La Legge di Delegazione Europea per il recepimento della Direttiva (UE) 2024/884 approvata lo scorso giugno offre una opportunità per riflettere sul finanziamento della gestione dei RAEE fotovoltaici. Il modello attuale per i pannelli non incentivati si basa sull’accantonamento di un contributo a garanzia nei trust. La concorrenza tra consorzi EPR ha condotto ad un equilibrio di mercato al ribasso, tanto che le evidenze raccolte sembrano prefigurare il rischio di incapienza delle somme accantonate nei trust rispetto ai costi correnti di logistica e trattamento. La proposta analizza un modello di finanziamento alternativo, basato sulla logica generazionale, nella quale i produttori che immettono pannelli sul mercato in un determinato anno sostengono i costi dei rifiuti che si generano in quello stesso anno.
Sul tema Ref Ricerche ha recentemente pubblicato un dossier disponibile a questo link
L’Italia sta vivendo una fase di forte accelerazione nelle installazioni di pannelli fotovoltaici, sostenuta da misure come il Superbonus 110%, il FER1 e il FER2. Se da un lato questo trend è cruciale per raggiungere gli obiettivi del PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima), dall’altro fa crescere in modo esponenziale il volume di moduli che raggiungeranno la fine del loro ciclo vita (RAEE fotovoltaici).
Questa tendenza, destinata ad accentuarsi quando i pannelli incentivati dal Conto Energia andranno in dismissione, impone un urgente aggiornamento delle policy operative e finanziarie.
La criticità del modello attuale
L’attuale sistema di finanziamento per la gestione dei pannelli fotovoltaici non incentivati dal Conto Energia si basa sull’accantonamento di un contributo ambientale come garanzia in fondi trust.
Il dossier evidenzia un rischio significativo in questo modello: la concorrenza tra i consorzi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) ha portato a un equilibrio di mercato al ribasso. Le analisi prefigurano un rischio di incapienza delle somme accantonate nei trust rispetto ai costi reali di logistica e trattamento dei rifiuti a fine vita.
La proposta: il modello “Generazionale”
In risposta alla necessità di riordinare la disciplina nazionale, anche alla luce della recente Legge di Delegazione Europea per la Direttiva (UE) 2024/884 , il dossier propone un modello di finanziamento alternativo basato sulla logica generazionale.
Questo nuovo approccio, già applicato ad altre categorie di RAEE, funziona con il principio del Pay-As-You-Go (Paga mentre usi):
- I produttori che immettono pannelli sul mercato in un determinato anno sostengono direttamente i costi di gestione dei rifiuti che si generano in quello stesso anno.
Il modello generazionale offre maggiori garanzie in termini di semplicità, trasparenza, piena copertura dei costi di fine vita e, in ultima analisi, di protezione ambientale. Tra i benefici attesi, vi è la minimizzazione del rischio che costi futuri non coperti dal sistema delle garanzie ricadano sul bilancio pubblico. Inoltre, la proposta sollecita di superare l’attuale distinzione tra pannelli “domestici” e “professionali” e di istituire un raggruppamento RAEE dedicato (R6) per migliorare trasparenza e rendicontazione dei flussi.
Rilevanza per l’Emilia Romagna
Questa riflessione strategica è di particolare importanza per il territorio. L’Emilia-Romagna si posiziona come una delle regioni con la maggiore concentrazione di potenza fotovoltaica installata in Italia, contribuendo per il 10% al totale nazionale a fine 2023. Assicurare un sistema di gestione finanziariamente sostenibile e trasparente per i RAEE fotovoltaici è fondamentale per il futuro della transizione energetica nella Regione.
