Luce come fattore di benessere sociale e ambientale, sviluppo sostenibile, e anche strumento per rendere più sicure le città. Imola per un giorno diventa la capitale del dibattito sul futuro dell’illuminazione pubblica e riunisce i principali protagonisti del settore riuniti per ripensare la luce come infrastruttura strategica delle città. Se ne è parlato il 1 dicembre all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, nell’ambito del convegno “Illuminazione pubblica: da servizio essenziale a veicolo di innovazione per città sostenibili” promosso dal Comune e Gruppo Hera insieme a ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Aidi-Associazione italiana di illuminazione, Unione astrofili italiani e Apil-Associazione professionisti illuminazione e International Dark-Sky Association Italia, patrocinato da Anci Emilia-Romagna e Assil-associazione nazionale produttori illuminazione pubblica. L’appuntamento ha riunito enti, amministrazioni, progettisti e operatori del settore per approfondire il ruolo sempre più strategico della luce nella vita delle città: dalla riduzione dell’inquinamento luminoso alla sicurezza, dalla valorizzazione dei beni culturali alla sostenibilità ambientale, fino all’inclusione sociale.
Ad aprire i lavori, il sindaco di Imola e presidente regionale Anci Marco Panieri, e Fabio Bacchilega, presidente ConAmi, che hanno contestualizzato l’impegno della città e del consorzio nel percorso verso territori più efficienti, sostenibili e innovativi, ricordando anche l’importante intervento di riqualificazione dell’illuminazione pubblica della città di Imola. Il primo blocco tematico ha poi approfondito gli aspetti regolatori e tecnici. Sergio Saporetti, della Direzione generale Sostenibilità dei prodotti e dei consumi del Mase, ha analizzato il ruolo dei Criteri ambientali minimi, diventati uno strumento cardine nelle gare pubbliche e nelle politiche di acquisto della Pa.
Successivamente, Alessio Frascari, del Comune di Imola, ha illustrato come il partenariato pubblico privato si sia rivelato la scelta più efficace ed economicamente sostenibile per guidare la trasformazione della luce urbana.
Ma luce anche come fattore di benessere, che ha un impatto sulla salute sia dell’uomo che dell’ambiente, tema affrontato nella parte centrale del convegno. Laura Bellia, presidente Aidi, ha approfondito l’impatto dell’illuminazione sulla salute e sui ritmi circadiani, spiegando come la qualità della luce influenzi la percezione degli spazi e le attività quotidiane. Mario Di Sora, presidente dell’International Dark-Sky Association Italia, ha poi parlato della questione dell’inquinamento luminoso, mostrando come una progettazione accurata possa ridurre gli sprechi energetici, tutelare la biodiversità e restituire ai cittadini il cielo notturno. Non solo, ci sono anche gli aspetti sociali legati alla luce: Giorgia Brusemini, ambassador women in Lighting Italy e creative director di Ogni Casa è Illuminata, ha evidenziato come una buona illuminazione contribuisca a rendere gli spazi pubblici più sicuri, sottolineando come invece al buio, la percezione del rischio porti le donne ad aver paura ad uscire di casa la sera.
Successivamente, Alessandro Battistini, amministratore delegato di Hera Luce, insieme a Selena Mascia, responsabile Ingegneria di Offerta sostenibile Hera Luce, ha presentato l’esperienza di Imola Sdg City, percorso che integra gli obiettivi dell’Agenda 2030 all’interno di una progettazione finalizzata a costruire città resilienti, rigenerative ed inclusive. Nel corso del pomeriggio, infine, è stato illustrato come proprio la città di Imola abbia riprogettato la propria rete di illuminazione attraverso criteri tecnologici avanzati, design urbano e soluzioni orientate alla città del futuro. Il progetto, portato avanti con Hera Luce e Cims, ha previsto un investimento complessivo di 24 milioni di euro, sostituendo tutti i circa 11.000 punti luce di vecchia generazione con nuovi apparecchi led e riqualificando le infrastrutture esistenti, con un risparmio energetico superiore al 60%. Luce insomma non più solo come servizio, ma “un’infrastruttura strategica di governo delle città- sottolinea il sindaco Panieri- luce è anche sicurezza percepita, decoro, vivibilità degli spazi, accessibilità nelle ore serali e notturne. Imola lo ha capito presto, scegliendo un modello che unisce visione pubblica, competenza tecnica e partnership solide, perché la transizione energetica non si fa per slogan ma con progetti concreti, misurabili, verificabili”.
Panieri ha ricordato come l’intervento a Imola faccia parte di un percorso molto più ampio di trasformazione urbana che dal 2020 al 2026 mobiliterà oltre 250 milioni di euro su Imola tra fondi comunali, Pnrr, europei, regionali, Atuss e privati, “una cifra senza precedenti, e il confronto di oggi, con alcuni dei maggiori esperti nazionali, ci dice che Imola sta andando nella direzione giusta”. Una nuova rete di illuminazione insomma “migliora la qualità della vita e prepara il territorio alle sfide future- aggiunge Battistini, ad di Hera Luce- come società benefit abbiamo la responsabilità di accompagnare i Comuni ed i territori verso un futuro più sostenibile”. In questo senso, il partenariato pubblico-privato è stato un fattore “decisivo” per realizzare un progetto complesso come quello appena realizzato a Imola. “È così che vogliamo continuare a lavorare: aiutando le città a diventare più resilienti, più intelligenti e più vicine alle esigenze delle persone”, dice ancora l’ad. Il piano comprende inoltre l’installazione di telecamere per controllo accessi e monitoraggio del territorio, sensori per il monitoraggio degli allagamenti, nuovi attraversamenti pedonali e servizi pensati per pedoni e ciclisti, come panchine smart e colonnine per la riparazione delle biciclette, oltre al potenziamento dell’illuminazione del patrimonio storico e architettonico della città.
A chiudere i lavori del convegno Cristian Fabbri, presidente esecutivo del Gruppo Hera, che ha illustrato la visione della multiutility sulla transizione ecologica e sul ruolo dell’illuminazione pubblica all’interno delle strategie di sostenibilità delle città italiane (Agenzia Dire)
