 2022). La quantità pro-capite è di 533,6 kg/ab. (-2,8 kg/ab. rispetto al 2022) e rimane ben al di sotto del livello pre-pandemico (556,8 kg/ab. nel 2019). La quantità di rifiuti urbani prodotti è in calo nelle Isole e al Sud (rispettivamente -26,7 e -10,6 kg/ab. sul 2022), stabile nel Centro (+0,4 kg/ab.),
in aumento nel Nord-ovest e nel Nord-est (rispettivamente +6,6 e +1,4 kg/ab.). Il calo è più accentuato nei capoluoghi di provincia (-4,8 kg/ab.) rispetto ai metropolitani (-1,1 kg/ab.). La quantità di rifiuti urbani pro-capite diminuisce in più della metà dei capoluoghi e nel 69,7% dei casi è inferiore ai livelli del 2019.

I rifiuti urbani, che rappresentano una modesta frazione dei rifiuti totali prodotti (17,8% nel 2022), richiedono una gestione complessa per l’eterogeneità della composizione e della provenienza. Inoltre, elevati standard di qualità e quantità nella raccolta differenziata favoriscono il raggiungimento dei target di preparazione al riutilizzo e al riciclaggio, previsti dalla Direttiva europea 2018/851/UE.
Nel 2023, in Italia, la quota di RU oggetto di raccolta differenziata sale al 66,6% (+1,5 p.p. sul 2022), ma solo il 62,9% della popolazione (+2,7 p.p. sul 2022) risiede in comuni che hanno raggiunto il target fissato (65% di RU entro il 2012). Il tasso di preparazione al riutilizzo e al riciclo dei rifiuti urbani è del 50,8% (+1,6 p.p. sul 2022) e supera il target del 50% fissato dall’Ue al 2020 (55% al 2025).
Nei Comuni capoluogo, invece, la quota di raccolta differenziata è ancora del 56,9% (+1,8 p.p. rispetto al 2022), in crescita in tutte le ripartizioni. Le quote più elevate si rilevano nel Nord-est (71,4%), nel Nord-ovest (62%) e nel Centro (54%); ancora indietro il Sud (47,7%) e le Isole (41,8%), rispettivamente +1,1 e +3,6 punti percentuali sul 2022). Nel 2023, il target del 65% risulta raggiunto in 64 capoluoghi (dove risiede tuttavia solo il 9,7% della popolazione italiana). Nei capoluoghi metropolitani meno della metà dei rifiuti urbani è oggetto di raccolta differenziata (48,9% contro il 66% degli altri capoluoghi). La quota aumenta in tutte le città, mentre resta sostanzialmente stabile a Milano e Venezia (+0,3 p.p. sul 2022). I maggiori progressi si hanno a Catania (+12,7 p.p. sul 2022), che tuttavia raggiunge solo il 34,7% di differenziata, e a Bologna (+9,7 p.p. sul 2022), che raggiunge per la prima volta il target con 72,9% e si aggiunge a Cagliari che lo ha superato dal 2020.

Fonte: E-Gazette